Istituto Musica Comparata Archives - Pagina 12 di 16 - Fondazione Giorgio Cini

La musica per l’insegnamento della lingua straniera (L2)

Laboratorio di aggiornamento didattico per insegnanti.
La musica per l’insegnamento della lingua straniera L2)

La musica può favorire, trasversalmente, anche l’apprendimento di una seconda lingua? L’osservazione delle pratiche didattiche sperimentate in questi ultimi decenni dai docenti della scuola italiana che lavorano quotidianamente con classi multietniche ha dimostrato come, in effetti, la musica possa facilitare gli allievi immigrati ad apprendere la lingua italiana ma anche quelli italiani ad imparare una lingua straniera, curando gli aspetti musicali interni ad essa, quali: suono dei fonemi, intonazione, ritmo, velocità delle parole, pause. Allo stesso tempo, la musica può favorire l’incontro, lo scambio e la trasformazione delle diverse identità degli studenti.

Il seminario organizzato dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati in forma di laboratorio tenuto da Serena Facci e Gabriella Santini, rivolto ai docenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e agli insegnanti di italiano per stranieri, guiderà i partecipanti nella simulazione di pratiche didattiche basate sull’uso di un repertorio di canti italiani e stranieri da insegnare agli studenti, utilizzando una metodologia che curi la musicalità delle parole e coinvolga anche il linguaggio del corpo.

MODULO DI  ISCRIZIONE


Programma

23-24 ottobre 2013, 16.30-19

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, Venezia

 Iscrizione obbligatoria gratuita

Il laboratorio, a cura dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, propone l’uso didattico di canti italiani e stranieri per facilitare l’apprendimento di una lingua seconda (l’Italiano per alunni gli stranieri e le lingue straniere per gli alunni italiani). A gestirlo saranno Serena Facci e Gabriella Santini, che hanno avuto l’opportunità di sperimentare nelle classi della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, della secondaria di primo grado e in quelle dei C.T.P (Centri Territoriali di Educazione Permanente) come la musica possa facilitare l’apprendimento di una lingua seconda curando gli aspetti musicali interni ad essa, che sono legati alla sua struttura prosodica (ad esempio al suono dei fonemi, all’intonazione, al ritmo, alla velocità delle parole e alle pause, ai silenzi tra esse) e, allo stesso tempo, favorire l’incontro, lo scambio e la trasformazione delle diverse identità – anche musicali – degli studenti immigrati e non.

In particolare, il laboratorio di aggiornamento didattico sarà articolato in due parti:

  • nella prima parte, gli insegnanti che parteciperanno sperimenteranno alcune metodologie di pratica vocale finalizzate all’insegnamento di una lingua seconda,  lavorando con canti di tradizione orale legati ai momenti e  alle attività significative della vita di ogni essere umano, perché connessi ad occasioni e funzioni sociali diffuse a tutte le latitudini. Dunque, si lavorerà con canti italiani e stranieri caratterizzati da tratti ritmici e sonori ben definiti, scelti all’interno dei repertori infantili, di lavoro, di danza, delle forme di preghiera intonata e delle narrazioni in musica, anche per facilitare un confronto interculturale tra gli studenti italiani e immigrati, sollecitando in ciascuno la memoria dei propri vissuti musicali, lo scambio e la loro reciproca trasformazione;
  • nella seconda parte, l’attività del laboratorio didattico sarà dedicata più specificamente al repertorio delle canzoni italiane per l’insegnamento dell’Italiano agli alunni stranieri e di quelle straniere per l’insegnamento delle lingue straniere agli alunni italiani. I docenti partecipanti al laboratorio potranno sperimentare che il genere della canzone è caratterizzato da aspetti ritmico-sonori particolarmente adatti a veicolare contenuti; inoltre, verificheranno che “la musica e il testo delle canzoni rispondono alle esigenze di ‘un’introduzione’ emotiva alle più importanti unità semantiche, fonetiche e grammaticali”[1] facilitando l’apprendimento di una seconda lingua oltre a svolgere la preziosa funzione di formulario mnemonico.

L’attività del laboratorio, inoltre, prevede l’ascolto e l’ausilio di numerose registrazioni (alcune d’archivio e altre raccolte sul campo). Agli insegnanti partecipanti verranno forniti supporti didattici sotto forma di testi scritti ed esempi sonori.

Come nell’anno precedente, il laboratorio prevede la possibilità di svolgere il lavoro nelle classi durante l’anno scolastico tenendosi in contatto con le docenti e poi, nella primavera 2014, l’organizzazione di un momento pubblico di presentazione del lavoro svolto in classe.

 

Per iscrizioni e informazioni:
musica.comparata@cini.it
tel. 041 2710357

 


[1] Renzo Titone, “Prefazione” in  Losanov G, Gateva E., op. cit., 1983, [ed. or. 1978]  p 3.

Compositori alla corte ottomana

Ensemble Bîrûn. Direttore artistico: Kudsi Erguner

ANNO: 2013

Nota Edizioni, Udine

Intersezioni Musicali – CD IM01

Questo CD – con il quale si inaugura la collana Intersezioni Musicali, promossa dall’IISMC in collaborazione con la casa editrice Nota di Udine – contiene sedici brani brani tratti da repertori di musica classica ottomana eseguiti dall’Ensemble Bîrûn sotto la guida del maestro Kudsi Erguner. Il CD è inoltre corredato da un libretto di 54 pagine contenente alcune note introduttive – in italiano e in inglese – a cura di Giovanni De Zorzi e Kudsi Erguner.

Bîrûn, di cui questo CD documenta i frutti della prima edizione (2012), è un programma di alta formazione nell’ambito della musica classica del mondo ottomano promosso dall’IISMC. Il progetto prevede la formazione di un ensemble temporaneo di giovani musicisti provenienti da diversi paesi, selezionati attraverso un bando internazionale. Dopo una settimana di incontri intensivi presso la Fondazione Giorgio Cini, volti all’approfondimento di uno specifico repertorio, l’ensemble presenta i frutti del proprio lavoro esibendosi in un concerto pubblico e registrando un CD.

I brani proposti nel CD attingono a repertori composti da autori appartenenti a diverse comunità etniche e religiose presenti nell’Impero Ottomano – e soprattutto a Istanbul – a partire dal XV secolo. L’intento di questo lavoro è infatti quello di permettere di apprezzare il contesto sostanzialmente cosmopolita che ha fatto da sfondo alla genesi del mondo musicale ottomano, in passato a volte frainteso ed erroneamente definito “musica d’arte turca”. Si tratta invece di una tradizione musicale composita che ha saputo avvalersi, nei cinque secoli che hanno segnato il suo sviluppo fino alla decadenza che ha di poco preceduto la fine dell’Impero, di numerosi apporti e che ha conosciuto diverse declinazioni corrispondenti ai vari contesti in cui veniva composta ed eseguita: la corte dei sultani, ma anche le cerchie di “amatori” appartenenti alle élite dell’Impero, nonché contesti religiosi e specificamente rituali (quelli delle comunità di ebrei sefarditi e, in parte, delle confraternite sufi). Lo scenario composito fin qui delineato emerge con nettezza se si guarda ad alcune tra le principali figure di compositori attivi in ambito ottomano. Vi figurano infatti membri della corte e persino sultani come Selim III (traccia 13) e Mahmud II (traccia 14), ma anche discepoli della confraternita dei dervisci mevlevî, come BuhurîzâdeMustafa Itrî Dede (traccia 6); figure di rilievo vi sono poi anche i sefarditi come Aron Hamon (traccia 4) gli armeni, tra cui il più noto è Hampartzum Limonciyan (tracce 2 e 10), e i greci, con la figura, ad esempio, di Petros Lampadarios (traccia 8). All’inizio della sua progressiva decadenza, il mondo della musica ottomana vide anche la presenza di un compositore italiano, Giuseppe Donizetti (fratello del più noto Gaetano), il quale tuttavia, pur avendo composto anche secondo i dettami del sistema musicale ottomano (traccia 16), è ricordato soprattutto per aver fortemente contribuito a diffondere, a partire dal 1828, la notazione e repertori occidentali presso la corte di Istanbul.

Vero e proprio “linguaggio” musicale condiviso dalle diverse componenti dell’Impero, la musica classica ottomana ha sviluppato un corposo sistema estetico e stilistico non meno articolato di quello che caratterizza la musica d’arte occidentale, alla base del quale vi è il sistema modale denominato maqâm, mutuato, come la presenza di intervalli micro tonali nelle scale, dalla cultura araba. Fra quelle che possono essere invece considerate peculiarità del sistema musicale sviluppato in ambito ottomano rispetto quelli propri delle aree circostanti vi è la fioritura di una componente metrico-ritmica estremamente articolata, basata su cicli ritmici di varia complessità, e la presenza predominante della forma detta fasıl, una sorta di suite all’interno della quale si incardinavano forme compositive diverse ma accomunate dall’adozione di un maqâm, che veniva palesato ed “esplorato” durante il  Taksîm, un’introduzione strumentale improvvisata affidata a uno o più solisti.

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Laboratorio di aggiornamento didattico

LABORATORIO DI AGGIORNAMENTO DIDATTICO
Canti italiani di tradizione orale per una didattica interculturale
24-25 ottobre 2012
Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Il laboratorio, a cura dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, propone l’uso, in chiave didattica, di alcuni canti italiani di tradizione orale con la finalità di guidare i docenti ad attivare percorsi di didattica multiculturale. A gestirlo saranno Serena Facci e Gabriella Santini, autrici del volume “Chants d’Italie. Pour chanter ensemble de 8 à 14 ans”, pubblicato nella collana Traditions Chantées, della Cité de la Musique di Parigi.
Gli insegnanti che parteciperanno al laboratorio sperimenteranno praticamente le possibili applicazioni scolastiche di importanti repertori della tradizione italiana, a partire da registrazioni che Facci e Santini hanno effettuato espressamente con finalità didattica grazie alla collaborazione di cantori e musicisti popolari.
In particolare, il repertorio selezionato comprende: ninne nanne, canti narrativi, racconti in musica improvvisati dai cantori in ottava rima e dai cantastorie, canti polifonici femminili a due voci (canti delle mondine, canti durante il lavoro), canti polifonici maschili a quattro o cinque voci (canto a tenore, trallallero genovese) e canti rituali eseguiti in occasioni festive come il Capodanno e il Carnevale. Gli esempi illustrano alcuni importanti repertori di diverse regioni italiane: Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
I brani sui quali si svilupperà l’attività del laboratorio di aggiornamento – già sperimentati con successo in diverse classi della scuola primaria e secondaria di primo grado – offriranno numerosi spunti ai docenti per attivare diversi percorsi di didattica musicale: dal confronto interculturale dei repertori infantili (conte, ninne nanne e filastrocche) raccolti in classe sollecitando la memoria del vissuto musicale dei singoli alunni, all’improvvisazione di storie in musica partendo dall’imitazione dei modelli poetico-musicali utilizzati dai poeti-cantori di tradizione orale, alla pratica vocale polifonica (per terze, con l’uso del bordone oppure imparando ad intonare scale musicali con la quarta aumentata), al percorso didattico che guida gli alunni a diventare i protagonisti di una festa (ad esempio, imparando a costruire gli strumenti musicali che tradizionalmente ne accompagnano i canti e/o intonando, suonando e ballando i canti ritualmente connessi alle occasioni festive, ancora oggi intensamente praticate e partecipate in molte regioni italiane).
L’attività del laboratorio, inoltre, prevede l’ascolto e l’ausilio di numerose registrazioni (alcune d’archivio e altre raccolte sul campo). Agli insegnanti partecipanti verranno forniti supporti didattici sia a stampa che audio.
Come nell’anno precedente, il laboratorio prevede la possibilità di svolgere il lavoro nelle classi durante l’anno scolastico tenendosi in contatto con le docenti e poi, nella primavera 2013, l’organizzazione di un momento pubblico di presentazione del lavoro svolto in classe.

Venetian Suite

A distanza di un anno dal Poetry event, performance inedita ed esclusiva, frutto della collaborazione tra la coreografa americana Carolyn Carlson e il compositore veneziano Paki Zennaro, organizzata nell’aprile 2009 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, viene pubblicato ora il Cd Venetian Suite, una suite di versi e poesie dedicate a Venezia, interpretate da Carolyn Carlson sulle musiche di Paki Zennaro.

Il Cd, in cui la voce di Carolyn Carlson è registrata per la prima volta, è nato dall’incontro dei due artisti sull’Isola di San Giorgio Maggiore nell’aprile 2009. In Venetian Suite episodi musicali eclettici e rarefatti, a volte crudeli, si intrecciano e si fondono con i poems di Carolyn Carlson dando vita, con grazia sapiente, ad un trasporto emozionale dal carattere magico.

Alla realizzazione del Cd hanno contribuito, oltre alla Fondazione Cini, anche l’Accademia Teatrale Nico Pepe di Udine e Matilde Tudori S.A. di Mestre.

Poetessa e calligrafa, oltre che coreografa e ballerina, Carolyn Carlson definisce la sua danza come poesia visiva e ama confrontarsi con artisti di altre discipline realizzando performance sempre nuove all’insegna della sperimentazione e dell’improvvisazione. Uno dei musicisti con cui collabora dal 1981 è Paki Zennaro: con lui ha realizzato in questi anni numerosi progetti di danza, poesia e musica, di cui Venetian Suite è l’ultima, nuovissima fatica.

Il paese senza memoria. Incursioni antropologiche: corpi e memorie nella musica

Il paese senza memoria. Incursioni antropologiche: corpi e memorie nella musica è il titolo della sezione di approfondimento del 53. Festival Internazionale di Musica Contemporanea ideata dall’antropologo Maurizio Agamennone con il direttore del festival Luca Francesconi. Realizzata in collaborazione con l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Il Paese senza memoria si articola in quattro giornate con i contributi alla riflessione di Franco Fabbri, Umberto Fiori, Paolo Apolito, Vincenzo Caporaletti, Cecilia Pennacini, Luca Marconi, Nicola Scaldaferri, Michele Lomuto, Suguru Goto, Simha Arom, a cui si integrano momenti di spettacolo dal vivo con, fra gli altri, Gamako, Janus Delaj con il gruppo di polifonia çam albanese, i quartetti Mascarimirì e Suoni rurali con Anna Cinzia Villani.

 

Venezia, Teatro Piccolo Arsenale
30 settembre – 3 ottobre, ore 10.00 – 17.00

per maggiori informazioni

041.5218.828
promozione@labiennale.org

Giornata di studi

La Giornata di Studi, curata da Giovanni De Zorzi e Razia Sultanova, è realizzata grazie alla collaborazione tra l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini, il Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici “G. Mazzariol” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e la Faculty of Music della Cambridge University.

Durante la sessione seminariale della mattina verranno prese in esame le due principali correnti d’area centroasiatica nelle quali spiritualità e uso dei suoni, in virtù del loro potere di in/canto, interagiscono sin dalle loro remote origini. In una prospettiva di analisi comparativa e interdisciplinare, ciascun relatore affronterà, con i rispettivi strumenti, un “fatto”, occorso nelle proprie ricerche, nel quale musica e spiritualità si combinano.

Prenderanno, quindi, rilievo le diverse forme di contestualizzazione che i partecipanti potranno offrire, grazie al contributo di etnomusicologi, antropologi, orientalisti, linguisti, storici delle letterature dell’area e musicisti; alcuni studiosi affronteranno, inoltre, con “altri strumenti”, musicali e coreutici, le ques tioni prese in esame durante il seminario, insieme agli ensembles Marâghî e Navrous con i quali da anni collaborano e che nel pomeriggio si esibiranno in concerto.

Il “criterio sonoro” adottato dai curatori è sembrato essere un efficace strumento che consente di tracciare distinzioni, così come di riconoscere parentele, all’interno della vastissima area centroasiatica nella quale vivono turkmeni, tagiki, uzbeki, qaraqalpaki, kazakhi, kirghisi, uiguri insieme ai russi, presenti da secoli, e ai nuovi immigrati in un’area geoculturale che, andando da Ovest verso Est, si estende dal Mar Caspio sino alla catena del Tian Shan e al deserto dei Gobi, mentre, andando da Nord verso Sud, va dalle steppe della Siberia sino alle catene montuose del Tibet.

Corso di percussione indiana Tabla a cura di Sankha Chatterjee

Corso intensivo dedicato al Tabla (percussione) noto membranofono della musica classica indiana, costituito dalla coppia timpano-tamburo cilindrico, usato come strumento solista e di accompagnamento.
Le lezioni sono tenute dal maestro Sankha Chatterjee dell’Università di Calcutta (allievo di Ustad Alla Rakka) che ha accompagnato con il suo strumento i maggiori interpreti della tradizione musicale dell’India. Sankha Chatterjee si occupa dei corsi di Tabla a Venezia per l’Istituto Interculturale dal 1979.
Il Corso è aperto sia ad allievi principianti che avanzati.

Fondazione Giorgio Cini onlus
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia

1-5 luglio 2009

Preiscrizione tramite mail obbligatoria

Contatti
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
fax
e-mail: musica.comparata@cini.it

L’etnomusicologia e le musiche contemporanee

INDICE

 

Francesco Giannattasio – Introduzione

Adelaida Reyes – Ethnomusicology at the Beginning: where and how does contemporary music fit in?

Dan Lundberg – Swedish World Music

Gianmario Borio – Fine dell’esotismo: l’infiltrazione dell’Altro nella musica d’arte dell’Occidente

Ingrid Pustijanac – La musica d’arte dell’Occidente oltre l’Occidente

Serena Facci – “Funziona?”. Valori e usi della musica nella contemporaneità

Ignazio Macchiarella – Scenari e prospettive di ricerca (etno)musicologica in Sardegna e Corsica

 

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Corso di danza Mohiniyattam

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza quest’anno per la prima volta un corso di Mohiniyattam, una delle principali forme di danza classica dell’India che ha avuto origine tra il XIV e il XV secolo nello stato meridionale del Kerala. Il Mohiniyattam si colloca all’interno della tradizione delle danze templari delle devadasi (le “sacerdotesse del dio”) di cui può essere considerato una derivazione diretta. Come danza di culto è legato a Vishnu, a cui fa chiaramente riferimento il termine Mohini, il nome della donna in cui il dio si trasformò per uccidere il demone Bhasmasura.
Il Mohiniyattam, codificato secondo i principi del più autorevole trattato indiano di danza, il Natya Sastra, è caratterizzato da un’armoniosa combinazione di elementi nrita (danza pura) e nritya (danza drammatica), e possiede l’eleganza aggraziata del Bharata Natyam insieme al vigore del Kathakali.
Il seminario di Mohiniyattam è tenuto da Kapila Venu, una delle principali interpreti di questo genere e figlia dei maestri Gopal Venu e Nirmala Paniker, protagonisti dell’odierno revival della tradizione teatrale del Kerala.
Artista versatile, a suo agio in vari generi di spettacolo classico, Kapila Venu è già nota alla critica e al pubblico italiani per aver interpretato con successo il ruolo principale nella Sakuntala di Kalidasa, spettacolo di Kutiyattam presentato dalla compagnia Natana Kairali a Torino (SettembreMusica), a Palermo (Festival di Morgana) e a Roma (Romaeuropa Festival).

Fondazione Giorgio Cini onlus
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia

27-30 agosto 2009
Giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00
Sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30

Contatti
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it

Per la creazione di un archivio multimediale sulle musiche di tradizione orale: esperienze a confronto

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in occasione della creazione di un proprio Archivio sonoro e multimediale, nel quale confl uiranno i documenti raccolti nella sua oltre trentennale attività didattica e le nuove acquisizioni di raccolte sonore e audiovisive relative alla musica popolare del Triveneto, come anche a tradizioni musicali extraeuropee, organizza un convegno internazionale dal titolo Per la creazione di un archivio multimediale sulle musiche di tradizione orale: esperienze a confronto. Con questo convegno, curato da Francesco Giannattasio e Giovanni Giuriati, al quale sono invitati a partecipare i rappresentanti di alcuni dei più importanti archivi sonori di tradizione orale a livello europeo, si intende fare il punto sulle principali questioni che oggi un archivio multimediale
di documenti di tradizione orale deve affrontare, dalla documentazione e catalogazione, al riversamento digitale e alla conservazione, dalla promozione di nuove ricerche ai protocolli di accessibilità per la consultazione dei materiali, compreso Internet.
Nelle due giornate di lavoro confronteranno le proprie esperienze esponenti del Phonogramm Archiv del Museo Etnologico di Berlino, del Phonogramm archiv dell’Accademia delle Scienze di Vienna, del National Sound Archive della British Library di Londra, del Visarkiv di Stoccolma, della Discoteca di Stato e degli Archivi di etnomusicologia
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che assieme valuteranno anche l’esperienza di alcuni progetti europei di coordinamento delle attività degli archivi sonori.