Il 3 novembre 2023, durante una speciale cerimonia aperta al pubblico, viene assegnato il X Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”.
Il Premio, a cadenza annuale, è intitolato a Benno Geiger (1882-1965), scrittore, poeta e critico d’arte austriaco, autore di pregevoli traduzioni in lingua tedesca di alcuni classici della poesia italiana, il cui ricchissimo carteggio di carattere letterario e artistico con corrispondenti italiani ed europei del primo Novecento fa parte dei fondi letterari conservati a San Giorgio.
La giuria del Premio è formata da scrittori, critici, docenti universitari ed esperti di traduzione: Franco Buffoni, Alessandro Niero, Pietro Taravacci, Snežana Milinković e Elena Agazzi. Presiede la Giuria Francesco Zambon.
In apertura della cerimonia di premiazione, Alessandro Niero terrà una prolusione su un tema riguardante la traduzione poetica.
La giuria destinerà al vincitore un premio dell’ammontare di 4.000 euro e conferirà un secondo riconoscimento di 1.000 euro, destinato ad un giovane traduttore o ad un’opera prima.
Verrà infine assegnata una borsa di studio residenziale, collegata al Premio stesso e finalizzata alle ricerche sul Fondo Geiger e su altri fondi letterari custoditi presso la Fondazione Giorgio Cini, che comprenderà il soggiorno gratuito presso la Residenza per tre mesi consecutivi e una somma di 3.100 euro.
Ingresso libero.
Per conto del progetto S+T+ARTS Prize di Horizon 2020, la Fondazione Giorgio Cini e ARCHiVe ospitano il prossimo evento organizzato da T6 Ecosystems e incentrato sul ruolo dell’ecosistema S+T+ARTS nel promuovere l’innovazione regionale attraverso l’integrazione di arte, scienza e tecnologia.
L’obiettivo di questo evento è discutere l’adozione dell’approccio e dei risultati del programma S+T+ARTS da parte di altre iniziative europee di innovazione a livello nazionale e locale, oltre a quelle già adottate nell’ambito di Horizon Europe.
Il panel intitolato ““S+T+ARTS Ecosystem: challenges and opportunities for the creation of new regional centres”” ha lo scopo di favorire lo scambio sulle pratiche attuali e sulle lezioni apprese dai centri regionali. Tuttavia, alla fine del panel sarà possibile per il pubblico partecipare fornendo input e contributi da altri progetti.
Il panel, intitolato “Sostenere le arti e la cultura come obiettivo politico. Come S+T+ARTS ha gettato le basi per le future iniziative”, sarà moderato da Simona De Rosa di T6 Ecosystems e composto da stimati relatori, tra cui Peter Friess della Commissione Europea, Alessandra Gariboldi dell’EIT CCSI, Anne Huybrechts, Fédération Wallonie Bruxelles – Contemporary Arts Directorate, Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini e Veronika Liebl di Ars Electronica.
Per partecipare è necessario registrarsi qui
Nell’ambito del convegno Occultural Transfers between North and South, organizzato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate, si terrà un concerto del mdi ensamble curato dall’Istituto per la Musica. Il concerto è incentrato su tre compositori le cui opere hanno molteplici riferimenti alle tematiche trattate durante la conferenza, in particolare l’aspetto spirituale, mistico ed esoterico negli scambi culturali e religiosi tra Nord e Sud Europa.
Programma del concerto
Fondazione Giorgio Cini, 18:00 – 19:00
Introduzione di Gianmario Borio, direttore dell’Istituto per la Musica, Fondazione Giorgio Cini
Jean Sibelius,
Malinconia per violoncello e pianoforte op. 20 (12’)
Kaja Saariaho,
Cendres per flauto, violoncello e pianoforte (10’)
Franco Oppo,
Trio III per flauto, violino e pianoforte (13’)
Kaja Saariaho,
Light and matter per violino, violoncello e pianoforte (18’)
mdi ensemble:
Sonia Formenti, flauto
Corinna Canzian, violino
Giorgio Casati, violoncello
Luca Ieracitano, pianoforte
Per maggiori informazioni visitate la pagina della conferenza Occultural Transfers between North and South, 1-2 novembre 2023.
Questo evento è finanziato dalla Fondazione Giorgio Cini, l’Università di Oslo (UiO:Norden and NordForsk through ReNEW), e da il Centre for History of Hermetic Philosophy and Related Currents (HHP) dell’Università di Amsterdam.
Questa conferenza è organizzata dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate in collaborazione con il Dr. Giuliano D’Amico, professore associato presso l’Università di Oslo e direttore della rete di ricerca Esotericism and Aesthetics in the Nordic Countries, e il Dr. Marco Pasi, professore associato presso l’Università di Amsterdam e direttore del Centre for the History of Hermetic Philosophy and Related Currents.
L’osmosi tra discorso esoterico/occulto e artistico, che gli studiosi hanno definito “occultura”, è stata studiata principalmente da una prospettiva nazionale e attingendo a casi di studio degli ultimi 60 anni.
Nell’ultimo decennio numerosi studi di storia della letteratura e dell’arte si sono focalizzate sulle influenze culturali reciproche tra il Nord e il Sud dell’Europa. In tal modo, sono state messe in discussione le consolidate concettualizzazioni di “Nord” e “Sud”. Contemporaneamente, negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nei confronti del rapporto tra arte e spiritualità nel campo degli studi religiosi. Questa conferenza propone di incrociare questi due campi del sapere, analizzando come i trasferimenti culturali tra Nord e Sud abbiano contribuito a negoziare, scambiare e rielaborare conoscenze spirituali, esoteriche e occulte nella produzione artistica moderna e contemporanea.
L’evento sarà arricchito da un concerto del mdi ensemble che suonerà le composizioni di Jean Sibelius, Kaja Saariaho, e Franco Oppo il 2 novembre alle 18:00.
La conferenza sarà tenuta in lingua inglese.
Scarica il programma del convegno qui.
Evento gratuito con registrazione obbligatoria.
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In preparazione della grande ricorrenza del 2024, che celebra i cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse (1858-1924), l’Istituto per il Teatro e il Melodramma propone una mostra sulla celebre attrice italiana a partire dai documenti conservati nel prezioso archivio personale dell’artista. Questo nuovo progetto espositivo segue quello dedicato al delicato e profondo rapporto tra l’attrice e la città di Venezia e intende ampliare lo sguardo al contesto nazionale, nel quale Eleonora Duse crebbe, si affermò e che contribuì a modificare significativamente.
Questa mostra costituisce il secondo appuntamento di un ciclo di esposizioni promosse in Stanza Duse volte a indagare un particolare aspetto della vicenda biografica e artistica di Eleonora Duse: il rapporto dell’attrice con il territorio veneziano e veneto (2022), il successo in Italia, il contesto teatrale nazionale (2023) e la fama internazionale (2024).
Accanto alle stampe fotografiche che ritraggono l’attrice in momenti privati e scatti posati in abiti di scena, il visitatore potrà vedere una selezione di oggetti e documenti appartenuti all’attrice. L’insieme di questi materiali permettono di ricostruire il legame di Eleonora Duse con la scena teatrale italiana dei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo. Eleonora nasce in una famiglia di attori italiani di modesta fortuna, raggiunge presto il successo esibendosi nei più importanti teatri della penisola, è la musa di diversi drammaturghi e sodale collaboratrice dei più importanti attori italiani del tempo. Tra gli scrittori che hanno scritto per lei si ricordano Giuseppe Giacosa, Gabriele D’Annunzio, Marco Praga, Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Verga che, in occasione della prima di Cavalleria Rusticana, scrisse di lei: “che artista è quella Duse e come prese a cuore le mie parti!”.
Sempre in Italia, ma nei lunghi anni passati lontano dalle scene, Eleonora Duse si fa promotrice di una bella iniziativa sociale, “la libreria delle attrici” e gira il film Cenere, tratto da una novella del futuro premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda.
L’Istituto per il Teatro e il Melodramma in occasione dei cento anni dalla nascita dell’attrice Wanda Benedetti (Treviso, 31 ottobre 1923 – 12 luglio 2017) e dei dieci anni dalla morte dell’attore Toni Barpi (Feltre, 13 luglio 1920 – Treviso, 31 ottobre 2013), promuove una giornata di studi dedicata alla scena teatrale veneta del secondo Novecento. I due attori, compagni nella vita e sulle scene, hanno lavorato con alcuni dei più importanti registi del tempo, tra cui Cesco Baseggio, Carlo Lodovici e Renato Simoni; oltre che con Maurizio Scaparro, Luigi Squarzina e con i meno noti e, più legati al contesto veneziano, Arnaldo Momo e Giovanni Poli, quattro registi di cui l’Istituto conserva l’archivio e la biblioteca personale. Si segnala inoltre la collaborazione anche con lo scenografo Mischa Scandella, il cui figlio ha donato alla Fondazione i disegni e i dossier del padre. Il fondo di Wanda Benedetti e Toni Barpi si inserisce dunque in un fitto tessuto di relazioni, che permangono come tracce di memoria fra le carte dei vari fondi di persona.
L’incontro costituirà l’occasione per ricordare non solo il lavoro di questi due interpreti, ma più in generale per ricostruire uno spaccato del teatro di area veneta nei decenni successivi al secondo conflitto mondiale.
Scarica il programma
Interverranno:
Maria Ida Biggi
Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari
Piermario Vescovo
Università Ca’ Foscari
Simona Brunetti
Università di Verona
Marianna Zannoni
Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari
Parteciperanno all’incontro con un momento performativo:
Nora Fuser e Mattia Berto
Seguirà un piccolo aperitivo
In autunno proseguono i Corsi dell’Accademia Vivaldi: gli incontri di approfondimento sulla prassi esecutiva delle composizioni di Antonio Vivaldi, dedicati a giovani cantanti e strumentisti. Gli ultimi due incontri saranno dedicati ai cantanti e saranno guidati dal baritono Sergio Foresti e dal soprano Gemma Bertagnolli. I dieci studenti selezionati e vincitori di borsa di studio avranno la possibilità non solo di perfezionarsi nell’interpretazione, ma anche di approfondire l’aspetto musicologico dei brani
affrontati, grazie a lezioni tenute dai musicologi che collaborano con l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi e con il gruppo di ricerca La drammaturgia musicale a Venezia (1678-1792) della Fondazione Ugo e Olga Levi.
È previsto un concerto al termine di ognuno dei due incontri.
“Il fotografo col pennello”, “il pittore con la macchina fotografica” sono solo alcune delle definizioni che negli anni lo hanno descritto per sintetizzare uno stile personale, inimitabile.
Pino Settanni (1949-2010) è stato uno dei più originali, vivaci e versatili autori della fotografia contemporanea. Un artista che negli ultimi anni sta vivendo una crescente riscoperta, con esposizioni e pubblicazioni, dopo l’acquisizione da parte dell’Archivio Luce del suo intero fondo fotografico, composto di oltre 60.000 immagini. Un immenso patrimonio di cui il Luce cura conservazione e digitalizzazione completa.
Settanni si dedica alla serie fotografica dei tarocchi, le celebri carte della tradizione europea, nel 1994, sollecitato dalla lettura de Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, e rendendo personale e definitivo omaggio alla pittura di studio di quello che è stato il suo principale riferimento iconografico per la vita, Caravaggio. Studiando i precedenti pittorici dedicati alle carte da gioco, come Dürer e Brueghel il Vecchio, e dopo un lavoro quotidiano di sei mesi nel suo studio, Settanni dà vita a un’opera senza precedenti: è la prima volta che le figure dei tarocchi sono fotografate con sembianze umane.
La mostra I tarocchi, dal 30 agosto al 26 novembre 2023, a Le Stanze della Fotografia, presenta al pubblico 61 immagini, di cui i 22 Arcani maggiori, 16 figure degli Arcani minori, e una selezione inedita di foto di backstage, con lo stesso fotografo che si mette in scena sul set. Immagini rivelatorie e divertite scoperte durante la digitalizzazione del fondo Settanni presso l’Archivio Luce.
I tarocchi presentati in stampe smaglianti a Venezia rivelano una facciata ulteriore di un fotografo genialmente poliedrico, un artista che ha portato il pubblico nelle stanze del jet set e nell’umanità dei fragili, nella bellezza segreta di molti luoghi e, come con la magica effusione di questo gioco di carte, in quella della cultura europea. Abbattendo i confini tra le arti, tra la serietà e la leggerezza, tra il reale e il sogno.
La mostra è realizzata da Archivio Luce Cinecittà, in collaborazione con Le Stanze della Fotografia.
In occasione dell’evento The Venice Glass Week, edizione 2023, mercoledì 13 settembre, il Centro Studi del Vetro in collaborazione con il LAMA – Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi dell’Università Iuav di Venezia – presenterà all’incontro Il vetro attraverso le analisi chimiche i risultati di alcune linee di ricerca avviate nell’ultimo biennio sul vetro colorato delle produzioni Cappellin e Venini. Le indagini di laboratorio, realizzate grazie ad una borsa di studio appositamente promossa dalla Pentagram Stiftung, sono state eseguite mediante tecniche analitiche non invasive e non distruttive su svariate decine di manufatti (trattasi di più di 300 campioni di pigmenti). L’iniziativa rientra nel più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione del vetro artistico muranese spaziando in molteplici ambiti di ricerca.
E’ possibile partecipare all’incontro del 13 settembre alle ore 16.00 previa prenotazione via mail a: centrostudivetro@cini.it