Il laboratorio sinfonico di Claudio Abbado

plus MAG, 29 2014

Foto Credit Marco Caselli Nirmal 


 Il laboratorio sinfonico di Claudio Abbado

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Il 29 maggio 2014, alle ore 18, all’Ateneo Veneto il giornalista e critico musicale
Angelo Foletto approfondirà l’attività e il pensiero di Claudio Abbado, il grande direttore
d’orchestra italiano scomparso lo scorso 20 gennaio. L’incontro sarà organizzato dalla
Fondazione Giorgio Cini.

l progetto The Symphonic Sound of Romanticism. Theory and Practice of Conducting in the 20th Century è una produzione congiunta dell’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini (Venezia), del Dipartimento di studi greco-latini, italiani e scenico-musicali dell’Università di Roma “La Sapienza”, del Fondo Musicale Peter Maag e della Fondazione Giorgio Zanotto (Verona). Il progetto si estende dal 2014 al 2019 e si articola in una serie di 18 conferenze su altrettanti direttori d’orchestra del Novecento, a testimoniarne i diversi orientamenti interpretativi, stilistici e tecnici. L’indagine ha come oggetto l’interpretazione del repertorio sinfonico dell’Ottocento, da Schubert a Mahler. Il principale obiettivo è quello di ripercorrere il modo di pensare il sinfonismo romantico attraverso il Novecento, riconsiderando la formazione e l’evoluzione della sua immagine sonora. Nel fare questo, il progetto segue una linea non frequente nella pur estesa bibliografia sui direttori d’orchestra, che coniuga la consapevolezza dei nessi storici con l’analisi del testo e della performance e con lo studio della formazione tecnico-professionale dei direttori nel contesto della storia della ricezione musicale. Viene qui considerato fondativo il principio secondo cui l’interprete ha un ruolo determinante per la comunicazione della musica e per il sistema sociale in cui è inserita la performance. Nel Novecento, in particolare, il direttore d’orchestra ha ricoperto una funzione di complementarietà rispetto al compositore, e questo è tanto più evidente quanto più ci si addentra in un secolo con un canone storico già saldamente formalizzato, ma costantemente sottoposto a revisione e reinterpretazione. Le indagini mettono in luce i legami fra l’attività dei direttori e il loro contesto culturale, includendo fra gli strumenti critici i trattati più frequentati di tecnica direttoriale, di analisi e di teoria musicale, senza trascurare l’orizzonte estetico-filosofico.

Nella progettazione interpretativa di Claudio Abbado la scelta degli ‘strumenti’ è decisiva. Gli interpreti, gli organici, le partiture, le edizioni critiche, gli strumenti e le modalità esecutive sono stati sempre selezionati consapevolmente, per ‘completare’ l’interpretazione. In mezzo secolo di attività direttoriale ufficiale tali strumenti si sono molto evoluti. Il gesto esecutivo – complesso e critico – ha sempre inteso conciliare riflessioni poetiche, maturità tecnica e consapevolezze testuali. Dietro questo laboratorio interpretativo ‘aperto’ si può leggere la singolare formazione musicale. Abbado è stato il primo direttore italiano del Dopoguerra a eludere il tirocinio direttoriale legato all’opera. È approfondendo la musica d’oggi e la letteratura ‘classica’ che ha acquisito sicurezza nell’affrontare il repertorio romantico. Partendo dal ripensamento dell’idea (e dell’orchestra) beethoveniana – Abbado è l’unico direttore del nostro tempo che ha portato a termine tre integrali discografiche sinfoniche, e con complessi idiomatici come Wiener e Berliner Philharmoniker – la sua riflessione si è riverberata su tutta la letteratura sinfonica precedente, e su quella derivata, Mahler incluso.

Angelo Foletto, critico musicale di «Repubblica», è stato vicedirettore di «Musica Viva». Ha insegnato presso il Conservatorio di Milano e la Scuola Holden di Torino. Scrive su «L’Adige», «Suonare News», «Classic Voice» e altre riviste; collabora con media, teatri e istituzioni musicali. Ha scritto Carmen. Guida all’opera (Mondadori 1984), Carlo Maria Giulini (Edizioni San Paolo 1997) e Daniele Lombardi – Forse. Verso un autoritratto (Nardini Editore 2012). È presidente degli Amici della Galleria d’arte moderna di Milano, dell’Associazione culturale “Achille Foletto” di Ledro e, dal 1996, dell’Associazione Nazionale Critici Musicali.