Fondazione Giorgio Cini, Venezia @en – Pagina 3 – Fondazione Giorgio Cini

Saggi e memorie di Storia dell’Arte 24

INDICE

Vincenzo Mancini
Aggiornamento di Lambert Sustris

Arabella Cifani – Franco Monetti
La Cappella Dal Pozzo del Camposanto di Pisa

Silvia Wolff
Nuovi contributi di Heinrich Meyring

Andrea Tomezzoli
Francesco Lorenzi (1723-1787): catalogo dell’opera pittorica

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Saggi e memorie di Storia dell’Arte 25

INDICE

Anne Markham Schulz
Paolo Campsa e la manifattura di ancone lignee nella Venezia del Rinascimento

William L. Barcham – Catherine R. Puglisi
Paolo Veronese e la Roma dei Barberini

Anne e Udolpho van de Sandt
Alla ricerca di “Pietro Bellotti, un Veneziano di Tolosa”

Luca Caburlotto
Private passioni e pubblico bene . Studio, collezionismo, tutela e promozione delle Arti in Giovanni de Lazara (1744 – 1833)

Lucia Ievolella
Pompeo Marino Molmenti, dall’ accademia al realismo

In ricordo di Francis Haskell

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Saggi e memorie di storia dell’arte 26

INDICE

Michele Vello, Le circoncisioni di Isacco e di Ismaele nell’atrio della basilica di San Marco: aspetti iconografici

Walter Cupperi, La riscoperta delle monete antiche come codice celebrativo.
L’iconografia dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nelle medaglie di
Alfonso Lombardi, Giovanni Bernardi, Giovanni da Cavino, “TP”, Leone e
Pompeo Leoni (1530 – 1558), con una nota su altre medaglie cesaree di
Jacques Jonghelinck e Joachim Deschler

Elena Bugini, Sugli strumenti musicali integliati ed intersiati del Rinascimento bresciano: note a margine di uno storico dell’arte

Marco Pizzo, Livio Odescalchi e i Rezzonico. Documenti su arte e collezionismo alla fine del XVII secolo

Arabella Cifani e Franco Monetti, Il Commendatore Genovosio, collezionista di disegni, dipinti antichi e antichità greco-romane

Antonello Cesareo, Gavin Hamilton (1723-1798): ” A gentleman of probity, knowledge and real taste”

Ginevra Agliardi, Il progetto di Leopoldo Pollach per il giardino di Villa Pesenti Agliardi a Sombreno. Con un’appendice di documenti inediti

Debora Tosato, La collezione di Francesco Aglietti (1757-1836)

Anna Mazzanti, Note di museologia veneziana: il ruolo di Angelo Conti funzionario presso le Gallerie dell’Accademia

Flavio Fergonzi, Un contratto inedito tra Giorgio Morandi e Mario Broglio:
identificazioni delle opere, storia collezionistica e novità
cronologiche del Morandi metafisico e postmetafisico

Alessandra Rizzi, Mario Praz: le ragioni di un collezionismo

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La danza barocca a teatro

Patrocinato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini, il cd è una testimonianza del concerto tenuto il 10 dicembre 2003 a Venezia, organizzato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi nel quadro delle manifestazioni dedicate alla riapertura del Teatro La Fenice.
Il disco presenta dieci danze barocche sulle scene tra il il 1640 e il 1681 (eseguite dalla Camerata Marciana diretta da Maurizio Valmarana, per la revisione e strumentazione di Riccardo Carnesecchi) selezionate dalle oltre 100 opere melodrammatiche manoscritte della Collezione Contarini, custodita nella Biblioteca Marciana di Venezia. Le musiche sono tratte dal volume La danza barocca a teatro. Ritornelli a ballo nell’opera veneziana del Seicento, a cura di Riccardo Carnesecchi, edito a Vicenza nel 2003 da Neri Pozza Editore.

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Al vecchio e indisciplinato Bagnoli

“Caro Maestro! Come nelle fiabe il suo vecchio e indisciplinato Bagnoli è stato raccolto da un impresario il quale lo fa girare il mondo; è la prima volta che mi accorgo di avere una fortuna sfacciata. Ciò mi rallegra però, cosa che altrettanto non diranno le mie vecchie e invidiosette compagne e colleghi. Sono così felice, Maestro!
[…] Allora, Maestro, è contento? Non dubiti che mi farò onore e non tradirò la scuola Casella”: così Eugenio Bagnoli al suo maestro Alfredo Casella in una lettera giovanile, dove si riflettono sentimenti che hanno caratterizzato brillantemente la vita artistica del grande concertista qui omaggiato per la sua lunga e attivissima presenza alla Fondazione Cini. Sentimenti tutti compresi nell’esercizio ideale della lucidità dell’interprete profondoche sa ‘socializzare’, ‘condividere’, nel clima magico della più alta musica da camera, con gli allievi più sensibili e i colleghi più geniali il senso della compartecipazione, del sodalizio dell’amichevole legame che amorosamente stringe chi sa comprendere le ragioni del far musica conoscendo e conoscendosi in un gioco di continue reazioni ai suggerimenti dei testi. Così, sulla scorta del magistero di Casella, Bagnoli ha sempre inteso configurare la sua lezione e il suo concerto, raramente solistico, come un fitto dialogo di segrete letture, come una dolcissima schermaglia di gioiose intuizioni che reggono il confronto, anche sperimentale, con i più diversificati universi stilistici. Questo disco dedicato al caro “vecchio indisciplinato” illustra cinque diverse scansioni del rapporto interpretativo dialogico, esemplificato, in più tempi, scorrendo alcune preziose testimonianze di una delle tante esemplari convivenze dialogiche intercorse tra Bagnoli, nel segreto poetico della camera per musica e i suoi allievi e compagni: quella che, con la straordinaria esperienza del duo pianistico con Gino Gorini, forse più si è inoltrata sulla strada dell’indagine stilistica a tutto campo.

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Saggi e memorie di storia dell’arte 28

Sommario

Wladimiro Dorigo, Spolia marmorei d’oltremare a Venezia (secoli XI-XIV).

Italo Furlan, Venezia, Costantinopoli, Palestina. Aspetti e circolazione della pittura “crociata”.

Antonio Iacobini, Roma anno 1200: pittura e mosaico al tempo della IV Crociata.

Ennio Concina, Nicea “guidata dallo spirito”.

Fabio Coden, Da Bisanzio a Venezia: niello o champlevé? Questioni critiche sulla scultura ad incrostazione di mastice.

Enrica Cozzi, L’arte
a Venezia attorno alla IV Crociata. Relazioni e influssi sulla pittura
murale dell’area italiana nord-orientale fra XII e XIII secolo
.

Wolfang Wolters, Il ciclo della IV Crociata nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia.

Stefano Pierguidi, Il
programma sacrificato ai pittori: le gallerie La Vrillière (Parigi
1635-1660), Spada (Roma, 1698-1705) e Bonaccorsi (Macerata, 1710-1717)
.

Riccardo Domenichini, Girolamo Mengozzi Colonna.

Fiorenzo Fisogni, “Memoria storica della vita di Ludovico Gallina”.

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Saggi e memorie di storia dell’arte 27

Il volume riporta le comunicazioni presentate al Convegno Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini, Nuovi Studi organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini nei giorni 3-4 dicembre 2003

SOMMARIO

Luca Mor, Una proposta bolognese per il Crocifisso ligneo duecentesco della Fondazione Giorgio Cini

Marco Campigli, Su Nino Pisano e sul suo seguito in Toscana: due Madonne lignee della Fondazione Giorgio Cini

Miklos Boskovits, Un nome per il maestro del trittico Horne

Andrea De Marchi, “Lorenzo e Jachomo da Venexia”: un percorso da Zanino a Jacopo Bellini e un enigma da risolvere

Riccardo Massagli, L’Adorazione dei pastori di Michele Campanti

Mario Di Giampaolo, Precisazioni su alcuni disegni della Fondazione Giorgio Cini

Laura Cavazzini, Nell’orbita di Amadeo: marmi del Rinascimento lombardo alla Fondazione Giorgio Cini

Aldo Galli, Calchi in stucco del primo Rinascimento: quattro Madonne della Fondazione Giorgio Cini

Lorenzo Finocchi Ghersi, Dosso Dossi, Giovanni Bellini e Tiziano, nei “Camarini” di Alfonso I d’Este

Maria Ida Biggi, Disegni di scenografia nelle collezioni Donghi e Certani

Marinella Pigozzi, Da Francesco Fontanesi ad Alfonso Trombetti. La scuola bolognese di scenografia fra Settecento e Ottocento

Marco Callegari, Marginaliasull’edizione padovana del 1621 degli Emblemata di Andrea Alciati

Valentina Cantone, Cristo vivo e Cristo morto nella croce dipinta della collezione Cini

Stefano Tumidei, Disegni di scultori bolognesi nella collezione Certani. Nuovi materiali per Giacomo Rossi

Giuseppina Raggi, I disegni di Colonna e Mitelli: una complessa questione attributiva

Anna Còccioli Mastroviti, Giuseppe Jarmorini quadraturista (Bologna, 1732-1816)

Ombretta Bergomi, Spigolature nei disegni della collezione Certani

Emilia Calbi, I disegni Certani per la manifattura Aldovrandi di Bologna

Angelo Mazza, Disegni di Creti, Dal Sole e altri: il mecenatismo del conte Alessandro Fava

Paola Rossi, Sculture secentesche alla Fondazione Giorgio Cini

Simone Guerriero, Un disegno di Giusto Le Court nella collezione Certani

Giordana Mariani Canova, La raccolta di miniature della Fondazione Giorgio Cini: venticinque anni di studi

Federica Toniolo, Ferrara nelle miniature del Rinascimento della Fondazione Giorgio Cini

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Tre sonate concertanti per fortepiano, violino e violoncello.

Nel luglio scorso presso la Fondazione Giorgio
Cini il Maestro Davide Amodio, docente di Musica d’insieme per
strumenti ad arcopresso il Conservatorio di Trieste, ha realizzato,
insieme con Edoardo Torbianelli, professore di fortepiano alla Schola
Cantorum di Basilea, e con Franck Bernède, professore di violoncello e
musicologia all’Università di Taipei, una registrazione discografica di
raro interesse. Si tratta di un inedito del grande compositore Ludwig
van Beethoven. Ai più recenti e innovativi sistemi di registrazione si
sono potuti unire strumenti d’epoca eccezionali: un fortepiano del 1823
uguale a quello appartenuto a Beethoven, un violoncello Teckler
interamente in stato originale, e un violino Pique del 1793, tutti con
corde in budello nudo, archi modello classico e modalità tecniche
esecutive d’epoca (violino senza mentoniera e spalliera, violoncello
senza puntale). La ricca massa di armonici del fortepiano ha permesso
di raggiungere equilibri sonori assolutamente impensabili con un
pianoforte moderno, scavando nell’infinita direzione dei piani e
trovandone così di delicatissimi (è di Beethoven uno dei primi e più
famosi pianissimi a tre p) ma anche impressionanti ed energici
fortissimi. L’insieme è dunque sempre compatto e tonico; tutti gli
strumenti possono dominare i propri livelli sonori con estrema
naturalezza. L’opera qui affrontata (le trascrizioni originali per trio
dei quartetti I, II e IV dell’opera 18) ha dato l’opportunità unica di
eseguire un’opera nota e al tempo stesso inedita, senza influenze di
altre precedenti interpretazioni. Il disco è in uscita con la rivista
«Amadeus» nell’autunno 2007.

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Etnomusicologia applicata: prospettive e problemi

Il volume raccoglie gli atti dell’omonimo Seminario Internazionale di Etnomusicologia curato da Francesco Giannattasio e organizzato dall’l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati nel gennaio 2003.

Anche se nata con intenti prettamente scientifici e di ricerca, l’etnomusicologia ha avuto, fin dai suoni inizi, una componente che si può definire ‘applicata’. Allestimento di musei, consulenze nell’ambito degli imperi coloniali, organizzazione di concerti, divulgazione attraverso la pubblicazione di incisioni discografiche, facevano già parte del bagaglio professionale dei musicologi comparati all’inizio del XX secolo. Col passare del tempo la figura dell’etnomusicologo come mediatore di cultura ha poi assunto un ruolo sempre più ampio all’interno della disciplina. In tempi recenti, tuttavia, la questione relativa alle diverse applicazioni del lavoro sul campo ha avuto uno sviluppo esponenziale ponendo alla figura del ricercatore di musiche tradizionali problemi e interrogativi inediti, in alcuni casi di delicatezza tale da investire lo statuto stesso della disciplina insieme alle posizioni metodologiche ed etiche di chiunque oggi faccia ricerca.

I testi qui raccolti erano stati pubblicati sul vecchio sito della Fondazione Cini già nel 2004 e hanno avuto ampia diffusione, costituendo anche utili riferimenti per i corsi di Etnomusicologia in diverse Università italiane. Vengono qui ripubblicati, sostanzialmente immutati, in una nuova versione grafica e mantenendo la loro forma multimediale, affinché possano continuare a circolare, ritenendoli ancora validi, nonostante il tempo trascorso.

 

 

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L’Opzione astratta

Ad Arzignano, dal 1946 al 1955, l’imprenditore elettromeccanico Antonio Pellizzari, buon musicista e direttore d’orchestra, organizzò ad uso dell’acculturazione dei suoi operai, sia in fabbrica sia presso il Teatro Sociale, diverse stagioni di concerti di musica antica e musica contemporanea. Frequentavano i concerti anche appassionati veneti, artisti e intellettuali di gran nome, fra i quali il pittore Santomaso, che dedicherà due quadri al tema dei Concerti di Arzignano: uno di essi, esposto nella mostra Giuseppe Santomaso e l’opzione astratta, precisa tra parentesi appunto il nome di Stravinsky. Tale dipinto fa storicamente riferimento al Concerto per due pianoforti soli di Igor Stravinsky eseguito ad Arzignano dal duo pianistico Gorini e Lorenzi. Di tale esecuzione storica l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini ha realizzato un cd, basato sulla testimonianza fonica originale, dedicato a Gorini, Lorenzi e Bagnoli. Il Concerto per due pianoforti soli fu composto da Stravinsky in più tempi, a Voreppe nel 1931 (I tempo), a Parigi nel 1934 (Notturno) e a Parigi nel 1935 (III tempo e IV, Variazioni [4] e Preludio e fuga), ed eseguito per la prima volta da Stravinsky stesso e dal figlio, suo sosia, Soulima, il 21 novembre 1935 a Parigi nella Salle Gaveau.

L’OPZIONE ASTRATTA

Igor Stravinsky
Concerto per due pianoforti soli

Gian Francesco Malipiero
Omaggio a Belmonte

Dmitry Sostakovic
Concertino op. 24 per due pianoforti

Bela Bartok
Sonata per due pianoforti e percussioni

Gino Gorini, Sergio Lorenzi, Eugenio Bagnoli Pianoforte
Leonida Torrebruno, Antonio Striano Percussioni
Orchestra da camera del teatro La Fenice di Venezia
Dir. Ettore Gracis
Orchestra Sinfonica della Rai di Roma
Dir. Nino Sanzogno

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