Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Archivistica per il Veneto
Direttore del progetto: Giovanni Morelli
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Archivistica per il Veneto
Direttore del progetto: Giovanni Morelli
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Ottorino Respighi (1879-1936)
Quattro liriche (1920) dal Poema paradisiaco di Gabriele D’Annunzio (1892)
Un sogno
La naiade
La sera
Sopra un’aria antica
La donna del sarcofago (1919)
lirica di Gabriele D’Annunzio (dal Poema paradisiaco)
La statua (1919)
lirica di Gabriele D’Annunzio (dal Poema paradisiaco)
Il tramonto (1914) (poemetto lirico di Percy Bysshe Shelley, traduzione di Roberto Ascoli)
Cinque liriche (1917)
I tempi assai lontani (Percy Bysshe Shelley, traduzione di Roberto Ascoli)
Canto funebre (Percy Bysshe Shelley, traduzione di Roberto Ascoli)
Par les soires (da “L’Hymnaire d’Adonis” di Jacques de Fersen)
Par l’étreinte (da “L’Hymnaire d’Adonis” di Jacques de Fersen)
La fine (da “Luna crescente” di Rabindranath Tagore, traduzione di Clary Zannoni Chauvet)
Quattro liriche su parole di poeti armeni (1921)
No, non è morto il figlio tuo (Antica poesia popolare armena)
La mamma è come il pane caldo (Antica poesia popolare armena)
Io sono la madre (Costant Zarian)
Mattino di luce, sole di giustizia (Shnorhali Nersès, XIII secolo)
Marta Moretto, mezzosoprano
Aldo Orvieto, pianoforte
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Nel luglio scorso presso la Fondazione Giorgio
Cini il Maestro Davide Amodio, docente di Musica d’insieme per
strumenti ad arcopresso il Conservatorio di Trieste, ha realizzato,
insieme con Edoardo Torbianelli, professore di fortepiano alla Schola
Cantorum di Basilea, e con Franck Bernède, professore di violoncello e
musicologia all’Università di Taipei, una registrazione discografica di
raro interesse. Si tratta di un inedito del grande compositore Ludwig
van Beethoven. Ai più recenti e innovativi sistemi di registrazione si
sono potuti unire strumenti d’epoca eccezionali: un fortepiano del 1823
uguale a quello appartenuto a Beethoven, un violoncello Teckler
interamente in stato originale, e un violino Pique del 1793, tutti con
corde in budello nudo, archi modello classico e modalità tecniche
esecutive d’epoca (violino senza mentoniera e spalliera, violoncello
senza puntale). La ricca massa di armonici del fortepiano ha permesso
di raggiungere equilibri sonori assolutamente impensabili con un
pianoforte moderno, scavando nell’infinita direzione dei piani e
trovandone così di delicatissimi (è di Beethoven uno dei primi e più
famosi pianissimi a tre p) ma anche impressionanti ed energici
fortissimi. L’insieme è dunque sempre compatto e tonico; tutti gli
strumenti possono dominare i propri livelli sonori con estrema
naturalezza. L’opera qui affrontata (le trascrizioni originali per trio
dei quartetti I, II e IV dell’opera 18) ha dato l’opportunità unica di
eseguire un’opera nota e al tempo stesso inedita, senza influenze di
altre precedenti interpretazioni. Il disco è in uscita con la rivista
«Amadeus» nell’autunno 2007.
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Ad Arzignano, dal 1946 al 1955, l’imprenditore elettromeccanico Antonio Pellizzari, buon musicista e direttore d’orchestra, organizzò ad uso dell’acculturazione dei suoi operai, sia in fabbrica sia presso il Teatro Sociale, diverse stagioni di concerti di musica antica e musica contemporanea. Frequentavano i concerti anche appassionati veneti, artisti e intellettuali di gran nome, fra i quali il pittore Santomaso, che dedicherà due quadri al tema dei Concerti di Arzignano: uno di essi, esposto nella mostra Giuseppe Santomaso e l’opzione astratta, precisa tra parentesi appunto il nome di Stravinsky. Tale dipinto fa storicamente riferimento al Concerto per due pianoforti soli di Igor Stravinsky eseguito ad Arzignano dal duo pianistico Gorini e Lorenzi. Di tale esecuzione storica l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini ha realizzato un cd, basato sulla testimonianza fonica originale, dedicato a Gorini, Lorenzi e Bagnoli. Il Concerto per due pianoforti soli fu composto da Stravinsky in più tempi, a Voreppe nel 1931 (I tempo), a Parigi nel 1934 (Notturno) e a Parigi nel 1935 (III tempo e IV, Variazioni [4] e Preludio e fuga), ed eseguito per la prima volta da Stravinsky stesso e dal figlio, suo sosia, Soulima, il 21 novembre 1935 a Parigi nella Salle Gaveau.
L’OPZIONE ASTRATTA
Igor Stravinsky
Concerto per due pianoforti soli
Gian Francesco Malipiero
Omaggio a Belmonte
Dmitry Sostakovic
Concertino op. 24 per due pianoforti
Bela Bartok
Sonata per due pianoforti e percussioni
Gino Gorini, Sergio Lorenzi, Eugenio Bagnoli Pianoforte
Leonida Torrebruno, Antonio Striano Percussioni
Orchestra da camera del teatro La Fenice di Venezia
Dir. Ettore Gracis
Orchestra Sinfonica della Rai di Roma
Dir. Nino Sanzogno
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Ordinarium Missae
Kyrie Cunctipotents genitor Deus, ff. 79r-79v
Kyrie Cunctipotents genitor Deus, ff. 88r-90r
Gloria, ff. 90r-92v
Kyrie Fons et origo, ff. 2r-3r
Alleluja Ego sum pastor bonus, I-Gua, f. 194v
Kyrie orbis factor, ff. 62r-26r
Cantasi come
Nostra avocata se, cantasi come Deduto sei, Vat266, f.32v; , ff. 46v-48r
Per verità portare, cantasi come non al suo amante, I-Ricc2871, f. 59v
Non al suo amante, ff. 78r-79r
Ad vesperas
[Deus in adjutorium meum intende], ff. 93r-94r
Antiphona: Hec est regina, I-SM572, f.141r; psalmus: Laudate pueri Dominum
Ave maris stella, ff. 96v-97r
Antiphona: Ave regina celorum, I-SM574, ff.109v-110r
Magnificat, ff. 95r-96v
Sicut erat in principio, cantasi come [Soventt mes pas], f. 94v
Benedicamus Domino, Deo gratias, ff. 79r-79v
Benedicamus Domino, ff. 79r-79v
Benedicamus Domino, ff. 57r-58r
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it