Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 40 – Fondazione Giorgio Cini

Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Project

In occasione dei 400 anni dalla morte di William Shakespeare e dei 500 anni dalla nascita del Ghetto di Venezia, il Centro Studi sul Teatro e il Melodramma Europeo organizza una Summer School di studi intensivi per esplorare il testo e il contesto de Il Mercante di Venezia di Shakespeare.

Un ricco programma della durata di quattro settimane che avrà luogo nella splendida cornice del monastero benedettino di San Giorgio, con lezioni e workshop tenuti da docenti di fama internazionale, performance teatrali e musicali ed escursioni al Ghetto ebraico e in altri luoghi significativi di Venezia.

Un’occasione unica per approfondire il dramma shakespeariano, che ha come obiettivo la creazione, nel 2016, della prima produzione de Il Mercante di Venezia ambientata nel Ghetto ebraico della città.

Il corso vedrà la partecipazione di docenti di fama internazionale:
Bill Alexander, Shaul Bassi, Murray Baumgarten, Laszlo Benke, Paola Bertolone, Maria Ida Biggi, David Bryant, Saba Burali, Tom Cartelli, Donatella Calabi, Kent Cartwright, Matt Chiorini,  Monica Chojnacka, Roberta Cimarosti, Fernando Cioni, Karin Coonrod, Péter Dávidházi, Valerio de Scarpis, Tobias Döring, Paul Edmondson, Keir Douglas Elam, Tibor Fabiny, Stephen Greenblatt, Galit Hasan-Rokem, Loretta Innocenti, Howard Jacobson, Geza Kallay, M. Lindsay Kaplan, Simon Levis Sullam, Gabriele Mancuso, Stephen Orgel, Avraham Oz, Natália Pikli, Loredana Polezzi, Freddie Rokem, Carol Chillington Rutter, David Schalkwyk, Alessandro Serpieri, Michael Shapiro, James Shapiro, B.J Sokol, Boika Sokolova, Ramie Targoff, Valeria Tirabasso, Alberto Toso Fei, Alan Yentob, Stanley Wells, David Whittaker, Susanne Wofford.

Scarica il programma della Sumemr School in pdf


Durante la Summer School sono previsti degli eventi aperti al pubblico.

Ecco il programma, scaricabile anche in pdf: Open Lectures & Performances

Open Lectures & Performances

Wednesday 17th June / Fondazione Giorgio Cini
17.30 Karin Coonrod (Colombari Theatre Company)
Shakespeare in Italy, Shylock in the Ghetto: Past and Future Projects

Thursday 18th June / Fondazione Giorgio Cini
17.30 Carol Chillington Rutter (Warwick University)
Sir Henry Wotton: Venice in the Age of Shakespeare

Monday 22nd June / Università Ca’ Foscari, Aula Baratto
17.30 Stephen Orgel (Stanford University)
Which Is the Merchant Here, and Which the Jew?: Shylock Inside Out

Thursday 25th June / Fondazione Giorgio Cini
16.30 Stephen Greenblatt (Harvard University)
The Secret Weight of ‘The Merchant of Venice’

18.00 Howard Jacobson in conversation with Alan Yentob (BBC)
Rewriting Shylock

21.00 PERFORMANCE
Matt Chiorini
Orson Welles/Shylock, a Docu-Fantasy Radio Play

Friday 26th June / Fondazione Giorgio Cini
21.00 PERFORMANCE
Colombari Theatre Company
The Merchant of Venice – First Theatrical Actions

Monday 29th June / Palazzo Mocenigo
17.30 Bill Alexander (Royal Shakespeare Company)
A Merchant of Many Faces

CONCERT
Rosemary Forbes-Butler & Pier Paolo Ciurlia

Where is Fancy Bred?

Friday 3rd July / Fondazione Giorgio Cini
16.00 Péter Dávidházi (Eötvös Loránd University)
Hamlet, Shylock and the Meaning of Biblical Allusions

17.30 James Shapiro (Columbia University)
Shakespeare and the Jews

Tuesday 7th July / Venice International University
16.00 Tobias Döring (Ludwig Maximillian University)
Shylock, the German

17.30 David Schalkwyk (The Global Shakespeare)
Shylock and the Impossible Gift of Love

Friday 10th July / Fondazione Giorgio Cini
16.00 Paul Edmondson (The Shakespeare Birthplace Trust)
Christianity and ‘The Merchant’

17.30 Stanley Wells (The Shakespeare Birthplace Trust)
Shylocks

Magdalena Abakanowicz: Crowd and Individual

A Venezia una grande installazione dell’artista polacca che ha reinterpretato le folle di individui, rivoluzionando, in oltre quarant’anni di carriera, il modo di fare scultura

 110 sculture in juta sono esposte per la prima volta a San Giorgio Maggiore dal 13 aprile al 2 agosto 2015. L’installazione è prodotta dalla galleria Beck & Eggeling di Düsseldorf e Sigifredo di Canossa in collaborazione con la Fondazione Cini

Magdalena Abakanowicz (Falenty, 1930) è una delle più autorevoli artiste polacche che, sperimentando tecniche e materiali, in oltre quarant’anni di carriera ha rivoluzionato la scultura contemporanea a livello europeo. Dal 13 aprile al 2 agosto 2015 la galleriaBeck & Eggeling International Fine Art (Düsseldorf) e Sigifredo di Canossain collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini presentano per la prima volta sull’Isola di San Giorgio Maggiore, Magdalena Abakanowicz: Crowd and Individual una grande installazione di 110 figure in juta, a cura di Luca Massimo Barbero, segnando il ritorno a Venezia dell’artista, famosa a livello internazionale, che ha rappresentato la Polonia alla Biennale di Venezia nel 1980.

 “Penso che l’impatto dell’opera di Magdalena Abakanowicz  riassuma attraverso il forte senso di folla e di gruppo una condizione umana, un senso esistenziale dove l’uomo, spesso privo di volto nella sua forma astante e smarrita, ritrova e riperde se stesso. Il ritorno a Venezia di una sua opera così significativa, dopo la sua presenza alla Biennale, si legge oggi come un omaggio ad un’artista che segna e rappresenta la sperimentazione in scultura degli ultimi decenni. Il senso teatrale di questo gruppo di persone va letto come una volontà di porre sullo stesso livello visitatore e opera in uno scambio tra le “folle” che assume anche il senso di una straordinaria, tragica e umana coreografia; un gioco fra le parti: l’umano e la statua.” Luca Massimo Barberocuratore  e direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini 

 

Crowd and Individual è una grande installazione ad alto impatto emotivo, parte del ciclo che Magdalena Abakanowicz ha dedicato al tema delle Folle, soggetto che la scultrice ha ripreso in periodi differenti nel corso della sua lunga carriera, sperimentando vari materiali, dal tessuto al metallo, fino a diventare la parte più importante della sua produzione artistica.“Forse l’esperienza della folla, che aspetta passivamente in fila, ma pronta a calpestare, distruggere o adorare a comando come una creatura senza testa, è diventata il fulcro della mia analisi. E forse era una fascinazione per la scala del corpo umano. O un desiderio di determinare la quantità minima necessaria per esprimere il tutto.” Così l’artista Magdalena Abakanowicz ha definito il suo interesse per le masse di individui, originata dalla sua difficile condizione di donna e di artista in un paese politicamente instabile come la Polonia, sconvolta prima dalla seconda guerra mondiale e poi dalla rivoluzione comunista che ha portato a ben quarantacinque anni di regime soclialista, dove un artista non aveva facilmente libertà di movimento né accesso ai materiali utili al suo lavoro. Durante il Socialismo, spiega la stessa scultrice, che, nonostante il grande apprezzamento a livello internazionale ha scelto di continuare a vivere a Varsavia pur opponendosi alla propaganda e alla pressione del regime, “molte persone si sono trasferite in città dalle campagne alla ricerca di lavoro e di un migliore tenore di vita. Eravamo circondati da una folla che non sapeva adattarsi a vivere in città con nuove condizioni. Il denaro non aveva grande significato. Il numero di cose che uno poteva acquistare era limitato da scarsità e restrizioni. Attendevamo in file lunghissime per ottenere qualsiasi cosa.” Da qui l’interesse per le masse e la scelta iniziale di utilizzare materiali di scarto, come il tessuto.

Una volta varcate le quinte della sala Carnelutti della Fondazione Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il visitatore si trova quindi davanti a una intensa folla composta da 110 figure dalle fattezze umane in juta, per lo più senza testa, che avanza inesorabilmente verso un’unica scultura animale contrapposta (Mutant). Gli individui, prevalentemente busti in tessuto, gusci vuoti che ricordano tronchi d’alberi, colti nell’atto di camminare, sono singole sculture, create meticolosamente dall’artista una a una, ciascuna con la sua identità e le proprie caratteristiche; individui prima di essere un gruppo. “L’uomo con cui ho a che fare nel mio lavoro è l’uomo in generale” perché “parla della condizione umana in generale” in perenne conflitto tra istinto e intelletto. Allo stesso tempo l’opera esprime la crudeltà perpetrata dagli esseri umani nel corso dei secoli. In gruppo gli esseri umani tendono a perdere il loro senso di responsabilità e con questo la loro dignità. “Volevo mettere a confronto l’uomo con se stesso, con la sua solitudine nella moltitudine.” – spiega sempre Abakanowicz riguardo al suo lavoro – “Durante la mia infanzia sono stata testimone di come le masse adorino o odino a comando. Erodoto osservò già molti secoli prima di Cristo che è molto più facile convincere una folla rispetto ad un singolo individuo. Affascinata dalla quantità ho continuato a plasmare corpi umani in juta, poi in alluminio, bronzo e ferro. Senza testa, come scheletri, spesso solo con le gambe che sorreggono il tronco eloquente, o con braccia appese come strumenti inutili, o con mani forti e aggressive. Ma senza volto: perché cancellerebbe tutti i misteri del corpo”.

 

L’installazione Crowd and Individual segna il ritorno a Venezia della grande artista polacca, che ha esposto più volte alla Biennale d’arte nel corso della sua carriera: nel 1968 con “Studio fatturale”;nel 1995 con “Identità e Alterità, a Brief History of the Human Body” dove ha presentato l’installazione di 22 sculture in juta “Crowd I” nella sala principale del Padiglione Italia; nel 1997 con l’installazione “Hand-like Trees” sulla Riva degli Schiavoni, e in particolare nel 1980 quando ha rappresentato la Polonia con l’installazione “Embryology” nel padiglione nazionale ai Giardini.

 

Nonostante la difficile condizione in cui la scultrice ha vissuto in Polonia durante il regime socialista, Magdalena Abakanowicz è una delle personalità più originali e importanti della scultura contemporanea. Le sue Folle,in varie installazioni e conformazioni, sono state esposte in tutto il mondo, dalla mostra itinerante Retrospective Exhibition negli USA e in Canada (1982), che fra le tappe ha visto il Metropolitan Museum of Art, New York, il Museum Contemporary Art, Chicago, il Dallas Museum of Fine Arts, Dallas, il Musée d’Art Contemporain, Montréal, fino allo Städel Museum di Francoforte (1989). Nel 1991 è stata organizzata una grande retrospettiva in Giappone al Sezon Museum of Art, Tokyo e al Museum of Contemporary Art, Hiroshima. Emozionante e di pregio la mostra Hurma nel 2004è stata esposta a Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière, Parigi.

Molti gruppi delle sue serie di sculture si trovano inoltre all’esterno, poiché l’artista ha ricevuto importanti commissioni all’aperto in cui invita lo spettatore a muoversi tra forme di bronzo, pietra o legno, come per esempio nel Raymond Nasher Sculpture Garden (Dallas), nel Millenium Park di Chicago e a Poznań; o in importanti collezioni private, come la Fondazione Margulies a Miami, e la Collezione Giuliano Gori vicino a Pistoia, in Italia.

 

Magdalena Abakanowicz ha vinto nel 1965 il Gran Premio alla Biennale di San Paolo e nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, dal Royal College of Art di Londra, alla Rhode Island School of Design, all’Accademia di Belle Arti del Pratt Institute, all’Art Institute of Chicago, dall’Accademia di Belle Arti polacche di Lodz e di Poznan, alla Akademie der Künste di Berlino e di Dresda.

 

Accademia Solti

La settima edizione delle “Solti Peretti Répétiteurs Masterclasses”, realizzata in collaborazione con la Georg Solti Accademia di Bel Canto, si concluderà con un concerto per cinque pianoforti e sei cantanti incentrato sul repertorio del ‘bel canto’, nel suggestivo scenario della Sala degli Arazzi della Fondazione Giorgio Cini.

Le “Solti Peretti Répétiteurs Masterclass”, uniche nel loro genere, offrono a sei già esperti pianisti un periodo di studio intensivo con alcuni dei più preparati répétiteurs contemporanei. Le abilità di un bravo répétiteur non devono essere sottovalutate, né può esserlo il suo ruolo nella vita e nella carriera di un cantante: sono i factotum per eccellenza del mondo musicale, l’alleato chiave che permette all’artista il raggiungimento dell’apice della performance. Non a caso, molti di loro sono diventati tra i migliori direttori del mondo: Solti, Pappano, Gergiev e Muti, giusto per citarne alcuni.

Nel corso della sua attività, la Georg Solti Accademia si è conquistata una reputazione di professionalità, disciplina rigorosa e attenzione per i dettagli; gli stessi valori che Sir Georg Solti ha praticato per l’intero arco della sua vita. Alla sua memoria e nello spirito della sua testimonianza cantanti come Mirella Freni, Kiri Te Kanawa, José Carreras, Leo Nucci, Luciana Serra, Daniela Dessi, Frederica von Stade, Mariella Devia, Thomas Allen e Angela Gheorghiu, con i quali Solti ha lavorato, hanno accettato di collaborare con l’Accademia, restituendo alle nuove generazioni quanto hanno appreso quando erano giovani artisti.

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Per assistere all’esclusivo concerto, incentrato sul tradizionale repertorio del Bel Canto, sarà necessario prenotare inviando una mail entro il 1 aprile a concerto.solti@cini.it con indicati i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per mail).
Verrà inviata una conferma da stampare e presentare all’ingresso. 

Concerto di musica coreana Ji Aeri (gayageum), Kim Woongsik (janggu)

Concerto di musica coreana
26 maggio, ore 19
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

GAYAGEUM SANJO
ANCIENT VOICE, CONTEMPORARY DIALOGUE

 

Proseguendo nell’esplorazione delle tradizioni musicali coreane, con un’attenzione anche alla contemporaneità, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) presenta a San Giorgio, nell’ambito di una collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari Venezia, Arts Council Korea (ARKO) e King Sejong Institute Venice un concerto di musiche eseguite da Ji Aeri, virtuosa della cetra gayageum.

Ji Aeri, una delle più autorevoli interpreti di questo strumento in Corea, sarà accompagnata da Kim Woongsik al tamburo a clessidra janggu. I musicisti si esibiranno in un repertorio di musiche sia tradizionali che contemporanee composte per questo duo di strumenti che viene utilizzato nel repertorio denominato gayageum sanjo, una sorta di suite strumentale che ha avuto origine nel XIX secolo, nella quale si susseguono diverse sezioni melodiche e ritmiche. Ji Aeri ha studiato con i grandi Maestri di gayageum Lee Jae-Suk e Hwang Byung-Ki ed è stata membro del National Center for Korean Traditional Performing Arts (NCKTPA).

Per informazioni: musica.comparata@cini.it – T. +39 041 2710357

 

Variazioni in sviluppo: i pensieri di Giovanni Morelli verso il futuro

In occasione del quarto anniversario della scomparsa di Giovanni Morelli e in concomitanza con le manifestazioni per il trentesimo anniversario dell’Istituto per la Musica, si propone una riflessione su alcuni tra i più rilevanti testi dell’eminente musicologo e primo direttore dell’Istituto. I temi rispecchiano la poliedrica personalità intellettuale di Morelli: dalla retorica musicale alla popular music, dalla drammaturgia dell’opera romantica alla composizione per il cinema, dal rapporto tra genio e malattia alla composizione dello spazio nel secondo Novecento.

Il seminario sarà coordinato da Gianmario Borio e Giada Viviani e presieduto da un comitato scientifico composto da Michele Girardi, Emilio Sala, Luca Zoppelli e Paolo Pinamonti, curatore di una bibliografia degli scritti di Giovanni Morelli che sarà disponibile nell’occasione. Un gruppo di giovani musicologi si incaricherà di discutere le tesi formulate da Morelli e di collocarle nel quadro dei dibattiti attuali della musicologia internazionale. Al termine del seminario si terrà un concerto del mdi ensemble con musiche di Clementi, Feldman, Kurtág, Scelsi e Varèse.

 


 

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Vuoti di memoria; fantasmi che si aggirano

Nell’anno del 60° anniversario della costituzione dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, e nel solco d’un’esperienza ormai molto collaudata avviata nel 1977, anche nel 2015 avrà luogo, in cinque mezze giornate, l’usuale incontro-confronto seminariale di storici di Venezia. Il titolo generale che accorpa i circa venti interventi previsti è: Vuoti di memoria; fantasmi che si aggirano.

Nel seminario ci sarà una tavola rotonda dedicata a Il Veneto, ci sarà un intervento sullo Spettro del comunismo che s’affaccia inquietante sul biennio rivoluzionario del 1848-49. Tra gli altri interventi previsti: La memoria dell’antico: tra affabulazione e storiografia e Venezia ’700 e fantasmi viennesi primo novecenteschi. Scarica il programma del Seminario in pdf

Incontri in Fototeca

Riprende il ciclo di “Incontri in Fototeca”, una serie di appuntamenti con storici dell’arte e specialisti per parlare delle raccolte fotografiche conservate presso l’Istituto di Storia dell’Arte.

La nuova edizione intende affrontare il tema dell’uso della fotografia nello studio della storia dell’arte, analizzando alcuni casi esemplari presenti nei fondi storici della fototeca, e proponendo, inoltre, spunti di riflessione sulle nuove tecnologie applicate all’analisi delle opere d’arte.

 

24 Settembre ore 16.30

Verso l’iperfotografia?

Alberto Prandi (Università Ca’ Foscari di Venezia)


 

29 Ottobre ore 16.30

Fotografare la scultura per la storia dell’arte 

Anne Markham Schulz (Brown University, Providence RI, USA)


 

26 Novembre 

Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Gianluca Poldi (Conservation Scientist, Centro Arti Visive – Università degli Studi di Bergamo)

 

 

Concerto di musica indiana Pandit Vishwa Mohan Bhatt

Sala degli Arazzi, ore 19.00

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, proseguendo lungo una direttrice di ricerca indirizzata con particolare interesse alla musica e alla danza indiana, a marzo del 2015 organizza un concerto con il grande virtuoso Pandit Vishwa Mohan Bhatt alla mohan veena, accompagnato da Krishna Mohan Bhatt al sitar e Nihar Metha alle tabla.

Pandit Vishwa Mohan Bhatt è un importante esponente della tradizione musicale indostana ed un affermato musicista a livello internazionale. Nato a Jaipur nel Rajasthan nel luglio 1952, ha ricevuto gran parte della sua educazione musicale da suo padre Manmohan Bhatt.Vishwa Mohan Bhatt è creatore e virtuoso di mohan veena, strumento che prende il nome da lui stesso e dal termine vina o veena, la denominazione generale in sanscrito per gli strumenti a corda: si tratta di uno strumento ibrido tra una chitarra classica spagnola e un sitar, che ricorda la chitarra slide occidentale ed è suonata pizzicando le corde con plettri e con una barretta di acciaio. Tuttavia, la fusione di melodia, bordone, corde che vibrano per simpatia e l’approccio microtonale alla melodia di Bhatt, collocano chiaramente questo strumento nel panorama musicale indiano. Vishwa Mohan Bhatt è un affermato musicista sia in India che all’estero. La sua maggiore notorietà gli deriva dall’album A Meeting by the River, realizzato in collaborazione con il chitarrista slide americano Ry Cooder, e che ha ricevuto un “Grammy award” come miglior album di world music nel 1994. Ha collaborato con molti artisti occidentali quali Taj Mahal, Béla Fleck, Jerry Douglas e ha conseguito prestigiosi riconoscimenti come il premio Padma Shri e quello della Sangeet Natak Academy.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Vera Komissarževskaja incontra Eleonora Duse. La ‘Giovanna d’Arco’ della scena russa e la Divina del teatro italiano

In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’attrice russa Vera Fedorovna Komissarževskaja [27 ottobre (8 novembre) 1864 – 10 (23) febbraio 1910] il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo organizza, in collaborazione con l’Universita degli Studi di Roma Tor Vergata, un Convegno internazionale di studi per approfondire la figura della nota attrice. L’incontro si pone l’obiettivo di mettere a confronto il repertorio, la direzione artistica e l’impegno sociale della ‘Divina’ Eleonora e della collega russa, definita dalla critica del tempo ‘la piccola Duse’.

 

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Il laboratorio dell’attrice. Copioni annotati di Eleonora Duse

La mostra presenta una ricca serie di testimonianze del lavoro di Eleonora Duse sui testi teatrali da lei portati in scena o rimasti allo stato di progetto. Si tratta di copioni, testi a stampa o copie per il suggeritore tratti dall’Archivio Eleonora Duse e relativi a opere sulle quali l’attrice è intervenuta con appunti, tagli, variazioni e annotazioni di vario tipo. Uno straordinario spaccato del suo personale processo di lettura, interpretazione e approfondimento, che viene qui proposto con l’efficace aggiunta di fotografie, recensioni, locandine, lettere riferite ai venti titoli esibiti. Sette i loro autori, da D’Annunzio e Ibsen – i più rappresentati – a Shakespeare, nella versione di Arrigo Boito, a Gallarati Scotti, a Maeterlinck, a Praga, a Scribe con Legouvé. Visite guidate su prenotazione.