Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 24 di 55 - Fondazione Giorgio Cini

Etnografia degli studi di registrazione

 

Seminario Musiche (e musicologie) del XXI secolo

Gli etnomusicologi, che da sempre si occupano di musiche ‘viventi’, devono misurarsi con la continua ridefinizione dei luoghi e delle pratiche della produzione musicale. In questa prospettiva, lo studio di registrazione è diventato negli ultimi decenni un importante luogo di ricerca. Il tema sul quale si intende riflettere è la possibile applicazione dell’indagine etnografica, propria del metodo antropologico, a un mondo contemporaneo e tecnologico quale quello degli studi di registrazione, con l’obiettivo di costruire modelli interpretativi sulle musiche contemporanee. Alcune questioni ‘classiche’ della ricerca etnomusicologica (studio dei processi creativi, performativi, status del musicista) si possono affiancare a nuove questioni sollevate dal mutato contesto – lo studio di registrazione – nel quale si svolgono (mancanza di pubblico diretto, rapporto con le tecnologie sempre più sofisticate, delocalizzazione e frammentazione del lavoro di gruppo, ruolo creativo di figure professionali diverse dal musicista, quali il produttore, il fonico).

 

Nel corso del XX secolo, l’evoluzione dei luoghi di produzione di musiche riprodotte ha accompagnato sia i musicisti nell’adattare il loro fare musica, sia gli studiosi nell’elaborare strategie di comprensione dei fenomeni musicali. Lo studio di registrazione è stato il territorio principale in cui è avvenuto il passaggio tra il mondo dell’oralità/scrittura a quello dell’oralità meccanica ed è diventato inoltre un luogo privilegiato per la miscela di generi, stili, strumenti musicali, ma anche di ricerca. Gli studiosi che interverranno al Seminario hanno formazione e biografie (musicali e scientifiche) molto diverse tra loro: studiosi di etnomusicologia, di popular music, produttori musicali, musicisti con esperienze di ricerca in contesti nelle diverse parti del globo e nell’ambito dei più diversi generi musicali (musiche di tradizione orale, popular music, jazz, musica contemporanea, musica per il cinema). Assieme rifletteranno su come l’idea di “etnografia”, proveniente dagli studi etno-antropologici, applicata ad un contesto come lo studio di registrazione – il luogo dove, forse più che nei concerti, i musicisti oggi si incontrano – stia fornendo strumenti innovativi di comprensione dei modi in cui la musica viene oggi prevalentemente concepita, eseguita e prodotta, e su come una prospettiva antropologica sia necessaria allo studio dei processi musicali contemporanei nei quali la tecnologia è sempre più pervasiva e raffinata e la diffusione mediatica sempre più determinante in ogni angolo del globo.

 

Giovedì Mattina, 24 gennaio

9.30-10.00

Serena Facci and Giovanni Giuriati

Introductory remarks

 

10.00-11.00

Alessandro Bratus

Processi che risolvono problemi. Lo studio di registrazione nelle culture della popular music, dalla nicchia alla norma – e ritorno

 

11.00-11.30 Coffee break

 

11.30-13.00

Thomas Turino

Recording as Replica/Recording as Musical Practice

 

Giovedì Pomeriggio, 24 gennaio

14.30-16.00

Jeremy Wayne Wallach

The Entextualization of Performative Sociality: Ethnomusicological Approaches to Sonic Encoding and Decoding

 

16.00-16.30 Coffee break

 

16.30-18.00

Ilario Meandri

Memorie orali e archeologia della tecnica: International Recording (1959-1969)

 

Venerdì mattina, 25 gennaio

9.30-11.00

Marco Lutzu

Approcci etnografici alla fonofissazione. Alcune riflessioni sulla produzione discografica in Sardegna

 

11.00-11.30 Coffee break

 

11.30-13.00

Hans Weisethaunet

The Ethnography of Recording—Sound, Agency, and Objects

 

Venerdì pomeriggio, 25 gennaio

14.30-17.30

Francesco Giannattasio, Pasquale Minieri, Simone Tarsitani

Esperienze e nuove sfide della produzione musicale in studio

 

Sabato Mattina, 26 gennaio

9.30-10.00

Alessandro Cosentino

Chitarristi dal Botswana e dal Malawi: creatività individuali in studio di registrazione

 

10.00-10.30

Vera Vecchiarelli

“La rifaceva anche centinaia di volte”: sulla registrazione della voce di De André in studio.

 

10.30-11.00 Coffee break

11.00-12.30

Eliot Bates

Technological and methodological assemblages: Analyzing the production of culture in Istanbul’s recording studios

 

12.30-13.30

Final discussion

Vola alta Parola. Trent’anni di Edizioni Colophon

La Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la ColophonArte, ha deciso di festeggiare questa importante acquisizione, con una selezione delle edizioni più belle e significative, presso la biblioteca seicentesca di Baldassarre Longhena. Il titolo dato all’esposizione richiama uno dei volumi esposti, recante insieme all’opera grafica di numerosi artisti, 12 componimenti poetici del grande poeta, amico dell’editore, Mario Luzi: tra queste il componimento Volta alta, parola del 1985, nel quale il poeta si rivolge direttamente alla poesia affinchè metta in comunicazione l’anima con le riposte e segrete risonanze della realtà visibile.

La collezione di grafica del Novecento della Fondazione Giorgio Cini s’arricchisce di pregevoli opere d’editoria d’arte, nel solco di una vocazione primigenia dell’Istituto di Storia dell’Arte per la produzione di libri concepiti come opere d’arte. Grazie alla generosità di Egidio Fiorin, fondatore e direttore della casa editrice bellunese ColophonArte, un nucleo di 78 libri d’artista che fanno parte della produzione più che trentennale del raffinato e lungimirante editore entrano nelle raccolte della Fondazione Cini, prendendo posto accanto ai libri d’artista donati dall’editore Neri Pozza e a quelli della collezione del collezionista e critico d’arte Manlio Malabotta, recentemente donati dalla vedova.

I libri d’artista Colophon sono edizioni di pregio, stampate a partire dal 1989 in tirature limitate su pregiatissima carta in puro cotone, prodotta dalla cartiera amalfitana Amatruda, con quell’attenzione alla qualità della stampa, delle illustrazioni, della rilegatura, del formato grafico dei caratteri mobili e a tutte quelle caratteristiche tecniche, estetiche e materiali che rendono questi libri appetibili e ricercati da bibliofili, collezionisti, amatori.

Queste edizioni sono prodotti sincretici nei quali l’opera degli artisti è chiamata a visualizzare ed evocare, attraverso risonanze riposte tra immagini e parole e accostamenti espressivi, il contenuto immateriale – perlopiù testi poetici, ma non solo, contandosi anche testi critici dedicati alla musica, alla letteratura, al cinema, alle arti visive. Più che a illustrare, l’intervento dell’artista “punta decisa alla conflagrazione dei linguaggi e dei secoli per sollecitare inedite e segrete emozioni, per avventurarsi in altri, inesplorati, territori dell’immaginario”, come ha scritto Cesare De Michelis.

E infatti accanto alla più consueta opera grafica incisoria, i libri Colophon si arricchiscono di opere tridimensionali, sculture, collage, puzzle, fotografie, secondo un fertile e polimorfico sperimentalismo espressivo e tecnico già ampiamente sperimentato dalle Avanguardie storiche, anche nella forma libro.

Accanto al coro illustre di poeti, letterati, scrittori e critici di cui le più di cento Edizioni d’arte Colophon serbano le voci – Mario Luzi, coinvolto in più occasioni, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sebastiano Grasso, Alain Jouffroy, Stephane Mallarmé, Alda Merini, Andrea Zanzotto, Roberto Sanesi, Emilio Villa, Adonis, Ungaretti; e ancora Liliana Cavani, Massimo Cacciari, Maurizio Ferraris, Claudio Magris, Umberto Eco, Dario Fo, Ermanno Olmi, Inge Feltrinelli, Leopoldo Pirelli, Antonio Riccardi, Pietro Ingrao, Gillo Dorfles, Guido Ballo, Bruno Corà, Marco Vallora, Angela Vettese – si collocano le opere dei tantissimi artisti attivi per la Colophon: Valerio Adami, Eduardo Arroyo, Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Hsiao Chin, Corneille, Lucio Del Pezzo, Nicola De Maria, Piero Dorazio, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Arnaldo Pomodoro, Toti Scialoja, Walter Valentini, Emilio Vedova, Giuseppe Zigaina; e ancora Cadorin, Franco Fontana, Griffa, Guccione, Kounellis, Mattioli, Music, Nespolo, Perilli, Piano, Scianna, Shafik, Spagnulo, Staccioli, Viallat.

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Libri a San Giorgio

Riprende in autunno la rassegna dedicata alle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini.

 

8 NOVEMBRE 2018 ore 17
Nel corso del primo appuntamento in programma l’8 novembre, sarà presentata la pubblicazione di Giada Viviani Nino Rota: La dolce vita. Sources of the Creative Process, primo volume della collana «The Composer’s Workshop», diretta da Gianmario Borio, che ricostruisce le fasi salienti della composizione delle musiche scritte da Nino Rota per La dolce vita di Federico Fellini, nonché l’intenso rapporto intercorso tra i due artisti.

 

Presentano Roberto Calabretto e David Cooper
Partecipano Gianmario Borio e Giada Viviani

A seguire un concerto della flautista Federica Lotti


Programma del concerto
Federica Lotti
flauto, flauto in sol, ottavino
Giacinto SCELSI
Pwyll
André JOLIVET
dalle Cinq Incantations
D pour une communion sereine de l’être avec le monde
Giacinto SCELSI
Quays, per flauto in sol
André JOLIVET
dalle Cinq Incantations
E aux funérailles du chef pour obtenir la protection de son âme
Alvise ZAMBON
Cord’amare, dedicato a Nino Rota e Federico Fellini
Prima esecuzione assoluta
Niccolò CASTIGLIONI
Musica Vneukokvhaja, per ottavino

 


22 NOVEMBRE 2018 ore 17
Il secondo incontro, il 22 novembre, sarà riservato al volume Andrea Schiavone. Pittura incisione disegno nella Venezia del Cinquecento a cura di Chiara Callegari e Vincenzo Mancini. Il libro raccoglie le relazioni discusse in occasione del convegno internazionale di studi dedicato ad Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento, svoltosi nella primavera del 2016 presso la Fondazione Giorgio Cini e le Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana. Studiosi ed esperti hanno messo in luce aspetti inediti della produzione del grande maestro dalmata, restituendone sotto il profilo critico la complessità intellettuale ed artistica, nonché il singolare ruolo catalizzatore nell’articolato panorama artistico di pieno Cinquecento.

 

Presenta Marzia Faietti
Partecipa Luca Massimo Barbero

 


29 NOVEMBRE 2018 ore 17

L’appuntamento del 29 novembre proporrà infine il volume Shakespeare all’Opera. Riscritture e allestimenti di “Romeo e Giulietta”, a cura di Maria Ida Biggi e Michele Girardi, che raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi che ha avuto luogo presso la Fondazione Giorgio Cini nell’aprile 2018. Musicologi, storici del teatro e drammaturghi hanno analizzato i contesti in cui si sono sviluppate le rappresentazioni in musica del dramma shakespeariano che, dall’inizio del XVII secolo a oggi, ha ispirato librettisti e compositori.

 

Presenta Guido Paduano
Partecipano Maria Ida Biggi, Michele Girardi


Ingresso libero fino a esaurimento posti

L’epica leggendaria del Kosovo. Concerto – Il canto delle nozze di Halil

Tavola rotonda L’epica leggendaria del Kosovo
Concerto Il canto delle nozze di Halil

Il cuore della penisola balcanica, nelle aree di confine tra Serbia, Montenegro, Kosovo e Albania, punto di incontro tra l’area slavofona e albanofona, è il terreno di una delle più celebri tradizioni di canto epico, oggetto già negli anni trenta del secolo scorso delle ricerche di Parry e Lord che rivoluzionarono lo studio della narrazione epica sia scritta che orale.
Il seminario e il concerto, promossi dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati,  intendono soffermarsi su una tradizione di canto epico che, attraverso varie trasformazioni legate anche alle complesse vicende storiche dell’area, si presenta oggi vitalissima; essa vede uno dei suoi nuclei principali nei canti in lingua albanese delle montagne di Rugova, in Kosovo, al confine con il Montenegro, di cui il cantore Isa Elezi Lekgjekaj (1947) – invitato a Venezia per l’occasione – è il maggior interprete vivente. Il seminario introduttivo vedrà la partecipazione dei curatori della Milman Parry Collection della Harvard University e di Zymer Ujkan Neziri, dell’Istituto Albanologico di Priština, autore di numerosi volumi che hanno contribuito a fissare nella scrittura questi canti. Il concerto, in particolare, prevederà l’esecuzione integrale de Il canto delle nozze di Halil. Ad affiancare Isa Elezi Lekgjekaj durante il concerto vi saranno due esecutori di çiflteli e sharki (liuti pizzicati a manico lungo), con brani strumentali.

L’evento costituirà l’occasione per la presentazione del progetto, curato da Nicola Scaldaferri, di pubblicazione dei canti epici albanesi della Milman Parry Collection, rimasti inediti per oltre ottant’anni.


Programma
13 novembre 2018
Fondazione Giorgio Cini
Tavola rotonda ore 15.30 -17.45
“L’epica leggendaria del Kosovo” 
Interverranno:
Giovanni Giuriati, Università di Roma “La Sapienza” e Fondazione Giorgio Cini
Presentazione e saluti
Nicola Scaldaferri, Università di Milano
David Elmer, Harvard University
Zymer Neziri, Istituto Albanologico di Prishtina
Ettore Cingano, Università Ca’ Foscari Venezia
Discussant


Concerto 18.30 -19.45
Esecuzione integrale di “Il canto delle nozze di Halil” con sopratitoli in italiano.
 con Isa Elezi Lekgjekaj (cantore epico), Hasan Hasani (musicista) e Januz Mushkolay (musicista).

 

Preserving the Past for the Future

Il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno istituito nel 2018 l’anno europeo del patrimonio culturale. Questa iniziativa si propone di: favorire la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale; rinforzare il contributo che il patrimonio culturale europeo può apportare alla società e alla economia, attraverso la sua capacità di sostenere i settori culturali e creativi, comprendendo le imprese piccole e medie; contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale inteso come un importante fattore delle relazioni tra l’Unione Europea e gli altri paesi, basate sugli interessi e le richieste dei paesi partner e sulle competenze dell’Europa nel settore dei beni culturali.
All’interno di questa cornice, la Fondazione Giorgio Cini e le Bodleian Libraries dell’Università di Oxford organizzano un simposio internazionale dal titolo Preserving the Past for the Future, che si svolgerà sull’Isola di San Giorgio Maggiore il 23 ottobre 2018.
L’incontro dibatterà il tema delle sfide politiche, culturali e tecniche che devono costantemente affrontare le istituzioni pubbliche e private con responsabilità di tutela del patrimonio, tenendo pure in considerazione il ruolo che la cooperazione internazionale può svolgere nella positiva risoluzione di queste problematiche. Verrà anche sviluppato il tema di come le tecnologie digitali possano conservare e valorizzare il grande patrimonio culturale europeo. Il simposio si articolerà secondo sessioni tematiche che coinvolgeranno istituzioni e individui provenienti da diverse aree del mondo (India, Cina, America, Europa) e differenti tradizioni cultuali. Lo scopo è di delineare una prospettiva globale sul tema, attraverso l’analisi comparativa
e la condivisione delle conoscenze e delle esperienze.

Parteciperanno al simposio, che si svolgerà in lingua inglese e che è stato realizzato con il contributo di The Helen Hamlyn Trust: Vint Cerf (Google), James Cuno (The J. Paul Getty Trust), Peter Frankopan (Univeristy of Oxford), Pasquale Gagliardi (Fondazione Giorgio Cini), Jack Lohman (Royal BC Museum), Adam Lowe (Factum Arte), Da Dong Ma (Shanghai Gui Yin), Richard Ovenden (Bodleian Libraries), Shobita Punja (The Helen Hamlyn Trust), Sarah Thomas (Harvard Library), Ana Luiza Thompson-Flores (Unesco), Guo Xiaoling (Beijing Capital Museum).

Echi monteverdiani nel Novecento italiano

Questo seminario rappresenta la prima tappa di un progetto di ricerca, coordinato da Gianmario Borio e Anna Tedesco, che ha preso le mosse dalle discussioni tenutesi nel convegno Le opere veneziane di Monteverdi, organizzato nel 2016 dall’Istituto per la Musica e dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma. Si può ricostruire un ampio percorso a partire dalle edizioni di Gian Francesco Malipiero attraverso le messe in scena di opere monteverdiane negli anni Trenta e Quaranta. La ricezione di Monteverdi presso i compositori italiani nella seconda metà del XX secolo è ampia e significativa. Per Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Niccolò Castiglioni, Luigi Dallapiccola, Domenico Guaccero, Egisto Macchi, Bruno Maderna, Giacomo Manzoni, Luigi Nono e Fausto Razzi le opere di Monteverdi hanno costituito un importante punto di riferimento per la riflessione sulla messa in musica di un testo poetico e la definizione del teatro musicale di avanguardia. Diversi compositori italiani hanno eseguito trascrizioni che saranno oggetto di particolare attenzione nel corso del seminario.
Partecipano Angela Carone, Michele Chiappini, Angela Ida De Benedictis, Mila De Santis, Ilaria Grippaudo, Federico Lazzaro, Giulia Riili e Francisco Rocca.
Intervengono come discussants Rodolfo Baroncini, Tim Carter, Paolo Cecchi, Franco Piperno.

Scarica il Pieghevole Monteverdi


La manifestazione si chiude con un concerto del mdi ensemble all’Auditorium ‘Lo Squero’.

Cerimonia di premiazione della V edizione del Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”

Il 5 dicembre, durante una speciale cerimonia aperta al pubblico, verrà assegnato il V Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”. Il Premio, a cadenza annuale, è intitolato a Benno Geiger (1882-1965), scrittore, poeta e critico d’arte austriaco, autore di pregevoli traduzioni in lingua tedesca di alcuni classici della poesia italiana, il cui ricchissimo carteggio di carattere letterario e artistico con corrispondenti italiani ed europei del primo Novecento fa parte dei fondi letterari conservati a San Giorgio. La giuria, composta da illustri studiosi e presieduta da Francesco Zambon, destinerà al vincitore un primo dell’ammontare di 4.000 euro e conferirà un secondo riconoscimento di 1.000 euro destinato ad un giovane traduttore o ad un’opera
prima. La giuria assegnerà infine tre borse di studio, collegate al Premio stesso e finalizzate alle ricerche sul Fondo Geiger e su altri fondi letterari custoditi presso la Fondazione Giorgio Cini.

Pietro pictore Aretino. Una parola complice per l’arte del Rinascimento

Il convegno – promosso in collaborazione con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Università degli Studi Roma Tre, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, KNIR – Reale Istituto Neerlandese di Roma, Gallerie degli Uffizi, Comitato per l’Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino – è articolato in quattro sessioni: “A Perugia e a Roma: formazione, rapporti con il mondo di Raffaello e quello di Michelangelo, i Modi”; “A Venezia: il ‘triumvirato’ con Tiziano e Sansovino, Aretino patrocinatore e committente”; “Aretino ecfrastico”; “Aretino e la critica d’arte”.
Letterati e storici dell’arte sono chiamati a una riflessione sulla competenza artistica dello scrittore, sui suoi rapporti con gli artisti, sull’incidenza della sua parola nella messa a punto del lessico artistico rinascimentale. Negli anni nei quali diventano pratiche diffuse la committenza dello state portrait e il collezionismo artistico, l’Aretino personaggio pubblico e “segretario del mondo” ha visto confermata costantemente la sua funzione di mediatore tra i sovrani e i loro ministri da una parte e dall’altra gli artisti, su tutti Tiziano, che i potenti chiamavano a farsi carico delle loro immagini pubbliche.

Il convegno si interrogherà sui dialoghi in materia d’arte intrattenuti oltre che con i maestri riconosciuti (da Raffaello e Michelangelo a Sebastiano del Piombo e Giulio Romano, da Tiziano e Sansovino a Tintoretto), con i protagonisti della vita religiosa e politica, con cardinali e ministri e grandi diplomatici, con letterati di grido (a cominciare da Bembo), alimentando una vera e propria diplomazia degli invii condotta con successo alterno dagli anni venti ai cinquanta. Una pratica nella quale Aretino primeggiò e che il convegno recupererà nella sua estensione e illustrerà nelle sue articolazioni.


 

Homo Faber. Crafting a more human future

La Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, istituzione con sede in Svizzera che si dedica alla promozione della maestria artigiana a livello internazionale, organizza il suo primo grande evento culturale dedicato ai mestieri d’arte in Europa. Homo Faber. Crafting a more human future è concepito da un selezionatissimo team di progettisti, curatori e architetti di fama mondiale e si pone l’obiettivo di mettere in risalto l’eccellenza della produzione artigianale europea, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e memorabile.

Homo Faber si avvale della collaborazione di una squadra d’eccezione, che annovera personalità di spicco come Michele De Lucchi, Stefano Boeri, India Mahdavi, Judith Clark, Jean Blanchaert e Stefano Micelli, i quali infonderanno alla mostra una straordinaria creatività ed energia. All’organizzazione collaborano i partner della Michelangelo Foundation, che ne condividono la visione: la Fondazione Giorgio Cini, la Fondation Bettencourt Schueller, il Triennale Design Museum e la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. L’esposizione presenterà un’ampia selezione di materiali e discipline, dal gioiello alle biciclette su misura, dalle competenze artigiane che stanno scomparendo ad alcuni degli esempi più rappresentativi dei mestieri d’arte a livello europeo. Coprendo una superficie di ben 4.000 metri quadri, Homo Faber sarà la più grande mostra mai realizzata presso la Fondazione Giorgio Cini e offrirà ai visitatori l’opportunità di accedere a spazi che normalmente non sono aperti al pubblico.


Per accedere all’evento è necessario registrarsi sul sito: www.homofaberevent.com

Giovanni Poli. La scena dell’essenzialità

Nei giorni 25 e 26 ottobre 2018, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma organizza il convegno internazionale di studi Giovanni Poli. La scena dell’essenzialità, che, attraverso la partecipazione di studiosi ed esperti del settore, analizzerà la carriera e le opere dell’artista veneziano, celebre per il suo lavoro di riscoperta e valorizzazione della grande tradizione veneta e della Commedia dell’Arte. L’acquisizione dell’Archivio Giovanni Poli, avvenuta per volere dei figli e celebrata in occasione della presentazione pubblica che ha avuto luogo il 20 ottobre 2017, rappresenta un arricchimento fondamentale per l’Istituto e per il lavoro di ricerca che quest’ultimo si propone di portare avanti sul teatro veneziano e nazionale del secondo Novecento. Accanto ai docenti e ricercatori che esporranno i risultati degli studi effettuati sui materiali d’archivio, donne e uomini di teatro porteranno le proprie testimonianze del lavoro svolto con il regista e drammaturgo.

In occasione del convegno, presso gli spazi della saletta espositiva della Biblioteca della Manica Lunga, una mostra curata da Maria Ida Biggi presenterà una selezione di materiali provenienti dagli archivi di Giovanni Poli e Mischa Scandella.

Stefano Poli curerà, inoltre, il riallestimento dello storico spettacolo-manifesto La commedia degli Zanni, scritto e diretto dal padre Giovanni. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta e realizzato con la partecipazione di giovani attori e la collaborazione del Teatro a l’Avogaria, sarà rappresentato nei giorni 25 e 26 ottobre presso lo stesso Teatro Ca’ Foscari.