Convegni e seminari Archives - Pagina 19 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

Conferenza Internazionale | Transnational Sufism in Contemporary Societies: Reconfiguring Practices, Narratives and Boundaries

Il sufismo, il percorso di purificazione spirituale, mistico ed esoterico nel contesto islamico, ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’Islam, nelle sue declinazioni, artistiche, filosofiche, etiche e politiche. Nel corso dell’epoca moderna il sufismo ha subito un doppio attacco, da parte dei “riformisti islamici” (salafi e wahabi), i quali considerano il sufismo una forma di innovazione e sincretismo, e da parte dei “modernisti”, per i quali è una manifestazione religiosa arcaica. Ciononostante, il sufismo nel mondo contemporaneo mostra una grande vitalità: nuove confraternite sono nate e altre hanno trovato rinnovate energie.

Questo rinnovamento del sufismo contemporaneo merita di essere approfondito, ed è per questo che la Fondazione Cini, in collaborazione con Mark Sedgwick (Università d’Aarhus) ha deciso di organizzare questa conferenza. Le tematiche che affronteremo durante la conferenza riguardano le nuove forme teologiche sufi, con particolare attenzione alla relazione con l’Altro; le politiche del sufismo; e l’influenza culturale e religiosa sulle società. Il secondo obiettivo di questa conferenza è far conoscere alla società civile cosa sono il sufismo e l’Islam. A tale scopo la Fondazione inviterà Khaled Bentounes, maestro sufi della confraternita Alawiyya, che parlerà del rapporto tra Islam e sufismo


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Seminari di Musica Antica 2017 | Roman de Fauvel. Musica e corruzione nella Parigi di Filippo il Bello. 1300-1315

La Fondazione Giorgio Cini con il contributo e la collaborazione della Fondation Concordance e delle Fondazioni Irma Merk e L. + Th. La Roche (Basilea, Svizzera) – ha offerto delle borse di studio a giovani cantanti solisti, professionali o semi-professionali, specializzati nel repertorio medievale, per partecipare al Seminario di Musica Antica diretto da Pedro Memelsdorff sul tema: Roman de Fauvel. Musica e corruzione nella Parigi di Filippo il Bello 1300-1315.

Il Seminario avrà luogo dal 9 al 13 ottobre e prevederà la presenza di tre tra i massimi esperti della materia: Benjamin Bagby, fondatore e direttore del noto ensemble medievale Sequentia, e le eminenti musicologhe Margaret Bent e Anna Zayaruznaya (Università di Oxford e Yale).

Giovedì 12 ottobre alle ore 18.00, all’Auditorium “Lo Squero”, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, i nove cantanti vincitori delle borse di studio si esibiranno diretti dal M° Benjamin Bagby:

Inés Alonso Botella, soprano
Roberta Diamond, soprano
Ozan Karagöz, tenore
Jung Min Kim, soprano
Sylvia Leith, mezzo soprano
Laura Martínez Boj, soprano
Wolodymyr Smishkewych, tenore
Raphaële Soumagnas, soprano
Belén Vaquero Hernandez, soprano

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.


Il Roman de Fauvel è un lungo poema satirico del primo Trecento, attribuito a Gervais du Bus, funzionario della corte del re di Francia Filippo IV (il Bello). Sfruttando la metafora di un asino – Fauvel – divenuto monarca in seguito ad un capriccio di Fortuna, il Roman rappresenta un’acerrima critica della corruzione presso la corte reale e la chiesa del tempo e fu bandito in quanto eretico e sedizioso. Ciò però non ostacolò il suo successo: pubblicato attorno al 1310-14, fu quasi immediatamente interpolato da straordinarie immagini e soprattutto numerosi brani musicali composti in una varietà di stili mono- e polifonici, tra cui alcuni dei più elaborati mottetti dell’Ars nova francese attribuiti al poeta, compositore e diplomatico Philippe de Vitry.

Il seminario discuterà i complessi rapporti intermediali tra testo, immagine e suono rappresentati dalla più ricca versione interpolata del Roman – il ms. 146 della Bibliothèque Nationale di Parigi – e prevede la presenza di tre tra i massimi esperti della materia: Benjamin Bagby, fondatore e direttore del noto ensemble medievale Sequentia, e le eminenti musicologhe Margaret Bent e Anna Zayaruznaya (Università di Oxford e Yale). Il seminario, diretto da Pedro Memelsdorff, è organizzato dalla Fondazione Giorgio Cini con il contributo e la collaborazione della Fondation Concordance e delle Fondazioni Irma Merk e L. + Th. La Roche (Basilea, Svizzera). A conclusione del seminario, i borsisti scelti tramite bando di concorso internazionale si esibiranno in una breve performance pubblica, venerdì 12 ottobre, all’Auditorium “Lo Squero”.


Nell’immagine:

Conseil présidé par Fauvel, da “Le Roman de Fauvel” (Paris, 1316?-1320?), su gentile concessione della Bibliotéque national de France.

I Dialoghi di San Giorgio. What’s the body of the Body Politic? Sovereignty, Identity, Ecology

Evento inaugurale

I Dialoghi di San Giorgio

What’s the body of the Body Politic? Sovereignty, Identity, Ecology
12 settembre 2017

 

Il Dialogo di quest’anno intitolato What’s the body of the Body Politic? Sovereignty, Identity, Ecology, sarà preceduto da un evento speciale: una performance musicale a cura del mdi ensemble che eseguirà  Tierkreis (1974/1983) di Karlheinz Stockhausen, per clarinetto, flauto, tromba e pianoforte e delle letture di alcuni testi di Esopo, Platone, San Paolo, Giovanni di Salisbury (John of Salisbury), Christine de Pizan, Thomas Browne e altri.


 

I Dialoghi di San Giorgio
What’s the body of the Body Politic? Sovereignty, Identity, Ecology
13 -15 settembre 2017

 

Introductory Note By Bruno Latour & Simon Schaffer

Vi ricordate la favola di Esopo La pancia e le membra o la lettera di S. Paolo ai Corinzi sul Corpo e la Chiesa, o La Favola delle api di Mandeville, o l’associazione alquanto pericolosa tra le pesti e gli stranieri, o i più recenti tentativi di pensare alla terra come a un organismo gigante? Nessuna di queste storie smette di trasporre le metafore da una sfera – quella del corpo – a un’altra – quella della politica. Il risultato è la nascita di questo importantissimo concetto della  filosofia occidentale, il corpus politicum, il Corpo Politico. Un aspetto interessante di questo celeberrimo tema è che ogni sfera prende a prestito  la certezza associata all’autorità di un’altra sfera, così che la scienza politica finisce con l’attingere dalla biologia ciò che i biologi attingono dalla teoria politica. Questo incessante commercio di concetti e metafore purtroppo non ha mai garantito la qualità di ciò che è stato ininterrottamente trasposto da una sfera all’altra. Il risultato è la mancanza di una definizione condivisa dei ‘corpi collettivi’. Da qui l’idea di tentare di riaprire la questione attraverso questo Dialogo, mettendo insieme le diverse discipline ed esaminando ciò che ciascuna ha realmente da offrire alle altre che sia genuinamente appropriato al fenomeno studiato.

Proprio nel momento in cui l’idea di sovranità è divenuta obsoleta per l’intensificarsi della  globalizzazione, delle migrazioni e di cambiamenti planetari, la politica tende a ritrarsi entro i confini che gli Stati nazionali hanno inventato nei secoli precedenti. Nonostante le vaste trasformazioni richieste dai cambiamenti climatici, proposte politiche che pongono l’accento sull’identità, il nazionalismo e i confini sembrano essere le più attraenti per gli elettori. Dovunque, non sembrano esistere alternative alla scelta tra affidarsi senza riserve alla globalizzazione o, altrimenti, applicare nel modo più rigoroso la vecchia concezione di sovranità. Durante questo Dialogo vogliamo aprire la strada a un altro orientamento politico che non si basa né sull’idea di globalizzazione né sui concetti di sovranità, identità e individualità. La nostra ipotesi è che la maggior parte delle idee sul Corpo Politico derivi da concezioni del corpo biologico, e vice versa. Vi è sempre stato un flusso bidirezionale tra biologia, diritto, religione e teoria sociale, al punto che è molto difficile – quando si parla di ecosistemi, identità, genetica, organismo o globalizzazione – decidere se si sta parlando di entità umane o non umane. I biologi non sembrano preoccuparsi del fatto che utilizzano la teoria sociale per parlare  di organi e tessuti, i sociologi non esitano a utilizzare concetti legali derivati dalla storia della Chiesa per definire l’individuo, mentre gli economisti paiono felici di mobilitare quella che essi considerano una nozione “naturalistica” della concorrenza al fine di rendere l’ottimo calcolabile, i teorici dell’organizzazione prendono a prestito con disinvoltura dalla organizzazione della cellula  la metafora del DNA. E così via. Le metafore viaggiano liberamente, trasportando le stesse irrisolte perplessità da un ambito all’altro.

Questa confusione   è aumentata ulteriormente nell’era dell’Antropocene, quando la politica deve espandersi a quelli che una volta erano oggetti della natura. La soluzione non sta certamente nell’accrescere la confusione trattando umani e non-umani come se fossero la stessa cosa, considerandoli tutti ‘egualmente sociali’ o ‘egualmente naturali’. Quando il ‘gene egoista’ rassomiglia sospettosamente ai manager di Wall Street, quando il pianeta Terra  è trattato come una dea, gli organismi sono trattati come aziende, i formicai  come macro-organismi, le cellule come macchine cibernetiche, e gli Stati come se avessero confini naturali, diventa estremamente difficile specificare le differenze tra forme collettive. E’ su questo punto che vogliamo intervenire: una nuova concezione del Corpo Politico richiede un’analisi accurata di ciò che intendiamo per corpo, organismo, individuo, identità e collettivo.

Immensi progressi sono stati fatti nello studio del comportamento collettivo a molti differenti livelli: mercati, cellule, animali sociali, stati nazione, organi aziendali, interazioni umane ed ecosistemi. Resta tuttavia una difficoltà che studiosi e scienziati tendono, allo stesso tempo, a risolvere praticamente e a respingere intellettualmente: la nozione di un agente individuale che entra in una sistema di relazioni all’interno di un collettivo è una nozione che non sembra funzionare. In primo luogo, perché in ogni studio accurato di questi fenomeni l’individuo non sembra avere confini nitidamente definiti, in secondo luogo perché il collettivo del quale l’individuo è supposto far parte non sembra in realtà essere qualcosa di più dei suoi componenti. La difficoltà è costantemente aggirata utilizzando concetti vaghi come organismo, proprietà emergenti, sistemi, totalità.

Il dilemma è ben noto. Ognuno riconosce che le due nozioni di individuo e collettivo sono  dense di significato, e cerca il modo di togliersi d’impaccio. Questo crea una strana situazione per l’etica, il diritto e la politica, così come per la scienza: gli aspetti più importanti del nostro orientamento nel mondo  (chi sono gli individui? Qual è la forma dell’insieme più vasto nel quale  siamo supposti vivere? Quali sono i confini che definiscono la nostra esistenza collettiva?) si basano su una serie di concetti del tutto incapaci di catturare la natura dell’individualità e del collettivo. Curiosamente, anche se studiosi, scienziati, educatori e moralisti riconoscono tutti la fragilità di questo modello, non c’è stato alcuno sforzo sistematico volto a trovare un modello alternativo per ridefinire le relazioni tra la parte e il tutto e per rielaborare la vecchia nozione di organismo, che è pertanto usata come cianografia delle nostre idee di sovranità. La teoria sociale e la biologia sembrano andare ognuna per la sua strada anche se continuano a scambiarsi concetti e metafore senza esaminare accuratamente che cosa viene scambiato.

Noi crediamo che esista l’opportunità di progredire nella ricerca attraverso un analisi critica di questi scambi, usando a nostro beneficio il fatto stesso che lo scambio coinvolge contemporaneamente così numerosi e diversi campi di studio. Il problema di definire l’organismo e l’identità ha esattamente la stessa forma se studiamo lo sviluppo delle cellule, il comportamento di una colonia di formiche o di un gruppo di babbuini, lo sviluppo di coalizioni geopolitiche, organi aziendali, ecosistemi, mercati o interazioni tra umani nelle società. Naturalmente, il materiale empirico è diverso, ma non lo sono i concetti che danno forma a questo materiale. È questa proprietà del problema che può offrire il modo migliore di risolverlo. La nostra idea è molto semplice: confrontare e le soluzioni che ognuno di noi  ha elaborato nell’ambito della propria disciplina, al fine di definire in modo nuovo i collettivi e gli individui. Dato che lo stesso dilemma ostacola lo sviluppo delle nostre diverse discipline, si tratta di rendere visibile il problema comune  mettendo attorno allo stesso tavolo specialisti di diverse discipline (biologia, filosofia, ecologia, teoria sociale, antropologia, storia della scienza, scienza politica) che abbiano – ciascuno a suo modo – sollevato coraggiosamente il problema, mettendo in discussione il paradigma della propria disciplina. Il problema non si risolve in due o tre giorni, ma almeno diventeremo tutti più consapevoli del flusso bidirezionale tra biologia,  politica e teoria sociale.

Anche se parleremo di entità del tutto diverse – batteri, cellule, formiche, aziende, clan o bande – ci sforzeremo di mettere unicamente a fuoco l’origine, la natura, la qualità, l’impatto, l’intrusività silenziosa delle metafore e dei concetti che prendiamo a prestito da altre discipline quando inquadriamo il problema di ciò che è un collettivo nella nostra disciplina. E’ rischioso, ma ognuno di noi può contribuire a una straordinaria intrapresa: mettere in discussione la potenza dei paradigmi consolidati. Dato che l’ecologia politica è chiaramente e urgentemente paralizzata dalla incapacità di elaborare una chiara concezione di ciò che potrebbe comporre il Corpo Politico, sarebbe incoraggiante sentire che non siamo isolati ma – e questo è ciò che più conta – potremmo arrivare a riformulare il problema in modo migliore.

San Giorgio, un’isola appartata, è il luogo ideale per un dialogo perché, a differenza di altre utopie, invece di assumere dogmaticamente che la risposta è stata già trovata, offre la possibilità a tutti noi di contribuire a porre migliori domande.

I partecipanti a questa edizione dei Dialoghi di San Giorgio sono Deborah Gordon, Shirley Strum, Scott Gilbert, Isabelle Stengers, Didier Debaise, Mike Lynch, Kyle McGee, Timothy Mitchell, Tim Lenton, David Western, Bruno Latour e Simon Schaffer.


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Biographies and Bibliographies of Participants 

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The Populist Upsurge and the Decline of Diversity Capital

Il trend illiberale nel mondo. Fino a dove?

I seminari di Reset-Dialogues da Istanbul a Venezia

8 – 10 giugno 2017 – Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore
The Populist Upsurge and the Decline of Diversity Capital

Reset-DoC Seminars 

L’Associazione Internazionale Reset-Dialogues on Civilisations inaugura a Venezia l’edizione 2017 di Reset-DoC Seminars, i dialoghi filosofici Est-Ovest svoltisi per un decennio a Istanbul.

L’incontro internazionale si terrà dall’8 al 10 giugno alla Fondazione Giorgio Cini – Isola di San Giorgio Maggiore, ed è organizzato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, la Fondazione Giorgio Cini e l’università turca Bilgi University. I seminari, che si svolgeranno in lingua inglese, sono gratuiti e aperti a tutti, previa registrazione sul sito resetdoc.org, entro il 31 maggio.

La conferenza sarà preceduta e accompagnata da una Summer school che inizierà il 5 giugno e che permetterà agli studenti di ottenere 6 crediti formativi (tutte le informazioni sul sito di ResetDOC, resetdoc.org).

Titolo di quest’anno “The Upsurge of Populism and the Decline of Diversity Capital”, ovvero la crescita dei populismi che hanno incrinato la solidità di valori quali la diversità, la tolleranza, il pluralismo. Il voto francese ha interrotto una montante marea xenofoba e antieuropeista, ma una tendenza autoritaria si è fatta strada in questi decenni minacciando i fondamenti delle democrazie occidentali. Nuove forme di arroganza, chiusura e polarizzazione nel discorso politico stanno mettendo in discussione il modello plurale della costruzione democratica impensabile senza il pluralismo culturale, la moderazione nei conflitti politici, la capacità di dialogo, la mediazione e il contenimento dei contrasti. Dopo un lungo periodo di globalizzazione economica e di espansione del cosmopolitismo culturale tra le fasce più liberali della popolazione, nella sfera pubblica e nella società, stiamo forse vivendo una fase di declino di quello che possiamo chiamare “capitale di diversità” delle democrazie occidentali? La loro capacità deliberativa è a rischio? Con il fallimento delle Primavere Arabe e l’affermarsi di regimi autoritari che hanno spezzato le speranze di molti e le promesse per un futu­ro democratico e pluralista, con la crisi dei rifugiati e le ondate migratorie che continuano ad investire l’Europa, dopo la Brexit e le elezioni statunitensi, il mondo occidentale invece di aprirsi alla promozione del pluralismo e contribuire a combattere i radicalismi, sta forse tornando a nuove forme di chiusura e di ripiegamento su sé stesso?

Diversi gli autori internazionali chiamati a discutere su questi interrogativi. Alla lezione magistrale di apertura di Michael Sandel (Populism, Nationalism, and the Future of Liberalism) seguiranno gli interventi di Kiku Adatto, Giuliano Amato, Lisa Anderson, Albena Azmanova, Akeel Bilgrami, Murat Borovali, Giancarlo Bosetti, Cemil Boyraz, Michele Bugliesi, Giorgio Cesarale, Lucio Cortella, Hamid Dabashi, Sara De Vido, Alessandro Ferrara, Pasquale Ferrara, Nina zu Fürstenberg, Manlio Graziano, Amr Hamzawi, Volker Kaul, Jonathan Laurence, Tiziana Lippiello, Stephen Macedo, Yves Mény, Lea Nocera, Claus Offe, Nancy Okail, David Rasmussen, Carol Rovane, Adam Adatto Sandel, Luigi Tarca, Roberto Toscano.

È possibile registrarsi a singole sessioni del programma scrivendo a
seminars2017@resetdoc.org


 

 

 

 

 

 

 

 

Performance / Talk – Yesterday. Today. Tomorrow. Traceability is Credibility

23.05.17 – 18h30

Performance / Talk diretti da
Bryan Mc Cormack (artista e curatore dell’installazione YESTERDAY. TODAY. TOMORROW.)
e
Henry Bell (Sheffield Hallam University)
con la partecipazione degli allievi della Sheffield Hallam University, UK

Yesterday. Today. Tomorrow. è un lavoro concettuale sui recenti fenomeni migratori dell’artista Bryan Mc Cormack. Nucleo del progetto è la visualizzazione della crisi europea dei rifugiati. In quanto solo i rifugiati possono visualizzare e dare voce alla catastrofe umanitaria da loro vissuta, questo lavoro è stato creato grazie alla partecipazione di centinaia di essi: dopo aver ricevuto fogli di carta e penne colorate, ogni rifugiato è stato invitato a realizzare tre disegni, uno della loro vita passata (Yesterday), uno della loro vita presente (Today) e uno della loro vita come immaginata nel futuro (Tomorrow).

Una performance dal vivo della durata di 70-90 minuti di Yesterday. Today. Tomorrow. andrà in scena sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
Curata da Bryan Mc Cormack e Henry Bell, la performance includerà più di 30 studenti del corso di laurea in ‘Performance for Stage and Screen’ della Sheffield Hallam University.
Usando i disegni raccolti come punto di partenza per una performance/dibattito esperienziale, nello stile del teatro immagine di Augusto Boal, i performer lavoreranno con i membri del pubblico al fine di creare dei tableaux umani in risposta ai disegni. Attraverso questo percorso, l’attenzione si sposta verso il modo in cui l’esperienza e le aspirazione del pubblico incontrano l’esperienza e le aspirazioni dei rifugiati.
La performance vuole porsi come stimolo di riflessione attiva sulle esperienze vissute dai creatori dei disegni, non come una opportunità per osservare morbosamente le persone implicate nella crisi umanitaria. Partecipando ad un ulteriore elemento di rintracciabilità delle loro vite, l’obiettivo è permettere alle voci dei rifugiati di essere sentite con dignità.

Ettore Sottsass: il vetro

Ettore Sottsass, Sol e Sirio, 1982 e Alioth e Alcor, 1983, edizione Memphis Srl
© Ettore Sottsass by SIAE 2017

Il simposio internazionale, organizzato in occasione della mostra Ettore Sottsass: il vetro, ha lo scopo di presentare differenti testimonianze legate alle modalità creative dell’architetto, con particolare riguardo alla sua produzione vetraria, per comprendere come questa si sia integrata con il suo concetto di architettura e di design. Il convegno comprende tre momenti distinti: una prima fase strettamente scientifica nella quale architetti, direttori e curatori museali che hanno avuto occasione di lavorare con Sottsass ne daranno una lettura storica, collocando la sua produzione di vetri, ceramiche e gioielli nel più ampio contesto internazionale dell’arte, dell’architettura e della cultura coeva. Una seconda fase sarà invece dedicata alla dimensione più umana e ‘personale’ di Ettore Sottsass: si darà voce a collezionisti, galleristi, committenti e collaboratori che hanno lavorato con lui, diventandone sovente amici stretti. Concluderà l’incontro una discussione aperta ed informale in cui i maestri vetrai – l’opera dei quali è stata spesso evocata da Sottsass come una componente fondamentale del suo lavoro – racconteranno i loro rapporti e la loro cooperazione con il grande artista, testimoniando così il significato che l’esperienza della fornace muranese ha avuto per lui.

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Accademia Vivaldi

In occasione dei 70 anni dalla sua fondazione, l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi organizza, in collaborazione con la Akademie für Alte Musik Bremen della Hochschule für Künste Bremen, la prima Accademia Vivaldi, otto giorni di studi interamente dedicati all’approfondimento dell’esecuzione e dell’interpretazione del repertorio di Antonio Vivaldi.

Partecipano, a seguito di una selezione, musicisti di tutto il mondo, chiamati a misurarsi con la ricchezza della scrittura del catalogo vivaldiano, con un’attenzione particolare alle composizioni del Prete rosso oggetto delle ultime pubblicazioni curate dallIstituto Vivaldi.

La ricca offerta dei corsi, che si artcola sia in lezioni frontali singole sia in momenti collettivi, permettendo di affrontare tutto il repertorio vivaldiano: dalla produzione cameristica e solistica ai concerti con organici diversi, dalla musica vocale sacra e profana alle opere teatrali, in un continuo confronto con i musicologi che, con lezioni e conferenze, affiancheranno il lavoro dei musicisti.


Le lezioni sono riservate agli allievi selezionati, ma sono previsti concerti finali dei corsi, aperti al pubblico.


Vai al sito dell Accademia Vivaldi.

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[accordion_entry title=”Programma dei concerti di fine corso – programma in aggiornamento””]

 

Dal 7 all’11 luglio 2017, ore 19.00
Concerti serali alla Fondazione Giorgio Cini

12 luglio 2017, ore 12.00
Concerto alla Libreria Sansoviniana
Ingresso da Piazzetta San Marco 13/a
Musica da camera di Antonio Vivaldi

13 luglio 2017, ore 20.30
Concerto presso la Chiesa di Santa Maria della Pietà
Musica sacra di Antonio Vivaldi

14 luglio 2017, ore 20.30
Concerto presso la Scuola Grande di San Rocco, Sala Capitolare
Selezione di arie dall’opera Il Teuzzone di Antonio Vivaldi

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Summit internazionale The LOD-LAM SUMMIT 2017

Dopo San Francisco nel 2011, Montreal nel 2013 e Sidney nel 2015, questa quarta edizione del LODLAM Summit si terrà per la prima volta in Italia alla Fondazione Giorgio Cini  fucina di idee ed esperienze all’avanguardia nel settore delle digital humanities

 

Il 28 e 29 giugno 2017 la Fondazione Giorgio Cini ospiterà la quarta edizione del LODLAM Summit (Linked Open Data in Libraries, Archives and Museums), incontro internazionale sull’uso dei linked data da parte delle biblioteche, dei musei e degli archivi. L’evento, organizzato in collaborazione con Europeana, Pratt Institute, regesta.exe e AARnet, riunisce la comunità dei professionisti impegnati nello sviluppo e nella applicazione delle tecnologie Linked Open Data per la pubblicazione del patrimonio culturale sul web e avrà la forma di un workshop della durata di due giorni, al termine del quale verranno premiati due tra i cinque progetti più innovativi selezionati da una giuria internazionale. Program chairs saranno Ingrid Mason di AARNet e Antoine Isaac di Europeana.

 

Dopo San Francisco (2011), Montréal (2013) e Sydney (2015) il summit, per la prima volta Europa, arriva a Venezia presso la Fondazione Giorgio Cini, confermando il ruolo assunto dalla stessa Fondazione in questi ultimi tre anni avviando progetti importanti come Replica, l’Atlante Linguistico del Mediterraneo e gli archivi digitali dei suoi Istituti. Archivisti, bibliotecari, Record manager, Analisti di metadati, Computer scientists, Information analysts, Data architects provenienti da oltre 20 nazioni: i professionisti del mondo delle biblioteche, degli archivi e dei musei appartenenti alle istituzioni, a società ed organizzazioni promotrici di politiche innovative di pubblicazione dei dati del patrimonio culturale attraverso l’uso di tecnologie standard e non proprietarie, animeranno, secondo la metodologia dell’Open Space Technology, sessioni informali per confrontarsi su temi proposti dai delegati che danno vita, di volta in volta, a gruppi di lavoro su temi specifici.

L’obiettivo perseguito è quello di lasciare la massima libertà agli esperti di discutere dei progetti seguiti dalle diverse istituzioni in cui lavorano, scambiare idee con i colleghi, condividere esperienze di studio con progetti avanzati sui LOD per la navigazione semantica dei patrimoni culturali sviluppati in tutto il mondo.

Insieme alla Fondazione Giorgio Cini ha partecipato all’organizzazione del summit un qualificato gruppo di istituzioni culturali internazionali: Europeana, King’s College of London, Getty Institute, University of Huston, METRO (Metropolitan New York Library Council), Cornell University Library, CNR, Public Record Office Victoria, NYPL (New York Public Library), Auckland Museum, Fundación Conector (Colombia),  DigitalNZ, Intersect, DRTC Bangalore, North Rhine-Westphalian Library Service Center hbz Germany, Università di Bologna, Institute of Information Science – Academia Sinica di Taipei Taiwan, Stanford University Libraries, USA, National Institute of Informatics Japan, Kent State University Ohio, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali Regione Emilia-Romagna, regesta.exe, Pratt Institute di New York, AARnet.

Il LODLAM Summit si svolge sotto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), dell’Associazione Archivistica Nazionale Italiana (ANAI), dell’Alliance of Digital Humanities Organizations (ADHO), dell’International Council of Museums (ICOM).

 

Regesta.exe, nata nel 2002, è una società specializzata nell’uso di tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali sul web e vincitrice, assieme alla Fondazione CDEC, del primo premio nella scorsa edizione LODLAM Challenge 2015. Nel 2011 ha rilasciato in open source la piattaforma web per il trattamento, la gestione integrata, la pubblicazione on line di archivi storici e multimediali xDams, evoluzione del progetto europeo 2002-2004 DAMS. Gli standard di interoperabilità, portabilità, modularità, tecnologie web based sono anche a fondamento delle applicazioni e i progetti sviluppati dal 2008 con le tecnologie Linked Data e gli standard del W3C per il web semantico. Nel 2013 e nel 2014 ha promosso le prime edizioni nazionali dell’International Open Data Day.
Da tre anni regesta.exe collabora con la Fondazione Giorgio Cini per la realizzazione del programma di condivisione e pubblicazione degli archivi digitali dei suoi istituti

Workshop | La creazione del timbro: gli strumenti ad arco amplificati in George Crumb, Franco Oppo, Fausto Romitelli e Giacinto Scelsi

Con questo workshop prosegue l’esperienza inaugurata nel 2016 con il titolo Research-led Performance.
L’obiettivo è quello di favorire la collaborazione di compositori, musicologi, strumentisti e tecnici del suono per la realizzazione di esecuzioni che si fondino su uno studio approfondito delle strutture musicali, sulle fonti del processo compositivo e sulla documentazione delle esecuzioni storiche.

L’attività di quest’anno, che avviene in partnership con l’ensemble RepertorioZero e in collaborazione con la Fondazione Isabella Scelsi, è rivolta agli strumenti ad arco, che si vogliano misurare con un repertorio contemporaneo. Lo studio comparato si svolgerà a partire dal quartetto Black Angels di Crumb e proseguirà con l’esecuzione di Elohim per 10 archi amplificati, opera inedita di Scelsi; uno spazio particolare sarà riservato alle fonti dell’Istituto per la Musica con la preparazione di Amply per due strumenti ad arco amplificati di Oppo e del quartetto Natura morta con fiamme di Romitelli, mentre Frances-Marie Uitti approfondirà alcuni aspetti delle notazioni e delle tecniche esecutive del violoncello.

Il bando con scadenza il 31 maggio selezionerà una dozzina di strumentisti ad arco, tra violinisti, violisti e violoncellisti che saranno ospitati presso la Residenza Branca e potranno pertanto seguire la messa a punto della performance in tutte le sue fasi.

Partecipano al workshop Alessandra Carlotta Pellegrini, Pierre Michel, Ingrid Pustijanac, Giovanni Verrando e Alvise Vidolin.

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Nella genesi dei propositi: con le migliori intenzioni; con le peggiori intenzioni; al di là di ogni intenzione

Al solito, in cinque mezze giornate corrispondenti ad altrettanti nuclei in cui s’articola l’argomento,
si svolgerà dal 15 al 17 maggio 2017 l’usuale seminario primaverile organizzato dall’Istituto di Storia della Società e dello Stato veneziano all’insegna del titolo generale, ossia il ‘proposito’.

Il seminario sonderà l’intreccio, in sede decisionale, tra detto e non detto, tra dichiarazioni esplicite e carsici retroterra. Laddove – specie nel ’500 e nel ’600, quando la si proclama a tutte lettere e la si teorizza senza reticenze – la ‘ragion di stato’ esige la simulazione di convinzioni che non si hanno e la dissimulazione dei pensieri che, invece, si covano nell’intimo, e non è che sia chiaro il confine tra il bene e il male, e nemmeno quello tra verità e menzogna.  Per tal verso il seminario potrà aggirarsi tra casi di straordinaria e ordinaria ambiguità.

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