Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 39 di 55 - Fondazione Giorgio Cini

Donation Alliata – Strasberg

Lunedì 6 luglio alle ore 18.00 verrà formalizzata una donazione da parte di Anna Strasberg e la famiglia Alliata di Montereale al Centro Studi sul Teatro e Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini.
La donazione, che comprende materiali originali ed autografi della grande attrice che Lee Strasberg ha raccolto e conservato nel corso della sua vita riguardanti Eleonora Duse, da lui vista in scena a New York nel 1923, andrà a confluire nell’Archivio Eleonora Duse, custodito dal Centro Studi.

Interverranno
Anna Strasberg e la​ ​Famiglia Alliata di Montereale​

Lee Strasberg, nato Israel Lee Strassberg (Budzanów, 17 novembre 1901 – New York, 17 febbraio 1982), è stato attore, regista teatrale, produttore cinematografico e maestro di recitazione, anima dell’Actors Studio di New York.

Master-class con Shobana Jeyasingh. Dal bharata natyam alle tecniche della danza contemporanea

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza una master-class con Shobana Jeyasingh il 4 e 5 novembre alla Fondazione Giorgio Cini. Si tratta di un importante appuntamento, curato da Vito Di Bernardi, dedicato all’esplorazione dei nuovi linguaggi e contaminazioni tra le pratiche della danza tradizionale indiana e la danza contemporanea, che prosegue un percorso di ricerca già iniziato con Carolyn Carlson nel 2009.

Shobana Jeyasingh, nata a Chennay e residente a Londra dal 1981, è uno degli esponenti più autorevoli della scena coreografica inglese contemporanea. In quanto artista anglo-indiana, il suo lavoro è stato spesso accostato a quello di Akram Khan anche se le sue coreografie si pongono più sulla scia dell’ estetica post-classica di William Forsythe e del formalismo densamente strutturato e articolato di Wayne McGregor. Shobana Jeyasingh, formatasi in India come danzatrice professionista di Bharata Natyam, ha progressivamente trasformato la danza classica indiana in un’arte post-moderna, urbana, dinamica, sofisticata ma anche accessibile a un pubblico più vasto.

La master-class, per cui sono previsti incontri intensivi durante le due giornate, potrà avere un numero massimo di venti partecipanti ed è rivolta a danzatori professionisti o semi-professionisti attivi nella danza contemporanea. I partecipanti saranno selezionati tramite un bando di concorso che offre dieci borse di studio ai vincitori ed un contributo parziale ad altri dieci candidati.

La scadenza per la presentazione delle domande è il 15 settembre 2015.

SCARICA IL BANDO COMPLETO

 

 

 

Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse and Practice

Oskar Schlemmer, Tänzerin (Die Geste), 1922-23. Pinakothek der Moderne, München
© 2015. Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur  füer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin (detail)


Convegno Internazionale di studi organizzato da Gianmario Borio, Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay

Principi, metodologie e pratiche esecutive concernenti musica e danza hanno aperto nuovi ambiti di ricerca nel corso del XX secolo. Per studiare questo campo ampio e sfaccettato, bisogna chiamare in causa e mettere in relazione reciproca diverse discipline. Tra le problematiche centrali di questo convegno vi sono l’identità dell’opera coreomusicale, la sua complessa autorialità e il concetto di incorporazione. Esperti di danza e musica daranno avvio a dialoghi multipli, cercando di analizzare non solo i modi in cui la partitura musicale muta il suo statuto prescrittivo quando diventa parte di un progetto coreomusicale, ma anche l’incontro tra suono e movimento sulla scena, la costruzione di stratificazioni sensoriali e l’intersezione di ascolto e visione nell’atto della ricezione.

Questo convegno rappresenta il momento più significativo delle manifestazioni per i trent’anni dell’Istituto per la Musica, che portano il titolo La musica e le arti performative.

Al convegno, che sarà aperto da lezioni magistrali della coreografa Dominique Brun e del compositore Alvin Curran, partecipano: Susan Broadhurst, Antonio Camurri, Jonathan Owen Clark, Eric Clarke, Inger Damsholt, Nicolas Donin, Susanne Franco, Nikša Gligo, Rolf Inge Godøy, Claudia Jeschke, Stephanie Jordan, Massimiliano Locanto, Ulrich Mosch, Marina Nordera, Julie Perrin, Dee Reynolds, Julia H.  Schröeder, Stephanie Schroedter, Emanuele Senici, Lawrence Zbikowski.

Nel quadro della manifestazione, il 10 luglio alle ore 18.30, si terrà un concerto con le Sonate in La bemolle maggiore Hob XVI: 46, in Si bemolle minore Hob XVI: 32, in Sol maggiore Hob XVI: 40 e Mi bemolle maggiore Hob: 49 di Joseph Haydn.
John Irving le eseguirà sul fortepiano di Mathias Jakesch (1823) di proprietà della Fondazione Giorgio Cini.

Scarica il pdf con il programma del convegno Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse and Practice

La salvaguardia dei Monumenti durante la Grande Guerra. La raccolta fotografica di Ugo Ojetti alla Fondazione Giorgio Cini

Protagonista del panorama culturale italiano del Novecento, giornalista eclettico, critico d’arte e scrittore, Ugo Ojetti è certamente una figura complessa e difficile da delineare. Eterno amante del bello con la sua penna e il suo forte carattere è stato in grado di descrivere la complessità dei cambiamenti culturali e politici che si sono susseguiti nell’intricato periodo storico racchiuso tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale. Ojetti partecipa volontariamente alla Grande Guerra in qualità di sottotenente presso l’Esercito Regio con l’incarico di tutelare i monumenti delle Terre Redente. Si tratta di una fase circoscritta all’interno della sua carriera, nella quale si scontra con le necessità delle Soprintendenze, gli ordini dati dal Comando Supremo e la fragilità della materia minacciata dall’evento bellico. Durante questo periodo raccoglie numerose testimonianze fotografiche per documentare i danni causati dai bombardamenti nemici ai monumenti italiani nell’area del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino, nonché le operazioni di salvaguardia di opere d’arte attuate dall’Esercito Regio, in particolar modo nella città lagunare.

L’Istituto di Storia dell’Arte custodisce nei suoi archivi la raccolta fotografica riunita da Ugo Ojetti nel corso della Grande Guerra e che comprende più di cinquecento fotografie, gelatine e albumine, realizzate tra il 1915 e il 1919, di diversa provenienza ad attestare la fitta rete di rapporti intessuti dallo stesso Ojetti durante il conflitto allo scopo di raccogliere una documentazione dettagliata utilizzata anche a fini propagandistici.

In concomitanza con le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, l’Istituto di Storia dell’Arte propone dunque, attraverso la mostra che si terrà dal 9 giugno al 31 luglio 2015 negli spazi espositivi della Nuova Manica Lunga, un percorso di lettura delle immagini appartenenti a questa interessantissima raccolta, fotografie che illustrano i danni subiti dalle città durante il primo conflitto mondiale e le opere di salvaguardia del patrimonio storico artistico nazionale, riflettendo sul ruolo della fotografia quale mezzo di diffusione delle idee.

La mostra che si inaugura il 9 giugno sarà preceduta, alle ore 17:00, da una conferenza nella Sala Barbantini tenuta da  Marta Nezzo dell’Università degli Studi di Padova.

 

 

Concerto di Musica Antica 2015 | Matteo da Perugia e il gotico milanese

20 maggio 2015, ore 18
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

Matteo da Perugia e il gotico milanese 
1390 – 1425

 

A conclusione dell’ edizione 2015 dei Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini, diretti da Pedro Memelsdorff, mercoledì 20 maggio alle ore 18, i musicisti partecipanti si esibiranno in un concerto aperto al pubblico nella suggestiva cornice dello Scalone del Longhena.

Il pubblico potrà ascoltare un repertorio raro, l’opera profana di Matteo da Perugia: ballate, rondeaux e virelais del maestro di Cappella del Duomo di Milano, documentati in un codice attualmente a Modena, che contiene quasi tutta la sua opera, e tre frammenti ora a Parma Berna e New York.

 

Si esibiranno in concerto due ensembles di borsisti, Ensemble Aurion e Ensemble Sollazzo, diretti da Anne Azéma (Boston Camerata) e Shira Kammen.

Ensemble Aurion

Timea Nagy, direttore artistico e flauto dolce
Marjeta Iva Cerar, soprano
Bor Zuljan, liuto

 

Ensemble Sollazzo

Perrine Devellers, soprano
Anna Danilevskaia, viella
Sophia Danilevskia, viella
Vincent Kibildis, arpa

 

Per maggiori informazioni: musica.antica@cini.it – T. +39 041 2710258

 

 

Painting as shooting di Liu Xiaodong

La Fondazione Faurschou  presenta Painting as Shooting di Liu Xiaodong, uno degli artisti più influenti del panorama cinese degli ultimi due decenni, presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia.

 Si tratta della prima grande mostra a livello europeo che esplora approfonditamente la singolare tecnica di Liu Xiaodong, che si concentra in modo sensibile ma convincente sui profondi chiasmi sociali ed ecologici della nostra vita contemporanea. La mostra è a cura di Jérôme Sans e si focalizza su una serie di progetti dell’ultimo decennio appositamente selezionati che analizzano importanti temi a livello mondiale sia ambientali che sociologici.

PAINTING AS SHOOTING

Liu Xiaodong tratta il suo lavoro con gli occhi e la tecnica dello storyboard tipica dei cineasti.
Ognuna delle opere dell’artista prende forma da una semplice idea annotata quotidianamente nel suo diario, dove egli descrive gli eventi di cui è stato testimone, le foto che ha scattato o le persone che ha incontrato, e successivamente le trasforma in personaggi reali nelle sue tele. In un certo senso i dipinti dell’artista somigliano a un set cinematografico nel quale egli è il regista che collabora con gli attori per recitare, narrare o ricreare una situazione, impressioni varie o i relativi effetti. Ed è così che Liu Xiaodong incarna il concetto di ‘painting as shooting’ (pittura come fotografia).

BIO

Liu Xiaodong (1963) vive e lavora a Pechino. Ha un BFA (Laurea in Belle Arti) e un MFA (Master di specializzazione) in pittura ottenuti presso l’Accademia Centrale delle Belle Arti, Pechino (1988, 1995).

L’artista ha acquisito fama negli anni ’90 e rappresenta lo stile neo-realista cinese. Le sue personali includono Kunsthaus Graz, Austria (2012) e Ullens Center for Contemporary Art, Pechino (2010), mentre il suo lavoro è stato esibito in varie collettive quali la Shanghai Biennale (2000, 2010), la XV Biennale di Sydney (2006) e la 47. Biennale di Venezia (1997).

Jérôme Sans è un curatore noto a livello internazionale, un critico d’arte, un direttore artistico che ha curato numerose importanti mostre in tutto il mondo. E’ stato direttore dell’innovativo Ullens Center for Contemporary Art a Pechino e co-fondatore dell’acclamato Palais de Tokyo a Parigi. Attualmente è direttore artistico di uno dei più importanti progetti di sviluppo urbano in Europa, Lyon Rives de Saône-River Movie, e co-fondatore di Perfect Crossovers ltd, gruppo di consulenza culturale con sede a Pechino.

 

FAURSCHOU FOUNDATION
Faurschou Foundation è un’istituzione artistica privata. Ospita una collezione d’arte contemporanea di altissimo rilievo a livello internazionale. Le sue mostre sono organizzate nel North Harbour di Copenhagen e nell’attraente distretto artistico 798 di Pechino. La Fondazione avvicina i visitatori ad alcuni degli artisti più acclamati nel mondo. Inoltre, sviluppa e amplia costantemente la propria collezione introducendo sempre nuove opere.

Dopo la sua creazione nel 2001, la Faurschou Foudation è riuscita ad affermarsi in brevissimo tempo come un’istituzione artistica di rilievo, che espone opere d’arte di altissimo livello internazionale organizzando mostre personali di artisti come Ai Weiwei, Cai Guo-Qiang, Louise Bourgeois, Shirin Neshat, Gabriel Orozco, Danh Vo, e Bill Viola.

 

(Orari tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiuso il mercoledì, per info:www.faurschou.com)

La Giovinezza di Tintoretto

L’appuntamento di studio prende le mosse dalle ricerche fondatrici di Rodolfo Pallucchini sulla giovinezza di Tintoretto e intende associare prospettiva storiografica e analisi critica. Il periodo della formazione del Robusti (1538 ca. – 1550 ca.) è ancora poco chiaro e la mancanza di una messa a fuoco puntuale non aiuta, né sostiene, la costituzione del primo catalogo dell’artista che, nell’ottica di F. Ilchman e R. Echols, dovrebbe contribuire a rinnovare la percezione che abbiamo del pittore.

La prima parte del convegno intende interessarsi alla definizione di uno “stile di giovinezza” e all’identificazione delle influenze, più o meno manifeste, nelle prime opere attribuite a Tintoretto. In questa sessione ci si concentrerà in particolare su questioni di attribuzione, senza tuttavia limitarsi a considerazioni di carattere stilistico, ma indagando più ampiamente la storia del contesto artistico veneziano degli anni 1530-1540.

Nella seconda parte del convegno ci si interesserà invece a questioni più propriamente iconografiche e storiografiche, a partire dall’analisi di opere precise. I dipinti del giovane Tintoretto propongono un linguaggio figurativo originale, attraverso cui è possibile percepire riferimenti culturali, filosofici e poetici singolari – si pensi ad esempio alla pittura a soggetto mitologico – punto di partenza per indagare più approfonditamente l’educazione intellettuale del giovane artista.

Infine la giovinezza di Tintoretto è anche quella di altri pittori e scultori che, intorno alla metà del Cinquecento, giocano un ruolo fondamentale nell’arte veneziana, tema a cui sarà dedicata l’ultima parte del convegno. Questi artisti, la cui educazione tosco-romana è stata presentata per lungo tempo come contraria al gusto veneziano e a cui, per questa ragione, si è riservata scarsa attenzione, fanno la loro apparizione sulla scena locale intorno al 1535-1550. Lavorare sulla giovinezza del Tintoretto significa perciò riaprire il “caso” del manierismo a Venezia (o manierismo veneziano) e quello del dialogo fecondo intrattenuto dai veneziani con gli artisti fiorentini, romani o mantovani.

Il convegno è organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, assieme a l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), l’Université Charles-de-Gaulle – Lille 3 e l’Université Lumière Lyon 2.

Scarica il programma in pdf La Giovinezza di Tintoretto

Enki Bilal Inbox

Mostra Inbox – Enki Bilal  Realizzata con il supporto di Artcurial, e in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini. Enki Bilal esporrà per la prima volta sull’Isola di San Giorgio Maggiore durante la Biennale di Arti Visive di Venezia da venerdì 8 maggio a domenica 2 agosto 2015.

La Fondazione Giorgio Cini ospiterà l’installazione inedita Inbox, accessibile liberamente al pubblico. Inbox è un audace progetto artistico pensato specificatamente per questa manifestazione internazionale, dove Enki Bilal gioca con i sensi dei visitatori e con la loro percezione della realtà.

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                     Enki Bilal Bozzetto dell’installazione Inbox per la Fondation Giorgio Cini 

Proseguendo il suo lavoro di destrutturazione pittorica, Bilal si spinge ancora più lontano, proponendo una nuova esperienza: la presa di coscienza della voluttà inquietante, ma al contempo accattivante, dell’oscurità. In uno spazio chiuso e nero, caratterizzato da un’architettura minimalista, lo spettatore è solo davanti a un grande schermo che riproduce, a ciclo continuo, delle immagini indefinite a colori che creano un’instabilità destinata a fissarne e a sbilanciarne lo sguardo. Dopo una prima fase ipnotica, lo spettatore affronta un dittico che non viene mai completamente rivelato e che, per meglio sottolineare il rapporto tra discontinuità luminosa e sensualità dei corpi, rimane sotto l’effetto alternante della chiarezza e del silenzio. Questi caratteri rappresentano il passionale e oscuro romanticismo che caratterizza l’opera di Enki Bilal che insiste sulla fragilità e sulle incertezze della nostra memoria visiva, sull’ambivalenza e sulla materialità delle immagini. Appoggiandosi alla necessità di concentrarsi sul momento presente e facendo appello alla sensibilità e alle risorse intuitive, lo spettatore potrà immergersi nel cuore dell’opera in una poetica che è allo stesso tempo fisica e mentale.

«É un gioco sui sensi e sulla loro perdita, ma anche sulla nostra percezione della  realtà. Il visitatore, interfacciandosi con l’impossibilità di focalizzarsi sul  convenzionale dettaglio di un’opera da uno specifico punto di vista, scoprirà la  frustrazione della memoria visiva e dovrà lasciare la stanza mentre le immagini  saranno ancora impresse nella sua retina. Si tratta di un’esperienza effimera e  solitaria.» Enki Bilal.

Il lavoro di Enki Bilal sarà inserito nel cuore del convento adiacente la famosa Chiesa di San Giorgio Maggiore che fronteggia Piazza San Marco. La mostra di Bilal si inserisce nel novero dei molteplici progetti sostenuti dalla Fondazione Giorgio Cini in occasione della Biennale di Venezia, insieme a quelle di Magdalena Abakanowicz, Matthias Schaller, Hiroshi Sugimoto e Liu Xiaodong.

[accordion] [accordion_entry title=”Artcurial”]

L’esposizione è possibile grazie al supporto della casa d’aste Artcurial:

«Siamo felici di sostenere questo innovativo progetto realizzato da un grande artista. Per Artcurial è importante affermare, in un contesto internazionale come la Biennale di Venezia, il profondo impegno rivolto alla creatività contemporanea e alla cultura in genere. La mostra sarà accessibile gratuitamente e il pubblico potrà scoprire un lavoro che trascende le frontiere tra le diverse forme artistiche.» spiegano François Tajan e Francis Briest, co-presidenti di Artcurial. Eric Leroy, esperto del dipartimenti di Fumetti di Artcurial, aggiunge: «Enki Bilal alla Biennale di Venezia conferma ancora una volta il livello internazionale del lavoro di Artcurial e come la sua fama vada aldilà delle frontiere francesi. Enki Bilal ci sorprende nuovamente con questa installazione e conferma la sua capacità di intervento attraverso tutti i codici linguistici

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 Enki Bilal © Vanessa Franklin

1951 : Nascita di Enki Bilal a Belgrado, Yougoslavia.

1960 : Si trasferisce a Parigi.

1972 : Dopo un breve passaggio alle Belle Arti, Enki Bilal pubblica la sua prima storia, Le Bol maudit, sul giornale Pilote.

1975 : Pubblicazione del suo primo album di fumetti, La Croisière des Oubliés, su scenografia di Pierre Christin.

1980 : Prima serie personale sul giornale Pilote, La Foire aux Immortels. La seconda parte, La femme Piège, e pubblicata nell’album nel 1986.

1982 : Enki Bilal dipinge su vetri una parte delle scenografie di La Vie est un roman, film di Alain Resnais.

1983 : Con Partie de Chasse, Enki Bilal e Pierre Christin dimostrano che nel fumetto politica, attualità e finzione non sono incompatibili. Nasce un nuovo genere. 1987 : Grand Prix du XIVe Salon international di fumetto di Angoulême.

1988 : Mostra al Palais de Tokyo, con Josef Koudelka e Guy Pellaert.

1989 : Primo film di Enki Bilal, Bunker Palace Hôtel, con Jean-Louis Trintignant e Carole Bouquet.

1990 : Decorazioni e costumi per O.P.A. Mia, opera contemporanea di Denis Levaillant (festival di Avignon).

1993 : Ultima parte della Trilogia Nikopol, Froid Equateur, miglior libro dell’anno, per il magazine di Bernard Pivot, Lire. Una première nella storia delle pubblicazioni.

1994 : Mostra e pubblicazione di Bleu Sang (Galerie e Éditions Christian Desbois). 1997 : Uscita francese di Tykho Moon, secondo lungometraggio di Enki Bilal, con Julie Deply nel ruolo principale, Marie Laforêt, Michel Piccoli, Jean-Louis Trintignant, Johan Leysen, Richard Bohringer, Yann Collette…

1998 : Debutto di Le Sommeil du Monstre una nuova trilogia. 2001 : Mostra enkibilalandeuxmilleun alla biblioteca storica di Parigi 2004 : Uscita del film Immortel ad vitam, terzo lungometraggio di Enki Bilal Linda Hardy nel ruolo principale, Thomas Kretschumann, Charlotte Rampling…

2005 – 2006 : Mostra a New Delhi e poi a Calcutta d’enkibilalinindia

2006-2007 : Serie e fine della Tétralogie du Monstre : Rendez-vous à Parie et Quatre ?- Dernier Acte. 2007 : Mostra a Bangkok.

2009 : Mostra a Istanbul. Pubblicazione dell’album Animal’z.

2009 : Mostra Animal’z da Artcurial a Parigi 2011 : Adattamento e messa in scena di Suspection, opera di Fabienne Renault, con Evelyne Bouix e Jean-Louis Trintignant.

2012 : Mostra Oxymore – Last Paintings a New York (Servizi culturali dell’Ambasciata di Francia), Beijing (Hadrien De Montferrand Gallery), Berlino (Kunsthaus Lempertz) e Paris (Artcurial). 2013 : Mostra Les Fantômes du Louvre – Enki Bilal al Museo del Louvre, con una ventina di fotografie di celebri opere famose rappresentanti fantasmi.

2013 : Combattimento di Chess-boxing da Artcurial a Paris.

2014 : Pubblicazione del terzo tomo della Trilogie du Coup de Sang, intitolata La couleur de l’air.

2014 – 2015 : Mostra Oxymore and more a l’Hôtel des Arts di Tolone.

2015 : Mostra Inbox alla Fondazione Giorgio Cini, durante la Biennale di Arte Contemporanea di Venezia [/accordion_entry] [/accordion]

Stabat Mater Dolorosa

In concomitanza con la 56ma edizione della Biennale di Venezia, la “Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus”, in collaborazione con la “Fondazione Giorgio Cini”, presenta “Stabat Mater Dolorosa”, un’installazione di Giovanni Manfredini, Ennio Morricone, Anna Maria Canopi, ispirata al tema della vita di Cristo e della sua passione.

Un progetto artistico di Giovanni Manfredini che nasce da una storia umana di dolore, dolore che l’arte riesce a trasfigurare. “Stabat Mater Dolorosa“: una corona di rami di rose fusa nell’oro e sospesa in aria.

Solo la musica del grande maestro Ennio Morricone, la voce di Anna Maria Canopi e due fili invisibili la tengono in equilibrio mentre essa, illuminata come se fosse sospesa senza alcun sostegno, rappresenta e parla del dolore di Maria e di quello di ogni donna e di ogni essere umano.

Nella stanza dov’è posta la corona si può entrare uno alla volta e sostare per alcuni minuti. Una stanza buia, dove  vi è soltanto la corona d’oro illuminata.

La via della croce, e due fili invisibili la tengono in equilibrio mentre essa, illuminata come se si librasse senza alcun sostegno, rappresenta e parla del dolore di Maria e di quello di ogni donna e di ogni essere umano.Un progetto che nasce da una storia personale ma che diviene universale e che, come recita un verso dell’omonima preghiera di Jacopone da Todi (Eia, Mater, fons amoris, / me sentire vim doloris / fac ut tecum lugeam:..: Oh, Madre, fonte di amore / fammi provare lo stesso dolore / perché possa piangere con te…), riscatta, glorificandolo, il dolore di Cristo, di Maria e dell’Uomo.

Il viaggio della corona inizia alla Fondazione Giorgio Cini, in concomitanza con la 56° edizione della Biennale di Venezia, per poi toccare altre sei tappe nel mondo, da New York a Berlino, da Berlino a Instanbul, per poi arrivare a Roma.

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[accordion_entry title=”Giovanni Manfredini”]

Giovanni Manfredini ha tenuto mostre personali tra le altre a Madrid, Napoli, Roma, Berlino, Basilea, Berna, Londra, Francoforte, Stoccarda.
Principali esposizioni collettive:  54° biennale di Venezia, Moma di New York, Stedelijk Museum di Gand. Le sue opere sono esposte accanto a quelle di Caravaggio nella cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma, un grande trittico presso il Kaiserdome di Francoforte e presenti in molte collezioni pubbliche e private, tra le altre la Kunsthalle di Stoccarda, Kunstmuseum di Bonn, Smak di Gand, Fukuyama Museum of Art in Giappone, Gallera d’arte moderna di Bologna e Mart di Trento e Rovereto.
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[accordion_entry title=”Anna Maria Canopi (1931 – )”]

Anna Maria Cànopi nasce a Pecorara il 24 aprile 1931.

Giovanissima sente la vocazione verso la vita monastica e verso il silenzio e la contemplazione. È fondatrice e abbadessa dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae” nell’Isola di San Giulio, sul lago d’Orta, in provincia di Novara. È conosciuta ed apprezzata come autrice di molti libri sulla spiritualità monastica e spiritualità cristiana. È voce autorevole nell’ambito della spiritualità biblica, liturgica e monastica.

Ha collaborato all’Edizione della Bibbia della CEI, al catechismo della Chiesa Cattolica e alle edizioni dei nuovi messali e lezionari.

Ha preparato il testo della Via Crucis di Papa Giovanni Paolo II al Colosseo nel 1993.

Nel 1995 ha portato la sua testimonianza di monaca benedettina al Convegno dei giovani europei tenutosi a Loreto.

Il 30 agosto 2009 ha ricevuto nella sua abbazia il Patriarca melkita-cattolico Gregorio III Laham, che ha celebrato la Santa Messa con il rito greco-bizantino.

Madre Anna Maria ha ricevuto in dono dal Patriarca la Croce pettorale di Gerusalemme.
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[accordion_entry title=”Ennio Morricone (1928 -)”]

Ennio Morricone è compositore, musicista e direttore d’orchestra italiano. Durante la sua carriera si è cimentato in tutte le specializzazioni della composizione musicale: nella musica assoluta così come nella musica applicata, dapprima come orchestratore e direttore in campo discografico, poi come compositore per il teatro, la radio, la televisione ed il cinema.
Dal 1960 Morricone ha musicato oltre 400 film lavorando con moltissimi registi italiani ed internazionali (tra questi: Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Lina Wertmuller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma, Roman Polanski).
La sua produzione di Musica Assoluta comprende più di 100 composizioni scritte dal 1946 ad oggi.
Ha diretto varie orchestre in tutto il mondo, tra le quali si ricordano l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in diverse stagioni sinfoniche, l’Orchestra Filarmonica e del Coro Filarmonico della Scala, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Budapest, l’Orquesta Nacionales de España.

Nella sua lunga carriera Ennio Morricone ha ricevuto moltissimi premi tra cui 8 Nastri D’argento, 5 Bafta, 5 Nomination all Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European Film Award, oltre al Leone D’Oro e l’Oscar alla Carriera.
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[accordion_entry title=”Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti”]

La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus, fondata a Milano nel 2012 da Arnoldo Mosca Mondadori e Marisa Baldoni in memoria di Vittorio Baldoni e presieduta da Emanuele Vai, rappresenta l’esito di un lungo lavoro sociale e culturale che negli anni i fondatori hanno dedicato alle fasce più deboli della comunità italiana e internazionale.

La Fondazione ha simbolicamente posto come suo patrimonio inalienabile due opere d’arte che insieme formano un ideale dittico: “Morte e Resurrezione dell’Uomo”. La prima rappresenta un Crocifisso (donata dall’artista Mimmo Paladino), la seconda rappresenta la Resurrezione (donata dall’artista Pietro Coletta). La figura del Cristo è dunque il punto di partenza di ogni attività della Fondazione.

Il modello culturale e progettuale del suo Statuto trae ispirazione dal brano evangelico del “Discorso della Montagna”, che si basa sul riconoscimento del bisogno del prossimo come se fosse il nostro stesso bisogno.

La Fondazione si propone dunque di dar voce, dignità e sostegno alle persone che vivono oggi nelle periferie esistenziali della società, trovandosi in stato di povertà, nello sfruttamento e nell’esclusione sociale.

Ogni progetto della Fondazione pone le arti come via per comunicare la bellezza dello Spirito che, come dice il Vangelo, “Soffia dove vuole”. Le arti sono dunque lo strumento perché la presenza del Cristo “si incarni” senza mai imporsi e possa toccare le persone, credenti e non credenti, proponendo una nuova idea di città: inclusiva, plurale, con lo sguardo rivolto al futuro e a coloro che saranno i cittadini di domani.

Tra gli obiettivi principali della Fondazione vi è quello di lavorare affinché la cultura si ponga come valore primario e fondante dell’essere umano e della sua relazione con il mondo, e affinché le arti (intese nel loro spettro più ampio, quindi: la musica, la pittura, la scultura, la poesia, la letteratura, la filosofia, il teatro, la danza) diano voce, sostegno e opportunità di riscatto a coloro che oggi vivono nella marginalità.

Tra i principali progetti realizzati dalla Fondazione: “Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni”,  un organico multietnico che mette insieme bambini e ragazzi di diverse etnie – dotati di grande talento per la musica e che spesso provengono da situazioni di grave disagio economico e sociale – con studenti del Conservatorio di Milano e di altre scuole a indirizzo musicale, che accompagnano i giovani talenti nella loro crescita artistica; “Porta di Lampedusa, Porta d’Europa”, installazione in memoria dei migranti morti in mare, ad opera di Mimmo Paladino, che il Papa ha visto recandosi sull’isola quando lì ha tenuto la sua prima enciclica (estate 2013). Il rapporto con Papa Francesco si è intensificato in questi ultimi mesi con il progetto “Portatela ovunque: la Croce di Lampedusa”, una croce alta 2.80 metri, realizzata dal falegname Franco Tuccio con i resti dei legni dei barconi dei naufraghi.

La Croce è stata benedetta dal Papa in Vaticano il 9 aprile 2014; da quel momento è partita per un viaggio culturale e spirituale, promosso dalla Fondazione e che il Papa stesso ha incentivato pronunciando la significativa frase “Portatela ovunque”. Un viaggio che la sta conducendo nelle parrocchie, nei monasteri, nei paesi e nelle città d’Italia, come simbolo di memoria e di preghiera ma anche come elemento di incontro e di unione tra fedeli e laici delle diverse comunità.

Sin dalle prime attività rivolte al mondo del sociale e della cultura, la “Casa dello Spirito e delle Arti” ha potuto inoltre contare e conta tutt’oggi sul supporto, la partecipazione e l’amicizia di importanti nomi del panorama artistico nazionale quali Ennio Morricone, Mimmo Paladino, Pietro Coletta, Giovanni Manfredini, Franco Cerri, Franco Battiato.
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Das Meisterstück

Matthias Schaller,Cy Twombly, 2007 (dettaglio)


 Mostra prorogata fino al 14 giugno


 

In occasione della Biennale di Venezia, 56. Esposizione Internazionale d’Arte, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini venerdì 8 maggio apre al pubblico la mostra sull’Isola di San Giorgio Das Meisterstück di Matthias Schaller.

La mostra presenta una serie di fotografie dell’artista tedesco Matthias Schaller, delle tavolozze dei maestri più significativi negli ultimi duecento anni della storia della pittura europea; attraverso le quali Schaller coglie ‘ritratti indiretti’ degli artisti e della loro produzione.

L’esposizione sarà allestita nel Cenacolo Palladiano. Das Meisterstück (Il Capolavoro) rivela come la tavolozza costituisca una sorta di ‘ritratto indiretto’ dell’artista e della sua tecnica pittorica. Le monumentali fotografie delle tavolozze originali (190 cm x 140 cm circa) forniscono una chiave d’accesso inedita e storica all’uso del colore, all’organizzazione dello spazio e alla pennellata degli artisti ‘raffigurati’.

Dal 2007 Schaller è impegnato nel catturare la bellezza delle tavolozze d’artista, intese come una finestra affacciata sul loro genio creativo, come un paesaggio astratto della produzione pittorica. Catturando l’essenza di 180 tavolozze appartenute a oltre settanta tra i più grandi maestri europei del 19° e del 20° secolo, Schaller coglie così l’inconscio della pittura, o, in altre parole, la pittura prima della pittura.

Das Meisterstück comprende le tavolozze di artisti come:

J.M.W. Turner

Eugène Delacroix

Paul Cézanne

Claude Monet

Vincent van Gogh

Wassily Kandinsky

Henri Matisse

Pablo Picasso

Francis Bacon

Cy Twombly

In mostra sarà presentata una selezione di circa 10 fotografie, che permetterà di illuminare l’evoluzione dei principali movimenti artistici europei compresi tra l’impressionismo e l’astrattismo. Nel corso della sua ricerca, Schaller ha raccolto tavolozze dai principali musei europei, tra i quali il Louvre, il Musée d’Orsay e il Centre Pompidou (Paris), la Tate (London), la Kunsthaus (Zürich), l’Akademie der Künste (Berlin), il Metropolitan Museum (New York), da fondazioni private, da familiari degli artisti e da collezionisti privati.