Istituto per la Musica Archives - Pagina 3 di 17 - Fondazione Giorgio Cini

Archival Notes No. 6

Rivista open-access e peer-reviewed, curata dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini. Con un approccio interdisciplinare, Archival Notes. Source Studies in Twentieth and Twenty-First-Century Music si dedica alla ricerca sulle fonti musicali dei secoli XX e XXI.
Articoli

  • Giuliano Danieli, Echoes of Folk Music in Roman Vlad’s Documentary Soundtracks: Intersections between Cinema, Ethnomusicology and Exoticism
  • Alessandra Origani, Ernesto Rubin de Cervin: Scenes from his Cultural Biography
  • Gabriele Sfarra, Three ‘Meditazioni’ by Giovanni Salviucci
  • Maria Marta Vitale, Egisto Macchi’s ‘Pocket’ La bohème: Innovation and Tradition in the Reduction of Puccini’s Masterpiece

Focus

  • Miriam Akkermann, Systematising (at) the Present for the Future: Reflections on Archiving Electroacoustic Music
  • Laura Zattra, The Electroacoustic Music Archives at the Fondazione Giorgio Cini: A Review of the Camillo Togni, Fausto Romitelli and Giacomo Manzoni Collections 

Documents and Reports

  • Luigi Collarile, Andrea Gabrieli for Igor Stravinsky (Venice, 15 April 1971): The Choice of Sandro Dalla Libera
  • Carlo Ferdinando de Nardis, A Musical Notebook by Alfredo Casella: Quaderno 9 (1924–1926)

Il sesto numero di Archival Notes è disponibile per il download e la consultazione sulla piattaforma Open Journal System della Fondazione Giorgio Cini.

The Mediations of Music. Critical Approaches after Adorno

Mediazione è un concetto chiave nella filosofia della musica di Theodor W. Adorno e nell’attuale dibattito musicologico. Esso definisce la relazione tra musica e società, ossia come la musica accoglie in sé ed elabora contenuti sociali prima ancora di entrare nel flusso comunicativo. Inoltre le composizioni musicali della tradizione occidentale richiedono una forma esterna di mediazione: la trasformazione del testo in suono. Infine la riproduzione tecnologica in diversi media – disco, radio, cinema, internet – rappresenta un ulteriore livello di mediazione; in tali ambiti la musica subisce mutamenti che si ripercuotono sull’attribuzione di senso. Questo libro è scaturito da una manifestazione dell’Accademia Musica-le Chigiana in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Adorno (2019). Gli autori discutono snodi problematici del pensiero del filosofo e mostrano i suoi potenziali. In molti capitoli viene messo in gioco il polo opposto della mediazione, l’immediatezza, che spesso svolge un’importante funzione nei processi di mediazione. Le principali fonti di riferimento sono i testi che Adorno dedicò ai vecchi e nuovi media (scrittura, radio e cinema): La musica per il film (scritto insieme a Hanns Eisler) e i due volumi incompiuti Current of Music e Zu einer Theorie der musikalischen Reproduktion. Le letture critiche di questi testi sono accompagnate da riflessioni che mirano a ridefinire la dialettica di mediazione e immediatezza tenendo conto dei performance studies, delle teorie dei media, della sociologia dell’ascolto e del post-strutturalismo.

Rivisitazioni e innovazioni

Verso la metà del XX secolo si registra un significativo cambiamento di prospettiva nei compositori italiani che rivolgono attenzione alla produzione di Claudio Monteverdi. La fase precedente, dominata dalla figura di Gian Francesco Malipiero, era stata caratterizzata da un graduale avvicinamento alla musica monteverdiana mediante trascrizioni e messe in scena delle opere che perseguivano a vari gradi l’ideale di ricostruzione dell’originale, con una spiccata inclinazione filologica, ma che tuttavia non trascuravano maneggiamenti a livello strumentale. Dagli anni Cinquanta in poi la ricezione diventa marcatamente ‘creativa’ e si concretizza in forme di reinterpretazione strutturale di alcuni capolavori del Cremonese e di attualizzazione della strumentazione originale. Monteverdi è fatto rivivere non più con il prevalente intento nazionalistico delle generazioni immediatamente precedenti, che vedevano in lui il padre dell’opera in musica italiana, ma per la modernità del suo pensiero e della sua tecnica compositiva.

 

I contributi del presente volume, incentrati su composizioni ad oggi non indagate dalla letteratura musicologica o su brani di repertorio ora affrontati da una prospettiva nuova, dimostrano come a partire dalla trascrizione del Ritorno di Ulisse in patria di Luigi Dallapiccola (1942) e fino agli albori del nuovo millennio si assista a un variegato processo sia di integrazione e trascrizione di lavori monteverdiani con strumenti tradizionali (Luciano Berio, Fausto Razzi), sia di riscrittura che non tralascia l’ausilio delle nuove tecnologie (Bruno Maderna, Giorgio Battistelli, Ivan Fedele). In tutti i casi il lavoro di ‘riadattamento’ sonoro è sorretto da una attenta analisi della produzione di Monteverdi, anche al fine di trasferire tratti del suo artigianato in lavori da essa del tutto indipendenti sul piano del contenuto e della poetica (Luigi Nono). Altrettanto variegati sono stati gli esiti dei compositori che hanno firmato le regie di opere monteverdiane (Sylvano Bussotti, Egisto Macchi) o hanno arricchito il modello originario con antefatti e sequel (Domenico Guaccero, Claudio Ambrosini).

 

I sette saggi sono firmati da Rodolfo Baroncini, Angela Carone, Michele Chiappini, Paolo Dal Molin, Mila De Santis, Alessandro Maras, Federica Marsico.

 

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Mdi ensemble

Nell’ambito del convegno The Eranos Experience, l’Istituto per la Musica propone un concerto incentrato su tre compositori italiani che hanno trovato nella dimensione della spiritualità uno dei fulcri vitali della propria ricerca musicale: Renato de Grandis, Ernesto Rubin de Cervin e Giacinto Scelsi.

 

Programma del concerto

 

Ernesto Rubin de Cervin
Dono n. 4 (1994)
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello

 

 

Giacinto Scelsi
Ko-Lho (1966)
per flauto e clarinetto

 

 

Renato de Grandis
Zweite Rosenkreuzer-Sonate (1974)
per pianoforte

 

 

Renato de Grandis
MELEK nato, dal cuore luminoso (1978)
versione per flauto

 

 

Giacinto Scelsi
Trio per archi (1958)
per violino, viola e violoncello

 

 

Renato de Grandis
MELEK nato, dal cuore luminoso (1978)
versione per flauto, clarinetto, chitarra, pianoforte, violino e violoncello

 

 

mdi ensemble

 

Sonia Formenti, flauto
Paolo Casiraghi, clarinetto
Carlo Siega, chitarra
Annalisa Orlando, pianoforte
Lorenzo Derinni, violino
Paolo Fumagalli, viola
Giorgio Casati, violoncello

 

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The Eranos Experience: Spirituality and the Arts in a Comparative Perspective

Il Convegno è organizzato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate, dall’Istituto di Musica, dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini e dal Center for History of Hermetic Philosophy and Related Currents (HHP) dell’Università di Amsterdam.
I colloqui di Eranos furono organizzati ad Ascona dall’attivista, pittrice e ricercatrice olandese Olga Fröbe-Kapteyn a partire dal 1933, su ispirazione di Rudolf Otto e Carl Gustav Jung. Gli incontri riunirono alcune tra le menti più stimolanti dell’epoca che si confrontarono su argomenti quali la spiritualità, il misticismo, il mito e la simbologia, nell’intento di opporsi a quella che veniva percepita come una secolarizzazione inarrestabile. Il focus della conferenza verterà sull’eredità di Eranos riguardo le scienze sociali e umane e le arti performative e figurative, in particolare sulla musica, la danza, il teatro e la pittura. L’evento sarà arricchito da un concerto del mdi ensemble che suonerà le composizioni di Renato de Grandis, di Ernesto Rubin de Cervin e di Giacinto Scelsi presso l’Auditorium “Lo Squero”.

 

 

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La composizione assistita dal computer: prospettive dell’interazione uomo-macchina

Il seminario è a cura di Giacomo Albert e Laura Zattra, coordinatori del gruppo di ricerca RISME digitali della Società Italiana di Musicologia.

La locuzione “composizione assistita” ha preso piede negli anni Ottanta del secolo scorso per designare un insieme di esperienze le cui radici risalgono ai tre decenni precedenti, agli albori delle applicazioni digitali in musica. Questo approccio, che in origine è legato alla composizione algoritmica e alla modellazione computazionale delle strutture musicali, si è esteso a indicare una serie ampia e variegata di strumenti digitali di assistenza, applicati in diverse fasi del processo compositivo.

Sebbene le pubblicazioni di impostazione tecnica sulla composizione musicale assistita dal computer siano cospicue, la saggistica musicologica si è finora limitata a studi specifici senza offrire una prospettiva globale. Il seminario si propone come primo passo per colmare questa lacuna. La composizione assistita sarà studiata nella prospettiva dell’interazione uomo-macchina; il gruppo di ricerca esplorerà le modalità in cui i compositori adoperano gli strumenti digitali e formulerà ipotesi sulle ripercussioni della loro architettura per la scrittura e le strutture musicali.

Il seminario sarà organizzato in tre sessioni: nella prima tre musicologi discuteranno sul rapporto tecnologia-scrittura in specifici casi studio, nella seconda lo sguardo sarà rivolto all’interazione uomo-macchina nel suo complesso e alle radici filosofiche della “composizione assistita”, infine, nella terza, tre compositori e assistenti musicali rifletteranno sulla loro esperienza alla luce anche delle discussioni precedenti.

Parteciperanno Joshua Banks Mailman, Marc Battier, Agostino Di Scipio, Carl Faia, Jonathan Impett, Sanne Krogh Groth, Marco Stroppa, Martin Supper, Elena Ungeheuer.

 

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Tavola Rotonda: Il teatro musicale oggi. Voci, azioni e tecnologie

Questa tavola rotonda, organizzata da Gianmario Borio e Vincenzina Ottomano in collaborazione con la Biennale Musica e l’Università Ca’ Foscari, propone una serie di riflessioni su tendenze e sperimentazioni del teatro musicale del XXI secolo, anche alla luce delle tematiche emergenti nel programma della Biennale Musica 2022. La discussione verterà su questioni chiave della creatività contemporanea: le nuove concezioni drammaturgiche, la scelta e l’assemblaggio dei testi, i diversi modi di intendere la trama e i personaggi, il trattamento delle voci, l’integrazione delle tecnologie nella progettualità artistica. Mediante il confronto con le esperienze maturate negli ultimi decenni all’interno e al di là degli spazi scenici convenzionali, si mira a delineare le prospettive attuali del sistema produttivo nel suo complesso. Partecipano: Robert Adlington, Koen Bollen, Giordano Ferrari, Dorothea Hartman e Susanne Kogler.

 

ore 14:00

Sala Chiostro dei Cipressi

 

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L’improvvisazione collettiva, tecniche e stili in Europa

Questa manifestazione completa il progetto sulla storia dell’improvvisazione musicale, che ha dato origine a convegni e seminari nonché a due volumi dedicati rispettivamente all’epoca barocca e a quella beethoveniana. Il formato aderisce al ciclo Research-led Performance, che mette in relazione la ricerca storica con la prassi esecutiva. La parte didattica, che si rivolge a giovani strumentisti, è condotta da protagonisti dell’epoca in questione; l’obiettivo è quello della trasmissione di principi e tecniche di improvvisazione che hanno caratterizzato una fase di grande creatività in questo ambito, in particolare il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza ed ensemble di libera improvvisazione legati al mondo del jazz come Spontaneous Music Ensemble e Globe Unity Orchestra. Il contributo dei musicologi mira al chiarimento delle premesse estetiche, etiche e politiche dell’improvvisazione collettiva.

 

Il workshop, programmato originariamente per il 2020, è stato sospeso per il persistere della crisi sanitaria. Al suo posto l’Istituto per la Musica ha realizzato una manifestazione online nei giorni 18-19-20 marzo 2021, visibile nel canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini.

 

Questa attività ha permesso di consolidare il gruppo di docenti e studenti, di estendere il gruppo di musicologi coinvolti, di precisare le problematiche e di individuare nuove modalità di interazione tra la ricerca storica e la pratica odierna.

 

Docenti: John Heineman, Giancarlo Schiaffini, Roger Turner

Musicologi: Vincenzo Caporaletti, Laurent Cugny, Sabine Feisst, Valentina Bertolani, Kai Lothwesen, Ingrid Pustijanac, Veniero Rizzardi.

 

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New Concepts of Harmony in Musical Composition 1945-1975

Questo convegno, organizzato da Gianmario Borio, Pascal Decroupet e Christoph Neidhöfer, rappresenta la fase conclusiva di un progetto triennale, finanziato dalla Ernst von Siemens-Musikstiftung, che indaga una questione chiave della teoria musicale del XX secolo: i principi e le caratteristiche della dimensione armonica nella composizione post-tonale. Questo ramo del progetto approfondisce le tecniche compositive e le elaborazioni teoriche dei tre decenni successivi alla seconda guerra mondiale. Esso segue a un primo incontro del gruppo di ricerca che nel 2019 è stato il punto di partenza di un panel tenuto dai coordinatori e alcuni componenti del gruppo di ricerca presso lo Eighty-fifth Annual Meeting of the American Musicological Society (2019).

Durante il convegno i relatori presenteranno studi monografici su Luciano Berio, Pierre Boulez, John Cage, Elliott Carter, Brian Ferneyhough, Gérard Grisey, György Ligeti, Bruno Maderna, Olivier Messiaen, Luigi Nono, Henri Pousseur e Bernd Alois Zimmermann.

Partecipano: Jonathan Bernard, David W. Bernstein, Paolo Dal Molin, Pascal Decroupet, François-Xavier Féron, Oliver Korte, Catherine Losada, Christopher Brent Murray, Christoph Neidhöfer, Susanna Pasticci, Cordula Pätzold e Ingrid Pustijanac.

 


 

In occasione del Convegno il 12 luglio alle ore 19:00 si terrà un concerto all’Auditorium “Lo Squero” (ingresso gratuito) del mdi Ensemble composto da:

Sonia Formenti flauto

Paolo Casiraghi clarinetto

Lorenzo Derinni violino

Paolo Fumagalli viola

Giorgio Casati violoncello

Valentina Messa pianoforte

 

L’Ensemble suonerà i seguenti brani:

Niccolò Castiglioni Gymel (1960), per flauto e pianoforte

Elliott Carter Esprit rude/esprit doux (1985), per flauto e clarinetto

Luigi Nono “Hay que caminar” soñando (1989), per due violini

Giacomo Manzoni Frase (1988), per clarinetto e pianoforte

Bernd Alois Zimmermann Intercomunicazione (1967), per violoncello e pianoforte

Pierre Boulez Improvisé – Pour le Dr. Kalmus (1969), per flauto, clarinetto, viola, violoncello e pianoforte

Giacomo Manzoni e la letteratura: incontro per il novantesimo compleanno del compositore

In concomitanza con il concerto monografico e la tavola rotonda su Giacomo Manzoni, che si terranno il 3 giugno al Teatro Verdi di Padova, l’Istituto per la Musica propone una giornata di studi dedicata al rapporto che Giacomo Manzoni intrattenne con il mondo letterario. Già durante il periodo di studi il compositore dedicò una particolare attenzione alla letteratura del XX secolo, in particolare quella di lingua tedesca; nel 1955 conseguì la laurea in lingue e letterature straniere all’Università Bocconi con una tesi sulla presenza della musica nell’opera di Thomas Mann. Il ruolo fondamentale dello scrittore di Lubecca è attestato dall’opera Doktor Faustus (1989). Le composizioni vocali e teatrali di Manzoni si basano su una peculiare tecnica di rimontaggio ed elaborazione dei testi che rivela una spiccata attitudine alla creazione letteraria. Giacomo Albert, Pietro Cavallotti, Giorgio Panizza ed Elena Polledri affronteranno casi paradigmatici, che riguardano la messa in musica di testi di Hölderlin, Beckett, Ginsberg e diversi poeti italiani (Caproni, Zanzotto, Leonetti, Fortini, Raboni), a partire dai materiali conservati nell’archivio dell’Istituto per la Musica.

 

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