Giornata di studi: Daniele Barbaro. Architetto del sapere

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
plus NOV, 04 2015
Nell’immagine: Paolo Veronese, Apollo, Venere e Amore. Maser, villa Barbaro

Nell’ambito delle attività promosse dal Comitato regionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza una giornata di studi dedicata a quello che fu probabilmente il più rilevante umanista nella Venezia di medio Cinquecento.

Tra gli eventi celebrativi del quinto centenario della nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), la suggestiva mostra allestita al secondo piano di Palazzo Cini con opere pittoriche di Tiziano e Veronese aperta fino al 15 novembre 2015.

L’incontro di studio e divulgazione si propone di illustrare in molti dei suoi aspetti l’attività culturale del poliedrico intellettuale, tra i maggiori e più influenti della Venezia cinquecentesca.

Gli studiosi e specialisti di fama internazionale che si avvicenderanno sul palco dei relatori nella giornata avranno modo di prendere in esame e far conoscere aspetti noti e meno dell’arte, della letteratura e della scienza veneziana del tempo attraverso la figura del patrizio. Sarà illustrata la sua produzione trattatistica con particolare riguardo allo studio di Vitruvio e alla scienza della prospettiva; il suo ruolo nello sviluppo dell’architettura classica veneziana in stretta comunanza di idee con Andrea Palladio; la sua attività di iconografo e mecenate, oltre che di scopritore di talenti come Paolo Veronese. Si parlerà inoltre della figura storica di Barbaro, diplomatico e Patriarca di Aquileia, tra i protagonisti del Concilio di Trento.

La giornata di studi si propone di promuovere non solo un complessivo riesame della problematica relativa ai rapporti tra Daniele e il fratello Marcantonio con gli architetti e gli artisti del loro tempo, sia dal punto di vista dell’infl uenza culturale che del patronage, ma in tale occasione la figura dell’intellettuale veneziano verrà anche analizzata dalle molteplici angolazioni caratteristiche del suo operato. E, dunque, dal suo ruolo di ideologo e promotore delle arti ai diversi contributi teorici e pratici apportati da Barbaro nel contesto della scienza rinascimentale – come la formalizzazione su base matematico geometrica della prospettiva, il perfezionamento della camera oscura e le relative applicazioni pratiche, la costruzione delle meridiane solari e degli strumenti per i rilievi topografici e astronomici – fino al contributo da lui offerto nel campo della teoria musicale.

Daniele Barbaro

Di prestigiosa famiglia patrizia, Barbaro ricevette una educazione umanistica perfezionata dalla frequentazione dello Studio di Padova, che gli procurò una solida preparazione scientifica e gli diede quindi modo di coltivare i prevalenti interessi nella matematica, filosofia, ottica e astronomia. Negli anni successivi approfondì lo studio dell’architettura stringendo rapporti duraturi con Andrea Palladio, che lo supportò con consigli e disegni nel commento al trattato di Vitruvio.

La sua bibliografia annovera, inoltre, testi teologici e sacri legati alla sua funzione di patriarca di Aquileia in pectore e delegato al Concilio di Trento.

Oltre che alla intensa attività di matematico, scienziato e trattatista, Daniele Barbaro nel corso della sua maturità strinse relazioni amicali e di collaborazione negli ambienti artistici veneziani. Numerosi furono i pittori che entrarono in contatto con il patrizio veneto, ben disposto a occuparsi di programmi iconografici e di riflessioni sulle arti oscillanti tra una visione neoplatonica (vicina a Michelangelo) e un’ottica suggestionata dall’aristotelismo padovano.


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