Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 41 – Fondazione Giorgio Cini

Fulvio Bianconi tra arte e vetro

In vista della mostra dedicata a Fulvio Bianconi alla Venini, il Centro Studi Vetro dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Le Stanze del Vetro, organizza sull’Isola di San Giorgio un convegno internazionale di studi che intende analizzare la poliedrica figura dell’artista, nell’intento di restituire al pubblico il ritratto e il valore di una personalità  contraddistintasi da una diversità di interessi e ruoli.

Fulvio Bianconi (Padova, 1915 – Milano, 1996) figura singolare di grafico, illustratore, designer, con una formazione da artista, già all’inizio degli anni Trenta ha un primo contatto con il vetro muranese lavorando come apprendista decoratore sotto la guida di Michele Pinto, ma contemporaneamente esercita l’attività di caricaturista. Già inseritosi nell’ambiente milanese, viene notato da Dino Villani che lo introduce alle più note case editrici dell’epoca. Inizia così una serie di collaborazioni come grafico ed illustratore free lance con le case editrici Garzanti, Mondadori, Bompiani, Rizzoli e Motta, ed esegue una serie di affreschi per i negozi Galtrucco ed i padiglioni della Fiera Campionaria di Milano. Consolidato il suo rapporto con Garzanti, dove rimarrà stabilmente fino al 1975, contemporaneamente lavora anche per GiViEmme, FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli e Rai.

Ma è nel 1946, a Murano, che, in seguito ad una commissione per flaconi portaprofumo per la GiViEmme, avviene l’incontro con Paolo Venini, conoscenza decisiva per la sua straordinaria esperienza nel mondo del vetro.

Intuito il grande spirito creativo del giovane Bianconi, Venini lo invita infatti a collaborare nella sua vetreria: frutto di questo sodalizio – che si protrae con continuità fino all’incirca alla metà degli anni Cinquanta – sono, ad esempio, le dodici Figure della Commedia dell’Arte (esposte nel 1948 alla 24.ma Biennale di Venezia), i Tiepolo, le Sirene, i Pezzati, i Fazzoletti, questi ultimi poi assurti a simbolo della Venezia post bellica. Tale produzione esprime in sé la vivacità e la ricchezza di quegli anni contribuendo all’affermarsi della vetraria veneziana anche in ambito internazionale.

Disegnatore ironico oltre che grande interprete del gusto minimalista degli anni Sessanta, collabora episodicamente con altre fornaci e le gallerie d’arte più attive nel settore vetrario: durante gli anni Cinquanta con la Gino Cenedese & C., nel 1958 con la galleria Danese di Milano con vetri realizzati dalla I.V.R. Mazzega, nel 1963 sotto la firma della Vetreria Vistosi viene premiato alla Triennale di Milano per un vaso cilindrico a fasce spiraliformi. Ancora una volta, presta la sua opera alla Venini eseguendo la serie di vasi “Informali” (1967 ca.) che riprendono il tema, a lui caro, della figura femminile. Nel 1966 collabora con la Vetreria Galliano Ferro e con la Seguso Vetri d’Arte (1978), la Toso Vetri d’Arte (1983) e la Vetreria de Majo (1991-92).

Fulvio Bianconi è stato evidentemente uno dei più influenti designer della vetraria di Murano del XX secolo, infaticabile sperimentatore di nuove ed antiche tecniche di lavorazione, costante oggetto della sua ricerca ed eclettica produzione.

Scarica il programma in pdf


Mercoledì 4 febbraio

ore 9.30

Saluto di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

Intervento di Marino Barovier, curatore della mostra
Fulvio Bianconi alla Venini
(Le Stanze del Vetro, 13.09.2015 – 10.01.2016)

Italo Moscati
Maschere di vetro – La Commedia dell’Arte e le sue trasparenze

Cristina Beltrami
Fulvio Bianconi grafico pubblicitario e illustratore

Paolo Bolpagni
L’opera di Bianconi nel contesto artistico degli anni Cinquanta. Peculiarità e aspetti paradigmatici nel quadro dei rapporti tra arte e design


ore 15.00

Rosa Barovier Mentasti
L’altro Bianconi a Murano

Andrea Tosi
Bianconi e i maestri vetrai, quando arte e design incontrano la tecnica e la manualità

Fiorella Bulegato
Bianconi, Munari e il contesto progettuale milanese negli anni trenta


 

La Commedia dell’Arte Contemporanea – Gli Impresari

Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, è lieto di presentare una performance del collettivo artistico Gli Impresari.

Il 23 gennaio 2015 alle ore 17.15, all’interno degli spazi del Cenacolo Palladiano, attori e macchine teatrali metteranno in scena porzioni de La Commedia delle Macchine, pièce scritta dall’artista Gian Lorenzo Bernini nel 1644.

La performance sarà ripetuta alle ore 17.45 e alle 18.15.

L’evento costituisce la seconda parte de La Commedia dell’Arte Contemporanea, un progetto artistico basato sulla sperimentazione della scenotecnica teatrale ed articolato in due diversi appuntamenti, il primo dei quali avrà luogo in data 22 gennaio 2015 alle ore 18.00 presso la Galleria di Piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua La Masa, in occasione dell’inaugurazione della mostra Atelier 2014. Mostra di fine residenza.

La Commedia dell’Arte Contemporanea è un progetto realizzato in collaborazione con:
Fondazione Bonotto, Compagnia teatrale BluTeatro, Wàla Lab, Officina Gisto, Feltrinlegno, Alessandro Di Cola, S.a.L.E Docks e Rebiennale.

 

 

Workshop | Digital Audio Worldstation. Inter/Azioni elettroniche per la creatività musicale

9-13 dicembre 2014
Laboratorio


11 dicembre ore 17.30
Keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art.


13 dicembre 2014  (dalle ore 16)
Teho Teardo 
presenterà al pubblico quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori.
L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia


Digital Audio Worldstation è un workshop per 8 giovani musicisti (18-35 anni) selezionati dal Bando pubblicato nel luglio del 2014, organizzato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini con il sostegno della Regione del Veneto. Il workshop è dedicato a tutte le possibili declinazioni dell’insieme di pratiche artistiche che vanno sotto la definizione di “musica elettronica”. Il rapporto privilegiato di queste forme di espressione e ricerca sonora con la tecnologia può far pensare a una concezione individualistica del lavoro creativo: in realtà anche in questo contesto la dimensione dell’esperienza musicale va messa in piena luce, in quanto mezzo per stabilire relazioni e reazioni dei musicisti tra loro, con il pubblico e con l’ambiente circostante. Questa iniziativa parte appunto dall’esigenza di rimettere al centro dell’attenzione la creatività in quanto risultato di un’interazione tra sensibilità diverse che avvengono in un preciso luogo del tempo e dello spazio.


Programma
Dal 9 al 13 dicembre 2014
gli 8 giovani musicisti parteciperanno a un’intensa settimana di lavori. Il percorso laboratoriale proposto da Teho Teardo, che rappresenterà il nucleo essenziale e l’impegno maggiore del workshop, sarà affiancato da profili storici e riflessioni teoriche sullo spazio quale dimensione compositiva in diversi repertori, tenuti dai coordinatori (Alessandro Bratus e Alessandro Cecchi) e dai docenti (Giacomo Albert e Marco Lutzu).

Questi momenti saranno conclusi da una keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art. Il discorso si andrà a concentrare sul sound artist Jacob Kirkegaard e sulla sua opera audiovisiva Aion, in cui gioca un ruolo centrale il paesaggio sonoro di un sito particolare come Chernobyl, usandolo quale occasione per una panoramica generale su come l’esperienza dell’ascolto in specifici luoghi sia di fondamentale importanza per la ricerca artistica attuale.

La lezione del prof. Auner, che si terrà giovedì 11 dicembre alle ore 17.30, l’ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Alla fine dei lavori, nel pomeriggio di sabato 13 dicembre (dalle ore 16), Teho Teardo presenterà al pubblico  (l’ingresso è su invito) quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori. Si tratterà di una serie di brani realizzati individualmente, seguiti da un lavoro collettivo che testimonierà la collaborazione sviluppata nel corso della settimana. Sarà questa l’occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva su Digital Audio Worldstation, anche in vista della riproposizione di iniziative analoghe in futuro.

L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it


La selezione
La proposta formativa e culturale formulata con Digital Audio Worldstation ha incontrato un’accoglienza molto positiva. Al bando, pubblicato a luglio sul sito internet della Fondazione Cini, hanno risposto una quarantina di candidati provenienti da tutta Italia. La valutazione delle domande di partecipazione ha portato alla selezione di un gruppo di otto partecipanti, che avranno a loro disposizione, per i giorni del workshop, il sistema di amplificazione a otto canali della Sala degli Arazzi sull’Isola di San Giorgio Maggiore. La scelta di un gruppo ristretto risponde all’esigenza di rendere Digital Audio Worldstationun vero e proprio laboratorio teorico e pratico, in cui si alterneranno momenti di riflessione e sessioni di lavoro sulla composizione e la registrazione di materiali sonori, coordinati da Teho Teardo.

I selezionati
I docenti del workshop hanno selezionato il gruppo di lavoro insieme al direttore dell’Istituto per la Musica, Gianmario Borio. Nella valutazione si è tenuto conto di criteri differenziati: la rilevanza del curriculum (formazione del candidato, precedenti esperienze, pubblicazione di composizioni per etichette discografiche su supporti fisici o digitali); la coerenza tra le motivazioni espresse in una lettera di presentazione e gli obiettivi formativi del workshop; la qualità e originalità delle proposte musicali pervenute. Su questa base sono stati selezionati i seguenti candidati:

Luca Bonaccorsi

Michele Braga

Federica Furlani

Alberto Ladduca

Flavia Massimo

Lorenzo Tomio

Giulia Vismara

Anna Giulia Volpato


 

 

Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Project – Seconda edizione

Dopo il successo ottenuto nell’estate del 2015, il Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e con il Patrocinio del Comitato per i cinquecento anni del Ghetto di Venezia, organizza la seconda edizione della Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Project, che avrà luogo dal 18 al 29 luglio 2016.

Il programma si articolerà nell’arco di due settimane di studi intensivi con numerosi appuntamenti aperti al pubblico, e vedrà la presenza di esperti del settore e docenti di fama internazionale. La Summer School si colloca all’interno del progetto europeo Shakespeare in and beyond the Ghetto: staging Europe across cultures, che coinvolge diversi partner internazionali, tra i quali Warwick University, Queen Mary University of London, Ludwig-Maximilians-Universität München, Tony Bulandra Theatre.

I corsi prevederanno la partecipazione di insegnanti provenienti da tutto il mondo, tra cui Shaul Bassi, Maria Ida Biggi, David Bryant, Tom Cartelli, Kent Cartwright, Carol Chillington Rutter, Fernando Cioni, Nili Cohen, Karin Coonrod, Tobias Döring, Paul Edmondson, Tibor Fabiny, Stephen Greenblatt, Diana Henderson, Howard Jacobson, Gabriele Mancuso, Michael Neill, Avraham Oz, David Schalkwyk, Raman, Shankar, James Shapiro, Boika Sokolova, Kirilka Stavreva, Stanley Wells.

La Summer School si svolgerà in coincidenza con la rappresentazione de Il Mercante di Venezia, a cura della Compagnia de’ Colombari, ambientata nel Ghetto veneziano e promossa per celebrare i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare e i cinquecento anni dall’istituzione del Ghetto stesso.


Programma delle lezioni


Di seguito riportiamo l’elenco degli eventi aperti gratuitamente al pubblico.

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Martedì 19 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 15.30

Proiezione di The Merchant of Venice di Orson Welles (1969),
Presentazione della versione  restaurata a cura di Luca Giuliani

Fondazione Giorgio Cini, Auditorium “Lo Squero”, ore 18.00

Concerto Where is Fancy Bred? a cura di Rosemary Forbes Butler, Gianluca Geremia & Marco Rosa Salva


Venerdì 22 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17,30

Conferenza: 2016 and Beyond: MIT’s Global Shakespeares Performance Archive, a cura di Diana Henderson

Lunedì 25 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 16.00

Conferenza Christianity and the Merchant, a cura di Paul Edmondson

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17.30

Conferenza Shylocks, a cura di Stanley Wells


Martedì 26 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17.00

Presentazione del libro Shylock is My Name di Howard Jacobson

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Informazioni: shylockproject@cini.it

Il Mercante di Venezia in Ghetto: www.themerchantinvenice.org

 

 

Estratto dal documentario Shylock’s Ghost di BBC1. Colloquio tra Howard Jacobson e James Shapiro alla Fondazione Giorgio Cini, luglio 2015″

 

Seminari di Musica Antica 2015 | Matteo da Perugia e il gotico milanese (1390-1425)

Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini
17-21 maggio 2015
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

Matteo da Perugia e il gotico milanese (1390-1425)
Direttore: Pedro Memelsdorff

Docenti e relatori: Anne Azéma, Shira Kammen, Anne Stone, Agnese Pavanello

Il seminario verrà dedicato all’opera profana di Matteo da Perugia (fl. 1400-1425), maestro di cappella al Duomo di Milano tra il 1402 e il 1407, e di nuovo tra il 1414 e il 1416. Nulla si sa della sua formazione – possibilmente umbra – e non sono documentati gli anni della sua assenza dal Duomo milanese. È stata ipotizzata dagli studiosi una sua attività, prima pavese e poi pisana e bolognese, presso il cardinale Pietro Filargo – eletto papa dal Concilio di Pisa col nome di Alessandro V nell’estate del 1409 – con ogni probabilità il suo principale protettore.

La musica di Matteo comprende svariati tempi di messa, due mottetti latini e una ricca serie di liriche italiane e soprattutto francesi. Infatti il suo è il più ricco chansonnier francese composto da un italiano del suo tempo.

Le fonti che tramandano questo vasto repertorio sono sorprendentemente poche: un codice attualmente a Modena, che contiene quasi tutta la sua opera, e tre frammenti ora a Parma, Berna e New York. Tale situazione ha fatto supporre una circolazione limitata del materiale anche se, per altri versi, l’influsso di Matteo – o del suo entourage – sui polifonisti delle generazioni future sembra attestato da fonti teoriche dei decenni centrali del Quattrocento italiano e transalpino.

Matteo, in sintesi, sembra rappresentare più di ogni altro compositore lo splendore e la raffinatezza del Gotico milanese e lombardo.

Il seminario è rivolto ai due ensembles professionali vincitori del concorso per borse di studio 2015, specializzati nel repertorio tardo medievale: Ensemble Aurion e Ensemble Sollazzo. Il seminario è aperto ad un numero selezionato di uditori, per informazioni e conferme si prega di contattare la segreteria.

L’evento è organizzato con il contributo di Irma Merk Stiftung e L. + Th. Roche Stiftung e con la collaborazione della Schola Cantorum Basiliensis.

Programma

17 maggio ore 17: conferenza introduttiva “Matteo da Perugia’s French Songs and their Context”
a cura di Anne Stone (CUNY, New York)

18-19-20 maggio: master-classes e lezioni teoriche
a cura di Anne Azéma, Shira Kammen, Agnese Pavanello e Pedro Memelsdorff

20 maggio ore 18: concerto (ingresso libero fino ad esaurimento posti)

21 maggio ore 10: lezione conclusiva

 

Per ulteriori informazioni: musica.antica@cini.it – T. +39 041 2710258

La scena come ‘spazio sensibile’: partiture e regia dopo Verdi e Wagner

Nell’immagine: Edward Gordon Craig, bozzetto per la prima scena del secondo atto di Acis and Galatea di Händel, Londra, 1902.         Fondazione Giorgio Cini onlus


L’obiettivo del convegno è quello di esaminare le modalità con cui la partitura di un’opera in musica prevede o forse anche prescrive la sua configurazione scenica. Lo sviluppo di una coscienza dello spettacolo presso i compositori del XIX secolo è testimoniata, oltre che negli scritti di Wagner e nelle lettere di Verdi, dallo sfruttamento sempre più marcato della dimensione spaziale nell’allestimento delle opere. Tale tendenza si amplifica nella prima metà del XX secolo in concomitanza con la nascita della regia come forma artistica specifica,diventando un riferimento imprescindibile per gli studi sul teatro musicale. Sebbene lo stretto rapporto tra parola, musica e immagine sia stato riconosciuto come imprescindibile, la saggistica mostra ancora alcune carenze; in particolare manca una prospettiva sistematica e affinata sul piano teorico che sia in grado di fornire una solida base per l’individuazione e la valutazione degli elementi musicali rilevanti per l’organizzazione dello spazio scenico nelle sue varie componenti (immagini, requisiti, movimenti, gesti ecc.). Il convegno, articolato in tre sessioni, intende offrire un contributo alla formazione di questo impianto storico e teorico. La prima sessione (Comporre la scena tra Verdi e Wagner) prevede interventi di Luca Zoppelli, Gundula Kreuzer e Riccardo Pecci; nella seconda sezione (L’orecchio normativo: nuove scene per l’opera) interverranno Maria Ida Biggi, Donatella Gavrilovich e Clemens Risi; nella terza (L’occhio del compositore: spazi scenici in tre partiture) sono previste relazioni di Marie Lavieville Angelier, Dörte Schmidt e Tommaso Sabbatini. Il coordinamento è affidato a un comitato tecnico-scientifico composto da Maria Ida Biggi, Gianmario Borio, Giordano Ferrari, Michele Girardi e Isabelle Moindrot.

Il convegno nasce da una collaborazione tra l’Istituto per la Musica e il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo della Fondazione Giorgio Cini con l’EA Esthétique, musicologie, danse et création musicale, Université Paris 8 e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’iniziativa si inserisce nel progetto Vers le présent de la dramaturgie musicale à travers l’idée d’espace “sensible”, coordinato da Giordano Ferrari all’interno del Laboratoire d’excellence Arts-H2H (programma Investissements d’avenir, ANR-10-LABX-80-01) diretto da Isabelle Moindrot, che riunisce i laboratori di ricerca in arte dell’Université Paris 8 e dell’Université Paris Ouest e alcune istituzioni d’arte tra cui il Centre Georges Pompidou, il Conservatoire national supérieur d’art dramatique e la Bibliothèque national de France.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DEL CONVEGNO

L’improvvisazione all’epoca di Beethoven e le forme ‘aperte’

La manifestazione, che fa seguito ai convegni Improvised Music in Europe: 1966-1976 (novembre 2012) e Con la mente e con le mani: Improvisation from ‘cantare super librum’ to partimenti (novembre 2013), rappresenta il terzo di un ciclo di appuntamenti sul ruolo dell’improvvisazione musicale nei diversi periodi storici.

Il convegno, coordinato da Gianmario Borio e Angela Carone, si incentra su quattro ambiti: le testimonianze di critici, compositori e teorici, che costituiscono un materiale imprescindibile per comprendere l’intreccio di improvvisazione, esecuzione e composizione; le forme compositive espressamente derivate da una prassi improvvisativa (bagatelle, divertimenti, preludi, capricci, fantasie e improvvisi); le tracce di pratiche improvvisative in forme che prevedono una precisa articolazione (sonata, rondò, tema con variazioni); l’improvvisazione in ambito vocale e operistico. Interverranno Torsten Mario Augenstein, Pieter Bergé, Scott Burnham, William Caplin, Angela Carone, Catherine Coppola, Giorgio Pagannone, Giorgio Sanguinetti, Elaine Sisman, Jan Philipp Sprick, Rohan Stewart-MacDonald, Marco Targa, moderati da Gianmario Borio, Hans-Joachim Hinrichsen, Susanna Pasticci e Rudolf Rasch.
Un concerto del violinista Davide Amodio e del fortepianista John Irving, dedicato al repertorio oggetto del convegno, offrirà un’ulteriore opportunità di riflessione sul ruolo delle pratiche improvvisative all’epoca di Beethoven.

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Incontri in Fototeca. I Fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

L’iniziativa Incontri in Fototeca. I Fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte mira a coinvolgere specialisti della materia e storici dell’arte, ma non solo, nella conoscenza delle raccolte fotografiche e delle personalità che le hanno costituite.

Il 22 ottobre Antonella Chiodo terrà una conferenza dal titolo Tra rigore scientifico e connoisseurship. L’archivio fotografico di Evelyn Sandberg Vavalà (1888-1961), dedicata al fondo fotografico appartenuto alla studiosa inglese e alle attività di inventariazione e catalogazione avviate. Interverrà Marcella Culatti della Fototeca della Fondazione Federico Zeri di Bologna, all’interno della quale è custodita una parte dell’originale raccolta fotografica Sandberg Vavalà.

Il ciclo di incontri sulle raccolte fotografiche conservate presso la Fototeca proseguirà, con appuntamento mensile, fino a dicembre nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte.

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Sala del Soffitto
22 ottobre h 16:30

Per maggiori informazioni:
tel. +39 041 2710440 / +39 041 2710441
e-mail: fototeca.digitale@cini.it


Antonella Chiodo

Antonella Chiodo si è formata presso l’Università degli Studi di Parma dove ha conseguito laurea e dottorato di ricerca, e l’Università degli Studi di Milano dove ha ottenuto il diploma di Specializzazione in Beni Storici e Artistici.

Ha dedicato i suoi principali studi alle vicende artistiche dei territori tra Piemonte e Lombardia fra XV e XVIII secolo, allo studio dei disegni del Cinque e Seicento e alla loro storia collezionistica. Ha alternato la ricerca ad esperienze professionali all’interno di istituzioni museali dove si è dedicata, tra l’altro, all’inventariazione e alla catalogazione di differenti tipologie di manufatti artistici.

Titolare di diverse borse di studio, è stata borsista del “Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana Vittore Branca” presso la Fondazione Giorgio Cini nel 2013 con una ricerca dal titolo Indagini sul fondo Sandberg Vavalà; ha da poco concluso una Senior Fellowship al Center for the History of Collecting presso la Frick Collection di New York.

 


Marcella Culatti

Marcella Culatti è dottore di ricerca in Storia dell’Arte. Si è laureata in Storia dell’Arte Moderna a Bologna con Anna Ottani Cavina, e specializzata in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università di Siena. Nel 2007 ha conseguito il dottorato presso l’ateneo bolognese con una ricerca su La rappresentazioni delle arti in Italia. Pittura e Scultura in epoca moderna. Dal 2008 al 2013 è stata titolare di assegni di ricerca presso il Dipartimento delle Arti Visive di Bologna.

È autrice di una monografia su Villa Montalto Negroni. Fortuna iconografica di un luogo perduto di Roma (Venezia, 2009) e di diversi saggi usciti su riviste specializzate e in volumi miscellanei.

Dal 2007 lavora presso la Fondazione Federico Zeri, incaricata della revisione scientifica delle schede di catalogo.

 

Libri a San Giorgio | Arte Veneta 69

#arteveneta
7 ottobre ore 17

Presenta Lionello Puppi

Partecipa Luca Massimo Barbero

Il 7 ottobre verrà presentato il nuovo numero di «Arte Veneta», fondata nel 1947 sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini.

In occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte, la rivista si propone a studiosi e lettori in una veste editoriale e grafica profondamente rinnovata, con un più ricco apparato illustrativo a colori che valorizza ulteriormente gli importanti contributi scientifici ospitati, con una rosa di argomenti che vanno dal Trecento al Settecento, comprendendo anche la presentazione di importanti inediti. Novità della nuova annata è la pubblicazione dell’e-book della Bibliografia dell’arte veneta, scaricabile gratuitamente.


Seguirà aperitivo

Polifonie ‘in viva voce’ 18

Polifonie “migranti” a Venezia

Ore 16: Seminario con Maurizio Agamennone, Giuseppina Casarin, Giovanni De Zorzi e Annunziata Veronese.

Ore 18.30: Concerto del coro multietnico “Voci dal Mondo” (Venezia)

Il progetto Polifonie “in viva voce” costituisce l’occasione più rilevante in Italia e in Europa per ascoltare e osservare le pratiche polifoniche fervidamente conservate in numerose tradizioni locali. Dal 1997 sono stati ospiti del programma veneziano cantori e strumentisti provenienti dalle grandi isole del Mediterraneo, dal Caucaso, dall’Europa orientale, dalla regione balcanica e da diverse località della penisola italiana: è stato possibile, perciò, ascoltare polifonie maschili e femminili particolarmente esuberanti, complesse e multiformi, spesso divenute vivaci marcatori di mobili e irrequiete identità locali, pure riconosciute dai protocolli Unesco quali patrimoni immateriali dell’umanità. Ai cantori si sono affiancati i migliori specialisti d’area (studiosi, compositori, rilevatori), che hanno proposto la descrizione e analisi delle polifonie ospitate, secondo le più aggiornate procedure di valutazione (musicologia, antropologia, storia-culturale, studi di genere, studi culturali e post-coloniali, ecc.).

Nell’edizione 2014, il programma Polifonie “in viva voce” persegue un altro obiettivo. In molte aree metropolitane europee di forte immigrazione, certe pratiche musicali hanno costituito un veicolo efficace di confronto, incontro, conoscenza, integrazione, solidarietà. Nella città di Venezia da qualche anno è in atto un processo amministrativo-politico-culturale che affida alla polifonia di grande gruppo l’obiettivo e la speranza di contribuire a integrare persone, famiglie e gruppi culturali provenienti da numerose regioni del mondo, che proprio a Venezia hanno trovato un approdo possibile, momentaneo o più duraturo. Il coro Voci dal mondo, diretto da Guseppina Casarin costituisce lo scenario performativo in cui persone diverse, per lingua, cultura, religione e altre appartenenze, cercano di incontrarsi e “stare insieme”, combinando, miscelando e fondendo contributi e spunti musicali parziali, di origini molteplici, in una esperienza di grande gruppo che in occasioni diverse ha animato profondamente il paesaggio sono di Venezia, soprattutto nelle aree periferiche. L’istanza politico amministrativa che prova ad alimentare questo processo è rappresentata ETAM – Animazione di Comunità e Territorio del Comune di Venezia, grazie al tenace impegno di Roberta Zanovello.

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

La XVIII edizione di Polifonie “in voce” è organizzata in collaborazione con ETAM – Animazione di Comunità e Territorio, Direzione Politiche Sociali Partecipative e dell’Accoglienza del Comune di Venezia.

Scarica la locandina