Le tecniche esecutive

Il toquío

 

Il toquío (da ‘tocar’, ‘suonare’) è la componente strumentale associata all’entonación (la melodia), ed è eseguito con il guitarrón o con la chitarra. L’assieme di toquío ed entonación costituisce la forma musicale che accompagna il verso (che è invece la forma letteraria del componimento). Mentre l’associazione tra verso ed entonación è sostanzialmente libera, cioè a discrezione del singolo cantore, ogni entonación è complementata da un preciso toquío corrispondente.

 

Toquíos del guitarrón

Il guitarrón è uno strumento non facile da accordare e suonare, a causa del grande numero di corde, distribuite in uno spazio in proporzione piuttosto angusto, dato che la tastiera è solo di poco più larga di quella di una comune chitarra a sei corde. L’interprete, stando seduto, sostiene lo strumento in orizzontale, come una normale chitarra [Fig. 2.1.], oppure con un’inclinazione più verticale, appoggiando il fondo della cassa sulle gambe. Nel primo caso si ottiene una maggiore agilità per la mano sinistra, mentre nel secondo è favorita la mano destra. La maggiore difficoltà per la mano sinistra è rappresentata dal dover premere con precisione e forza gruppi di cinque o sei corde ciascuno. Di conseguenza si prediligono le digitazioni più semplici, cioè con molte corde vuote. La mano destra, appoggiata sul piano armonico in prossimità del ponticello, pizzica le corde alternando pollice, indice e medio [Fig. 2.2.]. Non è invece mai utilizzata la tecnica del rasgueo – cioè la “battuta” o “grattata” simultanea su più corde con il pollice o le altre dita della mano destra, sia dall’alto in basso sia all’inverso – tipico invece nella pratica chitarristica iberica e latinoamericana, Cile compreso.

 

Il toquío del guitarrón consiste in una sequenza melodico-armonica continua, che include parti di pizzicato melodico (punteo) a note singole o doppie, e altre figure, come il trinado (trillo), cioè una sequenza ritmicamente più veloce sulle note dell’accordo. Queste figure si combinano in formule ricorrenti che caratterizzano in particolare le clausole a fine frase e le cadenze. Per sottolineare determinati passaggi, l’interprete può occasionalmente percuotere o ribattere anche le corde laterali, i diablitos, che completano e risaltano nel registro acuto l’armonia degli accordi di tonica e di dominante. Grazie alla frequenza elevata di note pizzicate a corda vuota, con la loro prolungata risonanza intensificata dalla conformazione di unisoni e ottave di ciascun ordine, il toquío del guitarrón produce nel complesso un flusso sonoro continuo e legato, chiamato campanilleo (scampanellio), una qualità apprezzata dagli interpreti. Le scelte della tecnica esecutiva – come le posizioni accordali semplici e l’alternanza continua di pollice, indice e medio nel pizzicato – riflettono l’esigenza di non affaticare eccessivamente lo strumentista che, secondo l’uso abituale in passato, doveva accompagnare consecutivamente anche per diverse ore numerosi cantori.

 

Toquíos della chitarra

 

La chitarra nel canto a lo poeta è impiegata soprattutto con accordatura traspuesta (vedi la scheda Strumenti). Anche i toquíos della chitarra possono impiegare le tecniche del punteo e del trinado, probabilmente per influenza del modello prestigioso del guitarrón e del canto a lo poeta: nel video dedicato alla guitarra traspuesta, il cantore Roberto Carreño definisce infatti questa modalità punteada anche come “a lo poeta”. La maggior parte dei toquíos di chitarra sono però basati sulle tecniche del rasgueo, quindi sulla percussione ritmica degli accordi con le dita della mano destra, con tutta una varietà di modi di colpire le corde che include anche il caratteristico golpe apagado, in cui la mano stoppa le corde allo stesso tempo che le percuote. L’utilizzo di accordature aperte (vale a dire che producono a corde vuote un’armonia consonante) consente di servirsi del rasgueo della mano destra per produrre una melodia nel registro acuto sulle prime corde, mentre simultaneamente le corde vuote del registro medio e grave offrono un supporto armonico continuo, a modo di bordone.

 

Il video di approfondimento sulle tecniche propone esempi di punteo e trinado del guitarrón, e di rasgueo della chitarra traspuesta.

 

Il canto

 

Lo stile vocale del canto a lo poeta è caratterizzato da un’emissione tesa e potente, in un registro che, fatte salve le peculiarità di ciascun cantore, tende generalmente all’acuto, o comunque alla fascia più acuta del registro del cantore. L’espressività del canto deriva dalla sua semplicità, tensione e chiarezza, anche nella dizione del testo, che rimane il perno della performance del poeta. Sono invece assenti coloriture affettive, come il vibrato o abbellimenti vari. Un procedimento che contribuisce ad accrescere l’espressività e l’autonomia estetica del canto è quello che Santos Rubio, cantore di Pirque, definiva “cantar arrogante”: uno stile in cui la voce tende a dilatare il fraseggio, evitando la coincidenza con l’accentazione ritmica e regolare del toquío dello strumento. Il verso per Adamo ed Eva interpretato da Roberto Carreño offre un esempio di questa voluta indipendenza tra la metrica dello strumento e quella più libera e dilatata del canto.