Istituto di Storia dell'Arte Archives - Pagina 21 di 29 - Fondazione Giorgio Cini

Arte Veneta 66

A cura dell’Istituto di Storia dell’Arte

Articoli

Carolyn C. Wilson, Il polittico di Vittore Crivelli per l’altare maggiore di San Francesco in Amandola
Paola Modesti, Quasi come in un dipinto: la città, l’architettura nel ‘De situ urbis Venetae’ di Marcantonio Sabellico
Anne Markham Schulz, La scultura di Sante Lombardo
Jan-Christoph Rößler, Da Andrea Palladio a Francesco Contin: i palazzi Mocenigo a San Samuele e Contarini degli Scrigni
Alessio Pasian, Il cimento dell’invenzione. Studi e modelli nella grafica veneta del primo Settecento
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, Per Antonio Balestra
Giuseppe Pavanello, Vendramin e Foscarini ai Carmini, gemelli da dividere: magnificenze ed esotismi intorno a una stanza di maiolica

Segnalazioni

Erin Benay, Dalla vocazione alla venerazione: forma e funzione nelle due pale d’altare dell’Incredulità di san Tommaso di Cima da Conegliano
Vittoria Markova, ‘Cristo e l’adultera’ di Vienna: una proposta di attribuzione
Vincenzo Mancini, Sulla giovinezza di Johann Carl Loth “bonissimo Pitor”
Chiara Accornero, Pietro Bellotti e Paolo Abriani: dibattito sull’Ars Poetica e un dipinto scomparso
Denis Ton, Aggiornamento su Antonio Domenico Beverense
Enrico Lucchese, Andrea Celesti: l’Adorazione dei Magi di Santa Maria della Pace ai Santi Giovanni e Paolo
Fabrizio Malachin, Alessia Vedova, Una fonte iconografica per gli affreschi di villa Cornaro
Sergio Marinelli, Antonio De Pieri ritrovato
Andrea Zompero, Un inedito di Antonio De Pieri: il ‘Ritratto di Cristoforo Muzani’
Martina Manfredi, Carlotta Amigoni, pittrice veneziana a Londra
Dalma Frascarelli, Per Bartolomeo Nazari: il ‘Ritratto di Pietro Gabrielli e la sua famiglia’
Ilaria Mariani, Aggiunte al catalogo di Alvise Tagliapietra
Andrea Tomezzoli, Nel segno di Amore: soffitti veronesi del Settecento e qualche nota su Pietro Antonio Perotti
Irina Artemieva, ‘La famiglia di Enea’: un quadro di Pietro Antonio Novelli riscoperto

Carte d’archivio

Alessandro Borgomainerio, Due disegni inediti di Baldassare Longhena per Ca’ Pesaro
Sara Zanardi, Giambattista Zampezzi

Arte veneta 65

 

Sommario
Valentina Ferrari, Le statue dei “Profeti” della Porta da Mar nella basilica di San Marco

Laura Alidori, Marco Battaglia, L’ anteporta della Mariegola dei Mureri: il Messale dei Crociferi e una bottega miniatoria veneziana del Trecento

Paola Rossi, Cinque ‘memorie’ tardobarocche in Santa Maria del Giglio

Massimo Bonelli, MariaGrazia Vaccari, Dall’idea alla pittura. La meccanica dell’invenzione negli affreschi di Giambattista Tiepolo

Giuseppe Pavanello, Visita a palazzo Zen (e in casa Andrighetti)

Segnalazioni
Chiara Ponchia, Tre miniature veneziane della prima metà del Trecento in un codice Contarini

Khristin Huffman Lanzoni, Devozione e prestigio: l’altare dell’Arte dei Marzeri a San Zulian

Daniel Savoy, Le iscrizioni sulla facciata di San Michele in Isola

Laura Pagnotta, Un “San Gerolamo” inedito di Bartolomeo Veneto

Enrico Maria Dal Pozzolo, Postilla al Bonconsiglio: un “Cristo” e un “Sardanapalo”

Paolo Ervas, Riconsiderando Domenico Capriolo

Victoria Markova, Considerazioni sulla nuova versione del ‘best seller’ di Tiziano: “Venere e Adone”

Massimo Bisson, Palma il Giovane: le ritrovate portelle d’organo della chiesa di Santa Croce a Venezia

Ugo Ruggeri, Intorno al Liberi

Enrico Lucchese, Daniel van den Dyck e Giovanni Carboncino alla Rotonda di Rovigo

Emilio Negro, Gregorio Lazzarini: un modelletto per il “Baccanale con bradipo” di Ca’Rezzonico

Chiara Brescacin, Due “Angeli” di Antonio Tarsia a Dosson di Casier

Antonello Cesareo, Su di un dipinto di Letterio Subba raffigurante “Antonio Canova nel suo studio”

Carte d’archivio
Pierpaolo Brugnoli, Mattia Vinco, Il canonico Antonio Malaspina, un disegno di Pisanello e l’ancona dello scultore Giacomo Moranzone per il duomo di Verona

Jan-Christoph Rössler, Nuovi documenti per palazzi attribuiti a Baldassare Longhena

Debora Tosato, Documenti per la chiesa di San Leonardo a Verona

Bernard Aikema, Giambattista Tiepolo in viaggio per la Spagna: un nuovo documento

Restauri
Enrico Noè, La statuaria Farsetti: opere superstiti

Letture

Barbara Boccazzi Mazza, Rosalba Carriera in mostra a Palazzo Cini

Ricerche

Per un Atlante della statuaria veneta da giardino. IV
a cura di Monica De Vincenti, Simone Guerriero

Bibliografia dell’arte veneta: 2007
a cura di Daniele D’Anza

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Saggi e memorie di Storia dell’arte 31

Sommario

Denis Ton
Giovanni Coli. Filippo Gherardi

Alessio Pasian
Asterischi per Louis Dorigny: novità, correzioni, proposte

Vittorio Mandelli
Studi di famiglie e di collezionismo a Venezia nel Sei e Settecento

Valeria Piermatteo
Giovanni Maria Bertolo “Consultore in Iure” della Repubblica Veneziana.
Profilo di un avvocato tra professione, devozione e patrocinio delle arti 297

Gli affreschi nelle ville venete

È dedicato al Seicento il secondo dei quattro volumi della collana «Gli affreschi nelle ville venete», nella quale sono raccolti i frutti della ricerca e della catalogazione scientifica curate dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini su incarico dell’Istituto Regionale per le Ville Venete. Nel corso del Seicento la “civiltà di villa” non mostra battute d’arresto, e anzi progredisce lungo tutto il secolo il fenomeno di penetrazione del patriziato nei territori della Serenissima. Non senza importanza è l’affacciarsi alla ribalta della scena sociale e politica di nuove famiglie mercantili che, con il titolo nobiliare, acquisiscono anche i costumi del rango e l’ambizione autopromozionale tramite residenze sontuose a Venezia e in campagna. Dappertutto compaiono nuovi cicli decorativi. Nei primi tre decenni del secolo la resistente tradizione tardocinquecentesca di matrice postveronesiana detta ancora legge, ma verso la metà del secolo i germi del rinnovamento artistico in atto a Venezia trovano eco anche nella Terraferma, sino all’affermarsi della sensibilità barocca che gioca metaforicamente tra vero e falso, tra apparire ed essere. Sulle pareti delle ville tutto diventa illusione e inganno visivo. È il trionfo della quadratura che finge una seconda architettura e sembra trasformare e sovvertire quella reale, un genere per la prima volta studiato e catalogato sistematicamente in ambito veneto.

Rococò in Italia e in Europa

Il Convegno Internazionale di Studi verterà sul ruolo di geniale anticipatore del Rococò, in Italia e in Europa, ricoperto dal pittore veneto e sull’influenza esercitata dal suo stile sugli artisti della generazione successiva, soprattutto in merito alla rivoluzione tecnico-materica di un fare pittorico sciolto e sfrangiato. Il Convegno si propone di indagare, inoltre, l’ambito sociale e culturale dell’artista veneziano, in particolare presso le corti europee, la fortuna critica della sua opera presso i contemporanei e i posteri, il rapporto con i collezionisti e l’ambiente intellettuale frequentato dall’artista.

I Weekend di Palazzo Cini – 26 ”“ 27 Settembre; 3 ”“ 4, 10 ”“ 11, 17 ”“ 18 ottobre

A partire dal prossimo autunno avrà inizio la rassegna I Weekend di Palazzo Cini il cui scopo è far conoscere al pubblico le collezioni della Fondazione e, nel contempo, valorizzare le attività di ricerca scientifica svolte dall’Istituto di Storia dell’Arte e documentate anche attraverso i cataloghi. Le mostre, allestite presso la sede di Palazzo Cini a San Vio e dedicate ai nuclei più significativi delle collezioni della Fondazione Giorgio Cini, saranno visitabili gratuitamente, insieme all’esposizione permanente della Galleria di Palazzo Cini, durante i fine settimana. L’occasione per il primo appuntamento, dal titolo Le carte riscoperte. Disegni dalle collezioni Donghi, Fissore, Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini è offerta dalla pubblicazione del volume che contiene il catalogo generale dei disegni delle raccolte Donghi, Fissore e Pozzi. L’esposizione presenterà una selezione dei disegni di figura, insieme a un gruppo di fogli con progetti architettonici di Giacomo Quarenghi, il creatore della San Pietroburgo neoclassica, e due fogli di Federico Zandomeneghi, il pittore veneziano amico degli impressionisti a Parigi.

Le carte riscoperte
Disegni della raccolta Fissore-Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
26-27 settembre; 3-4, 10-11, 17-18 ottobre 2009
Orario: 12.00 – 18.00
Ingresso libero

Le carte riscoperte. I disegni delle collezioni Pozzi, Fissore e Donghi alla Fondazione Giorgio Cini

Dopo l’uscita del catalogo completo della raccolta di Giuseppe Fiocco, con questo volume viene presentato un altro fondo grafico acquisito a San Giorgio tramite Vittorio Cini agli inizi degli anni sessanta, e che si compone dei disegni provenienti dalle collezioni Pozzi, Fissore e Donghi. Per quanto concerne le raccolte Pozzi e Fissore, si tratta di opere afferenti non solo all’ambito veneto, con la significativa presenza di fogli, per esempio, di Gaspare Diziani e Louis Dorigny, ma pure ad altre aree della penisola, come testimoniano i disegni dei bolognesi Aureliano Milani e Vittorio Bigari, nonché il consistente nucleo di fogli del lombardo Filippo Comerio, cui vanno aggiunte alcune testimonianze delle scuole non italiane. Una delle novità più significative presenti nel catalogo riguarda quattro copie dagli affreschi di Mantegna nella padovana cappella Ovetari realizzate dal pittore ligure Giovanni David; da segnalare, infine, la presenza di un paio di disegni di Federico Zandomeneghi, uno dei protagonisti della fervente vita artistica parigina di fine Ottocento. Non meno interessante è la raccolta appartenuta a Daniele Donghi, al cui interno è possibile distinguere due nuclei di particolare interesse: il quaderno di disegni dell’architetto Giacomo Quarenghi e i bozzetti del pittore-scenografo bellunese Pietro Gonzaga. Il gruppo di disegni per scenografie del Gonzaga nella collezione di Daniele Donghi era stato raccolto in origine dal padre, Felice Donghi, architetto e scenografo di un certo rilievo nell’ambiente milanese della seconda metà dell’Ottocento. A questo nucleo si aggiunsero fogli degli scenografi Giovanni Battista e Daniele Donghi, Fabrizio Galliari e Alessandro Sanquirico.

Tiepolo

Gli scritti su Giandomenico e Giambattista Tiepolo di Adriano Mariuz sono fra gli esiti migliori degli studi storicoartistici degli ultimi decenni. Apre il volume il saggio su Giandomenico apparso nella monografia dedicata al pittore nel 1971: un capolavoro di intuizioni critiche sostanziate da una qualità di scrittura che ancora ci sorprende: esempio raro di una storia dell’arte concepita nel segno del piacere condiviso, di chi la fa come di chi vi si accosta.
Seguono gli altri contributi sull’artista che spaziano dai disegni all’emblematica figura di Pulcinella. Essi si intrecciano con quelli dedicati a Giambattista Tiepolo, del frescante soprattutto, di cui lo studioso ha saputo dare una lettura talmente avvincente da farlo assurgere a vero protagonista del Settecento europeo.

A testimonianza dell’eccezionale sensibilità interpretativa che sigla gli scritti qui pubblicati, basti l’incipit del profilo di Giambattista nel catalogo della mostra di Venezia-New York del 1996: «Per Marcel Proust il nome di Tiepolo era associato a un colore: un’inconfondibile tonalità di rosa, il rosa di una delle vestaglie che Odette Swann soleva indossare fra le pareti domestiche e che ne esaltavano il fascino».

Collana «Scritti di storici dell’arte veneta»
La collana, promossa dall’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Regione del Veneto, intende accogliere i testi più significativi degli studiosi che si sono interessati di arte veneta.

Gli affreschi nelle ville venete

Il fenomeno della “civiltà di villa” al tempo della Serenissima ha dato origine a una straordinaria fioritura di imprese decorative negli edifici sorti nello ‘Stato da terra’. Dal tempo dei pionieristici cataloghi di Giuseppe Mazzotti (1954) e Luciana Crosato (1962) non si intraprendeva un’opera sistematica di studio degli affreschi cinquecenteschi conservati nelle ville del Veneto e del Friuli. La ricerca, promossa dall’Istituto Regionale per le Ville Venete e curata dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, prende avvio da una nuova indagine ricognitiva: un’esplorazione metodica e capillare che ha fatto venire alla luce, accanto ad apparati decorativi negletti, aspetti nascosti o trascurati di opere conosciute. Ad integrazione e arricchimento del materiale fotografico d’archivio, sono state realizzate apposite campagne fotografiche, che rendono in buona parte inedito il corredo illustrativo del volume.
Il primo dei quattro tomi della collana “Gli affreschi nelle ville venete”, dedicato al Cinquecento, presenta in apertura una sezione sui secoli XIV e XV, investigati con due saggi monografici, a introdurre il lettore nella grande stagione della decorazione ad affresco in villa nel ‘secolo d’oro’ di Veronese e Zelotti.

INDICE

LA DECORAZIONE IN VILLA PRIMA DEL CINQUECENTO

Il Trecento e il primo Quattrocento
Tiziana Franco
Il secondo Quattrocento
Mattia Vinco

IL CINQUECENTO

“Ornar de pitture il belveder e altre cose”:
committenti e frescanti nelle ville
venete del Cinquecento
Vincenzo Mancini

TAVOLE A COLORI

CATALOGO

APPARATI

Indice delle denominazioni e dei proprietari
Indice dei luoghi di ubicazione delle ville
Indice degli artisti
Bibliografia

Piranesi. Incisioni, rami, legature, architetture

La Mostra è stata concepita in modo semplice e lineare nell’intento di presentare tutte le singole opere del Piranesi nell’ordine in cui sono state pubblicate e scegliendo, all’interno di ciascuna serie, alcune incisioni, cercando che di tutto sia riportato un esempio. La scelta è stata fatta in modo che possa risaltare un’idea complessiva e insieme particolareggiata di quanto il maestro ha creato nei suoi quasi quarant’anni di lavoro. Suddividendo questo immenso complesso di quasi 1000 incisioni in trenta sezioni e distribuendo tra queste quattrocento tavole, si è voluto presentare dell’opera piranesiana un tale numero di esempi che mai era stato raggiunto in analoghe iniziative. Nell’attuare il percorso critico che presenta le opere dell’artista nell’ordine in cui vennero pensate e pubblicate, si è cercato di non disturbare con inutili sovrapposizioni la lettura e la comprensione delle opere, evitando quanto non sia essenziale al puro e semplice «vedere».

La suddivisione rigorosa delle opere esposte, con brevi descrizioni per ogni singolo settore, offre un orientamento immediato attraverso dati storici e informativi di carattere filologico e critico. Le strutture spaziali dell’appartamento di rappresentanza (già degli Abati di San Giorgio) e dei, due lati dei corridoi prospicenti il chiostro palladiano, sono state rispettate, cercando solo di aderire senza complicare o forzare l’iter e il disegno della mostra, alla successione delle sale. Il complesso delle 400 incisioni esposte è stato integrato con qualche altra sezione per rispondere alla particolare impostazione che si è voluto dare alla mostra.
Innanzi tutto, 26 rami incisi, indispensabile e utile accompagnamento per la mostra di un incisore; quindi una sezione fotografica dedicata al complesso di Santa Maria del Priorato, unica architettura eseguita dall’artista e alla quale si è voluto dare particolare risalto proprio per registrare con l’immagine le più recenti interpretazioni della critica. Sempre nell’intento di completare l’informazione, è stata allestita la piccola ma preziosa sezione, dedicata alle legature. E così possibile vedere come le opere dell’artista siano state raccolte, conservate e, mecenatescamente, regalate: Clemente XIII e tutti i suoi Rezzonico sono naturalmente tra i primi a gareggiare in buon gusto e sontuosità. La stessa linea si è voluto mantenere nella sezione documentaria con cui si apre la mostra. Sono esposti documenti, in parte conosciuti dagli studiosi, che tuttavia ci è sembrato opportuno rendere il più possibile evidenti per illustrarne l’essenziale valore informativo. La sezione è poi arricchita da una scelta iconografica piranesiana.