Fondazione Giorgio Cini – Fondazione Giorgio Cini

Religiographies vol.3 n.2

Rivista open-access e peer-reviewed, curata dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini.

Con un approccio interdisciplinare, Religiographies promuove il dialogo tra storici, sociologi, antropologi, filosofi e psicologi su tre temi principali: misticismo, esoterismo e spiritualità.

 

Questo Special Issue di Religogaphies, si propone di esplorare e analizzare i casi contemporanei dell’uso del pensiero di Muḥyiddīn Ibn ʿArabi (m. 1240) e di far luce sulle motivazioni, le dinamiche e i metodi alla base delle sue interpretazioni. Al fine di migliorare la comprensione e la varietà delle rivendicazioni e di distinguere tra i collegamenti comuni e le peculiarità di quei casi, vorremmo rispondere a varie domande, tra le quali: Quali sono i concetti di Ibn ʿArabi più utilizzati per afrontare questioni contemporanee? Come si sono modificati nel corso dei secoli? Quali aspetti del paradossale pensiero di Ibn ʿArabi sono enfatizzati o, al contrario, minimizzati dai nuovi esegeti? In che modo il pensiero di Ibn ʿArabi è integrato o meno nel più ampio spettro della tradizione intellettuale islamica?

Ethnography of Recording Studios

Questo volume, il quarto di una serie di pubblicazioni on-line che l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati promuove a partire dai propri seminari internazionali di etnomusicologia, scaturisce dal lavoro triennale di un gruppo di ricerca finanziato dalla Ernst von Siemens-Musikstiftung. È composto di una serie di studi monografici sulla concezione dell’armonia in Béla Bartók, Claude Debussy, Paul Hindemith, Arnold Schönberg, Aleksandr Nikolaevič Skrjabin, Igor Stravinskij, Edgar Varèse e Anton Webern. Gli autori focalizzano la loro attenzione su una o più opere del compositore di riferimento, mettendo in relazione i processi armonici alle questioni teoriche dibattute all’epoca o emerse nei decenni successivi. L’impostazione tiene in particolare conto delle attuali elaborazioni della musicologia internazionale, delle lacune presenti nella saggistica italiana e dei bisogni della didattica a livello superiore presso le sedi AFAM e universitarie. Al contempo intende dare un contributo alla riflessione e alla metodologia della teoria musicale dei nostri giorni.

 

Approfondisci

Martha Jungwirth “Herz der Finsternis”

Il catalogo della mostra personale di Martha Jungwirth, allestita a Palazzo Cini, curata da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e realizzata con il supporto di Thaddaeus Ropac Gallery, presenta nuove opere dell’artista austriaca. Nel corso di sei decenni di carriera, Jungwirth ha forgiato un approccio singolare all’astrazione che è radicato nel corpo e nelle osservazioni ravvicinate del mondo circostante. L’artista si ispira a “pretesti” per creare i suoi dipinti vivaci ed espressivi. Nel caso di Herz der Finsternis, Jungwirth prende in prestito il titolo della novella omonima di Joseph Conrad del 1899 come punto di partenza per il suo recente corpus di opere.

«Studi Veneziani» N.S. LXXXV-LXXXVI (2022)

a cura dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano
Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma, 2023

 

Studi
• Francesca Romoli, Massimo il Greco, Venezia e l’editoria umanistica: tra esperienza e retaggio
• Marianna Kolyvà, L’isola di Zante tra la prima e la terza guerra veneto-ottomana. Eventi politici, conflitti bellici (1460-1543)
• Jarrod Michael Broderick, The Supremacy of Faith: Venetian Spirituality and Tridentine Doctrine in the Sala Capitolare at the Scuola Grande di San Rocco
• Mauro Sarnelli, Le rime di Giovanni Delfino e «l’arricchita […] Musa» (oraziana) di Fulvio Testi
• Maria Stella Alfonsi, «Ittem ha presentato alla leze». L’inventario per il Vadimonio di Innocenzia Scaglia moglie di Paolo del Sera (2 maggio 1680)
• Michele Santoro, Le Bocche di Cattaro nel dominio veneziano. Un bilancio storiografico (1420-1979)
• Salvatore Ciriacono, Venezia e il Mediterraneo nel contesto globale. Una proposta storiografica (secoli XVII-XVIII)
• Miriam Zenobio, Il commercio veneziano a Giaffa e nel Levante ottomano: oltre il paradigma storiografico della “crisi” del XVIII secolo
• Sergio Alcamo, Le xilografie del De mulieribus claris di Boccaccio (Venezia 1506) e le inedite desunzioni da Cristoforo Solari, Tullio e Antonio Lombardo

 

Note e documenti
• Cees de Bondt, Il gioco della racchetta a Venetia (1590-1775 ca.)
• Tommaso Maggiolo, Exultet omnium turba fidelium. Musica a San Giorgio Maggiore fra cerimoniale e quotidianità benedettina
• Paolo Zecchin, Finestre e vetrate nella produzione vetraria muranese
• Piero Falchetta, Manoscritti nautici compositi dell’età tardo medievale
• Egidio Ivetic, L’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano

 

Recensioni
• Walter Panciera, «L’acqua giusta». Il sistema portuale veneziano nel XVIII secolo (Guido Candiani)
L’inestinguibile sogno del domino: Francesco Morosini, a cura di
Gh. Ortalli, G. Gullino, E. Ivetic (Michele Santoro)
Dispacci al Senato di Venezia 1620-1635. Edizione di una fonte storica per la Guerra dei Trent’anni nelle Alpi, a cura di Simone Signaroli (Andrea Pelizza)
• Angela Fabris, I giornali veneziani di Gasparo Gozzi. Tra dialogo e consenso sulla scia dello Spector (Giacomo Carlesso)
• Fiona Lejosne, Écrire le monde depuis Venise au xvie siècle. Giovanni Battista Ramusio et les Navigationi et viaggi (Piero Falchetta)
Storia della letteratura dalmata italiana, a cura di G. Baroni (Gilberto Pizzamiglio)
Albrecht Dürer e Venezia, a cura di G. M. Fara (Daria Perocco)
• Giancarlo Petrella, L’impresa tipografica di Battista Farfengo a Brescia fra cultura umanistica ed editoria popolare (1489-1500) (Daria Perocco)
L’ultimo eroe della Serenissima. Francesco Morosini e il suo tempo, a cura di B. Buratti (Egidio Ivetic)
Ruža Ćuk, Srbija i mediteranski svet u poznom srednjem veku. Odabrani radovi [La Serbia e il mondo mediterraneo nel tardo medioevo. Lavori scelti] (Egidio Ivetic)

“Multa renascentur”. Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista.

Il volume rende conto degli esiti del convegno tenuto presso la Fondazione Giorgio Cini e organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969), napoletano di nascita e fiorentino d’adozione.

 

La pubblicazione raccoglie i contributi di oltre venti relatori che hanno approfondito la figura di De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività antiquaria, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano.

 

Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione 78 LETTERA DA SAN GIORGIO ANNO XXV N° 48 della sua collezione libraria antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si è fatta promotrice.

ARCHiPub 01/001

Collana interdisciplinare curata dal Centro Digitale – ARCHiVe della Fondazione Giorgio Cini, dedicata alla ricerca contemporanea nelle Digital Humanities.

Nel primo contributo di questa nuova collana editoriale, Chiara Casarin rende omaggio agli illustri precedenti di ricerca, alle condizioni, alle esigenze e alle urgenze che hanno portato alla nascita di ARCHiPub. On Cultural and Digital Matters nell’ambito di ARCHiVe presso la Fondazione Giorgio Cini.

Rivisitazioni e innovazioni

Verso la metà del XX secolo si registra un significativo cambiamento di prospettiva nei compositori italiani che rivolgono attenzione alla produzione di Claudio Monteverdi. La fase precedente, dominata dalla figura di Gian Francesco Malipiero, era stata caratterizzata da un graduale avvicinamento alla musica monteverdiana mediante trascrizioni e messe in scena delle opere che perseguivano a vari gradi l’ideale di ricostruzione dell’originale, con una spiccata inclinazione filologica, ma che tuttavia non trascuravano maneggiamenti a livello strumentale. Dagli anni Cinquanta in poi la ricezione diventa marcatamente ‘creativa’ e si concretizza in forme di reinterpretazione strutturale di alcuni capolavori del Cremonese e di attualizzazione della strumentazione originale. Monteverdi è fatto rivivere non più con il prevalente intento nazionalistico delle generazioni immediatamente precedenti, che vedevano in lui il padre dell’opera in musica italiana, ma per la modernità del suo pensiero e della sua tecnica compositiva.

 

I contributi del presente volume, incentrati su composizioni ad oggi non indagate dalla letteratura musicologica o su brani di repertorio ora affrontati da una prospettiva nuova, dimostrano come a partire dalla trascrizione del Ritorno di Ulisse in patria di Luigi Dallapiccola (1942) e fino agli albori del nuovo millennio si assista a un variegato processo sia di integrazione e trascrizione di lavori monteverdiani con strumenti tradizionali (Luciano Berio, Fausto Razzi), sia di riscrittura che non tralascia l’ausilio delle nuove tecnologie (Bruno Maderna, Giorgio Battistelli, Ivan Fedele). In tutti i casi il lavoro di ‘riadattamento’ sonoro è sorretto da una attenta analisi della produzione di Monteverdi, anche al fine di trasferire tratti del suo artigianato in lavori da essa del tutto indipendenti sul piano del contenuto e della poetica (Luigi Nono). Altrettanto variegati sono stati gli esiti dei compositori che hanno firmato le regie di opere monteverdiane (Sylvano Bussotti, Egisto Macchi) o hanno arricchito il modello originario con antefatti e sequel (Domenico Guaccero, Claudio Ambrosini).

 

I sette saggi sono firmati da Rodolfo Baroncini, Angela Carone, Michele Chiappini, Paolo Dal Molin, Mila De Santis, Alessandro Maras, Federica Marsico.

 

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Music of the Twenty-First Century Diasporas: Research and Methods

Il volume Music of the Twenty-First Century Diasporas: Research and Methods è il terzo di una serie di pubblicazioni on-line che l’IISMC promuove a partire dai propri seminari internazionali di etnomusicologia. Si tratta di una serie che affronta temi di ricerca attuali e originali contribuendo ad un dibattito internazionale sulla disciplina e allo stesso tempo costituendo un importante strumento didattico, soprattutto a livello universitario. Curato da Serena Facci e Giovanni Giuriati, il volume prende le mosse da un Seminario organizzato a San Giorgio nel 2020, appena prima dello scoppio della pandemia e, attraverso il contributo di diversi autori, in prevalenza italiani, intende fornire uno sguardo e una riflessione a più voci sulla vita musicale delle molte realtà migratorie che popolano l’Italia. Dai contributi emerge un quadro molto variegato sia per le particolarità delle culture musicali chiamate in gioco sia per le tematiche, che spaziano dall’interazione con gli italiani, alla trasmissione del sapere musicale tra le seconde generazioni, al ruolo dei musicisti e alla loro relazione dinamica con la “madrepatria”, al transnazionalismo delle musiche sacre, all’utilizzo delle tecnologie sempre più complice nella costruzione di sentimenti di appartenenza diluiti negli ampi confini diasporici. Una ampia introduzione di Serena Facci e due importanti saggi di Adelaida Reyes e Francesco Remotti contribuiscono lucidamente ad affrontare i nodi teorici che sottendono al volume. A questa parte teorica iniziale segue la presentazione di ricerche originali condotte da giovani studiosi riguardanti le pratiche musicali di diverse comunità diasporiche insediatesi in Italia in tempi recenti o da lungo tempo tra cui armeni, cinesi, ucraini, eritrei, sikh. Nell’ultima parte del volume vengono riprese, alla luce delle ricerche presentate, questioni di metodo riguardanti questo peculiare oggetto di ricerca intrinsecamente transnazionale. Come è naturale che sia, in una pubblicazione on-line sono presenti diversi link che rinviano ad esempi audio e video che illustrano attraverso la documentazione audiovisiva le ricerche rendendo questo volume pienamente multimediale.

 

 

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Religiographies

Rivista open-access e peer-reviewed, curata dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini.

Religiographies si dedica allo studio dei fenomeni religiosi, promuovendo un dialogo interdisciplinare tra storici, sociologi, antropologi, filosofi e psicologi. Misticismo, esoterismo e spiritualità sono i tre temi principali della rivista, che vengono esplorati nel loro contesto storico e culturale, mettendo in discussione le categorie tradizionali della religione. La sezione heterographie, dedicata a opere artistiche e visive, amplia la comprensione dei fenomeni trattati.

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[accordion_entry title=”Obiettivi e ambito”]
Religiographies è una rivista open-access e peer-reviewed dedicata allo studio dei fenomeni religiosi e pubblicata sotto il patrocinio del Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini. Dal 2025 è stata riconosciuta dall’ANVUR (agenzia del ministero dell’istruzione) come rivista scientifica per l’Area 11 (scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche), Religiographies mira a promuovere un approccio interdisciplinare, promuovendo il dialogo tra storici, sociologi, antropologi, studiosi letterari, filosofi e psicologi.
Inoltre, puntiamo a discutere quei temi che sono spesso trascurati dalle scienze sociali e umane – come il misticismo, l’esoterismo, la spiritualità – che, secondo le parole di Michel de Certeau, “perseguitano l’epistemologia scientifica”. Il nostro obiettivo non è quello di creare un’altra rivista sulle spiritualità alternative, ma di riportare questi temi al centro del dibattito sui fenomeni religiosi e culturali.
Incoraggiamo a decostruire e contestare le categorie – inclusa la parola stessa “religione” – non come un esercizio di stile, ma come pratica, mostrando con i dati raccolti sul campo, la porosità, permeabilità e la fragilità delle nostre categorie. Inoltre, miriamo a promuovere una storia antropologica e allo stesso tempo una socio-antropologia con una forte enfasi storica, con l’intenzione di evitare sia il presentismo socio-antropologico che una storia focalizzata solo su idee e istituzioni, ignorando la materialità, le emozioni, la vita quotidiana.
Infine, con il concetto di “etero-grafie” – rappresentazioni diverse – intendiamo dare spazio ad altre forme di rappresentazioni, come la fotografia, l’illustrazione, i video e le opere d’arte. Questi altri linguaggi permetteranno ai nostri autori – studiosi e artisti – di esplorare dimensioni al di là del quadro dell’oggettività e della coerenza proprie delle scienze sociali. Questa sezione, chiamata heterographies, non è strettamente scientifica: non sarà peer-reviewed, ma riceverà dei suggerimenti dagli editori e da altri autori.

 

Invitiamo la presentazione di articoli su tutti i fenomeni religiosi, con particolare attenzione a:

  • Approcci comparativi;
  • trasferimenti culturali: acculturazione, appropriazione, immaginazione;
  • continuità e discontinuità tra discorsi religiosi e pratiche di vita quotidiana;
  • prospettiva trans-storica, sottolineando le connessioni tra vecchie e nuove tendenze;
  • fenomeni liminali tra il “secolare” e il “religioso”;
  • il rapporto con l’alterità, inteso non solo come religioso, ma anche in termini di genere,
    orientamento sessuale ed etnia;
  • fenomenologia del corpo religioso: percezioni, emozioni, sensazioni e costruzione del corpo;
  • dibattiti epistemologici e metodologici sulla trasferibilità e traducibilità delle categorie
    di studi religiosi.

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[accordion_entry title=”Comitato Editoriale”]
Editor-in-chief
Francesco Piraino, Fondazione Giorgio Cini / Harvard Divinity School

 

Editors
Mark Sedgwick , University of Aarhus
Dionigi Albera, CNRS-IDEMEC

 

Assistant editors
Elena Bernardinello, Fondazione Giorgio Cini
Eva Salviato, Fondazione Giorgio Cini

 

Copy editor and proofreader
Anna Fitzgerald

 

Book Reviews
Valentina Gaddi, Université de Montréal

 

Editorial board
Stefano Allievi, University of Padua
Egil Asprem, University of Stockholm
Katell Berthelot, CNRS–Aix-Marseille University
Francesco Cerchiaro, Radboud University
Andrea De Antoni, University of Kyoto
John Eade, University of Roehampton
Diana Espírito Santo, Universidad Catholica de Chile
Fabrizio Ferrari, University of Padua
Mattia Fumanti , University of St. Andrews
Giuseppe Giordan, University of Padua
Alberta Giorgi, University of Bergamo
Boaz Huss, Ben Gurion University
Salvatore La Mendola, University of Padua
Marco Pasi, University of Amsterdam
Enzo Pace, University of Padua
Stefania Palmisano, University of Turin
Vadim Putzu, Missouri State University
Khalid Razzhali, University of Padua
Antonio Rigopoulos, University of Ca’ Foscari
Armando Salvatore, University of McGill
Chiara Tommasi, University of Pisa
Fabio Vicini, University of Verona
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[accordion_entry title=”Religiographies vol.3″]
Religiographies vol.3 n.2 (2024)
Religiographies vol.3 n.1 (2024)
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[accordion_entry title=”Religiographies vol.2″]
Religiographies vol.2 n.2 (2023)
Religiographies vol.2 n.1 (2023)
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[accordion_entry title=”Religiographies vol.1″]
Religiographies vol.1 n.1 (2022)
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Opere del Novecento dalle raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini

a cura di Giovanni Bianchi
Scripta Edizioni, Verona

Dopo i volumi dedicati alle raccolte grafiche della donazione Neri Pozza (2003) e al nucleo di disegni dell’artista trevigiano Renzo Biasion (2004), si aggiunge ora alla serie dei cataloghi d’arte delle collezioni della Fondazione Giorgio Cini un nuovo numero dedicato alle opere del Novecento: dipinti, sculture, disegni e stampe che testimoniano il mai sopito interesse dell’istituzione per l’arte contemporanea.

La collezione presenta i caratteri di eterogeneità tipici di raccolte analoghe, connesse alla vita e alle attività di un’istituzione culturale: prevalentemente composta da aggregazioni e acquisizioni sparse, perlopiù frutto di donazioni e lasciti da parte di artisti, eredi, collezionisti, letterati, musicisti, che alla Fondazione donarono archivi, libri, fotografie e opere d’arte, essa si caratterizza come viva testimonianza dei rapporti culturali e di familiarità che li legava all’istituzione veneziana. È comunque la non sistematicità a connotare la collezione, rendendola interessante e foriera di piacevoli scoperte, come il paesaggio a olio con Cielo di Primavera del pittore divisionista Emilio Longoni, sino a oggi ritenuto disperso. Tra le opere si segnalano per importanza e qualità Le Vase bleu di Gino Severini, capolavoro del periodo cubista; il Ritratto di Benno Geiger del francese Émile Bernard; l’unica replica autorizzata in marmo di Carrara del celebre Ritratto virile di Ezra Pound, realizzato dallo scultore vorticista Henri Gaudier-Brzeska; la ricca serie di oli e acquerelli di Felice Carena, uno dei protagonisti della pittura lagunare nel secondo dopoguerra, ove spicca il malinconico dipinto giovanile Bambina sulla porta; i ritratti del triestino Arturo Rietti; il nucleo di bronzi di Francesco Messina, tra i quali emerge il monumentale San Giorgio che uccide il drago, realizzato dallo scultore siciliano per la cappella del Centro di Arti e Mestieri della Fondazione Cini, contestualmente a una Via Crucis, oggi presso i benedettini; e la bellissima tela parietale La ventata di Alberto Gianquinto, dono recente degli eredi dell’artista e segno della speciale attenzione riservata alla Fondazione Cini come scrigno di opere d’arte da custodire e valorizzare. Tra le opere in comodato degli eredi Cini, che si è deciso di inserire nel catalogo, va menzionata l’interessante opera astratta di Emilio Vedova Immagine del tempo, del periodo delle cosiddette ‘geometrie nere’.

La raccolta conta presenze importanti dell’arte del Novecento, soprattutto italiano: Guido Cadorin, Carlo Carrà, Pino Castagna, Beppe Ciardi, Gennaro Favai, Achille Funi, Virgilio Guidi, Alessandro Milesi, Armando Pizzinato, Giorgio Valenzin.