CIAC – XXXIV CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

plus ago, 29set, 12 1992
Le grandi mostre d’arte, quando sono l’atto conclusivo di studi originali e ripensamenti critici, o di nuove scoperte documentarie o messe a punto e sistemazioni storiche, costituiscono anche il momento per riflessioni, analisi, interrogazioni che vanno al di là dello stretto terreno della storia dell’arte, che pur ne è l’occasione, per toccare problemi più vasti di condizioni storiche, di interrelazioni sociali, di prospettive culturali, di vicende economiche, di vita morale. La mostra dedicata nell’autunno del 1992 dalla città di Bassano del Grappa al suo maggior pittore, Jacopo dal Ponte, da essa detto appunto il Bassano, che vedrà anche la pubblicazione, da tanto tempo auspicata, di quel fondamentale inedito che è il libro dei conti della sua bottega, è uno di questi eventi, ed esso fomirà dunque il tema generale al XXXIV Corso di Alta Cultura che si terrà a San Giorgio dal 29 agosto al 12 settembre prossimi. Jacopo Bassano per quasi tutta la vita ha operato nella città natale: le particolarità stilistiche e iconografiche della sua produzione, la tradizione pittorica cui egli ha dato vita, il funzionamento della sua bottega, le numerose e diverse committenze con cui si è trovato in rapporto, il ruolo da lui assunto come artista, sono elementi che evidenziano una condizione artistica ed umana strutturalmente legata a quella cultura di terraferma spesso chiamata «provinciale», sia rispetto a Venezia sia ad altre capitali del secondo Cinquecento italiano. Ma proprio perché, pur nella sua unicità, la vicenda dell’artista può essere considerata esemplare delle condizioni in cui operavano al suo tempo gli artisti veneti di terraferma, essa suggerisce temi e problemi la cui esplorazione serve ad approfondire contemporaneamente altre situazioni e condizioni della vita artistica e intellettuale, derivandone una migliore conoscenza dei caratteri linguistici e degli ambiti sociali e culturali in cui una vocazione poteva allora manifestarsi e svolgersi. Di qui, accanto ad un percorso più direttamente centrato sul pittore di Bassano, l’allargarsi del corso a temi che investiranno una più ampia area del rapporto capitale-centri periferici nell’ambito della geografia della repubblica veneta, temi sociologico-antropologici, temi religioso-devozionali sulla scia delle nuove disposizioni relative all’arte sacra emanate dal Concilio di Trento, temi legati alla struttura agricola dei territori e alle stratificazioni e «mentalità» propri della società contadina, temi infine della dialettica mare-terra che nessun altro «stato» italiano visse con tale intensità nel secolo qui considerato. Da un grande episodio di arte cinquecentesca, ai caratteri più significativi di una storia che quell’arte ha in parte rappresentato, in parte suggerito, in parte sofferto o sublimato, che è comunque ad essa esistenzialmente e inestricabilmente intrecciata.