Istituto di Storia dell'Arte Archives - Pagina 9 di 28 - Fondazione Giorgio Cini

Multa renascentur

Nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969) sarà organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini un importante convegno di studi,  con l’intento di promuovere un iniziale approfondimento sulle vicende personali e professionali del famoso libraio, napoletano di nascita e fiorentino d’adozione. Sono stati coinvolti più di venti relatori, che contribuiranno a incrementare le informazioni su De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e
collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività commerciale, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano. Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione della sua collezione antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si fa ora promotrice.

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Giovanni Bellini: “…il migliore nella pittura”

Giovanni Bellini: “…il migliore nella pittura”

a cura di Peter Humfrey, Vincenzo Mancini, Anchise Tempestini e Giovanni Carlo Federico Villa

Fondazione Giorgio Cini / lineadacqua, Venezia 2019

 

Il volume si propone di dare conto degli atti del convegno internazionale ospitato presso la Fondazione Giorgio Cini (27-28 ottobre 2016), dedicato al grande maestro veneziano Giovanni Bellini. Il simposio ha rappresentato l’evento conclusivo delle manifestazioni indette per celebrare il quinto centenario della morte dell’artista che, in oltre cinquant’anni di attività spesa nel rinnovamento della pittura veneziana, si conquistò la supremazia riconosciutagli da Albrecht Dürer.

Con l’occasione si è voluto offrire un osservatorio privilegiato, in cui studiosi di fama e giovani ricercatori consacratisi allo studio del pittore e dell’arte del suo tempo, selezionati da un comitato scientifico composto da esperti di fama internazionale, si sono confrontati per mettere in luce nuove interpretazioni e aspetti inediti della produzione del pittore. I risultati sono qui presentati secondo le principali linee tematiche approfondite nel corso delle giornate veneziane: gli approfondimenti di carattere filologico e di lettura stilistica e iconografica; il fondamentale rapporto con il caposcuola tedesco Dürer; il ruolo giocato da Bellini nella nascita della pala d’altare moderna; l’eredità belliniana, attraverso alcune figure di seguaci formatisi a stretto contatto con il maestro prima di traghettare la sua lezione nel nuovo secolo

Adrian Ghenie. The battle between carnival and feast

Adrian Ghenie. The battle between carnival and feast

Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Galleria di Palazzo Cini, 2019

 

Catalogo della mostra ospitata dalla Galleria di Palazzo Cini dal 19 aprile al 18 novembre 2019, il volume presenta in eleganti riproduzioni le nove opere esposte nell’occasione, accompagnate da un saggio di Luca Massimo Barbero, curatore della mostra stessa, che ben focalizza la figura e l’attività di Adrian Genie quando sottolinea come la sua pittura «entra a gamba tesa nell’arena dell’arte contemporanea come una inattesa polimorfa e inarrestabile presenza. Sin dagli esordi, nelle radici nuove e profonde. Una pittura ed un modo di affrontarla che apre ad una serie infinita di possibilità di interpretare il mondo. Un flusso costante, ininterrotto di immagini che, come un Promeneur Solitaire, l’artista costruisce ed appunto dipinge, attraverso quella pratica artistica così antica e così nuovamente provocatoria. Tutto gli è “davanti”, “alle spalle” e tutto lo “precede”, come il ritmo incessante con cui il mondo contemporaneo ci inonda di racconti effimeri e drammatici, di vicende profonde o irriverenti, drammi e facezie, riversandole sugli schermi, nella carta stampata nell’immediatezza fluida e feroce della rete.

In ogni sua immagine ne è racchiusa un’altra».

Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana

La Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, organizza, in occasione della mostra Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana, che si terrà a Lucca, promossa dalla Fondazione Ragghianti, dal 12 ottobre al 6 gennaio, una conferenza di Bozena Anna Kowalczyk, curatrice dell’esposizione, che presenterà in anteprima le nuove acquisizioni storico-critiche emerse dagli studi condotti sul tema in vista della mostra lucchese.

 

Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote e allievo di Canaletto (1697-1768), parte diciottenne per la Toscana: è il suo primo viaggio fuori Venezia. Ha già alle spalle una discreta produzione artistica, perlopiù repliche di vedute di Venezia del maestro; a Firenze e Lucca lavora in autonomia per la prima volta. È la prova delle sue capacità, e il giovane artista la supera brillantemente, diventando il punto di riferimento del vedutismo toscano.

 

Durante la conferenza dedicata a questo grande protagonista della pittura veneziana del Settecento, Bozena Anna Kowalczyk presenta il viaggio in Toscana come il vero trampolino di lancio per il suo futuro successo, in Italia e in Europa.


 

Sala Barbantini, 11 settembre 2019, ore 17:00


 

 

 

 

 

Piranesi Roma Basilico

Piranesi Roma Basilico, un volume realizzato in collaborazione con la Fondazione Cini, raccoglie le più belle immagini di Roma del fotografo Gabriele Basilico, realizzate sulla base delle celebri incisioni dell’architetto e incisore Giambattista Piranesi. Il libro si arricchisce dei testi di Luca Massimo BarberoMario BevilacquaMichele De LucchiPasquale GagliardiAlessandro MartoniRoberta Valtorta e di un testo/conversazione di Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.

Nel 1748, il veneziano Piranesi giunge a Roma e realizza una delle sue serie di incisioni più celebri, Vedute di Roma, che diventeranno non solo una testimonianza della città, ma anche una sua proiezione: Roma si trasforma attraverso gli occhi dell’artista, che si dichiara innamorato e abbagliato dalla città eterna.

Il fotografo Gabriele Basilico nel 2011 viene invitato dalla Fondazione Cini di Venezia a ripercorrere l’opera piranesiana, fotografando quegli stessi scorci che l’artista prima di lui aveva inciso nella città eterna. La fotografia di Basilico ritrova le idee e le suggestioni che Piranesi aveva creato nelle sue opere, osservando e soffermandosi sulle stesse vedute.

Il volume propone un’ampia selezione delle immagini che Gabriele Basilico ha realizzato nel 2011 mettendole a confronto con le incisioni di Piranesi. Quando la Fondazione Cini lo invitò a realizzare questo lavoro, infatti, solo 32 fra le 300 fotografie realizzate vennero esposte presso la Fondazione stessa. È nata in quella occasione l’idea di onorare la straordinaria capacità di Basilico di reinterpretare l’opera di un grande artista, che si concretizza oggi proponendo 67 fotografie e 67 incisioni.

 

Quello che è straordinario delle foto di Gabriele è proprio questa perfetta lontananza/vicinanza che non distorce, che chiarisce, che contempla l’intero e valorizza il dettaglio, che descrive e valorizza, dà forma e sostanza al tutto.

Michele De Lucchi

 

Maurice Marinot: 1911-1934. Il vetro

In relazione alla mostra aperta al pubblico a LE STANZE DEL VETRO, Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934, a cura di Jean-Luc Olivié e Cristina Beltrami, il Centro Studi del Vetro organizza per giovedì 16 maggio un Convegno internazionale che approfondirà la figura di Maurice Marinot.

 

Un ‘caso’ unico in cui per la prima volta un artista adulto, senza formazione iniziale nel mestiere, dedica oltre vent’anni della sua carriera alla creazione di opere basate sull’antica tecnica artigianale del vetro soffiato. Questa circostanza, unita a una creatività eccezionale e guidata da una semplice ma acuta attenzione alle possibilità plastiche di questa “acqua solidificata”, lo porta alla creazione di oggetti unici, in un’estetica completamente nuova, rapidamente percepita dai suoi contemporanei come un’espressione, naturale e preziosa, della modernità.

L’originalità del suo lavoro ha trovato rapida diffusione, specie attraverso le mostre internazionali, suscitando un’influenza profonda sulle diverse generazioni a venire. Il simposio approfondirà il percorso di Maurice Marinot grazie ai contributi di studiosi e critici di fama internazionale, tra cui Jean-Luc Olivié, Cristina Beltrami, Veronique Ayroles, Adriaenssens Werner e Jared Goss.

 

Il convegno è aperto al pubblico fino a esaurimento dei posti disponibili.

Sarà presente una traduzione simultanea.

I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano 

I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano
Les cuivres émaillés dits vénitiens de la Renaissance italienne
Atti del convegno internazionale di studi / Actes du colloque international d’études
a cura di Françoise Barbe, Letizia Caselli e Isabelle Biron
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2019

 

Tra le arti decorative del Rinascimento italiano, i rami smaltati costituiscono una produzione tanto rara quanto preziosa, tradizionalmente attribuita a Venezia, riflesso del gusto di una ricca committenza della fine del XV e della prima metà del XVI secolo. Questa pubblicazione propone una sintesi della ricerca interdisciplinare condotta dal département des Objets d’art du musée du Louvre, dal Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France e dalla Fondazione Giorgio Cini.
Il primo volume contiene gli Atti del convegno organizzato alla Fondazione Giorgio Cini e si sviluppa in funzione di quattro assi principali: il contesto della produzione nei secoli XV e XVI; le collezioni e il collezionismo dal XVII al XIX secolo; gli apporti della scienza alla conoscenza della loro tecnologia; la conservazione e il restauro.

 

Il secondo volume si concentra sulle opere stesse e propone lo studio del decoro delle dorature, l’analisi araldica, il lessico e l’analisi tipologica delle forme. Inoltre, a complemento degli Atti del convegno, viene qui proposto l’inventario dei rami smaltati detti veneziani conservati nelle collezioni pubbliche e private, compilato dal département des Objets d’art du musée du Louvre e che contiene a tutt’oggi trecentotrentaquattro oggetti identificati. Un’impresa colossale, resa possibile grazie al sostegno di un centinaio di istituzioni museali e religiose, ma anche di antiquari, di case d’asta e di collezionisti privati.

The Battle between Carnival and Feast

In occasione dell’apertura della Galleria di Palazzo Cini, nel 2019 verrà proposta al pubblico una mostra di arte contemporanea dedicata all’artista Adrian Ghenie. Realizzata in collaborazione con Galerie Thaddaeus Ropac, la mostra vedrà esposte al secondo piano della casa – museo di Campo San Vio circa dieci tele pensate e realizzate appositamente per questo progetto, il cui titolo, in virtù del riferimento al carnevale, suggerisce un legame con la città di Venezia. Il titolo suggerisce l’attenzione prestata dall’artista alla tradizione, senza rinunciare tuttavia ad uno sguardo all’attualità. Nelle sue opere, caratterizzate da un uso sperimentale del colore e da una forte connotazione materica, Ghenie è infatti solito rappresentare personalità le cui azioni hanno influenzato e continuano ad influenzare il corso della storia del mondo in cui viviamo. Nato nel 1977 a Baia Mare, Romania, l’artista attualmente vive e lavora a Berlino. La sua partecipazione alla LVI Biennale di Venezia in rappresentanza del padiglione romeno lo ha consacrato a fama internazionale e le sue opere si trovano attualmente esposte presso prestigiose istituzioni museali quali il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) introdotto da un un testo critico del Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero.

Elizabeth E. Gardner e il collezionismo d’arte in Italia

Il 5 marzo verrà presentato il V volume di Elizabeth E. Gardner, A Bibliographical Repertory of Italian Private Collections. Volume V: Sabatello – Zweyer. A cura di Chiara Ceschi e Sarah Ferrari, Verona, 2019.

 

Sin dal 1998 la Fondazione Giorgio Cini ha avviato la pubblicazione dei volumi che ordinano ed aggiornano le ricchissime informazioni sul collezionismo privato in Italia raccolte da Elizabeth Gardner durante la sua lunga carriera di studiosa e di curatrice presso il Metropolitan Museum di New York, negli Stati Uniti.

Il completamento di questa serie con la pubblicazione del quinto ed ultimo volume rappresenta, dunque, un traguardo importante ed insieme necessario per consentire alla comunità scientifica di conoscere ed utilizzare questo strumento di ricerca nella sua interezza.

Uno degli aspetti più originali ed importanti del Bibliographical Repertory of Italian Private Collections consiste nella sua struttura e nel metodo di indagine con cui esso è stato concepito.

Non si tratta di proporre approfondimenti di carattere monografico su una particolare tipologia di collezionista o su una specifica area geografica, ma al contrario di offrire una mappatura capillare di tutte le collezioni di natura privata presenti sul territorio della penisola italiana dal XV al XX secolo.

Le voci del Repertory restituiscono perciò un’immagine complessa e sfaccettata, che intende rappresentare l’evoluzione stessa della storia del collezionismo nelle sue molteplici forme e tipologie: dallo studiolo rinascimentale ai sontuosi allestimenti dei palazzi seicenteschi, fino a raggiungere le intricatissime vie del mercato antiquario, di cui offre un’inedita e puntuale perlustrazione documentaria.

 

Di seguito il link al “Getty Research Portal”, dove sono consultabili, in formato digitale, i primi 4 volumi:
http://portal.getty.edu/books/gri_9929330130001551

I Gandolfi: Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini

Presentazione del volume I Gandolfi. Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini
a cura di Marco Riccòmini

 

Mercoledì 12 dicembre, ore 17:00, Sala del Soffitto, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

 

Presenta Enrico Maria Dal Pozzolo

 

Nuova tappa del percorso di studio e valorizzazione del patrimonio grafico della Fondazione Giorgio Cini, il volume raccoglie i frutti di un accurato lavoro di ricerca e catalogazione dedicato al prestigioso nucleo di disegni dei Gandolfi, parte del fondo Certani, costituito da più di cinquemila fogli raccolti dal virtuoso violoncellista e compositore, acquistato in seguito da Vittorio Cini e donato alla Fondazione nel 1963.

Preceduta da un ricco saggio introduttivo, la sezione dedicata al catalogo delle opere presenta oltre cento disegni afferibili ai Gandolfi, singolari protagonisti della civiltà figurativa emiliana tra Sette e Ottocento: accanto ai mirabili fogli autografi di Ubaldo, Gaetano e Mauro e alle non meno interessanti prove della bottega, in cui spiccano i nomi di Domenico e Filippo Pedrini, è riservato un ampio spazio ai disegni accademici. Una scelta peculiare, dettata dall’esigenza di far luce sull’affascinante mondo della formazione artistica nel microcosmo bolognese settecentesco, finora poco studiato e ricostruito dall’autore con grande rigore filologico.