Saggi Archives - Pagina 6 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Perspectives on a 21st Century Comparative Musicology: Ethnomusicology or Transcultural Musicology?

Perspectives on a 21st Century Comparative Musicology: Ethnomusicology or Transcultural Musicology?

Perspectives on a 21st Century Comparative Musicology: Ethnomusicology or Transcultural Musicology? è un volume che prende le mosse dalle ultime tre edizioni (2013-2015) del Seminario internazionale di etnomusicologia organizzato annualmente dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC), curato per un ventennio da Francesco Giannattasio. Il volume – a cura di Francesco Giannattasio e Giovanni Giuriati ed edito nella collana Intersezioni Musicali promossa dall’IISMC in collaborazione con l’editore Nota – raccoglie alcuni degli interventi di quei seminari, ampiamente rivisti per la pubblicazione.

Perspectives on a 21st Century Comparative Musicology: Ethnomusicology or Transcultural Musicology? scaturisce da un’ampia riflessione riguardante le finalità, le metodologie e gli oggetti di studio dell’etnomusicologia alla luce dei profondi cambiamenti che interessano attualmente tale campo di studio. In particolare, si propone di affrontare un generale ripensamento – a livello teorico ed epistemologico – della storia della disciplina, con l’ambizione di offrire elementi di riflessione e analisi sul contributo che una nuova musicologia transculturale può offrire oggi all’indagine delle pratiche musicali contemporanee nel mondo.

La prima parte del volume è dedicata all’inquadramento di diversi possibili approcci teorici per lo studio delle musiche contemporanee in una prospettiva globale, comparativa e transculturale: alle sollecitazioni poste nel saggio introduttivo di Francesco Giannattasio rispondono nei loro interventi studiosi internazionali – e afferenti a diversi ambiti di studio – come Wolfgang Welsch, Lars-Christian Koch, Timothy Rice, Steven Feld, Jocelyn Guilbault e Jean-Loup Amselle.

Nella seconda parte del volume, diversi studiosi italiani (Giovanni Giuriati, Claudio Rizzoni, Giovanni Vacca, Raffaele Di Mauro, Maurizio Agamennone e Flavia Gervasi) presentano le loro riflessioni con riferimento alle rispettive ricerche effettuate in due contesti individuati come casi di studio: l’area della provincia di Napoli e quella del Salento.

(https://www.notamusic.com/prodotto/ethnomusicology-or-transcultural-musicology/)

Aesthetics of Universal Knowledge

Born out of a major international dialogue held at the Fondazione Giorgio Cini in Venice, Italy, this collection of essays presents innovative and provocative arguments about the claims of universal knowledge schemes and the different aesthetic and material forms in which such claims have been made and executed. Contributors take a close look at everything from religious pilgrimages, museums, and maps of the world, to search engines and automated GPS.
Current obsessions in information technology, communications theory, and digital culture often concern the value and possibility of a grand accumulation of universally accessible forms of knowledge: total libraries, open data bases, ubiquitous computing, and ‘smart’ technologies. These obsessions have important social and philosophical origins, and they raise profound questions about the very nature of knowledge and its organization. This volume’s contributors draw on the histories of maps and of encyclopedias, worldviews and visionary collections, to make sense of the crucial relation between the way the world is known and how it might be displayed and transformed.

E’ possibile acquistare il libro online sul sito della casa editrice

Illusione scenica e pratica teatrale. Atti del Convegno Internazionale di studi in onore di Elena Povoledo

Illusione scenica e pratica teatrale. Atti del Convegno Internazionale di studi in onore di Elena Povoledo
a cura di Maria Ida Biggi
Le Lettere, Firenze 2016

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale di studi organizzato in onore di Elena Povoledo, tenutosi presso la Fondazione Giorgio Cini il 16 e 17 novembre 2015. Attraverso i contributi di docenti e studiosi internazionali, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma ha ricordato e celebrato la figura della Povoledo, pioniera nello studio della relazione tra arti figurative e spettacolo. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla storia del teatro e della scenografia all’iconografia teatrale. Studiosa riconosciuta a livello internazionale, è stata una dei docenti più amati dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, nonché capo redattore e curatore dell’apparato iconografico dell’Enciclopedia dello Spettacolo e autorevole collaboratrice della Fondazione Giorgio Cini per le mostre di argomento teatrale.

 

 

Atti di convegno: Paolo Veronese. Giornate di studio

Atti di Convegno
Paolo Veronese. Giornate di studio
a cura di Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa e Paola Marini
Venezia, Fondazione Giorgio Cini / lineadacqua, 2016


La Fondazione Giorgio Cini, in linea con la una lunga tradizione di studi e di esposizioni dedicati alla figura di Paolo Veronese, ha promosso la pubblicazione degli atti del convegno internazionale Giornate di studio su Paolo Veronese, svoltosi a Verona tra il 26 e il 28 settembre 2014 e voluto come momento di riflessione critica dai curatori della mostra antologica allestita contestualmente al Palazzo della Gran Guardia di Verona.

Il progetto scientifico concepito da Paola Marini e Bernard Aikema, sostenuto dall’Università degli Studi di Verona e dai Musei Civici di Castelvecchio, ha visto coinvolti numerosi studiosi, tecnici e restauratori; le relazioni presentate ed edite nel volume che qui si presenta, coprono molteplici aspetti relativi a Paolo Veronese e alle tematiche affrontate nella mostra, con particolare riguardo alla sezione dei restauri e all’attività del Laboratorio di Analisi Diagnostiche dell’Università di Verona.

Un’appendice negli atti raccoglie i contributi di giovani studiosi che hanno partecipato alla poster session, presentando progetti e avanzando nuove proposte di ricerca e interpretative.

Il volume, a cura di Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa e Paola Marini, è edito da lineadacqua Venezia.

Arte Veneta

Fondata nel 1947 sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini, Arte Veneta si caratterizza come una delle più rilevanti riviste specialistiche nel campo della Storia dell’Arte. Edita da Electa, Arte Veneta rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studi storico-artistici, contribuendo alla ricerca e alla divulgazione scientifica in questo settore.

La rivista è diretta da Luca Massimo Barbero e coordinata dall’Istituto di Storia dell’Arte e riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica di Classe A per Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche.
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Arte Veneta 30 (1976)
Arte Veneta 31 (1977)
Arte Veneta 32 (1978)
Arte Veneta 33 (1979)

Arte Veneta 34 (1980)
Arte Veneta 35 (1981)
Arte Veneta 36 (1982)
Arte Veneta 37 (1983)
Arte Veneta 38 (1984)
Arte Veneta 39 (1985)
Arte Veneta 40 (1986)
Arte Veneta 41 (1987)
Arte Veneta 42 (1988)

Arte Veneta 43 (1990)
Arte Veneta 44 (1993)
Arte Veneta 45 (1993)
Arte Veneta 46 (1994)
Arte Veneta 47 (1995)
Arte Veneta 48 (1995)
Arte Veneta 49 (1996)
Arte Veneta 50 (1997)
Arte Veneta 51 (1997)
Arte Veneta 52 (1998)
Arte Veneta 53 (1998)
Arte Veneta 54 (1999)
Arte Veneta 55 (1999)

Arte Veneta 56 (2000)
Arte Veneta 57 (2003)
Arte Veneta 58 (2003)
Arte Veneta 59 (2003)
Arte Veneta 60 (2004)
Arte Veneta 61 (2004)
Arte Veneta 62 (2005)
Arte Veneta 63 (2006)
Arte Veneta 64 (2007)
Arte Veneta 65 (2008)
Arte Veneta 66 (2009)

Arte Veneta 67 (2010)
Arte Veneta 68 (2011)
Bibliografia dell’Arte Veneta (2011)
Arte Veneta 69 (2012)
Bibliografia dell’arte veneta (2012)
Arte Veneta 70 (2013)
Arte Veneta 71 (2014)
Arte Veneta 72 (2015)
Arte Veneta 73 (2016)
Arte Veneta 74 (2016)
Arte Veneta 75 (2018)
Arte Veneta 76 (2019)

Arte Veneta 77 (2020)
Arte Veneta 78 (2021)
Arte Veneta 79 (2022)
Arte Veneta 80 (2023)
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Studi in onore di Stefano Tumidei

Studi in onore di Stefano Tumidei

a cura di Andrea Bacchi e Luca Massimo Barbero

Fondazione Giorgio Cini / Fondazione Federico Zeri, 2016


Cinque anni dopo l’uscita degli Studi sulla pittura in Emilia e in Romagna. Da Melozzo a Federico Zuccari, raccolta di una parte rilevante degli scritti di Stefano Tumidei (Forli, 1962 – Bologna, 2008), la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e la Fondazione Federico Zeri di Bologna hanno invitato colleghi e allievi dello studioso a riallacciare le fila di un dialogo mai interrotto con l’amico prematuramente scomparso.

Cinquantaquattro autori hanno così fornito saggi originali e ricerche inedite per la realizzazione di questo volume. Molti di loro hanno approfondito problematiche specifiche prendendo spunto o dagli studi di Tumidei o da scambi avuti con lui, sempre ricchi di aperture e suggestioni. Ne è risultata una rosa di temi che vanno da Giotto a Capogrossi, dalla pittura alla scultura, dalle incisioni al disegno alla fotografia. Argomenti molteplici e disparati, riflessi dell’ampia gamma di interessi e indagini che hanno caratterizzato il lavoro di Stefano Tumidei. Campi di ricerca diversificati, nei quali tutti egli è riuscito a distinguersi e a divenire figura di riferimento.

La vendita Tiepolo (Parigi 1845)

a cura di Giuseppe Pavanello

Collana “Fonti e Documenti per la Storia dell’Arte Veneta”


La raccolta d’arte personale di un artista, come la sua biblioteca, sono argomenti di studio privilegiati nella ricerca d’oggi, nella convinzione che far luce sulla cultura individuale e le possibili fonti visive possa essere una chiave d’accesso al laboratorio segreto che sta alla base della creazione artistica. Nel caso di Giambattista Tiepolo si è ormai avanti nell’indagine di quanto custodiva in casa e nello studio, a partire da sue opere – dipinti, disegni, incisioni – su cui mise gli occhi persino Antonio Canova. Proprio l’individuazione di impreviste fonti visive ha rivelato la curiosità del grande pittore, che sfrutta incisioni di Dürer, di Jacques Callot come di Stefano della Bella, di Pietro Testa e di Giulio Carpioni, che guarda con attenzione le stampe di Rembrandt e quelle tratte da Rubens, e così via. Un documento importante su quanto si custodiva presso Giambattista e presso il figlio Giandomenico è costituito da questo catalogo di vendita all’asta organizzata a Parigi all’Hotel des Ventes – “commissaire-priseur” M. Bonnefons de la Vialle – nei giorni 10-12 novembre 1845. Il titolo stesso basta ad attestare la varietà dell’assieme: “Collection d’estampes anciennes d’après et par des peintres et graveurs des écoles d’Italie, d’Allemagne, de Flandre, de Hollande, de France et d’Espagne. De dessins, d’anciens livres curieux sur les sciences et les arts, de nielles florentins, d’ornements pour l’orfévrerie par des artistes du XVe au XVIIe siècle”.

Composing for the State. Music in Twentieth-Century Dictatorships

Composing for the State. Music in Twentieth-Century Dictatorships

Edited by Esteban Buch, Igor Contreras Zubillaga and Manuel Deniz Silva

Secondo volume della collana «Musical Cultures of the Twentieth Century»

Ashgate Publishing, Farnham (Surrey, UK) – Burlington (VT, USA), 2016

Questo libro presenta dieci studi incentrati sulla musica ispirata e promossa da regimi come la Germania nazista, l’Italia fascista, la Francia sotto Vichy, l’URSS, la Spagna di Franco, il Portogallo di Salazar, Cina maoista e le dittature latino-americane. Il volume svela la relazione tra i compositori e lo Stato che utilizzava la produzione musicale per fornire “musica per il popolo”, onorare personalmente il dittatore o partecipare a commemorazioni di Stato di importanti eventi storici. Vengono quindi affrontate questioni teoriche a lungo trascurate sia da musicologi sia da storici del tipo: qual è il rapporto tra la musica e l’arte di propaganda? Come hanno fatto compositori a partecipare alla vita musicale sotto il controllo di uno Stato autoritario? Cosa c’era di esplicitamente politico nelle opere prodotte in questi contesti? Come il pubblico ha reagito? Si può parlare con sicurezza di “musica di Stato”?

Composing for the State. Music in Twentieth-Century Dictatorships rappresenta un contributo essenziale per aiutarci a capire la cultura musicale del XX secolo, così come le politiche simboliche dei regimi dittatoriali.

La miniatura per le confraternite e le arti veneziane. Mariegole dal 1260 al 1460

Le mariegole, ossia i libri che contengono gli statuti di scuole devozionali, delle arti e delle varie nazionalità presenti nei secoli a Venezia ci trasmettono, con i loro testi e con le loro immagini un quadro assai vivo delle convinzioni spirituali e morali, della condotta professionale, della condizioni sociali ed economiche e del gusto artistico di quella larga parte della popolazione veneziana che, non appartenente al patriziato, trovava sostegno in un associazionismo religioso o di carattere professionale. Già previsto quale titolo imprescindibile per la collana della “Cultura popolare veneta” quando il relativo comitato era presieduto da Vittore Branca, il lavoro della Humphrey risulta ora di indubbio interesse su almeno due versanti: quello d’illuminare una Venezia che, sottostante alla direzione politica di Palazzo Ducale, la sede del comando, è operosamente devota, devotamente operosa lungo la sua quotidianità produttiva; quello d’una fitta sequenza figurativa che, espressa dalla Venezia ancor medievale sino all’affacciarsi sull’albeggiare dell’età moderna, ne attesta il concorso della – figurazione all’autoregolamentazione del mondo del lavoro. Una ricerca, questa, che ha preso in esame la grande ricchezza di mariegole conservate nelle collezioni veneziane, ma anche il fenomeno della dispersione dopo le soppressioni napoleoniche e della loro entrata nel collezionismo avvenuta soprattutto per singoli fogli miniati asportati dal contesto. Ed è precipuo merito dell’autrice aver riconosciuto l’origine di importanti pagine miniate e di averle idealmente ricongiunte ai rispettivi manoscritti di appartenenza.

Venezia Settecento. Studi in memoria di Alessandro Bettagno

Venezia settecento. Studi in memoria di Alessandro Bettagno

a cura di Božena Anna Kowalczyk

Silvana Editoriale, Milano, 2015

Alessandro Bettagno (1919-2004), storico dell’arte veneziana, curatore di mostre, docente universitario, è stato l’ultimo esponente della gloriosa generazione dei grandi studiosi del dopoguerra. Il suo nome s’associa da sempre all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, di cui è stato per quasi mezzo secolo segretario e poi direttore, realizzando indimenticabili mostre di artisti veneziani da lui ideate e curate con instancabile attività, estesa anche ad altre istituzioni veneziane e italiane. È in sua memoria, per onorare questa prestigiosa sequenza di esposizioni e di studi, sempre sviluppata con entusiasmo in un’ottica modernamente internazionale, che un gruppo di amici studiosi gli ha dedicato questo volume di saggi, incentrati sul secolo da lui più amato, il Settecento, e sui suoi protagonisti prediletti: da Antonio Pellegrini a Canaletto, Bellotto, Guardi, Piranesi, fino ad Anton Maria Zanetti, il suo ‘compagno’ di vita, del quale si pubblica qui l’inventario manoscritto della biblioteca.