Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 14 di 55 - Fondazione Giorgio Cini

«Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora Duse e Venezia

In preparazione della grande ricorrenza del 2024, che celebra i cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse (1858-1924), l’Istituto per il Teatro e il Melodramma propone una mostra fotografica sulla celebre attrice italiana. Il progetto espositivo, curato da Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, si sviluppa intorno al ricco fondo fotografico dell’Archivio Duse conservato presso la Fondazione Giorgio Cini, nel quale sono custodite stampe originali di numerosi e celebri fotografi del tempo, importanti esponenti della fotografia italiana e internazionale, a testimonianza del fascino esercitato da quest’attrice tra i suoi contemporanei. Questa mostra rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di esposizioni da tenersi in Stanza Duse volte a indagare un particolare aspetto della vicenda biografica e artistica di Eleonora Duse: il rapporto dell’attrice con il territorio veneziano e veneto (2022), il successo in Italia, il contesto teatrale nazionale (2023) e la fama internazionale (2024).

Accanto alle stampe fotografiche che ritraggono l’attrice in momenti privati e scatti posati in abiti di scena, il visitatore potrà vedere una selezione di oggetti e documenti appartenuti all’attrice ricostruendo il legame di Eleonora Duse con la città lagunare e con l’intero territorio veneto. La famiglia della Duse era originaria di Chioggia, il nonno Luigi, attore anch’esso, ha fondato il Teatro Duse a Padova e la stessa attrice ha scelto Asolo, alla fine della sua vita nomade, come luogo di residenza.

Non-Belief and Non-Believers: evolution and challenges of contemporary irreligiousness

La conferenza, organizzata dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) con la collaborazione del Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate e dell’Università del Piemonte Orientale, si propone di indagare il variegato fenomeno della non credenza contemporanea da una prospettiva poliedrica che include il punto di vista giuridico e socio-antropologico.

Tale ambito, finora poco esplorato scientificamente, sarà analizzato sotto i molteplici aspetti della fenomenologia individuale e collettiva, senza tralasciare il confronto con le sfide della secolarizzazione e post-secolarizzazione, non ultima la tensione fra libertà di espressione e tutela del sacro, evidente particolarmente in materia di leggi sulla blasfemia. Le prismatiche identità dell’irreligiosità saranno raffrontate a livello internazionale, in un dialogo che coinvolge anche le sempre più emergenti religioni parodistiche, con l’obiettivo di tracciare linee comuni in un approccio non identitario quanto piuttosto di esercizio di libertà religiosa.

 

Programma 15:00 – 19:00

 

15:00 Saluti iniziali:

 

Roberto Grendene (Segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti)
Francesco Piraino (Direttore del Centro studi di civiltà e spiritualità comparate, Fondazione Giorgio Cini)

Roberto Mazzola (Docente di diritto ecclesiastico e diritto interculturale, Università del Piemonte Orientale)

 

15:30 Interventi:

 

Il panorama della non credenza in Europa
Andrew Copson (Presidente di Humanists International)

 

Libertà di espressione e leggi sulla blasfemia
Marco Croce (Università di Firenze)

 

17:10 Pausa caffè

 

17:30 Tavola rotonda:

Moderatore: Francesco Alicino (Università LUM)

 

La varietà e la recente evoluzione della non credenza in Europa
Anne-Laure Zwilling (CNRS, Strasburgo)

 

Le secolarizzazioni e post-secolarizzazioni: crisi della teoria della secolarizzazione e nascita di un paradigma post-secolare
Debora Spini (New York University a Firenze e Syracuse University a Firenze)

 

Perché la religione è diversa?
Victor Javier Vazquez Alonso (Università di Siviglia)

 

 

La conferenza sarà in inglese con traduzione simultanea in italiano

 

Maggiori informazioni:
non-belief.conference@cini.it

 

Per partecipare è necessario iscriversi sul sito

 

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FontanaArte.Vivere nel vetro

FontanaArte.Vivere nel vetro, a cura di Christian Larsen, affronterà un argomento di grande interesse nella panoramica del vetro artistico, sia per la vastità delle tematiche sia per la valenza delle personalità coinvolte nella vicenda storica e produttiva della società milanese. La mostra offrirà una retrospettiva critica degli arredi in vetro della leggendaria azienda milanese, attraverso una scansione del repertorio creativo e dei periodi di produzione dei quattro grandi direttori artistici: Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand e Gae Aulenti. Dalla sua fondazione, da parte di Ponti nel 1932, fino alla dipartita di Aulenti nel 1996, il catalogo di FontanaArte traccia un arco storico stilistico nel design del XX secolo, dalla logica razionale del modernismo fino alla giocosità del postmodernismo. L’azienda fissò gli standard del design italiano: la perfetta continuità tra la classicità e la tecnologia contemporanea, il connubio ideale tra arte e industria, la qualità superlativa dei materiali e della lavorazione artigianale del vetro industriale e l’elevazione dell’oggetto quotidiano all’arte del vivere. La mostra che svilupperà un percorso in cui ogni stanza focalizzerà un approfondimento specifico a ognuno dei designer, culminerà in una suite arredata nello stile FontanaArte per rievocare un appartamento milanese. L’allestimento sarà realizzato su progetto dell’architetto Massimiliano Locatelli.

On Fire

On Fire è il titolo di un’inedita mostra curata da Bruno Corà, organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Tornabuoni Art, che si terrà dal 22 aprile al 24 luglio 2022 sull’Isola di San Giorgio Maggiore. È dedicata al più intrigante degli elementi naturali: il fuoco. Naturalmente fuggevole, privo di forma, peso o densità, questo elemento affascina da sempre gli artisti, sia per i suoi potenziali effetti sugli altri materiali sia in quanto forza attiva nelle opere d’arte.

L’esposizione mira a mostrare il fuoco non solo nelle sue conseguenze ma anche come presenza attraverso il lavoro di grandi artisti internazionali quali: Alberto Burri, Yves Klein, Arman, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis e Claudio Parmiggiani. Dalle combustioni di vari materiali di Alberto Burri all’uso di Jannis Kounellis di bombole del gas, gli artisti si sono appropriati della dicotomia che è il fuoco: sia distruttore che generatore, cenere e luce.

Per questa grande mostra convergeranno all’Isola di San Giorgio Maggiore numerosi prestiti internazionali concessi dalle più prestigiose collezioni sia pubbliche che private europee e nordamericane e tra essi numerosi pezzi inediti o raramente esposti al pubblico.

Il progetto espositivo è accompagnato da una pubblicazione edita da Forma Edizioni sotto la direzione scientifica di Bruno Corà.

Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence

La mostra Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence, a cura di Christophe Leribault,  è in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini ed è Evento collaterale  della 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, organizzata dal Musée d’Orsay, Paris e con il supporto della galleria TEMPLON.

 

In questo nuovo corpus di lavori, Wiley mette in luce la brutalità del passato coloniale, americano e globale, usando il linguaggio figurativo dell’eroe caduto. La mostra includerà una serie di dipinti e sculture monumentali inediti, ampliando il suo corpus di opere DOWN del 2008.

Inizialmente ispirata al dipinto di Holbein Il Cristo morto nella tomba, nonché dipinti e sculture storici di guerrieri caduti e figure nello stato di riposo, Wiley ha creato una serie inquietante di corpi neri inclini, riconcettualizzando le forme pittoriche classiche per creare una versione contemporanea della ritrattistica monumentale, che risuona di violenza, dolore e morte, oltre che di estasi. Per questo nuovo corpus di lavori, Wiley ha ampliato questi elementi tematici fondamentali per meditare sulla morte dei giovani neri uccisi in tutto il mondo. La tecnologia ci permette di essere testimoni di queste atrocità che una volta erano taciute. Wiley afferma: “Questa è l’archeologia che sto portando alla luce: lo spettro della violenza della polizia e del controllo dello stato sui corpi di giovani neri in tutto il mondo”.

 

Alla luce degli attuali conflitti globali, il linguaggio sulle lotte di potere e sui diritti umani inalienabili è più critico che mai.
I nuovi ritratti mostrano giovani uomini e donne neri in posizioni di vulnerabilità che raccontano una storia di sopravvivenza e resilienza, rivelando la bellezza che può emergere dalla tragedia. Le loro pose sono state mutuate da fonti storiche dell’arte dell’Europa occidentale che fungono da straordinarie elegie, evocando la metafora centrale della giovinezza e della resilienza, e si ergono come monumenti alla resistenza e alla perseveranza di fronte alla ferocia, incorporando una scala che spinge oltre il mero corporeo e nel regno di icone spirituali, di martiri e santi.

 

La mostra è curata da Christophe Leribault, Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie, che ha precedentemente curato la prima mostra di Wiley in Francia al Petit Palais nel 2016 Kehinde Wiley: Lamentation. Storico dell’arte specializzato nel XIX secolo, Leribault ha un profondo legame con le basi storico-artistiche del lavoro di Wiley.

Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan

Dal 10 aprile al 1 maggio 2022 torna a San Giorgio Homo Faber: Crafting a more human future nell’edizione Living Treasures of Europe and Japan, il grande progetto dedicato alla valorizzazione dell’alto artigianato artistico organizzato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, in partnership con la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, la Japan Foundation e la Fondation Bettencourt Schueller, patrocinata dall’UNESCO.

 

Negli spazi dell’Isola di San Giorgio Maggiore, i visitatori scopriranno capolavori, mostre, installazioni e workshop che – grazie al lavoro di un team di curatori internazionali coordinati da Alberto Cavalli, direttore esecutivo della Fondazione Cologni di Milano e direttore della Michelangelo Foundation – presenteranno il lavoro di grandi maestri artigiani europei, di creativi e di una selezione dei Tesori Nazionali Viventi giapponesi.

La mostra, diffusa nell’Isola di San Giorgio Maggiore, sarà articolata in 15 mostre curate da 22 tra designer e curatori di fama internazionale e occuperà quasi 4.000 metri quadri espositivi tra cui alcuni nuovi spazi appositamente restaurati e accessibili al pubblico per la prima volta. Homo Faber costituirà un’esperienza coinvolgente, con iniziative interattive, eccezionali scenografie progettate con sapiente uso di materiali innovativi e sostenibili e dimostrazioni dal vivo di maestri provenienti da tutto il mondo con un focus speciale sui maestri d’arte giapponesi e il loro ancestrale savoir-faire (biglietti già acquistabili su  homofaber.com).

Cerimonia di consegna del Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”

Il 16 dicembre 2021 alle ore 17 alla Fondazione Giorgio Cini si svolgerà la Cerimonia di Premiazione nella quale verrà consegnato  il Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger” 2021. Il Premio è stato istituito nel 2014 dalla Fondazione Giorgio Cini in memoria del letterato austriaco Benno Geiger, il cui fondo letterario è conservato e valorizzato sull’Isola di San Giorgio Maggiore.

Interverrà il Professor Francesco Zambon, con una prolusione sul tema: Tradurre i trovatori.

 

 

I vincitori dei premi sono Fabio Scotto e Federico Italiano che il 16 dicembre 2021 alle ore 17.00 riceveranno, nel corso della cerimonia, il Premio per la Traduzione Poetica “Benno Geiger” 2021.

 

Fabio Scotto vince con la traduzione dell’opera Nell’inganno della soglia di Yves Bonnefoy un premio in denaro del valore di 4.000 euro, mentre Federico Italiano riceve il premio destinato ai giovani traduttori di 1.000 euro per Variazioni sul barile dell’acqua piovana di Jan Wagner.

La cerimonia di premiazione verrà introdotta da una speciale prolusione del Professor Francesco Zambon dal titolo “Tradurre i trovatori”.

 

La rinnovata giuria, presieduta da Francesco Zambon e formata da scrittori, critici, docenti universitari ed esperti di traduzione – quali Franco Buffoni, Pietro Taravacci, Alessandro Niero, Snezana Milinkovic, Elena Agazzi – ha segnalato, inoltre, Daniele Ventre, per la traduzione di Apollonio Rodio, Argonautiche, Mesogea 2020 e Renata Morresi, per la traduzione di M. NourbeSe Philip, ZONG!, Benway Series, 2021.

Durante la cerimonia verrà assegnata la borsa di studio residenziale a Tommaso Tovaglieri, selezionato dalla medesima commissione giudicatrice tra le domande pervenute, che lavorerà al progetto di ricerca Benno Geiger tra Magnasco e Arcimboldo.

 

Nella stessa occasione verranno pubblicati i nuovi bandi per il 2022: il Bando del Premio per la Traduzione Poetica e il Bando per una borsa di studio residenziale trimestrale.

Potranno concorrere al Premio per la Traduzione Poetica le traduzioni italiane di opere poetiche da lingue occidentali antiche, medievali e moderne apparse negli ultimi due anni e regolarmente in commercio.

Potranno partecipare al bando per una Borsa trimestrale residenziale dottorandi italiani e internazionali con progetti di ricerca in ambito letterario, da svolgere presso la Fondazione Giorgio Cini.

 

Premio “Benno Geiger”. La Fondazione Giorgio Cini ha istituito nel 2014 il premio internazionale di traduzione poetica in memoria di Benno Geiger, per volontà testamentaria della figlia Elsa Geiger Ariè (all’anagrafe Elisabetta Paolina Geiger), con la finalità di valorizzazione e studio del fondo letterario del padre, da lei stessa donato alla Fondazione alla fine degli anni ’70. Il fondo, da allora conservato sull’Isola di San Giorgio Maggiore, comprende vari materiali: lettere, pubblicazioni, fotografie, bozze, appunti. La parte più consistente sono le lettere che Benno Geiger scambiò nel corso della sua vita con oltre 500 corrispondenti autorevoli: da Hofmannsthal a Rilke, da Kokoschka a Bernard, da Perosi a Bossi, da Pascoli a Borgese e Comisso.  Alle lettere si aggiungono alcune pubblicazioni di Geiger, manoscritti preparatori delle sue traduzioni in tedesco di Dante, Petrarca e Pascoli, corrispondenza con gli editori e altro materiale minore. La Fondazione possiede anche un ritratto di Benno Geiger dipinto da Emile Bernard, dono della figlia Elsa.

 

Ingresso libero fino esaurimento posti previa registrazione a questo form:

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Libri a San Giorgio | Il Teuzzone di Antonio Vivaldi

Ultimo appuntamento per Libri a San Giorgio, il 3 dicembre alle ore 17, in cui viene presentato Il Teuzzone, di Antonio Vivaldi, a cura di Alessandro Borin e Antonio Moccia: un libro, compreso nell’«Edizione critica delle Opere di Antonio Vivaldi» edita da Ricordi, con il quale la collana della musica teatrale di Antonio Vivaldi si arricchisce di un nuovo volume che va a completare il dittico mantovano del “Prete rosso”. Messa in scena negli ultimi giorni del 1718, l’opera precedette infatti di qualche mese la rappresentazione del Tito Manlio, RV 738.

 

Presentano
Alessandro Borin, Antonio Moccia

 

Partecipa
Francesco Fanna

 

 


 

Per partecipare è necessario iscriversi al seguente form:

 

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Alex Majoli presenta Opera Aperta

In Opera Aperta, Alex Majoli riflette sul rapporto tra il Teatro e la città e sulle sue possibili interconnessioni. Un tema che s’innesta sul lavoro che il fotografo ha avviato da tempo, guidato dalla convinzione che “in ogni situazione, ogni persona gioca un determinato ruolo nella società”. L’artista ritrae ogni tipo di situazione costruendo un teatro intorno ai soggetti fotografati, così che la scena della strada diventa la scena di un teatro. In questo evento, la lettura fotografica di Majoli dialogherà con la lettura sociologica della professoressa Valentina Bonifacio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

 

Scarica il pdf Majoli

 


Iscrizione obbligatora

 

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Gillo Dorfles | Ghiribizzi

La mostra, curata da Aldo Colonetti e Luigi Sansone, raccoglie oltre al dipinto Vitriol (acronimo della frase latina “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” ), 2010, e al disegno con il detto latino Si ova struthionis sol excubare  valet cur veri solis ope Virgo non generaret?, 1990, di Alberto Magno, una selezione di venti disegni realizzati da Gillo Dorfles nel 2017, pochi mesi prima della sua morte avvenuta a Milano il 2 marzo del 2018.

 

Vitriol così intensamente ispirato, sintetizza tutta la sua opera intrigante e stimolante, che ci riconduce all’essenza della vita, a percezioni lontane consce e inconsce, con sorprendente e compiaciuta curiosità.

 

“Gillo Dorfles è stato un ospite assiduo e partecipe delle attività della Fondazione Giorgio Cini. Ma è  nella sua inedita veste di creativo talentuoso e ironico pittore che abbiamo voluto rendergli omaggio e di accogliere con entusiasmo la proposta di una mostra dei suoi ultimi disegni” – spiega Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini.

 

Disegnare è sempre stato un piacevole esercizio giornaliero per Dorfles, una vera passione. Infatti egli aveva fatto propria l’antica locuzione latina Nulla dies sine linea (“nessun giorno senza una linea”). L’ampia capacità di Dorfles di abbracciare con la sottile punta del disegno, come osserviamo nelle opere esposte in mostra, una vastità di stati d’animo, perplessità mentali e psicologiche e aforismi esistenziali, coinvolge l’osservatore nel suo mondo che nulla trascura e tutto propone con occhio critico, ironico e filosofico.

A corredo della mostra sono esposti il suo primo libro Discorso tecnico delle arti, 1952,  e l’ultimo La mia America, 2018; a chiusura del percorso espositivo due fotografie che  ritraggono Dorfles mentre dipinge a Paestum, di Fabrizio Garghetti, 2010 e l’altra di Carlo Orsi, 2016, che lo riprende nel salotto di casa al pianoforte.