Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 20 di 55 - Fondazione Giorgio Cini

Multa renascentur

Nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969) sarà organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini un importante convegno di studi,  con l’intento di promuovere un iniziale approfondimento sulle vicende personali e professionali del famoso libraio, napoletano di nascita e fiorentino d’adozione. Sono stati coinvolti più di venti relatori, che contribuiranno a incrementare le informazioni su De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e
collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività commerciale, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano. Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione della sua collezione antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si fa ora promotrice.

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L’archivio Paolo Poli alla Fondazione Giorgio Cini  

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma annuncia l’acquisizione dell’archivio personale del poliedrico artista fiorentino Paolo Poli (Firenze, 23 maggio 1929 – Roma, 25 marzo 2016).
La donazione, che documenta la carriera del celebre attore, cantante, regista e autore dagli spettacoli realizzati dai primi anni Cinquanta fino alle produzioni degli anni Duemila, sarà ufficializzata giovedì 19 settembre ore 11.30 con una presentazione aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore cui prenderanno parte i donatori, la sorella Lucia Poli e il nipote Andrea Farri. 
Con l’occasione sarà esposta una selezione dei materiali d’archivio nella Biblioteca del Longhena, tra questi, fotografie di scena, locandine e rassegna stampa degli spettacoli, note di regia e copioni autografi.

L’incontro vedrà anche la partecipazione di Milena VukoticRodolfo Di Giammarco e Pino Strabioli. Accanto a loro, donne e uomini di teatro porteranno testimonianza della propria esperienza con Paolo Poli

Seminari di Musica Antica 2019 | Wetron Wynde. Taverner, Tye e Sheppard 1530-1560

La Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con le Fondazioni Concordance, Irma Merk e L.+Th. La Roche, dedicherà un Seminario di Musica Antica al repertorio liturgico e paraliturgico
inglese di metà Cinquecento, in particolare alle messe di John Taverner, Christopher Tye e John Sheppard, occasionalmente composte su melodie tradizionali come la celebre Westron
Wynde (‘vento da ovest’). Oltre a queste messe, si esamineranno anche mottetti, salmi e antifone votive degli stessi compositori, testimonianze musicali delle aspre controversie religiose tra la
Chiesa di Roma e le Riforme inglese e tedesca dopo il 1530 e attorno agli anni del regno di Maria Tudor la Cattolica (1553-58). Il Seminario, diretto da Pedro Memelsdorff, vedrà come docente
principale lo specialista inglese Peter Phillips, fondatore dell’ensemble The Tallis Scholars e studioso di primo ordine dei repertori proposti. Con oltre duemila concerti e numerosissime incisioni discografiche e radiofoniche ha contribuito più di ogni altro direttore alla diffusione della polifonia inglese del Rinascimento.

 

I partecipanti al Seminario Westron Wynde. Taverner, Tye e Sheppard Messe, mottetti, salmi, antifone nel Rinascimento inglese (1530-60) sono stati selezionati con il consueto bando di concorso internazionale e si esibiranno in concerto all’Auditorium ‘Lo Squero’ venerdì 11 ottobre alle ore 18.


venerdì 11 ottobre ore 18 | Auditorium ‘Lo Squero’ 
Concerto
Direttore Seminari Pedro Memelsdorff
Insegnanti M° Peter Phillips e Prof. Magnus Williamson
Ensemble selezionato tramite concorso internazionale: Ensemble Tarentule
CECIL GALLOIS (alto and director)
VINCENT-ARNAUD GAUTIER (baryton-bass)
GÉRALDINE JEANNOT (soprano)
 XAVIER DE LIGNEROLLES (tenor and director)

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Workshop di fotografia Fotografare il sacro

Il Centro di Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini organizza in collaborazione con l’agenzia Magnum un workshop di tre giorni dedicato al rapporto tra fotografia e sacro, dove si discuterà di come rappresentare i fenomeni religiosi, ritraendo i rituali, le credenze e le esperienze di vita. L’insegnamento sarà incentrato sulla produzione, lo sviluppo, la documentazione e la cura della pubblicazione di lavori su questo argomento.

 

Il workshop sarà condotto dal fotografo Magnum Jonas Bendiksen, autore del libro The Last Testament, pubblicato nel 2017 da GOST Books. Nel suo libro, Bendiksen racconta la storia di  sette uomini che rivendicano di essere il Messia biblico ritornato sulla terra. Alcuni hanno migliaia di seguaci, altri solo un pugno di discepoli. Tutti sono uniti nella fede di essere i prescelti, tornati in terra per salvare il mondo.

 

Il workshop offrirà la possibilità di lavorare a fianco del fotografo e del suo editore Stuart Smith, in un’esperienza coinvolgente, incoraggiando un gruppo di talentuosi partecipanti selezionati a superare i modi classici della narrazione e della raffigurazione.

The ArtTech Forum 2019

La Fondazione ArtTech è una realtà svizzera, creata nella primavera del 2017 con l’obiettivo di costituire una piattaforma per lo scambio e l’incontro tra gruppi di esperti al fine di mettere in comunicazione due mondi tradizionalmente lontani. Attraverso lo sviluppo di iniziative a livello nazionale e internazionale, la Fondazione ArtTech si prefigge di preservare e promuovere il patrimonio culturale, stimolando la riflessione sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sostenendo progetti pionieristici, dirompenti e innovativi che si collocano all’incrocio tra cultura, arte, tecnologia e scienza.

 

La Fondazione ArtTech si propone altresì di favorire la costituzione di un ambiente favorevole alla nascita di start-up ad alto potenziale. Edificando una comunità che raccoglie ricercatori, personalità del mondo dell’arte e della cultura, investitori e imprenditori, la Fondazione ArtTech mira a ricoprire un ruolo guida in questo settore giovane e in forte espansione. In questo contesto vocazionale, la Fondazione ArtTech organizza a cadenza annuale l’ArtTech Forum, che riunisce in seminari e tavole rotonde una comunità internazionale di ricercatori, tecnici, scienziati e rappresentanti del mondo dell’economia e della cultura. La terza edizione dell’ArtTech Forum si svolgerà il 24 settembre 2019 a Venezia, in partnership con la Fondazione Giorgio Cini.

Durante la conferenza saranno presentati diversi progetti che faranno emergere il legame tra le nuove tecnologie, la conservazione del patrimonio e l’archiviazione dei dati storici. ArtTech Forum 2019 comprende anche una tavola rotonda, nella quale verranno discussi nuovi modelli di business focalizzati a promuovere imprenditorialità e investimenti nel campo della cultura e della tecnologia. Infine, il programma prevede l’assegnazione del Premio ArtTech a una delle otto start-up selezionate da una giuria internazionale. Ai partecipanti che arrivano dall’Europa,
gli Stati Uniti e l’Asia sarà offerta l’opportunità di stringere legami privilegiati utili allo sviluppo e al lancio di progetti innovativi.

 

Per maggiori informazioni su Fondazione ArtTech e ArtTech Forum 2019 consultare il sito https://arttechfoundation.org/

Accademia Vivaldi

Sabato 30 novembre alle ore 17.00, all’Auditorium Lo Squero, si esibiranno gli allievi partecipanti all’incontro dal 26 al 30 novembre, dell’Accademia Vivaldi tenuto dal violinista Giorgio Fava e dal violoncellista Walter Vestidello.

Ingresso libero fino a esaurmento posti


Per il terzo anno consecutivo l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi organizza l’Accademia Vivaldi, dedicata all’approfondimento della prassi esecutiva delle composizioni del Prete rosso e rivolta
a giovani musicisti e cantanti. Tra febbraio e luglio si sono già svolti sei incontri: quattro, tenuti dal soprano Gemma Bertagnolli, dedicati al repertorio vocale sacro e profano, uno tenuto dal violinista Giorgio Fava e uno dal violoncellista Walter Vestidello, dedicati rispettivamente al repertorio per violino e a quello per violoncello. I restanti quattro incontri avranno luogo fra settembre e novembre: nel primo (dal 18 al 21 settembre) verrà approfondito il repertorio vocale, il secondo (dal 23 al 26 ottobre),  guidato dal clavicembalista Antonio Frigé, riguarderà la realizzazione e lo studio del basso continuo nelle composizioni vivaldiane, mentre il terzo e il quarto (entrambi dal 25 al 30 novembre) saranno destinati agli strumentisti ad arco. Oltre allo studio pratico-esecutivo, i partecipanti ai seminari possono approfondire i vari aspetti teorici riguardanti le composizioni e i contesti vivaldiani, consultando le riproduzioni dei manoscritti e delle stampe dell’epoca, le edizioni musicali moderne e le pubblicazioni musicologiche sull’autore, tutte conservate presso l’archivio e la biblioteca dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi.
Sono stati programmati anche due concerti pubblici presso l’Auditorium ‘Lo Squero’, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Il primo, che si è tenuto sabato 13 luglio, ha visto coinvolti gli allievi
della classe di canto, mentre il secondo avrà luogo sabato 30 novembre.

Public Lecture: Photographing the Sacred

The Centre for Comparative Studies of Civilisations and Spiritualities of Fondazione Giorgio Cini, and the Magnum co-organise a public lecture that will tackle the difficult task of photographing the sacred.
The Magnum photographer Jonas Bendiksen, will talk about his last book The Last Testament, in which he chronicles seven men who all publicly claim to be the biblical Messiah returned. Manoël Pénicaud is a French photographer (Le Pictorium Agency) and anthropologist (CNRS-IDEMEC) specialised on Pilgrimage Studies. He will propose another perspective, that aims to combine the aesthetic dimension of photography with the comprehensive dimension of anthropology of religions.

 

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Invincible Truth di Marianna Kennedy

Invincible Truth è una mostra, a cura di Lars Rachen e Paolo Vincenzi, dell’artista e designer londinese Marianna Kennedy, appositamente concepito per gli spazi della Sala Borges della Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. L’esposizione sarà aperta gratuitamente al pubblico da domenica 1 a domenica 22 settembre 2019.

 

Il progetto nasce e si esplicita come un dialogo creativo con i luoghi dedicati a Jorge Luis Borges della Fondazione Giorgio Cini e con la città di Venezia, che insieme fondano l’ambientazione ideale per la presentazione di una serie di opere, storiche e recenti, dell’artista, tra cui due creazioni inedite molto speciali che danno il titolo alla mostra. Si tratta di due libri d’artista di grande formato, realizzati secondo tecniche tradizionali di lavorazione, che attraverso l’esplorazione di temi e immagini dell’emblematica e dell’alchimia, rappresentano un catalogo contemporaneo dell’immaginario di Marianna Kennedy. “Guardando al passato, Marianna Kennedy crea opere che parlano del presente e vivranno nel futuro”, afferma Rupert Thomas nel testo introduttivo al catalogo della mostra.

 

Il titolo della mostra, “Invincible Truth” rimanda a un emblema raffigurante la “Veritas Invicta” contenuto in Choice of Emblemes di Geffrey Whitney. Pubblicato nel 1586, il testo ha portato in terra inglese la grande tradizione emblematica continentale, incarnata da Andrea Alciato, autore dell’Emblematum Liber (1531). L’opera presentava una galleria di situazioni umane trasfigurate in metafore, che doveva trasmettere un patrimonio di saggezza e moralità, facendo ricorso anche all’efficacia del mezzo iconografico.

 

I due libri d’artista sono stati creati da Marianna Kennedy combinando stampa tipografica, disegni originali riprodotti in lastre tipografiche e magnifiche legature contemporanee che riprendono lo stile classico veneziano e saranno esposti su due grandi tavoli in lacca e bronzo che volutamente ricordano quelli della splendida Biblioteca del Longhena della Fondazione Cini, da cui l’artista ha tratto ispirazione.

 

Cuore del progetto espositivo, i due volumi trovano una naturale eco nel celebre Labirinto Borges, su cui si affaccia la sala espositiva: progettato da Randoll Coate, ispirandosi al racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, il labirinto si presenta come un libro aperto, cosparso della simbologia presente nelle opere dello scrittore argentino, così come “Invincible Truth” schiude la visuale sull’immaginario creativo di Marianna Kennedy.

 

L’allestimento si sviluppa poi come una scenografia di oggetti prodotti dall’artista: il visitatore potrà ammirare vasi in gesso con inserti in vetro di Murano policromo; specchiere intagliate con specchi di mercurio infusi di colore; guéridons in bronzo e lacca cinese; candelabri in bronzo, dorati a fuoco, e monumentali lampade in resina.

 

Marianna Kennedy, da oltre venticinque anni, lavora nella parte orientale di Londra, creando nella sua casa-studio di Spitalfields un limitatissimo numero di pezzi di design artistico, ognuno dei quali è il risultato di mesi di collaborazione con alcuni dei migliori artigiani britannici. Conosciuta e apprezzata a livello internazionale, i suoi lavori sono entrati a far parte di importanti collezioni private di tutto il mondo. Nell’opera dell’artista, l’impiego di tecniche tradizionali convive da sempre con una visione estetica estremamente contemporanea. “Richiamandosi al passato, Kennedy cerca – come nella visione di Carlo Scarpa – di dare nuovo vigore a modelli storici creando opere che possano vivere oggi e domani” – affermano Lars Rachen e Paolo Vincenzi, curatori dell’esposizione.

 

Come è caratteristico della sua pratica creativa, anche per l’esposizione alla Fondazione Cini, Marianna Kennedy ha attivato collaborazioni con significative realtà delle arti minori locali, in particolare con alcuni maestri vetrai di Murano e con l’Officina fabbrile Zanon. Molte delle opere in mostra saranno collocate su supporti realizzati dai fratelli Zanon, alcuni disegnati dall’artista e altri frutto di storici progetti di Carlo Scarpa, originariamente pensati per le Gallerie dell’Accademia e per la Gipsoteca di Possagno.

La profonda fascinazione per Venezia che si riflette nell’opera dell’artista trae origine anche dal suo quotidiano contatto con una delle principali testimonianze dello stile palladiano nell’Inghilterra di inizio Settecento, la Christ Church di Spitalfields, opera di Nicholas Hawksmoor che sorge accanto al suo studio.

 

L’esposizione sarà documentata da un catalogo con testo introduttivo firmato da Rupert Thomas.

Presso il bookshop della Fondazione sarà disponibile una collezione speciale di candelabri in resina, realizzati in colorazioni appositamente studiate per questa occasione veneziana ispirandosi alle tinte dei vetri di Murano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Emilio Isgrò

La Fondazione Giorgio Cini presenta per la stagione autunnale una nuova, ricca antologica dedicata a un grande artista italiano. La mostra è organizzata con Archivio Emilio Isgrò e propone opere dagli anni Sessanta a oggi in un’ambientazione che trasformerà in modo inedito gli spazi espositivi

 

 

La stagione espositiva della Fondazione Giorgio Cini propone per l’autunno una nuova, importante antologica: Emilio Isgrò, dal 13 settembre al 24 novembre 2019. L’esposizione, a cura di Germano Celant, in collaborazione con l’artista e Archivio Emilio Isgrò, si propone come un attraversamento e un’ampia ricognizione nel suo percorso creativo e estetico a partire dagli anni Sessanta a oggi. Una ricca esposizione che si dipana dalle prime cancellature di libri, datate 1964, e continua con le poesie visuali su tele emulsionate e le Storie rosse, per arrivare agli imponenti e articolati testi cancellati nei volumi storici de L’Enciclopedia Treccani, 1970, fino a quelli etnici dei Codici ottomani, 2010.

 

Il viaggio sperimentale e linguistico di Isgrò, in maniera inedita e spettacolare, sarà inscritto in una ambientazione architettonica inglobante e avvolgente. Le sale dell’Ala Napoleonica della Fondazione, arricchite da pareti trasversali e diagonali, utilizzate per spezzare e modificare lo spazio quasi fossero linee su un foglio, funzioneranno infatti da supporti cartacei che veicoleranno un’enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta ancora una volta su materiale letterario, così da far entrare il pubblico in un grande libro, modificato visualmente dall’artista.

 

La scelta del testo che scorrerà sulle superfici dell’involucro espositivo è caduta sul romanzo Moby Dick di Herman Melville, così da sottintendere un transito fantastico nella pancia di un cetaceo, quello del cancellare parole e scritte che ha reso celebre Isgrò: “Il tema che affronto per questa mostra alla Fondazione Cini di Venezia, città dove nel 1964 nacquero le prime cancellature, non può che essere quello del linguaggio. Per questo mi è parso necessario ricorrere alla tradizione biblica filtrata dal Moby Dick, il meraviglioso romanzo di Melville – spiega Emilio Isgrò – Sarà l’opera cancellata di Melville a contenere quindi tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperante silenzio.

 

La mostra si avvale della presenza di lavori provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, tra cui spiccano Il Cristo cancellatore, 1968, installazione composta di 38 volumi cancellati, dal Centre Pompidou di Parigi; Carta geografica, 1970, dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Storico, libro cancellato del 1972, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; la monumentale carta geografica cancellata Weltanschauung, 2007, lunga 9 metri, del Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; quattro preziose opere dalla Collezione Gallerie d’Italia; Poesia Volkswagen, 1964, dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma; e la Storia rossa La corsa di Alma, 1969, dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.

 

L’antologica è accompagnata da un volume, pubblicato dalla casa editrice Treccani, che include, oltre a pagine cancellate dal Moby Dick e a un’intervista tra l’artista e il curatore, un’ampia cronologia illustrata che approfondisce e documenta il percorso personale e professionale di Isgrò.

 

Mostra realizzata con il contributo di Intesa Sanpaolo – Direzione Arte, Cultura e Beni Storici nell’Ambito di Progetto Cultura

 

 

Emilio Isgrò [accordion][/accordion]

Pittore e poeta – ma anche romanziere, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) è uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti e prestigiosi a livello internazionale. Isgrò ha dato vita a un’opera tra le più rivoluzionarie e originali nell’ambito delle cosiddette seconde Avanguardie degli anni Sessanta, che gli ha valso diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986, 1993) e il primo premio alla Biennale di San Paolo (1977), oltre che ad altre importanti rassegne al MoMA di New York nel 1992 e alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia nel 1994 e le antologiche al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2008, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma nel 2013 e a Palazzo Reale di Milano nel 2016. Nel 1998, ha realizzato un Seme d’arancia per la sua città natale. Nel 2011 realizza per l’Università Luigi Bocconi l’opera Cancellazione del debito pubblico e per Expo Milano 2015 una scultura in marmo di sette metri d’altezza, Il Seme dell’Altissimo. Iniziatore delle “cancellature” di testi, applicate su enciclopedie, manoscritti, libri, mappe e anche su pellicole cinematografiche, Isgrò ha fatto di questa pratica il perno di tutta la sua ricerca. Nel 2017 espone a Londra e Parigi e lo stesso anno, tre sue importanti opere (tra cui la celebre installazione de Il Cristo cancellatore del 1969) sono entrate a far parte della collezione permanente del Centre George Pompidou di Parigi. L’anno si conclude con Fondamenta per un’arte civile alla Triennale di Milano; un’intera giornata dedicata all’artista che lo vede protagonista della presentazione del suo ultimo libro, Autocurriculum, edito da Sellerio; dell’inaugurazione della mostra I multipli secondo Isgrò, promossa dal Gruppo Treccani, e infine della cerimonia di collocazione permanente de Il Seme dell’Altissimo negli spazi antistanti la Triennale. Nel 2018 Isgrò inaugura l’opera Monumento all’Inferno, realizzata appositamente per l’Università IULM di Milano. In aprile espone in Belgio alla MDZ Art Gallery, in una doppia personale che lo vede protagonista insieme a Christo. In estate apre Lettere, mostra dialogo tra l’artista e Osvaldo Licini presso il Centro Studi Casa Museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado.

 

 

Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana

La Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, organizza, in occasione della mostra Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana, che si terrà a Lucca, promossa dalla Fondazione Ragghianti, dal 12 ottobre al 6 gennaio, una conferenza di Bozena Anna Kowalczyk, curatrice dell’esposizione, che presenterà in anteprima le nuove acquisizioni storico-critiche emerse dagli studi condotti sul tema in vista della mostra lucchese.

 

Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote e allievo di Canaletto (1697-1768), parte diciottenne per la Toscana: è il suo primo viaggio fuori Venezia. Ha già alle spalle una discreta produzione artistica, perlopiù repliche di vedute di Venezia del maestro; a Firenze e Lucca lavora in autonomia per la prima volta. È la prova delle sue capacità, e il giovane artista la supera brillantemente, diventando il punto di riferimento del vedutismo toscano.

 

Durante la conferenza dedicata a questo grande protagonista della pittura veneziana del Settecento, Bozena Anna Kowalczyk presenta il viaggio in Toscana come il vero trampolino di lancio per il suo futuro successo, in Italia e in Europa.


 

Sala Barbantini, 11 settembre 2019, ore 17:00