Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Fondazione Giorgio Cini

Transcendence in the Small Gestures of Life

Il simposio Transcendence in the Small Gestures of Life: Attention and Care for Nature and Humans in Religious Traditions esplora come le tecniche spirituali risvegliano la cura e l’attenzione verso il mondo naturale, gli altri esseri umani e la creazione.
Esperienze come le cerimonie sama sufi, l’uso del profumo nelle cerimonie funebri, e la cura di piante e animali sono esempi di come la spiritualità si esprima attraverso piccoli gesti che connettono alla trascendenza. Il simposio approfondisce anche come questi approcci spirituali influenzino lo studio delle religioni e le sfide contemporanee, in particolare la crisi ecologica globale.

L’evento è co-organizzato dal Centro di Studi Comparati sulle Civiltà e le Spiritualità (Fondazione Giorgio Cini) insieme all’Muslim Worlds Network of the European Association of Social Anthropologists (EASA) e al Centro di Ricerche Etnografiche e di Antropologia applicata “Francesca Cappelletto” (CREAa) del dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona.

programma
Giovedì, 2 ottobre
plus

9:30 – 10:00 | Welcome Greetings

  • Francesco Piraino (Fondazione Giorgio Cini)
  • Lili Di Puppo (FAU Erlangen-Nürnberg / KU Leuven)
  • Fabio Vicini (University of Verona)

10:00 – 11:00 | Panel: Disarticulating Transcendence in the Everyday

Chair: Francesco Piraino (Fondazione Giorgio Cini)

11:00 – 11:30 | Coffee Break

11:30 – 12:30 | Panel: Everyday Care and the Sacred

Chair: Fabio Vicini (University of Verona)

14:30 – 15:30 | Panel: Experiencing Subtle Forms of Transcendence

Chair: Lili Di Puppo (FAU Erlangen-Nürnberg, KU Leuven)

Venerdì, 3 ottobre
plus

10:00 – 11:00 | Panel: Nature, Body, and Transcendence

Chair: Lili Di Puppo (FAU Erlangen-Nürnberg / KU Leuven)

11:00 – 11:30 | Coffee Break

11:30 – 12:30 | Panel: Transcendence and Beauty in Pilgrimage

Chair: Fabio Vicini (University of Verona)

14:30 – 16:00 | Plenary

La conferenza si terrà in lingua inglese.

Influenza “spagnola” e Grande Guerra: la creazione artistica sotto scacco

Questa giornata di studi è organizzata in collaborazione con il Laboratorio Soldado de Nápoles, diretto da Gabriele Frasca dell’Università di Salerno.
Il gruppo compie indagini sull’intreccio tra la Prima Guerra Mondiale e la pandemia come fattore determinante per la formazione del clima artistico e culturale degli anni Venti del XX secolo. Le relazioni offrono una serie di letture critiche che spaziano tra diversi ambiti artistici e disciplinari: dai volti della malattia in Egon Schiele alle figure del contagio e della contaminazione in The Waste Land di T.S. Eliot, all’intreccio di cosmopolitismo e nazionalismo musicale in Histoire du soldat di Igor Stravinskij, fino all’impatto della pandemia sulla concezione delle Sette canzoni di Gian Francesco Malipiero.

Concerto Le Concert des Amateurs. Joseph Bologne Chevalier de St. George, Concerti e sinfonie, 1770-1780

In concomitanza con il seminario di Musica Antica, la sala degli Arazzi ospiterà un concerto speciale che vedrà protagonisti giovani violinisti professionali o semi-professionali specializzati in repertori barocchi.

Il seminario si inserisce nel quadro dell’importante rassegna tematica dedicata a Giacomo Casanova, attraverso la ricerca e lo studio di partiture o altro materiale musicale che evochi le possibili comuni frequentazioni parigine di Giacomo Casanova e Joseph Boulogne. Di vent’anni più giovane, Boulogne condivise con il celebre veneziano diversi tratti biografici: habitué nelle altre sfere nobiliari, leggendario seduttore, violinista, in seguito, anche agente politico e massone. L’opera di Boulogne verrà infatti messa in prospettiva con le sue attività politiche.

Docente principale sarà Théotime Langlois de Swarte, giovane stella del violinismo barocco europeo e mondiale; ad assisterlo nel repertorio delle sinfonie, invece, sarà lo stesso Direttore dei Seminari, Pedro Memelsdorff.

Le Concert des Amateurs
Joseph Bologne Chevalier de St. George, Concerti e sinfonie, 1770-1780

Interpreti borsisti:
Akdzha Dzhanykova, violino
Laurène Patard-Moreau, violino
Simone Pirri, violino

Accompagnatori:
Hyngun Cho Choi, violoncello
Nicola Lamon, organo e cembalo
Géraldine Roux, viola

Dirigono gli insegnanti: Théotime Langlois de Swarte e Pedro Memelsdorff

Evento realizzato con il contributo di:
Regione del Veneto; fondazioni Concordance; Irma Merk e L.+ Th. La Roche

Joseph Bologne, Chevalier de St. Georges, nato in Guadalupa nel 1745 dal colono Georges Bologne e dall’afrodiscendente schiavizzata Nanon, visse in Francia dal 1753, dove sviluppò una doppia carriera di esperto in arti marziali – soprattutto in scherma – e di compositore e violinista. Forse allievo di François-Joseph Gossec e Antonio Lolli, divenne prima membro e poi direttore dell’orchestra di Gossec Concert des Amateurs – più tardi una delle più rinomate in Europa –, debuttando nel 1772 con i propri concerti per violino. Da allora compose un importante corpus di musica strumentale che comprende due collezioni di quartetti d’archi (tra i primi composti a Parigi), una dozzina di straordinari concerti per violino e altrettante sinfonie concertanti – oltre ad almeno sei opere e arie sparse. Infatti, nel 1776 fu proposto quale direttore dell’Opera di Parigi, ma la sua nomina fu bloccata da alcune delle dame della Direzione, che chiesero Maria Antonietta di non “degradare il loro onore mettendole agli ordini di un mulatto” – scandalo che convinse Luigi XVI a nazionalizzare l’Opera. È sulla musica strumentale di Bologne che si concentra questa edizione dei seminari, in particolare sui concerti per violino ed alcune delle sue sinfonie concertanti.

Questo sarà anche il repertorio del concerto finale ad opera dei borsisti selezionati tramite bando internazionale.

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[accordion_entry title=”Modalità d’accesso”]
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
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Tito Manlio tra giustizia e tirannide: il potere nell’opera di Vivaldi

L’incontro di settembre  dell’Accademia Vivaldi, guidato da Gemma Bertagnolli, è dedicato alle tematiche del potere, della giustizia e della legittimità del comando, analizzando le figure dei sovrani – giusti vs tiranni − nelle opere vivaldiane (in particolare Tito Manlio, ma anche Teuzzone, Bajazet, Ottone, Giustino, Motezuma ecc.), così da mettere in luce i diversi stili che caratterizzano il loro esercizio dell’autorità. L’attenzione si concentra anche sulle responsabilità morali del governante, sul rapporto tra potere e sudditi, e sull’emergere di una nuova consapevolezza dei diritti individuali, inclusi quelli delle donne, tema che inizia a farsi strada proprio in questo periodo.

All’interno dell’incontro è prevista una conferenza di approfondimento, organizzata in collaborazione con il gruppo di ricerca La drammaturgia musicale a Venezia (1678-1792) della Fondazione Ugo e Olga Levi, I limiti del potere nel XVIII secolo. I doveri dei governanti e i diritti dei sudditi nelle opere vivaldiane. Tenuta da Giada Viviani si svolge giovedì 4 settembre alle ore 18.30 presso Palazzo Giustinian-Lolin, sede della Fondazione Levi.

L’Accademia si conclude con un concerto-racconto, venerdì 5 settembre alle ore 18.00 a San Giorgio, in cui gli allievi e le allieve del corso presentano le arie vivaldiane dall’opera Tito Manlio, RV 778, rappresentata a Roma durante il carnevale del 1720 nell’Antico Teatro della Pace.
La figura del Console di Roma, Tito, si trova a un bivio: applicare la legge o ascoltare la voce del sentimento? Un dilemma tragico-eroico, che incontra un intimo dissidio, si svolge nella Roma Repubblicana del IV secolo prima di Cristo. Il figlio di Tito, Manlio, con il fuoco della giovinezza che anima il suo spirito valoroso di guerriero, disattende gli ordini paterni e disobbedisce alla Legge del Senato. La sua colpa merita quindi la morte, e la fatale sentenza va emessa senza tentennamenti da Tito, che prima di essere padre è Console dei Romani e deve applicare la Legge a cui anche il capo è sottoposto. Giustizia va fatta e sarà il fato, da cui dipendono i destini di tutti gli esseri umani, sudditi come potenti, a decidere.

Finita, con il Seicento, l’epoca delle grandi epidemie di peste, il periodo in cui Vivaldi visse e operò non vide l’Europa teatro di reali pandemie; di conseguenza, il suo lascito artistico non si confronta con questa tematica. Viva, invece, era la discussione sulle diverse forme possibili di organizzazione dello Stato (monarchia vs repubblica oligarchica) e sui limiti alla legittimità del potere, prodromi indispensabili alla successiva elaborazione del pensiero europeo sulla democrazia. Nella prima metà del Settecento, il dramma per musica ha trattato soprattutto il problema del sovrano assoluto, esplorando il discrimine tra l’esercizio “illuminato” di tale funzione e la sua degenerazione in tirannia; centrale è la riflessione sulle responsabilità dei governanti nei confronti dei sudditi e dei diritti di questi ultimi, rispetto ai quali, in questi decenni, si inizia a sviluppare una nuova consapevolezza, declinata anche nell’ottica di un’incipiente attenzione per la questione femminile.

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[accordion_entry title=”Modalità d’accesso”]
Conferenza e Concerto entrambi a ingresso libero fino esaurimento dei posti.
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Casanova e l’Europa. Opera in più atti

In occasione dei 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, figura emblematica del Settecento europeo, la Fondazione Giorgio Cini celebra il celebre veneziano con un ampio progetto espositivo e culturale. Il percorso si articola in due mostre: il primo capitolo si apre a Palazzo Cini a San Vio, dal 27 settembre 2025 al 2 marzo 2026; il secondo si svolge sull’Isola di San Giorgio Maggiore con il titolo Casanova e l’Europa. Opera in più atti (17 ottobre 2025 – 2 marzo 2026).

Venezia, la città da cui Casanova partì, come molti altri, per viaggiare attraverso un’Europa in trasformazione, era uno dei poli culturali del continente e in quel tempo inquieto viveva le ultime fasi della Repubblica.

La sfida con cui la Fondazione ha voluto misurarsi è stata quella di restituire i molteplici volti di Casanova e le innumerevoli sfaccettature del suo tempo.

La mostra Casanova e l’Europa. Opera in più atti  è realizzata in collaborazione per la realizzazione degli allestimenti con  la Fondazione Teatro La Fenice.

Allestita sull’Isola di San Giorgio Maggiore, l’esposizione offre uno straordinario sguardo su quanto custodito e studiato dagli Istituti della Fondazione Cini, raccontato attraverso la figura e il tempo di Casanova.

La mostra restituisce la vivacità del panorama culturale europeo, l’intensità degli scambi intellettuali e la ricchezza dei punti di vista in un periodo di grande trasformazione: dal tramonto dell’Ancien Régime al periodo napoleonico, fino all’avvento della rivoluzione industriale e liberale dell’Ottocento.

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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]

Aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 18. Chiuso il mercoledì.

Ingresso libero

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Best Secret Place

In occasione dell’82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la Fondation Cartier pour l’art comtemporain proietta il film “Best Secret Place” dei registi Caroline Poggi e Jonathan Vinel tutti i giorni alle 18.00 dal 31 agosto al 6 settembre, negli spazi espositivi della Fondazione Giorgio Cini. Il film è stato commissionato dalla Fondation Cartier ed è stato girato nel cantiere dei nuovi spazi della Fondation Cartier al numero 2 di Place du Palais Royal a Parigi.

Sinossi del film

Ogni notte, i personaggi si svegliano in un luogo segreto. Non sanno dove si trovano né come ci siano arrivati. Alla ricerca di indizi sui muri e nei graffiti, popolano lo spazio con le loro paure, i loro desideri e i loro sogni. In questo insolito scenario onirico, la malinconia si trasforma gradualmente in luce.

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[accordion_entry title=”Caroline Poggi & Jonathan Vinel”]
Caroline Poggi e Jonathan Vinel sono stati selezionati per partecipare alla sezione Venice Immersive del Festival Internazionale del Cinema di Venezia 2025. Caroline Poggi è nata nel 1990 ad Ajaccio. Ha studiato montaggio cinematografico all’Università della Corsica e si è poi laureata all’Università Paris 8. Jonathan Vinel è nato nel 1988 a Tolosa e ha studiato montaggio alla Fémis. Hanno iniziato dirigendo individualmente prima di collaborare al film Tant qu’il nous reste des fusils à pompes, che ha vinto l’Orso d’Oro per il miglior cortometraggio alla Berlinale del 2014. Il loro primo lungometraggio, Jessica Forever (2018), è stato presentato al Toronto International Film Festival e successivamente alla Berlinale 2019. Eat the Night è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2024.
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[accordion_entry title=”Orari e Modalità d’accesso”]
Tutti i giorni alle ore 18:00, dal 31 agosto al 6 settembre.
L’ingresso alla mostra è gratuito e non è necessaria la prenotazione per assistere alle proiezioni.
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L’inganno trionfante in amore

Il 18 luglio, alle ore 18.00, presso il Padiglione delle Capriate, viene presentato L’inganno trionfante in amore, Dramma per musica in tre atti di Antonio Vivaldi, su libretto di Matteo Noris, messo in scena nell’autunno 1725 al Teatro Sant’Angelo di Venezia, proprio nell’anno di nascita di Giacomo Casanova, il cui nome è divenuto per i posteri sinonimo di seduttore, e quindi re degli inganni in amore.

A esibirsi, gli allievi dell’Accademia Vivaldi, in un concerto che rappresenta il culmine di un intenso percorso di studio e riflessione sul mito del libertino nella cultura musicale e teatrale tra Seicento e Settecento.

Amore e inganno nell’opera del Settecento sono spesso intrecciati.

Il Dramma per musica di Vivaldi è storia di re e di regine, e di inganni messi in atto e che passano da personaggio a personaggio – e anche il destino ci mette il suo carico – perché alla fine trionfi Amore. Perduta la musica, sono giunte fino a noi solo alcune arie dell’opera, che vengono raccordate tra loro con un testo che narra le trame del libretto, mettendo in luce che l’inganno non è sempre da giudicare riprovevole ma, se ben congegnato, può portare alla soluzione sperata e da tutti desiderata.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Complex Networks at Statphys29

STATPHYS29, la 29° conferenza IUPAP di Fisica Statistica, si terrà a Firenze (14-17 luglio 2024). Riunisce scienziati da tutto il mondo per discutere reti complesse, materia attiva, sistemi quantistici e applicazioni interdisciplinari. Evento chiave per scoprire le frontiere della disciplina, con contributi da fisica, biologia e scienza dei dati. Organizzata da INFN, CNR e Università di Firenze, valorizza l’eccellenza italiana.

Il workshop satellite su Complex Networks si terrà alla Fondazione Giorgio Cini (Venezia, 21-23 luglio 2025), in connessione con STATPHYS29. Focus su reti applicate a patrimonio culturale, sistemi socio-tecnologici e modelli data-driven. Un ponte tra fisica statistica, digital humanities e scienze sociali, con interventi di scienziati da tutto il mondo.

Attività realizzata nell’ambito del Progetto CHANGES – Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society, cod. progetto PE00000020 – CUP H53C22000850006, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

Casanova prima di Casanova

La tavola rotonda Casanova prima di Casanova — Costruzione culturale del mito del libertino, organizzata in collaborazione con il gruppo di ricerca La drammaturgia musicale a Venezia (1678-1792) della Fondazione Ugo e Olga Levi coordinato da Giada Viviani, intende riflettere sul contributo del dramma per musica sei-settecentesco alla costruzione culturale del mito del libertino, mettendo in luce tematiche sviluppate in intrecci come quello de L’inganno trionfante in amore.

Trattata in particolare nelle accademie veneziane seicentesche, ma popolare fino alla fine del XVIII sec., la figura del libertino incarnava questioni filosofiche e politico-morali come la legittimità della libertà di pensiero, anche contro i dogmi della Chiesa, la messa in discussione delle norme civili e religiose, nonché il sovvertimento delle rigide relazioni gerarchiche su cui si reggeva il costrutto sociale dell’Ancient règime. In tal senso vanno interpretate anche le situazioni erotiche o ambigue sul piano della connotazione dei generi, di cui l’opera veneziana dell’epoca – tra cui diversi lavori di Vivaldi – offre numerosi esempi: non era il dato sensuale in sé a costituire l’oggetto principale della rappresentazione, bensì la sua funzione come elemento sovvertitore e, in quanto tale, capace di aprire nuovi orizzonti del possibile sul piano filosofico, morale e politico.

 

Daria Perocco
Università Ca’Foscari, Venezia
Se Casanova le avesse conosciute… Alla ricerca delle prime libertine

Nicola Badolato
Università di Bologna
Suggestioni libertine nei libretti veneziani di metà Seicento

Lorenzo Mattei
Università Aldo Moro, Bari
Altri Don Giovanni. Sulla figura del libertino nell’opera comica del secondo Settecento

Gerardo Tocchini
Università Ca’ Foscari, Venezia
Romantici e reazionari di età Secondo Impero: la fabbricazione del mito del Settecento libertino

Moderatrice

Giada Viviani
Università di Genova e Fondazione Ugo e Olga Levi

Discussant

Cesare Fertonani
Università di Milano

Olivier Fourés
Conservatorio Superiore di Madrid

Venetiae, mundi splendor – Johannes Ciconia tra Roma e il Veneto, 1390-1412

Venetiae, mundi splendor – Johannes Ciconia tra Roma e il Veneto, 1390-1412, l’evento formativo fa parte dei Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini e rappresenta un’occasione di riflessione scientifica sulla relazione tra musica e malattie sociali, tra musica e discriminazioni sociali a seguito di eventi pandemici come la grande peste del 1348 in Europa.
Il seminario, rientra nel programma tematico annuale Democrazia e Pandemie, cui è dedicata la mostra Venezia e le epidemie allestita presso la Biblioteca del Longhena a partire dal 20 giugno.

I cinque giorni di seminario si concentrano sulla vita di Johannes Ciconia (Liegi, ca. 1370-Padova, 1412) che ha dato luogo a svariate biografie, le prime delle quali confondevano la sua figura con quella dell’omonimo padre. Giovane cantore al servizio del cardinale Philippe d’Alençon ai primi anni 1390 a Roma, Ciconia figlio assorbì lo stile polifonico della Cappella Papale – non ultimo quello dello scriptor apostolicus e prolifico compositore Antonio Zacara da Teramo. Ma in seguito, morto d’Alençon nel 1397, usò i contatti politici di quest’ultimo per trovare nuovi impieghi nel Nord Italia: prima forse a Lucca e Milano, poi sicuramente a Padova dal 1402, dove fu al servizio del giurista e religioso Francesco Zabarella e della Cattedrale di Padova fino alla precoce morte nel 1412.
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[accordion_entry title=”Johannes Ciconia: tra amore cortese e medicina”]
A uno dei suoi mottetti verrà dedicata particolare attenzione: Ut te per omnes celitus / Ingens alumnus Padue. Composto a Padova e esplicitamente dedicato a Zabarella, il brano al contempo descrive l’onnipotenza divina e allude a uno scenario apocalittico attraverso le parole omnipater qui cuncta nutu concutit. Ebbene, che questo scenario possa alludere alla peste è suggerito dalla recrudescenza della malattia occorsa a Padova nel 1404, che costrinse Zabarella a ritirarsi, forse con parte dei suoi familiares, a Cittadella. L’ipotesi verrà esaminata assieme ai rapporti che legano la peste non solo alla vicenda biografica di Ciconia e dei suoi protettori, ma anche a repertori musicali a lui coevi. Tra essi si pensa soprattutto a quello delle laudi del tardo Trecento o primo Quattrocento toscano – talune delle quali venivano cantate su melodie o polifonie di Ciconia –, ma anche a quello francese e in particolare alle opere di Guillaume de Machaut composte negli anni attorno al suo fortunato scampo dalla peste del 1348, in parte ancora circolanti in Italia alla fine del secolo.

Una di queste opere, il boeziano Remède de Fortune, contiene un virelai monofonico rielaborato da una ballade polifonica circolante nel nord Italia ai primi del Quattrocento: Amour m’a le cuer mis en tel martire; il suo testo tematizza esplicitamente il rapporto tra amore cortese e medicina. Un’altra, Le Jugement dou Roy de Navarre, offre lo spunto per una riflessione – ancora più generale – sul vincolo tra la musica e le discriminazioni sociali, culturali e religiose scaturite dal diffondersi della grande peste del 1348 in Europa. Si ricorderà in proposito che nel Jugement dou Roy de Navarre Machaut dedica un’estesa sezione all’accusa contro gli ebrei quali avvelenatori di fiumi e fontane, ritenuto all’origine della pandemia – la stessa stigmatizzazione che, com’è noto, ricorre con grande frequenza nella letteratura tre-quattrocentesca italiana ed europea.
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Docenti del seminario saranno Barbara Zanichelli, cantante e docente specializzata nel repertorio tardo medievale, e Pedro Memelsdorff, direttore dei Seminari di Musica Antica dal 2006. Ad affiancarli i musicologi Francesco Zimei – esperto in repertori laudistici – e Anna Zayaruznaya – specialista nell’Ars Nova francese, docente a Yale.

L’evento è organizzato in collaborazione con Fondation Concordance (Basilea), Alamire Foundation (Lovanio), Irma Merk Stiftung e L.+Th. La Roche Stiftung (Basilea), contributori delle borse di studio vincitrici del bando.

Il 26 giugno, come parte del seminario, si terrà un concerto a cura dei borsisti vincitori del bando.
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[accordion_entry title=”Modalità d’accesso”]
I borsisti vincitori sono stati selezionati tramite bando.
Il Seminario è aperto e gratuito anche ad ascoltatori, su richiesta e approvazione della segreteria.
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