IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento

plus nov, 22 2019mar, 08 2020

A Bologna, nella suggestiva cornice di Palazzo Ghisilardi Fava, il 22 novembre si è aperta la mostra IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento: un’esposizione preziosa, curata da Massimo Medica, direttore dei Musei Civi d’Arte Antica di Bologna e storico dell’arte medievista tra i maggiori conoscitori dell’arte medievale bolognese, e il professore Luca Mor, specialista  scultura medievale; promossa da Istituzione Bologna Musei, è stata organizzata dal Museo Civico Medievale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Curia Arcivescovile di Bologna e l’Alma Mater Studiorum.

 

La mostra – frutto di ricerche e studi cantierati proprio alla Fondazione Giorgio Cini nel dicembre del 2003 con il Convegno dell’Istituto di Storia dell’Arte Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi studi e con l’intervento di Luca Mor sul grande Cristo ligneo policromo duecentesco della Fondazione Cini – è occasione unica di vedere riunite per la prima volta le tre grandi e rarissime sculture recanti il Cristo Triumphans, accorpabili attorno alla bottega di un raffinatissimo intagliatore bolognese attivo tra il 1270 e il 1280, esponente di quel naturalismo gotico padano, capace di recepire echi della cultura d’Oltralpe e di aggiornarsi sulle novità toscane e  su quelle introdotte a Bologna da Nicola Pisano, attivo in città nell’arca marmorea di San Domenico (1264-1267). Un maestro anonimo a cui si è deciso di dare il nome di Maestro del Crocifisso della Fondazione Giorgio Cini.

 

Accanto alla scultura della Fondazione, si potranno ammirare il Cristo proveniente dalla chiesa bolognese di Santa Maria Maggiore, restaurata per l’occasione e dunque apprezzabile nella sua splendida, seppur più tarda, policromia; e quello delle collezioni Comunali d’Arte, nel corso del Trecento riadatto su una croce dipinta dal celebre pittore bolognese Simone dei Crocefissi, per il quale si propone in catalogo la provenienza originaria dal complesso benedettino bolognese di San Procolo. Anche il Cristo della Cini sarà apprezzabile nella sua piena leggibilità: è qui infatti presentato per la prima volta al pubblico dopo il restauro del 2011, condotto con passione e competenza dalla bravissima restauratrice Giovanna Menegazzi, alla quale i curatori hanno dedicato la mostra e il catalogo in ricordo della sua prematura scomparsa.

 

Le tre sculture, originariamente collocate in corrispondenza della struttura architettonico-liturgica dei tramezzi ecclesiali, che separavano l’area del celebrante da quella destinato ai fedeli, sono accompagnate da splendidi oggetti di oreficeria, codici miniati e croci dipinte; e proprio dalla Fondazione Giorgio Cini provengono anche una preziosa pisside duecentesca di orafo limosino in rame dorato e smalti champlevé e un frammento miniato ritagliato da un codice giuridico, rappresentante l’Elevazione dell’ostia e attribuito a miniatore bolognese (Maestro delle Decretali di Lucca). Opere dunque che danno conto del contesto, della circolazione dei modelli e degli scambi proficui tra centri artistici aldiquà e aldilà delle Alpi; centri tra i quali Bologna occupa un ruolo di assoluto rilievo: città popolosa con i suoi più di 50,000 abitanti alla fine del Duecento, crocevia strategico d’Europa su una delle direttrici del traffico internazionale, centro universitario sede di un’importante scuola giuridica e capitale aggiornata delle arti e della cultura.