Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 41 di 56 - Fondazione Giorgio Cini

Concerto di musica coreana Ji Aeri (gayageum), Kim Woongsik (janggu)

Concerto di musica coreana
26 maggio, ore 19
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

GAYAGEUM SANJO
ANCIENT VOICE, CONTEMPORARY DIALOGUE

 

Proseguendo nell’esplorazione delle tradizioni musicali coreane, con un’attenzione anche alla contemporaneità, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) presenta a San Giorgio, nell’ambito di una collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari Venezia, Arts Council Korea (ARKO) e King Sejong Institute Venice un concerto di musiche eseguite da Ji Aeri, virtuosa della cetra gayageum.

Ji Aeri, una delle più autorevoli interpreti di questo strumento in Corea, sarà accompagnata da Kim Woongsik al tamburo a clessidra janggu. I musicisti si esibiranno in un repertorio di musiche sia tradizionali che contemporanee composte per questo duo di strumenti che viene utilizzato nel repertorio denominato gayageum sanjo, una sorta di suite strumentale che ha avuto origine nel XIX secolo, nella quale si susseguono diverse sezioni melodiche e ritmiche. Ji Aeri ha studiato con i grandi Maestri di gayageum Lee Jae-Suk e Hwang Byung-Ki ed è stata membro del National Center for Korean Traditional Performing Arts (NCKTPA).

Per informazioni: musica.comparata@cini.it – T. +39 041 2710357

 

Variazioni in sviluppo: i pensieri di Giovanni Morelli verso il futuro

In occasione del quarto anniversario della scomparsa di Giovanni Morelli e in concomitanza con le manifestazioni per il trentesimo anniversario dell’Istituto per la Musica, si propone una riflessione su alcuni tra i più rilevanti testi dell’eminente musicologo e primo direttore dell’Istituto. I temi rispecchiano la poliedrica personalità intellettuale di Morelli: dalla retorica musicale alla popular music, dalla drammaturgia dell’opera romantica alla composizione per il cinema, dal rapporto tra genio e malattia alla composizione dello spazio nel secondo Novecento.

Il seminario sarà coordinato da Gianmario Borio e Giada Viviani e presieduto da un comitato scientifico composto da Michele Girardi, Emilio Sala, Luca Zoppelli e Paolo Pinamonti, curatore di una bibliografia degli scritti di Giovanni Morelli che sarà disponibile nell’occasione. Un gruppo di giovani musicologi si incaricherà di discutere le tesi formulate da Morelli e di collocarle nel quadro dei dibattiti attuali della musicologia internazionale. Al termine del seminario si terrà un concerto del mdi ensemble con musiche di Clementi, Feldman, Kurtág, Scelsi e Varèse.

 


 

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Vuoti di memoria; fantasmi che si aggirano

Nell’anno del 60° anniversario della costituzione dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, e nel solco d’un’esperienza ormai molto collaudata avviata nel 1977, anche nel 2015 avrà luogo, in cinque mezze giornate, l’usuale incontro-confronto seminariale di storici di Venezia. Il titolo generale che accorpa i circa venti interventi previsti è: Vuoti di memoria; fantasmi che si aggirano.

Nel seminario ci sarà una tavola rotonda dedicata a Il Veneto, ci sarà un intervento sullo Spettro del comunismo che s’affaccia inquietante sul biennio rivoluzionario del 1848-49. Tra gli altri interventi previsti: La memoria dell’antico: tra affabulazione e storiografia e Venezia ’700 e fantasmi viennesi primo novecenteschi. Scarica il programma del Seminario in pdf

Incontri in Fototeca

Riprende il ciclo di “Incontri in Fototeca”, una serie di appuntamenti con storici dell’arte e specialisti per parlare delle raccolte fotografiche conservate presso l’Istituto di Storia dell’Arte.

La nuova edizione intende affrontare il tema dell’uso della fotografia nello studio della storia dell’arte, analizzando alcuni casi esemplari presenti nei fondi storici della fototeca, e proponendo, inoltre, spunti di riflessione sulle nuove tecnologie applicate all’analisi delle opere d’arte.

 

24 Settembre ore 16.30

Verso l’iperfotografia?

Alberto Prandi (Università Ca’ Foscari di Venezia)


 

29 Ottobre ore 16.30

Fotografare la scultura per la storia dell’arte 

Anne Markham Schulz (Brown University, Providence RI, USA)


 

26 Novembre 

Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Gianluca Poldi (Conservation Scientist, Centro Arti Visive – Università degli Studi di Bergamo)

 

 

Concerto di musica indiana Pandit Vishwa Mohan Bhatt

Sala degli Arazzi, ore 19.00

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, proseguendo lungo una direttrice di ricerca indirizzata con particolare interesse alla musica e alla danza indiana, a marzo del 2015 organizza un concerto con il grande virtuoso Pandit Vishwa Mohan Bhatt alla mohan veena, accompagnato da Krishna Mohan Bhatt al sitar e Nihar Metha alle tabla.

Pandit Vishwa Mohan Bhatt è un importante esponente della tradizione musicale indostana ed un affermato musicista a livello internazionale. Nato a Jaipur nel Rajasthan nel luglio 1952, ha ricevuto gran parte della sua educazione musicale da suo padre Manmohan Bhatt.Vishwa Mohan Bhatt è creatore e virtuoso di mohan veena, strumento che prende il nome da lui stesso e dal termine vina o veena, la denominazione generale in sanscrito per gli strumenti a corda: si tratta di uno strumento ibrido tra una chitarra classica spagnola e un sitar, che ricorda la chitarra slide occidentale ed è suonata pizzicando le corde con plettri e con una barretta di acciaio. Tuttavia, la fusione di melodia, bordone, corde che vibrano per simpatia e l’approccio microtonale alla melodia di Bhatt, collocano chiaramente questo strumento nel panorama musicale indiano. Vishwa Mohan Bhatt è un affermato musicista sia in India che all’estero. La sua maggiore notorietà gli deriva dall’album A Meeting by the River, realizzato in collaborazione con il chitarrista slide americano Ry Cooder, e che ha ricevuto un “Grammy award” come miglior album di world music nel 1994. Ha collaborato con molti artisti occidentali quali Taj Mahal, Béla Fleck, Jerry Douglas e ha conseguito prestigiosi riconoscimenti come il premio Padma Shri e quello della Sangeet Natak Academy.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Vera Komissarževskaja incontra Eleonora Duse. La ‘Giovanna d’Arco’ della scena russa e la Divina del teatro italiano

In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’attrice russa Vera Fedorovna Komissarževskaja [27 ottobre (8 novembre) 1864 – 10 (23) febbraio 1910] il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo organizza, in collaborazione con l’Universita degli Studi di Roma Tor Vergata, un Convegno internazionale di studi per approfondire la figura della nota attrice. L’incontro si pone l’obiettivo di mettere a confronto il repertorio, la direzione artistica e l’impegno sociale della ‘Divina’ Eleonora e della collega russa, definita dalla critica del tempo ‘la piccola Duse’.

 

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Il laboratorio dell’attrice. Copioni annotati di Eleonora Duse

La mostra presenta una ricca serie di testimonianze del lavoro di Eleonora Duse sui testi teatrali da lei portati in scena o rimasti allo stato di progetto. Si tratta di copioni, testi a stampa o copie per il suggeritore tratti dall’Archivio Eleonora Duse e relativi a opere sulle quali l’attrice è intervenuta con appunti, tagli, variazioni e annotazioni di vario tipo. Uno straordinario spaccato del suo personale processo di lettura, interpretazione e approfondimento, che viene qui proposto con l’efficace aggiunta di fotografie, recensioni, locandine, lettere riferite ai venti titoli esibiti. Sette i loro autori, da D’Annunzio e Ibsen – i più rappresentati – a Shakespeare, nella versione di Arrigo Boito, a Gallarati Scotti, a Maeterlinck, a Praga, a Scribe con Legouvé. Visite guidate su prenotazione.

Fulvio Bianconi tra arte e vetro

In vista della mostra dedicata a Fulvio Bianconi alla Venini, il Centro Studi Vetro dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Le Stanze del Vetro, organizza sull’Isola di San Giorgio un convegno internazionale di studi che intende analizzare la poliedrica figura dell’artista, nell’intento di restituire al pubblico il ritratto e il valore di una personalità  contraddistintasi da una diversità di interessi e ruoli.

Fulvio Bianconi (Padova, 1915 – Milano, 1996) figura singolare di grafico, illustratore, designer, con una formazione da artista, già all’inizio degli anni Trenta ha un primo contatto con il vetro muranese lavorando come apprendista decoratore sotto la guida di Michele Pinto, ma contemporaneamente esercita l’attività di caricaturista. Già inseritosi nell’ambiente milanese, viene notato da Dino Villani che lo introduce alle più note case editrici dell’epoca. Inizia così una serie di collaborazioni come grafico ed illustratore free lance con le case editrici Garzanti, Mondadori, Bompiani, Rizzoli e Motta, ed esegue una serie di affreschi per i negozi Galtrucco ed i padiglioni della Fiera Campionaria di Milano. Consolidato il suo rapporto con Garzanti, dove rimarrà stabilmente fino al 1975, contemporaneamente lavora anche per GiViEmme, FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli e Rai.

Ma è nel 1946, a Murano, che, in seguito ad una commissione per flaconi portaprofumo per la GiViEmme, avviene l’incontro con Paolo Venini, conoscenza decisiva per la sua straordinaria esperienza nel mondo del vetro.

Intuito il grande spirito creativo del giovane Bianconi, Venini lo invita infatti a collaborare nella sua vetreria: frutto di questo sodalizio – che si protrae con continuità fino all’incirca alla metà degli anni Cinquanta – sono, ad esempio, le dodici Figure della Commedia dell’Arte (esposte nel 1948 alla 24.ma Biennale di Venezia), i Tiepolo, le Sirene, i Pezzati, i Fazzoletti, questi ultimi poi assurti a simbolo della Venezia post bellica. Tale produzione esprime in sé la vivacità e la ricchezza di quegli anni contribuendo all’affermarsi della vetraria veneziana anche in ambito internazionale.

Disegnatore ironico oltre che grande interprete del gusto minimalista degli anni Sessanta, collabora episodicamente con altre fornaci e le gallerie d’arte più attive nel settore vetrario: durante gli anni Cinquanta con la Gino Cenedese & C., nel 1958 con la galleria Danese di Milano con vetri realizzati dalla I.V.R. Mazzega, nel 1963 sotto la firma della Vetreria Vistosi viene premiato alla Triennale di Milano per un vaso cilindrico a fasce spiraliformi. Ancora una volta, presta la sua opera alla Venini eseguendo la serie di vasi “Informali” (1967 ca.) che riprendono il tema, a lui caro, della figura femminile. Nel 1966 collabora con la Vetreria Galliano Ferro e con la Seguso Vetri d’Arte (1978), la Toso Vetri d’Arte (1983) e la Vetreria de Majo (1991-92).

Fulvio Bianconi è stato evidentemente uno dei più influenti designer della vetraria di Murano del XX secolo, infaticabile sperimentatore di nuove ed antiche tecniche di lavorazione, costante oggetto della sua ricerca ed eclettica produzione.

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Mercoledì 4 febbraio

ore 9.30

Saluto di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

Intervento di Marino Barovier, curatore della mostra
Fulvio Bianconi alla Venini
(Le Stanze del Vetro, 13.09.2015 – 10.01.2016)

Italo Moscati
Maschere di vetro – La Commedia dell’Arte e le sue trasparenze

Cristina Beltrami
Fulvio Bianconi grafico pubblicitario e illustratore

Paolo Bolpagni
L’opera di Bianconi nel contesto artistico degli anni Cinquanta. Peculiarità e aspetti paradigmatici nel quadro dei rapporti tra arte e design


ore 15.00

Rosa Barovier Mentasti
L’altro Bianconi a Murano

Andrea Tosi
Bianconi e i maestri vetrai, quando arte e design incontrano la tecnica e la manualità

Fiorella Bulegato
Bianconi, Munari e il contesto progettuale milanese negli anni trenta


 

La Commedia dell’Arte Contemporanea – Gli Impresari

Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, è lieto di presentare una performance del collettivo artistico Gli Impresari.

Il 23 gennaio 2015 alle ore 17.15, all’interno degli spazi del Cenacolo Palladiano, attori e macchine teatrali metteranno in scena porzioni de La Commedia delle Macchine, pièce scritta dall’artista Gian Lorenzo Bernini nel 1644.

La performance sarà ripetuta alle ore 17.45 e alle 18.15.

L’evento costituisce la seconda parte de La Commedia dell’Arte Contemporanea, un progetto artistico basato sulla sperimentazione della scenotecnica teatrale ed articolato in due diversi appuntamenti, il primo dei quali avrà luogo in data 22 gennaio 2015 alle ore 18.00 presso la Galleria di Piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua La Masa, in occasione dell’inaugurazione della mostra Atelier 2014. Mostra di fine residenza.

La Commedia dell’Arte Contemporanea è un progetto realizzato in collaborazione con:
Fondazione Bonotto, Compagnia teatrale BluTeatro, Wàla Lab, Officina Gisto, Feltrinlegno, Alessandro Di Cola, S.a.L.E Docks e Rebiennale.

 

 

Workshop | Digital Audio Worldstation. Inter/Azioni elettroniche per la creatività musicale

9-13 dicembre 2014
Laboratorio


11 dicembre ore 17.30
Keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art.


13 dicembre 2014  (dalle ore 16)
Teho Teardo 
presenterà al pubblico quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori.
L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia


Digital Audio Worldstation è un workshop per 8 giovani musicisti (18-35 anni) selezionati dal Bando pubblicato nel luglio del 2014, organizzato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini con il sostegno della Regione del Veneto. Il workshop è dedicato a tutte le possibili declinazioni dell’insieme di pratiche artistiche che vanno sotto la definizione di “musica elettronica”. Il rapporto privilegiato di queste forme di espressione e ricerca sonora con la tecnologia può far pensare a una concezione individualistica del lavoro creativo: in realtà anche in questo contesto la dimensione dell’esperienza musicale va messa in piena luce, in quanto mezzo per stabilire relazioni e reazioni dei musicisti tra loro, con il pubblico e con l’ambiente circostante. Questa iniziativa parte appunto dall’esigenza di rimettere al centro dell’attenzione la creatività in quanto risultato di un’interazione tra sensibilità diverse che avvengono in un preciso luogo del tempo e dello spazio.


Programma
Dal 9 al 13 dicembre 2014
gli 8 giovani musicisti parteciperanno a un’intensa settimana di lavori. Il percorso laboratoriale proposto da Teho Teardo, che rappresenterà il nucleo essenziale e l’impegno maggiore del workshop, sarà affiancato da profili storici e riflessioni teoriche sullo spazio quale dimensione compositiva in diversi repertori, tenuti dai coordinatori (Alessandro Bratus e Alessandro Cecchi) e dai docenti (Giacomo Albert e Marco Lutzu).

Questi momenti saranno conclusi da una keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art. Il discorso si andrà a concentrare sul sound artist Jacob Kirkegaard e sulla sua opera audiovisiva Aion, in cui gioca un ruolo centrale il paesaggio sonoro di un sito particolare come Chernobyl, usandolo quale occasione per una panoramica generale su come l’esperienza dell’ascolto in specifici luoghi sia di fondamentale importanza per la ricerca artistica attuale.

La lezione del prof. Auner, che si terrà giovedì 11 dicembre alle ore 17.30, l’ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Alla fine dei lavori, nel pomeriggio di sabato 13 dicembre (dalle ore 16), Teho Teardo presenterà al pubblico  (l’ingresso è su invito) quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori. Si tratterà di una serie di brani realizzati individualmente, seguiti da un lavoro collettivo che testimonierà la collaborazione sviluppata nel corso della settimana. Sarà questa l’occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva su Digital Audio Worldstation, anche in vista della riproposizione di iniziative analoghe in futuro.

L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it


La selezione
La proposta formativa e culturale formulata con Digital Audio Worldstation ha incontrato un’accoglienza molto positiva. Al bando, pubblicato a luglio sul sito internet della Fondazione Cini, hanno risposto una quarantina di candidati provenienti da tutta Italia. La valutazione delle domande di partecipazione ha portato alla selezione di un gruppo di otto partecipanti, che avranno a loro disposizione, per i giorni del workshop, il sistema di amplificazione a otto canali della Sala degli Arazzi sull’Isola di San Giorgio Maggiore. La scelta di un gruppo ristretto risponde all’esigenza di rendere Digital Audio Worldstationun vero e proprio laboratorio teorico e pratico, in cui si alterneranno momenti di riflessione e sessioni di lavoro sulla composizione e la registrazione di materiali sonori, coordinati da Teho Teardo.

I selezionati
I docenti del workshop hanno selezionato il gruppo di lavoro insieme al direttore dell’Istituto per la Musica, Gianmario Borio. Nella valutazione si è tenuto conto di criteri differenziati: la rilevanza del curriculum (formazione del candidato, precedenti esperienze, pubblicazione di composizioni per etichette discografiche su supporti fisici o digitali); la coerenza tra le motivazioni espresse in una lettera di presentazione e gli obiettivi formativi del workshop; la qualità e originalità delle proposte musicali pervenute. Su questa base sono stati selezionati i seguenti candidati:

Luca Bonaccorsi

Michele Braga

Federica Furlani

Alberto Ladduca

Flavia Massimo

Lorenzo Tomio

Giulia Vismara

Anna Giulia Volpato