CIAC – XXXIX CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

plus set, 0113 1997

Mentre l’Europa, nel progredire della Rivoluzione francese e dilagare delle armate napoleoniche, cominciava a prendere coscienza della fine dell’Antico Regime, già si chiudeva l’epopea della Serenissima: un tramonto che preannunciava un nuovo giomo.

Un secolo più tardi, mentre da più parti in Europa si avvertivano i primi segnali del “declino dell’Occidente”, Venezia – da Wagner a Maurras, da D’Annunzio a Thomas Mann – tutti a sé evocava, facendosi emblema e paradigma estremo del declinare di una civiltà.

Ma, già secoli prima, mentre l’Oriente era ancora il ricettacolo di mostri e prodigi,Venezia inviava, per mercatura e scienza, su quelle vie i suoi naviganti. Mentre l’acqua ancora era nemica e strade e borghi si edificavano sui colli, Venezia costruiva sull’acqua: inventava spazio, non s’arroccava in esso.

Al chiudersi di un millennio di trasformazioni, irreparabili cadute, riapparizioni e metamorfosi, il corso intende esplorare e approfondire alcuni momenti più suggestivi di queste oscillazioni di civiltà, arresti e riprese di destino, dai drammi talora senza presagi di futuro delle epoche antiche agli sconvolgimenti non ancora chiaramente decifrabili del secolo presente.Come suggerisce l’emblema rinascimentale, “recisa – Venezia – rinasce”, e ricorderà più tardi Gide (“Si le grain ne meurt…”), dalle origini della nostra civiltà, ogni fine, ogni morte, ogni esodo è sempre stato atteso e attraversato come necessario transito verso nuove apocalissi e risurrezioni.