Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 13 – Fondazione Giorgio Cini

Alighiero Boetti: Minimum – Maximum

 La mostra celebra il genio dell’artista torinese con oltre 20 opere di forte impatto selezionate per la prima volta secondo il criterio del formato, confrontando i “minimi” e i “massimi” delle sue serie più significative

 L’esposizione, curata da Luca Massimo Barbero con l’Archivio Alighiero Boetti, presenta un progetto speciale sviluppato da Hans Ulrich Obrist e Agata Boetti sul tema della fotocopia intitolato COLORE = REALTÀ. B+W = ASTRAZIONE (a parte le zebre)

L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia ospita dal 12 maggio al 12 luglio 2017 un grande, inedito viaggio all’interno dell’opera di Alighiero Boetti, uno dei più importanti artisti italiani, al culmine di un momento di grande celebrazione che lo vede protagonista. Alighiero Boetti: Minimum/Maximum, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, con la collaborazione dell’Archivio Alighiero Boetti, presenta il risultato di un processo inedito di selezione e confronto: quello tra il formato minimo e massimo di opere dei cicli più rappresentativi del celebre artista torinese, focalizzando così uno dei temi che meglio rappresentano l’operatività creativa di Boetti. La mostra è organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Tornabuoni Art.

Questa mostra offre al visitatore un percorso di rapporto, non antologico e mai scontato, unico nel suo genere, nato dalla raccolta in collezioni pubbliche e private di opere di Boetti di grandi dimensioni – spiega Luca Massimo BarberoÈ un progetto organico pensato appositamente per Venezia in questo momento di grandi conferme internazionali di uno dei più importanti esponenti dell’arte italiana”.

Articolata in sezioni, per un totale di più di 20 opere, l’esposizione include, oltre ai cicli più significativi di Boetti – Ricami, Aerei, Mappe, Tutto e Biro – alcune opere meno note come i Bollini colorati, la Storia Naturale della Moltiplicazione e le Copertine, e costituisce un’occasione preziosa per presentare anche lavori di fatto sconosciuti al grande pubblico, come la grande opera con bollini colorati Estate 70 (1970) – prestata per quest’evento direttamente dalla famiglia dell’artista – e Titoli (1978), uno dei più grandi formati del raro ciclo dei Ricami monocromi. In mostra ci sarà anche uno dei più grandi Mimetico (1967), una delle prime serie di opere di Boetti, in prestito dalla Fondazione Prada.

Il tema del formato è cruciale per comprendere il modo in cui Boetti ideava e realizzava i suoi lavori, ed è direttamente collegato al concetto di tempo: come in Estate 70, opera monumentale che apre il percorso espositivo, realizzata su un rotolo di carta lungo venti metri sul quale Boetti ha incollato migliaia di bollini autoadesivi colorati: unica per le dimensioni e perché introdusse in modo dirompente il tema del tempo necessario alla fruizione dell’opera. Complementari a livello di senso sono le opere di formato minimo, che rappresentano l’opposizione dialettica nella creatività di Boetti.

La mostra si dispiega in un puntuale confronto fra piccolo e grande, minimo e massimo, presentando le opere Storia Naturale della Moltiplicazione, Mettere al mondo il mondo e Alternando da uno a cento e viceversa – offrendo al visitatore la possibilità di fruire in un unico contesto di opere di periodi differenti – fino al grande trittico Aerei (1989), in prestito dalla prestigiosa Fondation Carmignac di Parigi.

Fra la prima e la seconda sala sarà in esposizione il documentario Niente da vedere Niente da nascondere, realizzato nel 1978 da Emidio Greco in occasione della retrospettiva dedicata a Boetti alla Kunsthalle di Basilea, che alterna immagini della mostra svizzera a momenti nello studio romano dell’artista, importante perché ridà testimonianza diretta delle parole di Boetti.

Il percorso prosegue poi con le celebri Mappe e con i Tutto, “zibaldone dei temi e delle immagini di Boetti” – spiega Barbero – che introducono l’importante tema della realizzazione differita dell’opera d’arte, del viaggio e del nomadismo dell’arte, a sua volta interconnesso con quello del tempo. Elemento ben evidente ad esempio nei ricami, che una volta iniziati dai collaboratori a Roma, venivano spediti a Kabul, poi a Peshawar in Pakistan a seguito dell’invasione Sovietica dell’Afghanistan nel 1979, dove le ricamatrici delle famiglie di rifugiati afghani li realizzavano con l’accostamento dei colori da loro scelto, seguendo le regole del gioco dettate da Boetti, per poi tornare a Roma dove l’artista le vedeva finite per la prima volta.

La parte dei confronti si chiude quindi con la grande opera Copertine (1984), che riprendere l’idea dell’ossessività dei media e la formula dell’immagine trasmessa e riutilizzata e che introduce il progetto speciale di Hans Ulrich Obrist, direttore artistico delle Serpentine Gallery di Londra, e Agata Boetti, direttrice dell’Archivio Alighiero Boetti, che esemplifica ulteriormente il modo di pensare essenzialmente dialettico di Boetti e si sviluppa attorno al tema della fotocopia. “Già nel ’69 a Torino, quando andavo allo show-room della Rank Xerox con le mie monetine in tasca, le idee erano tante. – affermava Boetti nel 1991 – Dicevo, la fotocopiatrice non è una macchina solo da ufficio, nel duemila l’avremo tutti nel salotto! Affidatemene una, ve ne documenterò alcune applicazioni creative. Non intendevo manipolare il meccanismo o l’inchiostro, come hanno fatto alcuni da Munari in poi. No, m’interessava l’applicazione standard. Ma ad esempio l’avrei messa sul balcone quando comincia a piovere, una goccia, dieci gocce, mille gocce….”.

COLORE=REALTÀ. B+W=ASTRAZIONE (a parte le zebre) esplora queste “applicazioni creative” di Boetti, riunendo per la prima volta un insieme di opere eseguite con la fotocopiatrice nei diversi momenti della carriera dell’artista e che sono, secondo Obrist, testimoni della passione di Boetti per le tecnologie della comunicazione (come la polaroid o l’uso del fax che – introdotto negli anni ottanta – è sintesi di posta e fotocopia) e invitano a immaginare gli usi creativi che Boetti avrebbe trovato per gli attuali mezzi di comunicazione e riproduzione delle immagini: “Presentando questi lavori sul muro, così come stiamo facendo con le 1665 fotocopie alla Fondazione Cini, mostreremo al pubblico che Boetti era come una versione analogica di Internet. Era come un motore di ricerca. Ha anticipato Google con mezzi analogici”.

 Al centro della sala dedicata alle fotocopie, i visitatori sono invitati a utilizzare una vera e propria fotocopiatrice, seguendo le regole del gioco appositamente create dall’artista messicano Mario Garcia Torres per rendere omaggio ad Alighiero Boetti.

Alighiero Boetti: Minimum/Maximum a cura di Luca Massimo Barbero e il progetto speciale COLORE = REALTÀ. B+W = ASTRAZIONE (a parte le zebre), curato da Hans Ulrich Obrist e Agata Boetti, sono ciascuno accompagnato da un catalogo edito da Forma Edizioni.

Ettore Sottsass: il vetro

ph. Enrico Fiorese

La mostra Ettore Sottsass: il vetro, curata da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte, intende analizzare in maniera esaustiva la produzione del designer italiano legata al vetro, un materiale che interessa Sottsass fin dagli anni quaranta, quando alla Biennale di Venezia del 1948 presenta alcuni oggetti realizzati in collaborazione con la ditta S.A.L.I.R. di Murano. Sempre a Venezia, negli anni settanta, collabora con la vetreria Cenedese per la realizzazione di oggetti in vetro le cui forme sono in questi anni molto prossime a quelle delle sue ceramiche. Ma sarà solo dopo la fondazione del gruppo Memphis (1981) che vedranno la luce le vere e proprie sculture in vetro affidate agli artigiani della vetreria Toso; in quest’occasione Sottsass introdurrà l’impiego della colla chimica, sfidando la secolare tradizione del vetro muranese.
La mostra, che consterà di circa 200 pezzi, può contare sui prestiti di importanti collezioni private, nonché sui pezzi conservati presso gli archivi storici delle vetrerie e delle aziende veneziane con le quali Sottsass
ha collaborato; saranno inoltre inseriti nel percorso espositivo anche gli splendidi vetri realizzati per la vetreria Venini. L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo (Skira editore) che ospiterà un saggio introduttivo di taglio strettamente biografico ed altri contributi più estesi, a firma del curatore stesso ma anche di architetti, direttori museali, studiosi che con lui hanno collaborato. È previsto inoltre un esaustivo regesto della produzione di Sottsass, costruito con schede tecniche dedicate ad ogni singolo pezzo. La bibliografia, mirata alla sola produzione di vetri, consta di oltre 200 titoli ed è il frutto di una scrupolosa ricerca d’archivio.


 

 

Afterglow: Pictures of Ruins

In concomitanza con l’apertura di Palazzo Cini verrà proposta al pubblico una mostra di arte contemporanea. La casa-museo ospiterà infatti al secondo piano Afterglow: Pictures of Ruins, mostra fotografica del celebre artista contemporaneo Vik Muniz, curata dal direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero.

Realizzata in collaborazione con Ben Brown Fine Arts, la mostra vedrà esposte fotografie e una scultura vitrea realizzate dall’artista a seguito di una personale rielaborazione di opere già note all’immaginario collettivo.
In particolare, per questo progetto espositivo Vik Muniz trarrà ispirazione dalla tradizione veneta e lagunare, attraverso una rilettura in chiave contemporanea di opere esposte a Palazzo Cini nel 2016 in occasione della mostra Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini, ma anche ai capolavori di arte antica appartenenti alla collezione, creando un legame tra il primo e il secondo piano.

Muniz simula le pennellate di questi quadri con ritagli di dipinti riprodotti in volumi di storia dell’arte, attentamente selezionati non solo per i loro valori cromatici ma anche per le immagini
che contengono: incollati insieme, essi richiamano una superficie tattile, a impasto.
Proseguendo la tradizione degli artisti del XVII e XVIII secolo che l’hanno preceduto, Muniz ricombina questi elementi, attraverso la sua natura inventiva, per ricostruire immagini che penetrano nel subconscio visivo dello spettatore stimolando un’ulteriore ricerca.

La nuova stagione di Palazzo Cini. La Galleria

Riapre il 21 aprile, grazie alla partnership con Assicurazioni Generali, la Galleria di Palazzo Cini, elegante residenza sul Canal Grande, con la sua preziosa raccolta di opere d’arte appartenuta a Vittorio Cini.

Accanto al nucleo di dipinti, sculture e oggetti d’arte esposti al primo piano, che ripercorrono la storia dell’arte italiana dal XIII al XVI secolo e rispecchiano il gusto collezionistico di Vittorio Cini, la stagione espositiva di Palazzo Cini prevede due esposizioni temporanee. In occasione dell’apertura di Palazzo Cini verrà inaugurata la mostra Afterglow: Pictures of Ruins, curata dal direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero, che vedrà esposte al secondo piano di Palazzo Cini fino al 24 luglio opere dell’artista e fotografo di fama internazionale Vik Muniz.

In autunno verrà allestita, all’interno degli stessi spazi, una mostra dedicata all’attrice Lyda Borelli, moglie di Vittorio Cini, a cura della direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma Maria Ida Biggi. Verranno proposte anche quest’anno le Conversazioni d’arte, cicli di incontri pensati per fornire al pubblico della Galleria occasioni di incontro e di dialogo con storici dell’arte ed esperti che raccontino la storia di Palazzo Cini e delle sue collezioni.

Il 29 maggio, presso la Sala Barbantini della Fondazione Giorgio Cini, verrà presentato al pubblico il nuovo catalogo: La Galleria di Palazzo Cini, curato da Andrea Bacchi e Andrea De Marchi e frutto di un’approfondita ricerca che si è avvalsa della collaborazione di numerosi studiosi e specialisti.

Vittorio Zecchin 1878-1947. Pittura e arti decorative a Venezia

Prosegue il ciclo di convegni internazionali curato dal Centro Studi del Vetro dedicato a designer che hanno collaborato con la vetreria Venini.

Il sesto convegno internazionale avrà come protagonista per la giornata di studi, correlata alla successiva mostra autunnale del 2017, l’artista muranese Vittorio Zecchin (1878-1947).

Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Zecchin si distingue ben presto per l’insofferenza nei confronti della cultura verista tardo ottocentesca, e viceversa per l’adesione ad alcuni degli impulsi provenienti dalle Biennali lagunari, che gli permettono di approfondire le ricerche simboliste e le proposte delle avanguardie mitteleuropee. Partecipe della grande stagione che vede nelle mostre di Ca’ Pesaro il suo centro propulsore (periodo in cui realizza e presenta arazzi, ricami e vetri smaltati), Zecchin entra in contatto e collabora con diverse figure operanti nel contesto lagunare, tra cui il pittore Teodoro Wolf Ferrari e gli Artisti Barovier. Nel ruolo rilevante di direttore artistico della Cappellin Venini (1921-1925) e poi della M.V.M. Cappellin & C. (fino al 1926) progetta vetri dall’impatto innovativo e dall’originale raffinatezza, senza rinunciare mai alla ricerca sulla stilizzazione della forma.

Gli interventi del convegno di studi si focalizzeranno, nel novero degli argomenti in programma, sull’esperienza e la capacità inventiva di Zecchin sviluppando i temi e gli ambiti dell’attività di questo artista. Partendo dal contesto veneziano, verranno indagate: il suo rapporto personale con le arti decorative – aprendo un confronto anche col panorama nazionale e internazionale –, la stretta relazione tra la pittura, il vetro e il mondo delle arti applicate in generale, nonché la sua presenza alle importanti esposizioni dell’epoca, come le Biennali di Monza tra il 1923 e il 1927.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO

Atti di convegno: Paolo Veronese. Giornate di studio

Atti di Convegno
Paolo Veronese. Giornate di studio
a cura di Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa e Paola Marini
Venezia, Fondazione Giorgio Cini / lineadacqua, 2016


La Fondazione Giorgio Cini, in linea con la una lunga tradizione di studi e di esposizioni dedicati alla figura di Paolo Veronese, ha promosso la pubblicazione degli atti del convegno internazionale Giornate di studio su Paolo Veronese, svoltosi a Verona tra il 26 e il 28 settembre 2014 e voluto come momento di riflessione critica dai curatori della mostra antologica allestita contestualmente al Palazzo della Gran Guardia di Verona.

Il progetto scientifico concepito da Paola Marini e Bernard Aikema, sostenuto dall’Università degli Studi di Verona e dai Musei Civici di Castelvecchio, ha visto coinvolti numerosi studiosi, tecnici e restauratori; le relazioni presentate ed edite nel volume che qui si presenta, coprono molteplici aspetti relativi a Paolo Veronese e alle tematiche affrontate nella mostra, con particolare riguardo alla sezione dei restauri e all’attività del Laboratorio di Analisi Diagnostiche dell’Università di Verona.

Un’appendice negli atti raccoglie i contributi di giovani studiosi che hanno partecipato alla poster session, presentando progetti e avanzando nuove proposte di ricerca e interpretative.

Il volume, a cura di Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa e Paola Marini, è edito da lineadacqua Venezia.

Le Miniature della Fondazione Giorgio Cini

Catalogo della raccolta di miniature della Fondazione Giorgio Cini

a cura di Massimo Medica e Federica Toniolo

Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, 2016


Il volume, curato da Massimo Medica e Federica Toniolo, autori dei due saggi introduttivi al catalogo, è l’esito di una lunga e impegnativa campagna di studio finalizzata alla schedatura scientifica completa delle miniature appartenenti alla raccolta della Fondazione Giorgio Cini e che ha coinvolto una cinquantina di studiosi, tra i massimi esperti nel campo della miniatura. La raccolta, donata nel 1962 da Vittorio Cini e che si caratterizza come una delle più importanti sillogi di pagine e iniziali miniate ritagliate, per lo più provenienti da libri liturgici – come antifonari e graduali –, viene dunque scientificamente indagata in questo volume attraverso le circa 250 schede di catalogo, accompagnate da un ricco corredo di immagini.

Nella sua eterogenea e articolata stratificazione, la collezione è rappresentativa delle principali scuole regionali italiane di miniatura – lungo un arco cronologico che va dal XI al XVI secolo – e annovera alcuni dei più importanti miniatori tra tardo Duecento e primo Cinquecento tra i quali Neri da Rimini, Lippo Vanni, Cristoforo Cortese, Berardo da Teramo, Belbello da Pavia, Franco dei Russi, Taddeo Crivelli, Francesco Marmitta, Beato Angelico.

 

Conversazioni d’Arte a Palazzo Cini 30 settembre – 9 novembre

Tornano a Palazzo Cini, dal 30 settembre al 9 novembre, le Conversazioni d’arte: un’occasione unica per essere accompagnati da esperti e storici dell’arte alla scoperta della mostra Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini.

In programma due incontri speciali: la presentazione della tavola recante la Maestà del Maestro di Badia a Isola, recentemente restaurata, e de “L’ospite a Palazzo”, la scultura San Maurelio di Paolo di Luca da Firenze prestata dal Museo della Cattedrale di Ferrara.

Scarica il programma in pdf


30 SETTEMBRE | ORE 18.00
Il restauro della Maestà del Maestro di Badia a Isola
Restauro finanziato dai comitati Friends of Florence e Save Venice Inc. con il sostegno di Richard & Jill Almeida e un contributo del Boston Chapter di Save Venice in occasione del Cinquantenario dell’alluvione di Firenze e Venezia del 1966

Simonetta Brandolini d’Adda Presidente Friends of Florence
Melissa Conn Direttrice Save Venice Venezia
Nicoletta Matteuzzi Storica dell’arte, Firenze
Amalia Donatella Basso Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e laguna
Claudia Vittori Restauratrice


7 OTTOBRE | ORE 17.30
La Maestà del Maestro di Badia a Isola della collezione Cini: forma e funzione delle grandi tavole mariane alla fine del Duecento

Andrea De Marchi Università di Firenze


12 OTTOBRE | ORE 17.30
Storie di disegni di storia. I Fasti veneziani di Giannantonio Guardi

Paolo Delorenzi Storico dell’arte, Venezia


19 OTTOBRE | ORE 17.30
Di taglio e colore, l’arte di Bartolomeo Montagna

Giovanni Carlo Federico Villa Direttore scientifico Musei Civici di Vicenza


26 OTTOBRE | ORE 17.30
Da Carlo Crivelli a Bartolomeo Montagna: contemporanei e seguaci di Giovanni Bellini nella collezione Cini

Anchise Tempestini Storico dell’arte, Firenze


9 NOVEMBRE | ORE 17.30
L’ospite a Palazzo”. Il San Maurelio del Museo della Cattedrale di Ferrara

Andrea Bacchi Università di Bologna – Direttore Fondazione Federico Zeri


È possibile acquistare un biglietto cumulativo a 12€, valido per la partecipazione a tutti gli incontri previsti dalla rassegna.
La partecipazione all’incontro è compresa nel prezzo del biglietto di ingresso alla Galleria.

La prenotazione è consigliata.
tel. 0412710217
palazzocini@cini.it

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte

Fondata nel 1957 sotto la direzione di Giuseppe Fiocco, Saggi e Memorie di Storia dell’Arte si caratterizza come una tra le più importanti pubblicazioni scientifiche di Storia dell’Arte di respiro storico-critico. La rivista si contraddistingue per un’impostazione interdisciplinare che si estende oltre i confini dell’arte veneta e consente di trattare temi legati all’arte italiana ed europea in modo approfondito.

La rivista è diretta da Luca Massimo Barbero e coordinata dall’Istituto di Storia dell’Arte. È riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica di Classe A per Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche.
[accordion][/accordion]
[accordion_entry title=”Elenco completo”]
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 1 (1957)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 2 (1959)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 3 (1960)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 4 (1965)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 5 (1966)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 6 (1968)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 7 (1970)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 8 (1972)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 9 (1974)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 10 (1976)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 11 (1978)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 12 (1980)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 13 (1982)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 14 (1984)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 15 (1986)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 16 (1988)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 17 (1989)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 18 (1993)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 19 (1995)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 20 (1996)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 21 (1997)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 22 (1998)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 23 (1999)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 24 (2000)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 25 (2001)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 26 (2003)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 27 (2005)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 28 (2004)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 29 (2005)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 30 (2008)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 31 (2009)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 32 (2008)

Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 33 (2011)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 34 (2012)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 35 (2011)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 36 (2012)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 37 (2013)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 38 (2014)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 39 (2015)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 40 (2016)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 41 (2019)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 42 (2018)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 43 (2020)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 44 (2020)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 45 (2021)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 46 (2022)
Saggi e Memorie di Storia dell’Arte 47 (2023)
[/accordion_entry]
[accordion][/accordion]

Arte Veneta

Fondata nel 1947 sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini, Arte Veneta si caratterizza come una delle più rilevanti riviste specialistiche nel campo della Storia dell’Arte. Edita da Electa, Arte Veneta rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studi storico-artistici, contribuendo alla ricerca e alla divulgazione scientifica in questo settore.

La rivista è diretta da Luca Massimo Barbero e coordinata dall’Istituto di Storia dell’Arte e riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica di Classe A per Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche.
[accordion][/accordion]
[accordion_entry title=”Elenco completo”]
Arte Veneta 30 (1976)
Arte Veneta 31 (1977)
Arte Veneta 32 (1978)
Arte Veneta 33 (1979)

Arte Veneta 34 (1980)
Arte Veneta 35 (1981)
Arte Veneta 36 (1982)
Arte Veneta 37 (1983)
Arte Veneta 38 (1984)
Arte Veneta 39 (1985)
Arte Veneta 40 (1986)
Arte Veneta 41 (1987)
Arte Veneta 42 (1988)

Arte Veneta 43 (1990)
Arte Veneta 44 (1993)
Arte Veneta 45 (1993)
Arte Veneta 46 (1994)
Arte Veneta 47 (1995)
Arte Veneta 48 (1995)
Arte Veneta 49 (1996)
Arte Veneta 50 (1997)
Arte Veneta 51 (1997)
Arte Veneta 52 (1998)
Arte Veneta 53 (1998)
Arte Veneta 54 (1999)
Arte Veneta 55 (1999)

Arte Veneta 56 (2000)
Arte Veneta 57 (2003)
Arte Veneta 58 (2003)
Arte Veneta 59 (2003)
Arte Veneta 60 (2004)
Arte Veneta 61 (2004)
Arte Veneta 62 (2005)
Arte Veneta 63 (2006)
Arte Veneta 64 (2007)
Arte Veneta 65 (2008)
Arte Veneta 66 (2009)

Arte Veneta 67 (2010)
Arte Veneta 68 (2011)
Bibliografia dell’Arte Veneta (2011)
Arte Veneta 69 (2012)
Bibliografia dell’arte veneta (2012)
Arte Veneta 70 (2013)
Arte Veneta 71 (2014)
Arte Veneta 72 (2015)
Arte Veneta 73 (2016)
Arte Veneta 74 (2016)
Arte Veneta 75 (2018)
Arte Veneta 76 (2019)

Arte Veneta 77 (2020)
Arte Veneta 78 (2021)
Arte Veneta 79 (2022)
Arte Veneta 80 (2023)
[/accordion_entry]
[accordion][/accordion]