Istituto di Storia dell'Arte Archives - Pagina 8 di 28 - Fondazione Giorgio Cini

Catalogo del fondo Cesare Grassetti della Fondazione Giorgio Cini

Catalogo del fondo Cesare Grassetti della Fondazione Giorgio Cini

a cura di Daniele Danesi e Ilenia Maschietto

Leo S. Olschki, Firenze, 2020

 

Dopo il Catalogo del fondo librario antico della Fondazione Giorgio Cini compilato da Dennis E. Rhodes e pubblicato da Olschki nel 2011 esce, nella stessa collana editoriale “Biblioteca di Bibliografia”, il Catalogo del fondo Cesare Grassetti della Fondazione Giorgio Cini. La raccolta, riunita dall’avvocato milanese tra gli anni ‘50 e la ne degli anni ‘80 del Novecento, consiste in oltre 830 edizioni del Quattro e Cinquecento; già presenti nel catalogo elettronico della biblioteca, l’occasione di questo catalogo a stampa ha consentito agli autori di approfondire l’esame dei volumi, con particolare attenzione ai dati relativi alle specifiche copie. Il fondo Grassetti bene si integra con la raccolta ‘originaria’ della Fondazione, incrementando non solo le edizioni veneziane di cui la biblioteca conserva un nucleo eccezionale ma anche le produzioni tipografiche dei centri minori, facendo crescere il numero di esemplari unici al mondo conservati a San Giorgio.

Discorso sul metodo. Stampe e illustrazioni nel Rinascimento

Per garantire la sicurezza di relatori e uditori si è preferito organizzare la giornata di studi totalmente online.

Gli interventi potranno essere seguiti in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione Giorgio Cini

 

Nel Cinquecento Venezia rappresenta uno dei maggiori centri di produzione xilografica e calcografica in Europa, sia relativamente alla stampa di riproduzione che a quella di invenzione. Un esercito di artisti, disegnatori, incisori e stampatori locali e forestieri operano e lavorano nei numerosi torchi funzionanti in città, dando vita ad una produzione senza confronti nella penisola e per quantità e per qualità. Quel secolo ci ha lasciato un ricchissimo e prezioso patrimonio di immagini sciolte e librarie, solo in parte studiate e schedate, e lunghi elenchi di maestranze e addetti per lo più oggi ignorati. Rivestono dunque notevole importanza i progetti di studio portati avanti dalla Fondazione Giorgio Cini: da quello della sistematica catalogazione delle xilografie (Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento italianwoodcuts.census@cini.it), allo scavo delle fonti archivistiche veneziane, allo studio delle immagini nelle cinquecentine sulle orme del celebre Principe d’Essling. Metodi di studio e di approccio diversi applicati alla stessa materia, che saranno illustrati e commentati dai curatori in una giornata di studio in programma il giorno 16 ottobre.  Alla giornata saranno presenti specialisti chiamati a portare la testimonianza delle loro esperienze.

❗️ RINVIATO A DATA DA DESTINARSI ❗️ Libri a San Giorgio

Posticipato all’11 maggio la presentazione del volume Lucio Fontana e gli Spaziali. Fonti e documenti per le gallerie Cardazzo, a cura di Luca Massimo
Barbero (Venezia, Marsilio, 2019). Fonte primaria di quest’opera è stato il prezioso Archivio della Galleria del Cavallino, donato nel 2016 dagli eredi della famiglia Cardazzo all’Istituto di Storia dell’Arte, che ha potuto così arricchire i propri fondi con questo straordinario archivio del gallerista e collezionista Carlo Cardazzo (1908 – 1963) e del figlio Paolo, dov’è documentata la storia della prestigiosa galleria veneziana dal 1942 ai primi anni del Duemila.

 

Il secondo è stato rinviato a data da destinarsi, sarà riservato al libro di Bettina Hoffmann, I bassi d’arco di Antonio Vivaldi. Violoncello, contrabbasso e viola da gamba al suo tempo e nelle sue opere, compreso nella Collana «Studi di musica veneta. Quaderni vivaldiani» (Firenze, Olschki, 2020) e articolato in tre parti in cui vengono rispettivamente esaminati il contesto in cui Vivaldi componeva per questi strumenti, la loro relazione con il corpus della musica strumentale e vocale vivaldiana connesse alla loro prassi esecutiva.

 

Rinviata a data da destinarsi anche la presentazione di  «Ecco il mondo»: Arrigo Boito, il futuro nel passato e il passato nel futuro, a cura di Maria Ida Biggi, Emanuele d’Angelo e Michele Girardi (Venezia, Marsilio, 2019). Il volume, pubblicato nell’ambito del Comitato Nazionale per le celebrazioni boitiane, marca lo stato della ricerca sull’opera di Boito, artista tra i più influenti dell’Italia a cavallo tra i due secoli.
Specialisti e studiosi hanno analizzato la carriera dell’intellettuale, rileggendone la produzione di compositore, librettista e letterato d’avanguardia, l’attività di critico teatrale e musicale e quella di traduttore e regista teatrale, tornando su storici percorsi di ricerca e aprendone di nuovi.

❗️ RINVIATO A DATA DA DESTINARSI ❗️Prisco Bagni, passione e ricerca tra Guercino e Gandolfi

Vi avvisiamo che la giornata di studi dedicata a Prisco Bagni è rinviata a data da destinarsi


Prisco Bagni (1921 – 1995) fu un outsider. Il suo percorso di studi non comprese materie umanistiche, ma fu soltanto la passione per l’arte della sua terra a trasformare un imprenditore di successo nel campo tessile in un meticoloso ed instancabile ricercatore, amateur o dilettante, nel senso settecentesco del termine. Originario di Cento, in provincia di Ferrara, patria del Guercino e poco distante da San Matteo della Decima, dove nacquero i fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, Bagni dapprima ne collezionò i disegni e i dipinti, poi, accortosi del silenzio della storiografia moderna provò a colmare quel vuoto. Nelle sue ricerche si avvalse del conforto e dello scambio di vedute con storici dell’arte di fama internazionale, tra i quali Denis Mahon, col quale condivideva l’amore per il celebre artista centese. A distanza di quindici anni dalla sua scomparsa, la vedova Carla Bardazza, ha deciso di donare il fondo fotografico del marito, relativo ai suoi studi gandolfiani, alla Fondazione Giorgio Cini, che raccoglie un centinaio di disegni dei Gandolfi e della loro scuola, parte della Raccolta Certani.

 

Il coordinamento della giornata è affidato a Marco Riccòmini, curatore del catalogo I Gandolfi. Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini (2018).


Programma

 

15:30

Saluti istituzionali

Luca Massimo Barbero

Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

 

Introduzione

Marco Riccòmini

Storico dell’Arte:

Prisco Bagni, Vita e opere.

 

16:00

Interventi:

Cristiana Romalli

Sotheby’s London, Old Master Drawings Department

Guercino e un’Accademia a carboncino del primo momento.

 

Francesca Baldassari

Università La Sapienza, Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia

Benedetto Gennari alla corte degli Stuart.

 

Giulio Zavatta

Università Ca’ Foscari, Venezia, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali

Bottega, seguaci, imitatori e falsari. Prisco Bagni “intorno” a Guercino.

 

Massimo Pulini

Accademia di Belle Arti, Bologna

Benedetto Gennari pittore cortigiano e straniero in patria.

 

Francesca Lui

Accademia di Belle Arti di Bologna

Deità e natura. Ancora su Ubaldo e Gaetano Gandolfi a Palazzo Malvasia.

 

Marco Riccòmini

Storico dell’Arte:

Manfredi alla Cini.

 

 

Seguirà aperitivo

Libri a San Giorgio | Lucio Fontana e gli Spaziali

Per la rassegna Libri a San Giorgio online lunedì 11 maggio alle ore 17.00 potrete assistere alla presentazione del volume  Lucio Fontana e gli Spaziali. Fonti e documenti per le gallerie Cardazzo a cura di Luca Massimo Barbero, Marsilio, Venezia 2019, in diretta sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini.

 

Fonte primaria di questo volume è stato il prezioso archivio della Galleria del Cavallino che nel 2016 gli eredi della famiglia Cardazzo hanno affidato all’Istituto di Storia dell’Arte che ha potuto così arricchire i propri fondi con questo straordinario archivio del gallerista e collezionista Carlo Cardazzo (1908 – 1963) e del figlio Paolo, che documenta la storia della prestigiosa galleria veneziana dal 1942 ai primi anni del Duemila.

 


 

Presenta
Paolo Bolpagni | Direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti

 

Partecipano
Luca Massimo Barbero | Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte
Gilberto Pizzamiglio | Fondazione Giorgio Cini
Maria Villa | Fondazione Lucio Fontana
Angelica e Barbara Cardazzo

Lucio Fontana e gli Spaziali

Lucio Fontana e gli Spaziali. Fonti e documenti per le gallerie Cardazzo
a cura di Luca Massimo Barbero
Marsilio, Venezia 2019


Fonte primaria di questo volume è stato il prezioso archivio della Galleria del Cavallino che nel 2016 gli eredi della famiglia Cardazzo hanno affidato all’Istituto di Storia dell’Arte che ha potuto così arricchire i propri fondi con questo straordinario archivio del gallerista e collezionista Carlo Cardazzo (1908 – 1963) e del figlio Paolo (1936 – 2011), che documenta la storia della prestigiosa galleria veneziana dal 1942 ai primi anni del Duemila.

 

Le gallerie dirette da Carlo Cardazzo sono state il luogo dove ha preso corpo l’avventura spaziale di Lucio Fontana, che del movimento è stato fondatore e guida.
Dall’incontro tra la capacità imprenditoriale, la forza d’utopia del gallerista e la capacità di Fontana di essere vitale, inventivo e provocatorio tanto da trascinare le giovani generazioni, si è sviluppato, in un decennio, il gruppo degli Spaziali.

Il volume presenta per la prima volta tutti gli scritti critici delle mostre di Lucio Fontana alle Gallerie di Cardazzo, alcuni rari testi dello stesso Fontana, i manifesti spaziali e le monografie dei singoli protagonisti che hanno creato la costellazione di questo movimento che oggi, assieme al fondatore, viene considerato di portata internazionale.



11 maggio 2020 | 

Venezia | Isola di San Giorgio Maggiore 

 

Il volume Lucio Fontana e gli Spaziali. Fonti e documenti per le gallerie Cardazzo verrà presentato per la rassegna Libri a San Giorgio il 11 maggio 2020.


 

Presenta Paolo Bolpagni, Direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Partecipa Luca Massimo Barbero, curatore del volume e Direttore dell’Istituto Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

 

Seguirà aperitivo

 

Ingreso libero fino a esaurimento posti

IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento

A Bologna, nella suggestiva cornice di Palazzo Ghisilardi Fava, il 22 novembre si è aperta la mostra IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento: un’esposizione preziosa, curata da Massimo Medica, direttore dei Musei Civi d’Arte Antica di Bologna e storico dell’arte medievista tra i maggiori conoscitori dell’arte medievale bolognese, e il professore Luca Mor, specialista  scultura medievale; promossa da Istituzione Bologna Musei, è stata organizzata dal Museo Civico Medievale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Curia Arcivescovile di Bologna e l’Alma Mater Studiorum.

 

La mostra – frutto di ricerche e studi cantierati proprio alla Fondazione Giorgio Cini nel dicembre del 2003 con il Convegno dell’Istituto di Storia dell’Arte Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi studi e con l’intervento di Luca Mor sul grande Cristo ligneo policromo duecentesco della Fondazione Cini – è occasione unica di vedere riunite per la prima volta le tre grandi e rarissime sculture recanti il Cristo Triumphans, accorpabili attorno alla bottega di un raffinatissimo intagliatore bolognese attivo tra il 1270 e il 1280, esponente di quel naturalismo gotico padano, capace di recepire echi della cultura d’Oltralpe e di aggiornarsi sulle novità toscane e  su quelle introdotte a Bologna da Nicola Pisano, attivo in città nell’arca marmorea di San Domenico (1264-1267). Un maestro anonimo a cui si è deciso di dare il nome di Maestro del Crocifisso della Fondazione Giorgio Cini.

 

Accanto alla scultura della Fondazione, si potranno ammirare il Cristo proveniente dalla chiesa bolognese di Santa Maria Maggiore, restaurata per l’occasione e dunque apprezzabile nella sua splendida, seppur più tarda, policromia; e quello delle collezioni Comunali d’Arte, nel corso del Trecento riadatto su una croce dipinta dal celebre pittore bolognese Simone dei Crocefissi, per il quale si propone in catalogo la provenienza originaria dal complesso benedettino bolognese di San Procolo. Anche il Cristo della Cini sarà apprezzabile nella sua piena leggibilità: è qui infatti presentato per la prima volta al pubblico dopo il restauro del 2011, condotto con passione e competenza dalla bravissima restauratrice Giovanna Menegazzi, alla quale i curatori hanno dedicato la mostra e il catalogo in ricordo della sua prematura scomparsa.

 

Le tre sculture, originariamente collocate in corrispondenza della struttura architettonico-liturgica dei tramezzi ecclesiali, che separavano l’area del celebrante da quella destinato ai fedeli, sono accompagnate da splendidi oggetti di oreficeria, codici miniati e croci dipinte; e proprio dalla Fondazione Giorgio Cini provengono anche una preziosa pisside duecentesca di orafo limosino in rame dorato e smalti champlevé e un frammento miniato ritagliato da un codice giuridico, rappresentante l’Elevazione dell’ostia e attribuito a miniatore bolognese (Maestro delle Decretali di Lucca). Opere dunque che danno conto del contesto, della circolazione dei modelli e degli scambi proficui tra centri artistici aldiquà e aldilà delle Alpi; centri tra i quali Bologna occupa un ruolo di assoluto rilievo: città popolosa con i suoi più di 50,000 abitanti alla fine del Duecento, crocevia strategico d’Europa su una delle direttrici del traffico internazionale, centro universitario sede di un’importante scuola giuridica e capitale aggiornata delle arti e della cultura.

 

 

Thomas Stearns, un giovane artista americano alla Venini

In concomitanza con la mostra autunnale allestita presso LE STANZE DEL VETRO e legata come di consueto alle vicende della storica vetreria Venini, il Centro Studi del Vetro organizza il convegno di Thomas Stearns, un giovane artista americano alla Venini. L’evento si focalizzerà sull’attività dell’artista americano, che agli albori degli anni Sessanta approda nell’azienda muranese entrando in sintonia con l’allora direttore della ditta, l’architetto Ludovico de Santillana. Nonostante la sua vena creativa abbia trovato maggiore e più nota applicazione nel campo della pittura, della scultura e della tessitura, il giovane artista dell’Oklahoma (classe 1936), avvia la propria sperimentazione pionieristica con la materia vitrea, tanto da aggiudicarsi una borsa di studio offerta dal governo italiano. Quest’opportunità in breve tempo lo porta ad entrare in contatto con il contesto aziendale Venini, di cui diviene stretto collaboratore. La singolare fattura delle sue prime realizzazioni in vetro e l’originalità compositiva lo distinguono da subito rispetto alla produzione corrente e gli valgono poi l’assunzione come “guest designer” della Venini, con cui si presenta alla XXXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1962. Il simposio ne indagherà il tragitto artistico, registrandone le conquiste tecniche ed analizzando le note ripercussioni del suo innovativo sperimentalismo. La vicenda di Stearns deve essere infatti collocata in un più ampio contesto internazionale, considerata l’influenza che la sua esperienza muranese ebbe sul movimento dello Studio Glass e su altri artisti contemporanei. Una panoramica di interventi di taglio critico e storico – tra cui quelli di Rosa Barovier Mentasti, Kevin McManus e Carla Sonego – metterà infine a confronto le diverse tecniche e pratiche artistiche da lui utilizzate, ampliandone le prospettive in un percorso articolato a più voci.

 

Programma Stearns

La ‘splendida’ Venezia di Francesco Morosini (1619 – 1694): cerimoniali, arti, cultura

Nell’ambito delle celebrazioni per i quattrocento anni della nascita di Francesco Morosini (Venezia 1619 – Nauplia 1694), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza un convegno internazionale di studi incentrato sulla sua figura e sul coté culturale della Venezia secentesca. Ammiraglio, diplomatico e poi doge, Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco, fu l’ultimo degli illustri patrizi che resero grande la Serenissima Repubblica, essendo capace di restituirle una parte dell’antico peso politico-militare sullo scacchiere internazionale e di far risorgere nei veneziani il sogno di possedere un impero marittimo in Levante. Morosini – la cui figura assunse una centralità alla quale nessun altro condottiero poté aspirare in tutta la secolare storia dello stato marciano – seppe orchestrare una strategia autocelebrativa del tutto inedita per l’efficacia degli strumenti di comunicazione in una Venezia che mantenne di fatto inalterata la sua primazia in campo culturale e artistico. Tra i temi presi in esame e illustrati nei due giorni del convegno da ventuno relatori, selezionati tra i maggiori studiosi della storia culturale e artistica secentesca, vi è quello centrale dell’immagine pubblica di Morosini e delle sue gesta nella produzione artistica di scultori, pittori, architetti, illustratori di primo piano. Strettamente collegato il tema dell’eccezionale proliferazione e popolarità di spettacoli, regate e feste civiche, mentre altri interventi si focalizzeranno sulla produzione letteraria ispirata al personaggio in anni coincidenti con una fase di importante trasformazione dell’arte veneziana in senso barocco; fenomeno che alcune relazioni analizzeranno in chiese, monumenti, figurazioni legate in vario modo al mito morosiniano.

 

Scarica il pieghevole Morosini

 


 

 

Garzoni. Apprenticeship, Work, Society in Early Modern Venice

Il 4 e 5 novembre 2019 si svolgerà alla Fondazione Giorgio Cini e all’Archivio di Stato di Venezia il convegno conclusivo del progetto GAWS: Garzoni. Apprenticeship, Work, Society in Early Modern Venice, finanziato dall’Agence Nationale de la Recherche Française e dal Fonds National Suisse pour la Recherche, e basato sulla collaborazione dell’Archivio di Stato e della Fondazione Giorgio Cini con le Università di Lille, Rouen, Ca’ Foscari Venezia e l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne. Durante il convegno, che vedrà la partecipazione di numerosi storici e storici dell’arte provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Francia, dal Belgio, dalla Gran Bretagna e dalla Spagna, si discuteranno i risultati del progetto, che ha permesso di realizzare un database di circa 55.000 contratti di apprendistato di molteplici mestieri veneziani, dalla fine del XVI alla fine del XVIII secolo.

 

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