Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia Archives - Pagina 42 di 55 - Fondazione Giorgio Cini

Polifonie ‘in viva voce’ 18

Polifonie “migranti” a Venezia

Ore 16: Seminario con Maurizio Agamennone, Giuseppina Casarin, Giovanni De Zorzi e Annunziata Veronese.

Ore 18.30: Concerto del coro multietnico “Voci dal Mondo” (Venezia)

Il progetto Polifonie “in viva voce” costituisce l’occasione più rilevante in Italia e in Europa per ascoltare e osservare le pratiche polifoniche fervidamente conservate in numerose tradizioni locali. Dal 1997 sono stati ospiti del programma veneziano cantori e strumentisti provenienti dalle grandi isole del Mediterraneo, dal Caucaso, dall’Europa orientale, dalla regione balcanica e da diverse località della penisola italiana: è stato possibile, perciò, ascoltare polifonie maschili e femminili particolarmente esuberanti, complesse e multiformi, spesso divenute vivaci marcatori di mobili e irrequiete identità locali, pure riconosciute dai protocolli Unesco quali patrimoni immateriali dell’umanità. Ai cantori si sono affiancati i migliori specialisti d’area (studiosi, compositori, rilevatori), che hanno proposto la descrizione e analisi delle polifonie ospitate, secondo le più aggiornate procedure di valutazione (musicologia, antropologia, storia-culturale, studi di genere, studi culturali e post-coloniali, ecc.).

Nell’edizione 2014, il programma Polifonie “in viva voce” persegue un altro obiettivo. In molte aree metropolitane europee di forte immigrazione, certe pratiche musicali hanno costituito un veicolo efficace di confronto, incontro, conoscenza, integrazione, solidarietà. Nella città di Venezia da qualche anno è in atto un processo amministrativo-politico-culturale che affida alla polifonia di grande gruppo l’obiettivo e la speranza di contribuire a integrare persone, famiglie e gruppi culturali provenienti da numerose regioni del mondo, che proprio a Venezia hanno trovato un approdo possibile, momentaneo o più duraturo. Il coro Voci dal mondo, diretto da Guseppina Casarin costituisce lo scenario performativo in cui persone diverse, per lingua, cultura, religione e altre appartenenze, cercano di incontrarsi e “stare insieme”, combinando, miscelando e fondendo contributi e spunti musicali parziali, di origini molteplici, in una esperienza di grande gruppo che in occasioni diverse ha animato profondamente il paesaggio sono di Venezia, soprattutto nelle aree periferiche. L’istanza politico amministrativa che prova ad alimentare questo processo è rappresentata ETAM – Animazione di Comunità e Territorio del Comune di Venezia, grazie al tenace impegno di Roberta Zanovello.

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

La XVIII edizione di Polifonie “in voce” è organizzata in collaborazione con ETAM – Animazione di Comunità e Territorio, Direzione Politiche Sociali Partecipative e dell’Accoglienza del Comune di Venezia.

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XX Seminario Internazionale di etnomusicologia

Dal 29 al 31 gennaio 2015, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza la XX edizione del Seminario Internazionale di etnomusicologia a cura di Francesco Giannattasio, dal titolo “Le tradizioni musicali fra documenti, patrimoni e nuove creatività”.

Il seminario 2015, intitolato Le tradizioni musicali fra documenti, patrimoni e nuove creatività, intende indagare lo stato e la natura attuale delle tradizioni musicali oggetto di una investigazione inter- e transculturale discutendo dei processi di patrimonializzazione in atto nelle politiche culturali a livello internazionale (cultura immateriale, riconoscimenti Unesco), dell’importanza degli archivi sonori nella ricerca e documentazione delle tradizioni musicali e delle nuove creatività che, in una prospettiva transculturale, oggi si esprimono, in modi anche fortemente diversi fra loro, nelle musiche del mondo.

Proprio per celebrare il ventesimo anniversario di questo appuntamento così importante nell’attività dell’IISMC, in coincidenza con i lavori del seminario verrà organizzato uno spettacolo al Teatro Goldoni “Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio” per la prima volta a Venezia.

L’Orchestra di Piazza Vittorio costituisce uno degli esempi più significativi di quelle pratiche multietniche nei quali musicisti provenienti da diverse parti del mondo si uniscono in formazioni composite e a geometria variabile. Si tratta di un esempio concreto di come nuove creatività contemporanee sperimentino linguaggi musicali nei quali diverse culture vengono combinate in modo da creare nuove forme sonore che contengano elementi tratti dalle culture di partenza, riconfigurati in forme creative e innovative.

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[accordion_entry title=”Programma Seminario”]

Giovedì 29 gennaio

ore 9.30 – 12.30

Francesco Giannattasio (Università di Roma «La Sapienza»)

Introduzione al Seminario

Dan Lundberg (Svenskt Visarchiv, University of Stockholm)

Pluralize or polarize? Music archiving and ideology

ore 14.00-16.00

Ignazio Macchiarella (Università di Cagliari)

Paradossali monumenti

Venerdì  30 gennaio

ore 9.30 – 12.30

Mario Tronco (musicista, compositore), Leandro Piccioni (musicista, compositore)

L’Orchestra di Piazza Vittorio: un’esperienza creativa multimusicale

ore 14.00-16.00

Incontro con i musicisti dell’Orchestra  di Piazza Vittorio

ore 20.00 Teatro Goldoni, Venezia

Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio

Direzione artistica e musicale: Mario Tronco, elaborazione musicale: Mario Tronco e Leandro Piccioni

Sabato 31 gennaio

ore 9.30 – 13.30

Anthony Seeger (UCLA e Smithsonian  Institution)

Changing Our Story from one of Loss to one of Potential through Audiovisual Archives

Discussione finale

 Info: Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati- www.cini.itmusica.comparata@cini.it – T +39 041 2710357

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[accordion_entry title=”Storia “]

Ideato nel 1995 da Francesco Giannattasio, allora direttore dell’IISMC, che ne ha curato tutte le edizioni, il Seminario ha visto avvicendarsi a Venezia molte fra le più illustri figure dell’etnomusicologia internazionale (per citarne alcune: Simha Arom, Jean During, Mantle Hood, Steven Feld, Jeremy Montagu e Adelaida Reyes), spesso invitate a confrontarsi con famosi musicisti (come Ali Farka-Touré, Riccardo Tesi), direttori artistici, registi e video documentaristi, nonché ingegneri del suono (come Gerard Mueller, che ha curato la progettazione dell’acustica dell’Auditorium Parco della Musica di Roma).

Il ventennale del Seminario costituisce una tappa importante per la storia dell’IISMC, avendo contribuito largamente ad un percorso che ha visto il consolidarsi del ruolo dell’Isituto, divenuto sempre più punto di riferimento fondamentale per l’etnomusicologia italiana e referente importante in ambito europeo e internazionale.

Il seminario, che si svolge sempre nell’ultimo fine settimana di gennaio, è diventato nel tempo luogo di incontro privilegiato per studiosi etnomusicologi e studenti di etnomusicologia, tanto da diventare un appuntamento fisso per studenti e dottorandi provenienti da varie università tra cui l’Università di Roma “La Sapienza”, Roma “Tor Vergata”, Cagliari, Cremona oltre che, naturalmente, Venezia. Per alcuni anni, grazie a una convenzione tra Ca’ Foscari e Fondazione Cini gli studenti di etnomusicologia dell’Università hanno potuto frequentare il Seminario ottenendo crediti formativi.

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[accordion_entry title=”Pubblicazioni tratte dai seminari”]

Alcuni seminari sono confluiti in pubblicazioni a stampa e altre in pubblicazioni online

Classificazione e analisi dei procedimenti polifonici, L’indagine storica in etnomusicologia: Oriente e Occidente, Il verso cantato: la poesia orale in una prospettiva etnomusicologica, Filmare la musica: etnomusicologia e comunicazione audiovisiva, L’etnomusicologia e il nuovo consumo della world-music, Gli spazi sonori della musica, Etnomusicologia e studi di popular music: quale possibile convergenza?, L’Etnomusicologia e le musiche contemporanee, Etnomusicologia, musicologia evolutiva e neuroscienze, Prospettive di una musicologia comparata nel XXI secolo: etnomusicologia o musicologia transculturale?.

 

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[accordion_entry title=””Vent’anni di Seminari Internazionali di etnomusicologia” di Francesco Giannattasio”]

Nelle ultime edizioni del Seminario ci si è attentamente interrogati su status, prospettive, compiti e metodi d’indagine di una musicologia comparata del XXI secolo, vista la completa trasformazione del panorama sociale e culturale del mondo. Ai fini di un adeguamento alla nuova realtà con la quale dobbiamo confrontarci, sono stati sottoposti a un severo vaglio critico molti termini e concetti che hanno fino ad oggi caratterizzato la fisionomia e l’armamentario teorico di questa disciplina: dalle nozioni di etnia, identità culturale, musicale e tradizionale, ad opposizioni quali alto/basso, colto/popolare, scritto/orale, funzionale/estetico, sincronico/diacronico, fino alla stessa denominazione, ormai sempre più anacronistica e inattuale, di etnomusicologia.

Si tratta ora di trarre le conseguenze da tali considerazioni di carattere generale e andare direttamente al cuore del problema: lo stato e la natura attuale delle tradizioni musicali oggetto di un’investigazione inter- e transculturale. In questo senso la XX edizione del Seminario internazionale di Etnomusicologia dell’IISMC si presta bene – anche in senso simbolico, vista la ricorrenza calendariale – a un tentativo di fare il punto sulla reale sostanza, oggi, delle tradizioni musicali di cui la nostra disciplina statutariamente si occupa. Questo intento motiva il titolo del Seminario 2015: Le tradizioni musicali tra patrimoni, archivi e nuove creatività.

Se la sostituzione del consunto termine ‘musiche tradizionali’ (e quali non lo sono?) con ‘tradizioni musicali’ dà il senso della rivoluzione copernicana che siamo ormai tenuti a compiere, riteniamo che una migliore e più realistica cognizione del nostro oggetto di studio possa venire da una riflessione, attenta e non ideologica:

a) sui contenuti concreti di concetti astratti (e solo apparentemente politically correct) quali ‘patrimonio’, ‘patrimonializzazione’, “cultura immateriale”;

b) sul nuovo valore, anche euristico, che assumono oggi le politiche e i concreti contenuti degli archivi musicali;

c) sulle implicazioni transculturali delle molte nuove creatività che oggi si esprimono, in modi anche fortemente diversi fra loro, nella/e musica/he del mondo.

Varie sono le questioni che possono nutrire una riflessione in questo senso. Ad esempio:

1) qual è la reale estensione, spaziale e temporale, del concetto di patrimonio immateriale soprattutto alla luce delle molteplici attribuzioni di senso (intangibile, intoccabile, invalicabile, invendibile, inventabile, inverosimile, ecc.) che esso di fatto assume nella concretezza delle nuove politiche ‘culturali’, apparentemente rispettose delle differenze, ma in realtà prevalentemente basate su interessi economici e su strategie di fatto ghettizzanti?

2) in che misura gli archivi sonori e multimediali riflettono, assecondano o limitano l’estensione del concetto di patrimonio?

3) come individuare, studiare e valorizzare le nuove creatività musicali senza farsi condizionare dai preconcetti celati dietro nozioni conservatrici, quali appunto quelle di patrimonio e patrimonializzazione?

Francesco Giannattasio
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Per info: musica.comparata@cini.it – T 041 2710357

Le stagioni di Niccolò Jommelli tra Venezia e l’Europa

In occasione del terzo centenario della nascita di Niccolò Jommelli, il Centro Studi per la ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma europeo in collaborazione con la Seconda Università di Napoli, la Fondazione “Pietà de’ Turchini” di Napoli, il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, il Teatro San Carlo di Napoli, l’Istituto Italiano per la Storia della Musica, l’Università di Vienna, il Centro di Studi “Divino Sospiro” di Lisbona promuoverà una serie di iniziative scientifiche e spettacolari da tenersi in varie sedi. A Venezia, il 31 ottobre, si svolgerà una giornata di studi dal titolo Le stagioni italiane di Niccolò Jommelli in cui si intendono analizzare rispettivamente i repertori italiani, sacri e profani, e i rapporti del  musicista con le maestranze tutte dello spettacolo e con la vita culturale della Serenissima nel
corso della sua carriera.

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I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano. Geografia artistica, collezionismo, tecnologia – Les cuivres émaillés de la Renaissance italienne. Géographie artistique, collectionnisme, technologie

In collaborazione con il Museo del Louvre e il Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France (C2RMF) di Parigi, l’Istituto di Storia dell’Arte ha organizzato un convegno internazionale sulla produzione dei rami smaltati rinascimentali cosiddetti “veneziani”, cui parteciperanno storici dell’arte, conservatori, restauratori insieme a esperti nel campo della diagnostica e delle analisi chimico-fisiche.

I rami smaltati rappresentano, tra le arti decorative del Rinascimento italiano, una produzione relativamente limitata ma raffinatissima, tradizionalmente riferita a manifattura veneziana.
La maggioranza dei pezzi conservati è formata da servizi da pompa composti principalmente da calici a volte con coperchio, piatti, bacili, saliere, brocche e fiaschi. Vi sono, inoltre, cofanetti, torciere, candelabri
e specchi; alcune paci, reliquiari e ostensori attestano anche un uso religioso. Il metallo, che da la forma all’oggetto, fa da supporto a una decorazione riccamente colorata, e dorata, formata da più strati di
smalto con fondi bianchi, blu, viola o verdi, ornati da tocchi di rosso.
Ammirati e collezionati nell’Ottocento – periodo in cui si formarono le principali collezioni europee –, questi oggetti, la cui origine risale alla fine del Quattrocento, furono poi dimenticati.

Questo convegno interdisciplinare intende approfondire la conoscenza di tali opere di altissima qualità artistica – presenti nei principali musei e collezioni del mondo – sia dal punto di vista delle tecniche di fabbricazione, delle forme e della decorazione che da quello del contesto socio-culturale che le ha generate. Si cercherà di definire un corpus di forme e di decorazioni, di evocare la clientela e i committenti di queste opere, grazie in particolare allo studio dell’araldica e dell’emblematica, e infine di rintracciare il loro arrivo sul mercato dell’arte europeo nell’Ottocento, e poi americano nel Novecento.

L’origine veneziana di questa produzione verrà discussa e riconsiderata con il contributo delle recenti ricerche archivistiche, dello studio dei ricettari dei vetrai e dei risultati delle indagini fisico-chimiche realizzate dal C2RMF di Parigi, il LAMA di Venezia e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Nel corso dei tre giorni di convegno sarà esposto al pubblico lo specchio in rame smaltato della
raccolta della Galleria di Palazzo Cini, che è la seconda per importanza dopo quella del Louvre, restaurato per l’occasione dall’Opificio delle Pietre Dure.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DEL CONVEGNO

Venetonight 2014. La notte dei ricercatori

La Notte Europea dei Ricercatori è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea. Dal 2005 sempre il quarto venerdì di settembre i ricercatori hanno modo di incontrare il grande pubblico in differenti città europee. La notte dei ricercatori rappresenta un’occasione straordinaria per avvicinare, in modo divertente, il pubblico di ogni età al mondo della ricerca, per aprire uno spazio di incontro e dialogo con i cittadini e per sensibilizzare i giovani alla carriera scientifica.

Quest’anno anche la Fondazione Giorgio Cini partecipa a questa iniziativa con un’apertura eccezionale al pubblico del Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana “Vittore Branca” (Biblioteca Nuova Manica Lunga e Residenza).

Il Centro “Vittore Branca”, creato nel 2010 in memoria del noto italianista e storico Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini, è un polo residenziale di studi umanistici aperto a studiosi italiani e internazionali che intendano lavorare su un progetto di ricerca storico, storico-artistico, musicale, letterario o teatrale, consultando i preziosi documenti custoditi nelle biblioteche della Fondazione Giorgio Cini.

YouTube in classe: la lettura dei video musicali per la costruzione di percorsi interculturali

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un corso di formazione della durata di due giorni rivolto agli insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.

Il corso, a cura di Serena Facci e Gabriella Santini, si propone di analizzare i video musicali al fine di guidare gli studenti ad una fruizione consapevole di questo mezzo così diffuso, elaborare percorsi didattici di tipo interculturale e interdisciplinare, sollecitare attività creative che utilizzino il linguaggio multimediale dei video. La lettura critica di questo genere di produzioni multimediali aiuta a comprendere la funzione comunicativa dei diversi linguaggi che concorrono alla loro realizzazione. Le competenze acquisite possono inoltre essere investite, in sede scolastica, per guidare gli studenti nella produzione di video.

Agli insegnanti partecipanti verranno forniti supporti didattici sotto forma di testi scritti e materiale video. I percorsi scelti mireranno a coinvolgere docenti di diverse discipline, oltre musica, anche lettere, arte e immagine, lingua straniera, tecnologia. In particolare, il corso di formazione sarà articolato in due parti.

Nella prima parte, gli insegnanti analizzeranno alcuni video musicali proposti dalle docenti del corso, utilizzando una metodologia basata sulle funzioni dei diversi linguaggi. Si lavorerà con video musicali italiani e stranieri caratterizzati da contenuti musicali e ambientali di diversa provenienza geografica.

Nella seconda parte, l’attività del laboratorio didattico sarà dedicata più specificamente a suggerimenti e sperimentazioni per la produzione in classe di video musicali, che utilizzino le grandi potenzialità di Internet per connettere l’immensa varietà di spazi, suoni, immagini, linguaggi e suggestioni.

Il corso è riconosciuto dall’Ufficio Scolastico regionale per il Veneto. 

Il corso è a numero chiuso, i partecipanti sono ammessi fino ad esaurimento posti.

Iscrizione obbligatoria entro il 11 ottobre 2014, si prega di scaricare il modulo d’iscrizione e inviarlo a: musica.comparata@cini.it

Scarica il modulo

Stravinskij in Italia. Ricordo di Roman Vlad

Igor Stravinskij in Piazza San Marco (1925). Fondo Alfredo Casella, Fondazione Giorgio Cini, Venezia.


La ricezione italiana della musica di Igor Stravinskij sarà il tema di due giornate di studio, coordinate da Angela Carone, Massimiliano Locanto e Gianfranco Vinay.

Nella prima giornata Francesco Fontanelli, Simone Caputo e Simone Ciolfi approfondiranno la ricezione compositiva di Stravinskij in Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi, mentre Federica Di Gasbarro, Alessandro Maras e Sabine Meine illustreranno l’atteggiamento della critica italiana nei confronti della musica del compositore russo, eseguita sia in città come Roma e Venezia sia nei piccoli centri.

La seconda giornata sarà interamente dedicata alla ricezione di Stravinskij negli scritti editi e inediti di Roman Vlad; le relazioni di Elia Andrea Corazza, Susanna Pasticci e Mauro Mastropasqua si concentreranno in particolare sugli studi dedicati allo Stravinskij dei balletti, delle opere vocali e della musica sacra, mettendone in luce peculiarità e aspetti innovativi rispetto alla trattatistica precedente e coeva.

Il convegno intende ricordare la figura di Roman Vlad a un anno dalla scomparsa, avvenuta due mesi dopo aver donato il suo archivio personale all’Istituto per la Musica.

Nel corso delle due giornate i partecipanti al convegno avranno la possibilità di visionare una selezione di materiali relativi a Igor Stravinskij provenienti dai Fondi dei compositori italiani conservati alla Fondazione Giorgio Cini. L’esposizione sarà curata dagli archivisti dell’Istituto per la Musica.

In occasione del Convegno, il 22 settembre alle ore 19, nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini si terrà un concerto dei docenti e degli allievi del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. In continuità con il tema del convegno saranno eseguite musiche di Stravinskij, Malipiero, Casella, Petrassi e Vlad. Il concerto è aperto al pubblico, su invito da ritirare all’ingresso, fino ad esaurimento posti.

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Decima Conferenza Mondiale ‘Il Futuro della Scienza’ Lo sradicamento della fame

L’accesso a cibo e acqua sono considerati diritti universali dalla Carta dei Diritti Umani della Nazioni Unite. Eppure oltre un miliardo di persone sulla Terra non ha accesso ad acqua pulita e soffre di denutrizione. La scarsità di cibo è la causa della maggior parte delle morti al mondo per malattia; la lotta per l’approvvigionamento a fonti di acqua pulita è una delle maggiori cause di conflitti armati. Di contro, le nazioni ricche del pianeta, che rappresentano una piccola parte dell’umanità, si trovano ad affrontare l’altro lato della medaglia della malnutrizione: l’eccesso di cibo e lo sviluppo dell’obesità, diventata una vera e propria epidemia con gravi conseguenze sulla salute. Con l’aumentare della popolazione mondiale, la risoluzione di questi problemi e una più equilibrata ridistribuzione delle risorse alimentari non è solo un imperativo morale, ma rappresenta l’unica strada per uno sviluppo sostenibile e per la sicurezza a livello
mondiale. La scienza e la tecnologia, se utilizzate con saggezza, possono apportare contributi essenziali alla via della risoluzione, guidando l’implementazione di soluzioni per assicurare a tutti sufficienti cibo e acqua pulita.

Questi i temi della decima edizione di The Future of Science – Conferenza Mondiale promossa da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Giorgio Cini e Fondazione Tronchetti Provera – che verranno discussi da eccellenti relatori, competenti in diverse aree: cambiamenti climatici e desertificazione, agricoltura sostenibile, aumento esponenziale nel consumo di cibi di origine animale e patologie correlate (ad esempio diabete, obesità e malattie cardiovascolari), sicurezza e salute alimentare, ingegneria genetica e piante, implicazioni economiche, etiche e politiche.

Libri a San Giorgio

#storiadivenezia
15 settembre ore 17

La serie di incontri dedicati alle novità editoriale della Fondazione si apre il 15 settembre con gli ultimi numeri di «Studi Veneziani», la prestigiosa rivista curata dall’Istituto per la Storia della Società e dello
Stato veneziano, che propone come di consueto molti interventi sulla storia politica, culturale,
artistica veneziana e veneta tra i quali spicca l’ampio saggio di François-Xavier Leduc sulle gestioni
patrimoniali dell’aristocrazia veneziana dal Trecento in poi.

Presentano Giuseppe Gullino e Gherardo Ortalli

Partecipano Gino Benzoni e l’editore Fabrizio Serra


#arteveneta
7 ottobre ore 17

Il 7 ottobre verrà presentato il nuovo numero di «Arte Veneta», fondata nel 1947 sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini. In occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte, la rivista si propone a studiosi e lettori in una veste editoriale e grafica profondamente rinnovata, con un più ricco apparato illustrativo a colori che valorizza ulteriormente gli importanti contributi scientifici ospitati, con una rosa di argomenti che vanno dal Trecento al Settecento, comprendendo anche la presentazione di importanti inediti. Novità della nuova annata è la pubblicazione dell’e-book della Bibliografia dell’arte veneta, scaricabile gratuitamente.


#teatro
29 ottobre ore 17
Infine il 29 ottobre sarà la volta di Luigi Squarzina. Studioso, drammaturgo e regista teatrale, Atti del Convegno Internazionale di Studi tenutosi presso la Fondazione Giorgio Cini il 4-6 ottobre 2012 in collaborazione con l’Accademia Nazionale dei Lincei. A quattro anni dalla scomparsa, i contributi qui raccolti offrono un’occasione per ricordare la figura artistica e l’opera di Luigi Squarzina nei suoi molteplici aspetti.

Presentano Carmelo Alberto e Pier Luigi Pizzi

Partecipa Maria Ida Biggi

Incontri in Fototeca

L’iniziativa Incontri in Fototeca. I Fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte mira a coinvolgere specialisti della materia e storici dell’arte, ma non solo, nella conoscenza delle raccolte fotografiche e delle personalità che le hanno costituite.

Giovedì 18 settembre Lionello Puppi terrà una conferenza dal titolo Raimond van Marle: uno storico dell’arte geniale e scomodo, dedicata alla raccolta fotografica Van Marle-Ventura appartenuta all’illustre storico dell’arte olandese, autore dell’opera The Development of the Italian Schools of Painting. 

 Il ciclo di incontri sulle raccolte fotografiche conservate presso la Fototeca proseguirà, con appuntamento mensile, fino a dicembre  nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Biblioteca del Longhena
18 settembre ore 16:30